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Autore: M_Wonnie    15/05/2015    2 recensioni
-Bene signori... Risolverete le vostre questioni in un altro momento, adesso voglio la ragazza-
[...]
-Quindi chi si butta nella mischia?- Stark lo riportò di nuovo alla realtà -Eviterei Banner e il capitan ghiacciolo, io sono troppo famoso e riconoscibile... Rimangono i due assassini pazzi e la coppia di fratelli shakesperiani-
Il dio dell'inganno e Thor si guardarono alzando un sopracciglio.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Desires
5: Stabbed in the Back




[...] Every little thing that I've known is every
thing I need to let go... [...]
Ashes Remain – On My Own







Niente.
Loki non aveva trovato assolutamente niente riguardo a dei midgardiani con una scintilla di Asgard ancora attiva dentro il loro debole corpo.
Erano ormai due giorni che vagava e leggeva nell'immensa biblioteca di Asgard e non aveva trovato niente.
Stava sfogliando l'ennesimo libro polveroso quando sua madre entrò silenziosa.
-Dovresti riposare...-
Il dio dell'inganno cercò di ignorarla.
-Heimdall dice che la giovane sta bene- nessuna risposta -Sembra una ragazza forte, suo nonno era...-
-Uno stolto?-
La interruppe Loki.
-L'amore per una donna midgardiana gli ha fatto prendere quella difficile decisione, vivere accanto a lei aveva un prezzo e lo ha accettato-
Frigga gli sorrise enigmatica.
Ma il dio dell'inganno continuava a non capire come un dio della guerra si fosse abbassato a vivere la sua vita come mero umano; gli dei della guerra su Asgard erano tra i più stimati e godevano di enormi privilegi*, che uno di loro potesse rinunciarvi...
No.
Loki non lo capiva.
Perso nei suoi pensieri non si accorse neanche che Frigga, silenziosa come era arrivata, lo aveva lasciato di nuovo al suo lavoro.
Un lavoro che per il momento non stata dando i suoi frutti; in quel momento avrebbe preferito essere su Midgard, e questo la dice lunga sulla sua disperazione, per vedere come se la stava cavando la giovane Armida con il suo allenamento.
A dire il vero avrebbe voluto vedere come se la cavano il gruppo degli Avengers con quel potere che a vista d'occhio stava riempiendo il corpicino della giovane.
Gli sfuggì un ghigno.
Aveva sempre gioito nel vedere quel gruppo male assortito che perdeva il controllo sulle situazioni più disparate. Non che perdesse troppo tempo nello stare ad osservarli ma il caos faceva parte della sua natura e quella Armida, volente o nolente, lo aveva portato tra gli Avengers.
Dopo quel breve intermezzo cercò di riportare la sua attenzione sulla sua “missione”.
Si alzò dalla sedia andando a cercare nuovi tomi da potere sfogliare e finalmente trovare qualche informazione utile.

Aveva sfogliato ogni volume, anche quelli in lingue ormai morte da tempo ma il risultato era sempre lo stesso: niente.
La luce che proveniva dalle finestre fece capire a Loki che il giorno stava per finire senza nessun risultato.
Alzò gli occhi al cielo verso quelle vetrate così chiare e trasparenti che sembravano non esserci... E in quel momento un'idea gli balenò in testa.
Come poteva trovare qualcosa che non c'era?
Forse non aveva scoperto niente su umani con una scintilla di Asgard perché... Perché cosa?
Il groviglio di idee che aveva avuto gli stava scivolando tra le dita.
Il dio dell'inganno imprecò a denti stretti.
C'era un'unica persona su Asgard che potesse rispondere alle sue domande e ai nuovi dubbi: l'Anziana saggia.
Aveva sperato di evitare l'incontro con quella vecchietta ma evidentemente il Fato aveva deciso in altro modo.
L'Anziana lo aveva sempre deriso, pur bonariamente, ma Loki non lo sopportava; di solito finivano per urlarsi contro con l'unico risultato di essere preso in giro ancora di più dalla Saggia.
Loki sospirò.
Tutto questo solo per un'unica midgardiana.


-*-


La sala del trono di Asgard era illuminata dalla calda luce del pomeriggio; solo due figure si ergevano nell'enorme salone.
Il Padre di Tutto era rilassato come non lo era stato da molto tempo, nonostante il, chiamiamolo contrattempo, con il risveglio della giovane Armida, intorno ad Odino regnava la tranquillità: i Nove Regni erano in pace, i suoi due figli sembravano non volersi uccidere, per il momento... Insomma, tutto sembrava andare per il verso giusto.
-Dovrai occuparti dell'addestramento della giovane-
Il Padre degli Dei interruppe il suo flusso di pensieri e quello del figlio.
-Loki le ha già dato suggerimenti per controllare la sua magia mentre lui continua le sue ricerche...- il dio del tuono fece una breve pausa -Credete che Armida avrà bisogno anche di un addestramento più... Fisico?-
-Sicuramente-
Odino non sembrava aggiungere altro, così dopo alcuni secondi di silenzio Thor riprese la parola.
-Avete qualche suggerimento sulla natura dell'addestramento da farle seguire?-
In quel momento le porte della sala del trono si aprirono lasciando entrare la figura elegante e fiera della guerriera Sif.
-Mio signore, mi avete fatta chiamare-
Non era neanche una domanda.
-Lady Sif riaccompagnerà tu e Loki su Midgard quando sarà il momento e vi aiuterà con la giovane Armida-
Disse Odino continuando ad avere il sorriso sulla lebbra.
-Se mi posso permettere...- iniziò la guerriera e il Padre di Tutto, con un lieve cenno del capo, le diede il permesso di parlare -Perché vi prodigate così tanto per una semplice midgardiana?-
A Thor non sfuggì il tono stizzito nella voce di Sif.
Odino si alzò dallo scranno sul quale era rimasto seduto fino a quel momento, con il suo unico occhio buono sembrò scrutare lontano, in un altro tempo e in un altro luogo.
Un lieve sospiro uscì dalla sue labbra.
-Lo devo a suo nonno... Non solo per le volte che ha salvato la mia vita in battaglia ma anche per come mi sono comportato nei suoi riguardi quando decise di vivere su Midgard come un umano-
Negli occhi del figlio primogenito Odino lesse una domanda silenziosa.
-Lo insultai, con tutta la forza e la stoltezza della mia giovane età, augurandogli di non trovare pace né serenità su Midgard... Il compagno d'armi di una vita stava scegliendo di essere un mortale... I secoli che adesso mi pesano sulle spalle portano sempre con se il rimpianto delle parole di quel giorno. Ecco perché quella giovane è così importante; come re è il minimo che possa fare-
Thor non avrebbe mai creduto che suo Padre fosse così legato al nonno di Armida e anche Lady Siff sembrava molto sorpresa.
-Quando partiremo per Midgard, mio Signore?-
La guerriera sembrava non vedere l'ora di uscire da quella sala e il dio del tuono non poté fare a meno di notare ancora una volta quanto sembrasse infastidita dalla richiesta del Padre di Tutto.


-Tornare su Midgard ti provoca così tanto dolore Lady Sif?-
Thor e la guerriera avevano lasciato il Padre di Tutto agli affari di stato con i Consiglieri ed erano usciti dalla Sala del Trono.
La donna si fermò costringendo il dio del tuono a fare lo stesso.
-Mi è stata affidata una missione ed è mio compito portarla a termine-
-Bene!- la voce del dio dell'inganno interruppe la lotta di sguardi -Sono commosso dalla vostra devozione a quel patetico pianeta pieno di m...-
-Loki!!-
La voce di Thor fece quasi tremare il vetro delle enormi finestre del corridoio.
-Meraviglie... Quel pianeta così ricco di meraviglie, fratello- sorrise di quel sorriso sghembo che poteva nascondere qualsiasi cosa -Comunque... Devi accompagnarmi dalla vecchia Saggia, detesto doverlo ammettere a voce alta ma abbiamo bisogno del suo aiuto...-
-La tua ricerca...?-
-Esatto fratello, non ho trovato niente...-
Senza aspettare una risposta da parte dei due il dio dell'inganno voltò loro le spalle e si diresse fuori dall'immenso palazzo d'oro.
Siff fece lo stesso ma dalla parte opposta a quella in cui si era allontanato Loki lasciando Thor nell'immensità di quel corridoio vuoto.


-*-


Armida si trovava nell'appartamento, l'unica compagnia che aveva in quel momento era Bruce che leggeva un giornale comodamente seduto sul divano.
Erano ormai tre giorni dalla partenza dei due dei asgardiani che la giovane cercava di ripetere quello che aveva fatto, per caso, nel mezzo di una strada affollata di New York solo qualche giorno prima. Le aveva provate tutte: con lo yoga, facendosi spaventare dall'incredibile Hulk (da non riprovare per nessuna ragione al mondo) e facendo fare ricerche a J.A.R.V.I.S. che non l'avevano portata da nessuna parte...
Un ringhio di frustrazione le uscì dalla bocca facendo voltare il dottore che prima di alzarsi lasciò il giornale dove prima era seduto.
-Forse dovresti uscire un po'- disse quando le fu vicino -Sono quasi tre giorni che te ne stai chiusa in questo appartamento con delle persone non molto equilibrate-
Alla giovane sfuggì una risata.
-Da quanto non senti i tuoi amici?- vedendo lo sguardo desolato della giovane aggiunse -Non puoi tenerli all'oscuro da quello che ti sta succedendo-
Armida annuì senza molta convinzione ma prese il cellulare e chiamò Anna che per i primi cinque minuti non fece altro che urlare.
Riuscì a convincerla che andata tutto bene, più o meno, che era in ottima forma, più o meno, e che Stark non la stava usando per degli esperimenti...
-Al Lucky's... Tra mezz'ora-
E riattaccò.


Armida si trovò davanti al locale dell'amico senza neanche ricordarsi che strada avesse percorso o cosa avesse visto.
Quando alzò il braccio per aprire la porta notò che la mano le tremava.
Fece un respiro profondo.
-Sono tuoi amici, capiranno quello che è successo, ti insulteranno per averli tenuti all'oscuro di tutto e poi berrete insieme qualcosa ridendo e scherzando.
Si ripetette quella frase come se fosse una formula magica e aprì finalmente la porta del Lucky's che per quel pomeriggio era rimasto eccezionalmente chiuso.
I suoi due amici erano seduti come due giudici, uno di fianco all'altra.
-Mi dispiace non avervi chiamato prima ma sono stati dei giorni frenetici e ne sono successe talmente tante che...-
Armida lasciò in sospeso la frase guardando negli occhi quei due che non avevano neanche mosso un muscolo, sembravano addirittura che non respirassero.
-Preferirei che vi metteste ad urlare in questo momento perché il vostro silenzio mi mette davvero paura-
Ridacchiò la giovane cercando di allentare la tensione che, a quanto pare, si poteva tagliare con il coltello; le tende abbassate del locale poi non miglioravano certo l'atmosfera...
-Cosa sei...?-
Quello che era uscito dalla bocca di Anna sembrava un ringhio.
-C... Come prego?-
Armida era così stordita dall'impatto e dalla rabbia contenuta in quella domanda che quasi barcollò all'indietro.
Anna al telefono era arrabbiata, e Armida la capiva fin troppo bene, ma la cattiveria dentro a quelle due uniche parole no, il suo cervello non riusciva a registrarla.
-Sono Armida- riuscì a dire dopo un momento -La ragazza con cui hai diviso l'appartamento fino a pochi giorni fa... Anche se con un antenato asgardiano... Sono sempre io...-
L'ultima parola fu quasi un sussurro prima di trattenere di nuovo il fiato di fronte allo sguardo di Anna e Jack. Il ragazzo non aveva ancora aperto bocca ma poco importava. Quelle due paia di occhi che la scrutavano erano già abbastanza.
-Non sei Armida...-
Se fosse stata trafitta da una lancia in pieno petto molto probabilmente avrebbe fatto meno male.
-Ti abbiamo vista in televisione e in alcuni video l'altro giorno- disse Jack, entrando finalmente nella conversazione -Hai ferito delle persone-
Armida sgranò gli occhi non sapendo come replicare; era vero che alcuni dei presenti avevano subito delle lesioni, tra l'altro non gravi, ma la giovane non lo aveva fatto di proposito e non capiva come le due persone che le erano state più vicine negli ultimi mesi potessero anche solo pensare una cosa del genere.
-Sono sempre la solita Armida...-
Continuò a ripetere in un sussurro cercando di ricacciare indietro le lacrime che cercavano con prepotenza di uscire; incrociò di nuovo lo sguardo con i suoi migliori amici ma non ci trovò niente che si potesse avvicinare almeno alla comprensione.
-Hem.. Ok, capisco- non capiva affatto invece -Quindi direi che non ci vedremo ne sentiremo più- il sorriso che si era stampato in faccia cominciava a vacillare.
-Grazie per essermi stati vicini in questi mesi-
Fece per voltare loro le spalle ma la voce di Jack la fermò anche se non lo guardò negli occhi.
-Non vogliamo avere problemi, non vogliamo rischiare la vita perché ti siamo anche solo lontanamente vicini-
Armida si limitò ad annuire a a fuggire da quel luogo che racchiudeva molti ricordi felici.
Aveva pensato che la sua vita avesse finito di vorticarle attorno come se fosse all'interno di un uragano ma evidentemente non era ancora finita e il terreno continuava a sgretolarsi sotto ai suoi piedi.


-*-


-Signor Stark-
-Si J.A.R.V.I.S...?-
Chiese l'interessato quasi annoiato.
Tony era tornato all'appartamento dove adesso tutti gli Avengers, tranne i due principi di Asgard, si erano riuniti. Il dottor Banner sorseggiava una camomilla, il capitano cercava di rimettersi in pari con gli anni persi e gli altri cercavano semplicemente di rilassarsi.
-I livelli della signorina Armida sono instabili-
A quelle parole tutto il gruppo si preparò a entrare in azione.
-Il suo potere sta per manifestarsi ancora?- chiese la Vedova Nera.
-Merda...!-
Imprecò Steve.
-Attenzione al vocabolario capitano!- lo riprese Tony -J.A.R.V.I.S. dove si trova Armida adesso?-
-Sta per entrare nell'appartamento signore-
Tutti i presenti si bloccarono all'erta aspettando di vedere la porta ridursi in briciole.
La giovane entrò con calma evitando di guardare chiunque negli occhi e dirigendosi verso la sua camera si chiuse immediatamente la porta alle spalle prima che qualcuno le potesse fare qualsiasi domanda.
-L'incontro con i suoi amici non deve essere finito benissimo...-
Disse Banner.



-*-



Il dio degli inganni odiava tutto di quel posto.
C'era troppo profumo, troppo buio, troppi oggetti strani attaccati alle pareti e troppo... Troppo.
Loki sperò con tutto se stesso di risolvere la questione nel più breve tempo possibile.
-Benvenuti principi di Asgard...- i due sussultarono ritrovandosi la vecchia saggia alle spalle -Iniziavo a preoccuparmi e a chiedermi quando sareste arrivati-





avete tutto il diritto di picchiarmi con spranghe incandescenti ma chiedo umilmente pietà e perdono ç.ç
-si inchina e si flagella-
spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se più breve dei precedenti (almeno mi sembra che sia più breve... chi lo sa :3)
grazie a chi recensisce, a chi ha inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate :D
alla prossima
ciauuuu

M_Wonnie










  
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