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Autore: Straightandfast    15/05/2015    9 recensioni
E okay, Beatriz è libera, forte e tutto il resto, ma quando Harry Styles la guarda con quegli occhi curiosi e l'espressione da bambino in attesa di chissà quali sorprese, un po' si sente tremare.
E va bene, va davvero bene anche se forse non se ne accorge nemmeno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elastic Heart.

 
 
A Giulia, perché senza i suoi incoraggiamenti
Harry e Bea sarebbero ancora nella mia testa.
Alle mie migliori amiche perché mi conoscono più di chiunque altro
E comunque, mi amano più di chiunque altro.
 
 Beatriz non si abituerà mai allo spettacolo che Londra offre nell'ora del tramonto.
Lo decide un venerdì sera quando, uscendo di casa per andare al lavoro, è costretta a fermarsi in mezzo alla strada nonostante il ritardo per ammirare almeno qualche secondo quella palla arancione in caduta libera sui grattacieli di Londra. Vive lì da poco più di  un anno e in quell'arco di tempo ha avuto modo di vedere quello splendore poco meno di cinque volte a causa delle nuvole che caratterizzano l'Inghilterra, e allora chissenefrega se arriverà sicuramente in ritardo al locale, se Brice le farà il culo o se la sua punizione sarà lavare i cessi, perché lei una cosa così se la deve godere e lo vuole fare per bene. Si siede sul marciapiede, le gambe chilometriche rannicchiate contro il corpo, il viso appoggiato alle ginocchia coperte solo da un sottile strato di collant nere e i capelli che le svolazzano sulle guance a causa del vento freddo di fine Febbraio. Una signora con le borse della spesa passa sul marciapiede di fronte e la guarda un po' con un'aria interrogativa, incuriosita da quella ragazza sui vent’anni che sembra totalmente rapita da qualcosa all'altezza dell'orizzonte, ma poi decide di lasciarla stare, perché il suo viso tutto corrucciato è già uno spettacolo a sé che nessuno ha il coraggio di rovinare.
Beatriz, del tutto noncurante della gente che le passa accanto, osserva con adorazione il tramonto e ne cerca di catturare la meraviglia con la fotocamera del suo Iphone 4s; decide che se Brice sarà tanto incazzato si giustificherà mostrandogli le foto che è riuscita a scattare. Nello stesso tempo decide anche che il rossetto rosso che ha sulle labbra ha bisogno di una ripassata, anche se in realtà è lei che ha bisogno di vedere ancora la scatolina della Mac che lo contiene e che ha comprato giusto poche ore prima. Sua madre le ha sempre detto che il rossetto rosso sta male sulle sue labbra carnose, ma Beatriz può constatare subito che non è l'unica a piacersi con quel trucco addosso ; un ragazzo su uno skater dall'altra parte della strada la sta guardando con un'ammirazione a cui lei è abituata e che l'ha sempre divertita e con i suoi occhi pieni di apprezzamento la rassicura sul fatto che sì, quelle 23 £ sono state spese davvero bene.
Il tramonto è finito e la sera sta iniziando a calare sulle strade familiari del quartiere di Camden, ricordando alla ragazza che il suo turno al locale sarebbe dovuto iniziare dieci minuti prima; Beatriz infila il rossetto nella borsa nera che si finge una Michael Kors originale ma che in realtà ha scovato sulle bancarelle di  un mercato di Istanbul, schiocca le labbra per permettere al rossetto di sistemarsi in modo omogeneo e si alza in piedi con la sensualità che la contraddistingue più o meno da quando aveva dieci anni. Adesso il ragazzo dello skater ha una visuale completa anche delle sue gambe e la sua espressione si fa ancora più ammirata; lei prova quasi tenerezza e, dall'alto del suo metro e settantacinque di altezza, decide di rendere la giornata di quel ragazzino più eccitante. E' un attimo, lei che si volta leggermente verso di lui, un sorriso malizioso che le illumina il viso e l'occhio sinistro che si chiude velocemente in un occhiolino ammiccante che fa arrossire il ragazzo.
Poi, altrettanto velocemente, Beatriz gli da le spalle e si incammina a passo veloce verso il locale, già dimenticatasi dello scambio di sguardi appena avuto, la mente troppo occupata dai suoi pensieri, le sue cose, per pensare a chiunque altro.
 
Beatriz Iniego è una stronza, egoista ed egocentrica a cui interessa solo di se stessa e di pochissime altre persone al mondo, e questo lo sanno tutti. Lo sa perfino Brice, il proprietario del locale per il quale lavora come cameriera, che ormai ha rinunciato a farle i cazziatoni per il ritardo, perché ormai ha capito che lei non la sente nemmeno la gente, quando le parla.
Beatriz Iniego, però, è anche incredibilmente bella, con quei capelli scuri e gli occhi grandi, le gambe lunghe che non finiscono più e l'espressione di chi sa dove vuole andare, e questo è visibile a tutti, soprattutto a Luke, il barman, che se la mangia con gli occhi ogni singola sera e che prima o poi troverà il coraggio di invitarla ad uscire almeno una volta insieme a lui. E' così bella che una sua gigantografia con addosso una camicia da boscaiola è appiccicata sulle pareti di ogni singolo negozio di Abercrombie & Fitch e anche Topshop l'ha ingaggiata per le foto della nuova collezione primavera/estate. E' bella così, Beatriz, senza doversi impegnare tanto. E' bella in un modo che alle altre ragazze dà fastidio, perché se alla bellezza ci aggiungi la sua lingua lunga e la sua sfacciataggine che non tiene mai a freno si arriva ad un mix letale che non risparmia nessun ragazzo.
Lei però se ne frega di non stare simpatica, perché tanto poi arriva a casa e Noah la accoglie con una bottiglia di Corona in mano e una sigaretta nell'altra e si mettono a sparlare sul divano per ore di quelle ochette invidiose, fino a quando Brooke ritorna da uno dei suoi “wild parties” -termine che lui usa impropriamente per indicare un sacco di alcool, erba e figa- e stramazza al suolo di fronte a loro. Non gliene frega niente, perché la gente sa quello che fai ma non perché lo fai, e perché ha capito da tanto tempo che è inutile preoccuparsi degli altri, l'importante è sapere da dove vieni e dove vuoi arrivare, e lei lo sa, lo sa bene.
 
Ed è per questo - perché fondamentalmente lei se ne frega - che quella sera varca la soglia dell' Elephant Bar con un'espressione annoiata, quasi non fosse lei quella in ritardo di ben venti minuti sull'orario di lavoro. Manda un bacio volante a Brice prima di scivolare dietro al bancone ed infilarsi il grembiule e lui, che anche se burbero e parecchio serioso è pur sempre un uomo, finge di non arrossire e decide di fargliela passare. Un'altra volta.
L'Elephant Bar fa parte della schiera di locali che caratterizzano Camden Town e Beatriz ci è entrata per la prima volta perché da fuori aveva visto la scritta mojitos, e lei non poteva crederci che in un locale inglese facessero il suo cocktail preferito, introvabile in tutto il Regno Unito quanto tipico nel suo paese d'origine. All'interno è perfettamente uguale a qualsiasi altro pub della città, disordinato e sporco al punto giusto e con delle deliziose sedie di legno che Beatriz ha adorato sin dal primo istante; in realtà, a causa dell'atteggiamento da turista che non è ancora riuscita a scacciare, nutre una spropositata passione per qualsiasi pub che si affacci sulle strade londinesi perciò il suo parere su di essi, specie proprio su quello in cui lavora, non sarà mai completamente oggettivo.
La sera si riempie sempre di gente, soprattutto al venerdì e al sabato, ovviamente, e il compito di Beatriz è quello di riuscire a destreggiarsi tra gli ordini degli avventori senza farsi palpeggiare eccessivamente dai ragazzini allupati e senza rovesciare nessuna di quelle enormi pinte di birra che gli inglesi bevono come se fosse acqua. Non serve che si metta a contare i bicchieri che ha fatto cadere o le liti che ha scatenato per sapere che lei, come cameriera, fa davvero schifo; ma a lei servono i soldi e a Brice i clienti che vengono all'Elephant solo per le gambe di Beatriz, e allora va bene così.
«Ciao guapa.» Cherry le passa accanto, una strizzatina d'occhi, la mano che le tocca leggermente il sedere e la solita frase incastrata tra i denti che le dice praticamente ogni volta che la vede «Dio, se avessi un culo come il tuo sarei una donna felice.»
Beatriz scoppia a ridere e la  sua è una risata fragorosa, di quelle con la testa all'indietro e la bocca aperta, giusto perché lei è Beatriz Iniego, e, ancora una volta, se ne frega.
«Oh, Chers, con quelle tette non hai di certo bisogno del mio culo per essere felice, fidati.» I suoi occhi sono estremamente divertiti, nell'osservare le diverse reazioni dei suoi colleghi alle sue parole; Luke è incredibilmente imbarazzato, come avviene ogni volta che le due ragazze parlano in modo così esplicito di culi e tette, mentre Cherry si lascia andare ad una risata simile a quella di Beatriz mentre getta un'occhiata di approvazione alla sua quarta di seno che sbuca prepotentemente dal crop top nero.
A Beatriz Cherry piace, con i suoi capelli rosa e gli occhi sempre truccati con una linea di eyeliner perfetta che “mi ci sono voluti anni per imparare a farla, bambolina”. Le piace perché è sincera, perché le guarda le gambe senza invidia e perché ha un fidanzato super famoso ma continua a lavorare in quella merda di Elephant bar, che a lei non interessano i soldi e quelle stronzate là. Le piace quasi quanto le piacciono Brooke e Noah, perché la capisce e sa di essere capita e alla fine a lei basta questo per farsi stare simpatica una persona.
Anche Luke le piace, anche se lo capisce di meno, perché lo ha visto come la guarda ogni volta che gli passa davanti e non riesce davvero ad afferrare il motivo per il quale non l'ha ancora invitata ad uscire insieme; lei probabilmente non accetterebbe, perché insomma, è troppo muscoloso e zarro per poterle piacere sul serio, ma almeno si divertirebbe un po' a flirtare con lui.
«Bea, ci sono dei ragazzi al tavolo 10 che hanno chiesto espressamente di te.» Brice le si avvicina con un sorriso soddisfatto, perché per lui avere una cameriera bella come lei è davvero un colpaccio. «Sono in una quindicina, se ti danno fastidio dimmelo.» Le intima poi, ricevendo in cambio un sorriso riconoscente da parte di Beatriz.
Sanno entrambi che lei non ha bisogno del suo aiuto, è sfacciata ma intelligente e sa come comportarsi se le avance dei ragazzi si fanno troppo insistenti; in fondo in quel corpo ci è nata ed è troppo abituata ad essere così per sapere davvero come ci si senta a  non essere l'oggetto del desiderio di quasi tutta la popolazione maschile.
Prende in mano il vassoio con le ordinazioni  e si stampa in viso un'espressione sicura mentre si dirige con il suo solito passo lento ed ondeggiato verso il gruppo di ragazzi che già la sta osservando con occhi attenti.
Si va in scena.
 
Qualche ora dopo Beatriz è appoggiata contro il muro del retro del locale, una sigaretta incastrata tra l'indice e il medio e gli occhi verso il cielo; le gambe le fanno male, gli occhi le bruciano un po' a causa delle luci psichedeliche del locale e il suo vestitino blu elettrico le continua a salire sui fianchi, costringendola a tirarselo giù almeno una volta al minuto. Lei non ha niente con cui coprirsi contro il gelo londinese, ma dentro al locale faceva così caldo che adesso non le fa altro che piacere sentire l'aria umida che le si appiccica sula sua pelle scura. Ha fregato una Winston blu dalla giacca di pelle di Luke, che tanto lui non se ne accorge, o forse semplicemente non gli danno fastidio questi suoi furti regolari. A Beatriz fumare piace, le dà un senso di tranquillità ma lo fa solo ogni tanto perché non ha nessuna intenzione di essere dipendente da qualcosa, tanto meno dalla nicotina; è una libera, lei.
Non molto lontano da lei ci sono quattro ragazzi che la guardano senza tanto pudore, gli occhi attenti sulle sue curve e il luccichio blu del suo vestito che si riflette nelle loro pupille. Beatriz non ha alcuna voglia di flirtare con loro, perché uno di loro ha la fede al dito e poi perché quello è il suo momento di calma prima di ritornare nella bolgia; così, quando vede che uno muove un passo nella sua direzione per porre fine a quel gioco di sguardi ed iniziare qualcosa di più concreto, carnale, lei con un gesto esperto e comunque malizioso -perché lei è così e proprio non ce la fa a cambiare- tira fuori il cellulare dalla scollatura del vestito e inscena la recita che mette in pratica ogni volta che non ha voglia di essere disturbata.
La destinataria delle sue chiamate immaginarie è sempre Noah, perché fingere di parlare con la sua migliore amica al telefono è molto più semplice se la migliore amica in questione è reale e la si conosce così bene che si può instaurare un monologo con lei anche senza bisogno della sua partecipazione. Beatriz è in preda ad un interessante discorso sui vantaggi dei reggiseni push-up quando, alzando leggermente lo sguardo con aria distratta, nota che i quattro ragazzi si sono dissolti nel nulla, segno che ancora una volta la sua recita è andata a buon segno. In ogni caso, per essere sicura al 100% di non ricevere altre attenzioni indesiderate proprio in quell'arco di tempo che vuole dedicare solo a se stessa, continua la sua messinscena, spostando l'attenzione sulla lista della spesa da fare il giorno dopo perché «domani è domenica e alla Tesco ci sono gli assaggini di sushi gratis!» Sarebbe in grado di parlare dell'argomento per ore perché non c'è quasi niente che lei ami di più del sushi, specie se offerto da un ragazzo così gentile e carino come il commesso della Tesco, ma il suo sproloquio viene troncato sul nascere da una voce calda e incredibilmente vicina.

«Sei una pessima attrice.»
Beatriz si gira di scatto, un'espressione confusa sul viso che si accentua ancora di più quando scorge il proprietario di quella voce. Ora, Beatriz Iniego deve aver sentito parlare di Harry Styles almeno 18585 volte, visto che tutto il Regno Unito sembra aver perso completamente la testa per il suo metro e ottantacinque di puro fascino, occhi verdi e fossette; ma una cosa è sentirne parlare, un'altra è trovarselo di fronte con tanto di profumo maschile decisamente apprezzabile e camicia bianca lasciata ovviamente aperta.
«Come scusa?» Beatriz non finge nemmeno più di essere al telefono, adesso, smascherata nel suo giochetto preferito da un ragazzino qualsiasi e perciò decisamente infastidita dalla sua presenza; mette su un broncio che fa sorridere Harry, mentre aspetta impazientemente che lui le spieghi la sua affermazione.
«Se vuoi far credere di essere davvero al telefono, devi fare qualche pausa, ogni tanto, sai per far credere che la persona con cui stai parlando esista sul serio.» Le spiega lui con un sorriso divertito che gli increspa le labbra e la voce calma e paziente che usa quando parla con le fans, quando risponde alle interviste; la sua cadenza è così lenta e strascicata che a Beatriz da quasi fastidio, perché è così dannatamente inglese e invece lei fa ancora fatica a pronunciare le n correttamente.
«Bè grazie per il consiglio. Lo metterò in pratica la prossima volta che un coglione mi importunerà.» Beatriz non è acida, davvero. Semplicemente lei adora flirtare da lontano, con gli sguardi che si rincorrono e le sue labbra che si dischiudono in modo sensuale, mentre Harry Styles è decisamente troppo vicino e troppo sicuro di sé.
Ed è per questo che, quando lo vede riaprire la bocca per parlare, lo interrompe con un gesto secco della mano e, riappoggiando il cellulare all'orecchio, inizia di nuovo la conversazione che lui aveva interrotto, servendosi dei consigli da lui datole e infilandoci qualche pausa qua e là. Lui la guarda sbalordito, scuotendo la testa mentre una risata sincera esce dalle sue labbra leggermente schiuse.
«Io sono Harry Styles.» Le dice, prepotente con il tono di chi è sicuro che il suo nome sia già conosciuto, togliendole il cellulare di mano e reclamando la sua attenzione con gli occhi verdi puntati sul suo corpo, le sue gambe, quel vestito. Beatriz si muove nervosamente contro il muro di cemento grigio sul quale si è appoggiata con aria annoiata, infastidita dall'insistenza del suo sguardo.
Inarca con perplessità le sopracciglia e mormora un «ma dai?» sarcastico che fa sorridere di nuovo Harry; lei vorrebbe un'altra sigaretta, adesso, mentre sente l'aria fredda che le si insinua sotto il vestito e le dita delle mani che iniziano a tremare per il gelo.
«Tu non mi dici niente?» Le chiede poi il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli in un gesto che le sue fan conoscono a menadito e che, nonostante ciò, è in grado di farle impazzire ogni singola volta. Lo stesso effetto però non fa a Beatriz, che anzi guarda con aria incuriosita e leggermente divertita quei capelli ricci e disordinati, che avrebbero decisamente bisogno di una spuntatina.
«Su di me?» Domanda poi, ricevendo in risposta un cenno di assenso. Mentre guarda Harry Styles inumidirsi le labbra in attesa di una sua risposta, Beatriz si chiede se abbia davvero voglia di continuare una conversazione con lui; dopo aver deciso che parlare con il ragazzo sia un'alternativa più interessante che tornare dentro al locale, risponde alla sua domanda. «Mi chiamo Beatriz Iniego, nata e cresciuta in Spagna, faccio la barista in questo locale e odio le tue canzoni.»
Harry scoppia a ridere di fronte a questa sua ultima informazione, troppo abituato a quel genere di commenti e troppo sicuro di sé per arrivare a prendersela per una simile affermazione; si inumidisce di nuovo le labbra in un gesto automatico, prima di riaprire bocca.
«Fai la cameriera qui all'Elephant? Allora devi conoscere Cherry, sai lei è la ragazza di..» Ma Beatriz non gli fa nemmeno finire la frase, interrompendo la sua voce lenta e davvero roca con un gesto annoiato della mano.
«Di Zayn Malik, lo so. Cherry non fa altro che parlare di lui, di quanto sia bravo a letto e di come le stanno sul cazzo le vostre fans.»
Harry ride di nuovo pensando che -diamine!- quella ragazza è davvero divertente, con quello sguardo poco interessato e il vestito sporco di un liquido che emana l'odore forte di birra.
«Quindi fai la cameriera.» Afferma poi, decidendo seduta stante che quella Beatriz è sicuramente la persona con cui ha avuto più difficoltà a fare conversazione in tutta la sua vita.
«Già. E la modella.» La spagnola inizia a guardarsi attorno con aria irrequieta, perché adesso si è davvero fatto tardi e Brice si sarà sicuramente reso conto della sua assenza e perché ormai si è raffreddata abbastanza ed il sudore che si asciuga con l'aria fredda della notta è una delle cose più sgradevoli dell'universo.
«Oh, avrei dovuto immaginarlo, suppongo.»E la  chiara nota di apprezzamento dedicata al suo corpo non è contenuto solo nella voce, adesso ancora più lenta, ancora più lasciva, ma anche nello sguardo di smeraldo che, scintillante, scivola su ogni centimetro di pelle che il vestito le lascia scoperto. Beatriz si sente pervadere dalla  sensazione che prova ogni volta che sa di avere un ragazzo, un uomo, in pugno; sente l'adrenalina nelle vene e il piacere di essere guardata con desiderio è una delle cose che la fa sentire più viva in assoluto. E' fatta così lei. Ha bisogno di quegli sguardi per vivere davvero.
«Bea, che stai facendo? Almeno cinque clienti hanno chiesto di te e sono rimasti parecchio delusi quando sono stato io a portare i loro ordini. » Gli occhi scuri di Luke si scontrano ostilmente con la figura solida di Harry, ancora impegnato a perlustrare le meraviglie offerte dal corpo di Beatriz.
Lei, dal canto suo, sta ormai quasi morendo di freddo e sa che non può contare troppo sulla bonarietà del suo capo, perciò non si fa ripetere il rimprovero due volte; rivolge un ultimo sorrisetto sghembo ad Harry mormorando un «piacere di averti conosciuto, Styles, » riprendendosi il suo cellulare con prepotenza e poi rientra dentro, la mano posata sul braccio di Luke e una risatina divertita quando lui sobbalza al suo tocco.
Sono ormai passate le quattro di notte quando finalmente Beatriz tocca il suo letto; Noah  è addormentata accanto a lei e Brooke le ha scritto un messaggio farneticando su una festa "della madonna, cazzo" perciò probabilmente non sarà a casa prima dell'alba e lei è davvero troppo stanca per aspettarlo sveglia come ha fatto altre volte. Mette il cellulare in carica e maledice la batteria dell'Iphone, progettata per morire dopo poche ore di vita e nota la spia luminosa che indica l'arrivo di un messaggio.
Lo apre e sorride vittoriosa come una regina sedutasi sul trono per la prima volta.

 
"Perché Harry Styles mi ha appena chiesto di te?"


Decide di non rispondere a Cherry, consapevole del sorriso malizioso che deve aver preso posto sul viso della collega, troppo curiosa per aspettare il giorno successivo e venire informata di ogni cosa a voce.
Spegne il cellulare e abbandona la testa sul cuscino, lasciandosi andare ad un sospiro soddisfatto.
Beatriz è una regina e Harry Styles è appena entrato a far parte del suo regno.

 

Lo so, lo so.
Sto scrivendo un'altra storia, lo so benissimo, non me ne sono dimenticata.
E' solo che Elastic Heart era lì nel mio computer da un sacco di tempo e io letteralmente stavo morendo dalla voglia di farvela leggere a voi tutte.
Per me è importante per così tanti motivi che ad elencarli qui impiegherei tutta la sera; vi basti sapere che è probabilmente una delle poche cose che ho scritte che mi piacciono davvero e sinceramente.
Sono un po' agitata nel pubblicarla, perché è diversa dalle cose che sono abituata a scrivere. Prima di tutto, la protagonista -Beatriz- è completamente l'opposto del mio carattere e, di conseguenza, di tutti i personaggi che ho creato fino ad adesso e per me è davvero difficile scrivere di una come lei. In più, per la prima volta non pubblico in questo fandom una storia con protagonista Zayn Malik ma Harry Styles, ed è un Harry Styles strano, particolare.
Spero davvero vi piaccia, sul serio.
All the love, as always (Mr Styles mi contagia)
Chiara.

p.s fatemi ringraziare di nuovo la meravigliosa, fantastica e stupenda Giulia (Zeta) per i due banner che ha creato apposta per me (il secondo lo metterò nel prossimo capitolo) e per aver amato Beatriz e Harry quasi quanto li amo io. 
I love you, babe.

 
  
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