Sei tornata, ancora non riesco a crederci. Eppure ti sento viva, contro di me, mentre ti issi sul mio dorso e avvolgi le tue braccia magre e muscolose attorno al mio collo. Sembra un sogno. Ma quale sogno? Questo è un incubo. Tu non farai ritorno a Sefira, non voleremo più insieme nel cielo azzurro. Questo non è un abbraccio come gli altri, mi stai dicendo addio. Per sempre. È un ultimo abbraccio, «Addio, amico mio.» dici. E sei serena. Te lo leggo negli occhi. Sai a che cosa vai incontro, sai che cosa accadrà. Eppure sorridi. E mi abbracci. Metatron si schiarisce la gola, ricordandomi il mio incarico. Annuisco, poi arretro e ti ammiro per un ultima volta. Cerco di imprimermi a fuoco il tuo viso nella mente, per non dimenticarmi nulla di te. Per portarti sempre con me. «Addio, mia regina.» sussurro, con le lacrime che mi ostruiscono la gola. So di avere gli occhi lucidi. C’è un tempo per essere forti e quel tempo è concluso, oramai. Davanti a te posso mettermi a nudo, so che non mi giudicherai.

Mi alzo in volo, dispiegando bene le mie ali possenti e lasciando che il vento mi accolga accanto a sé dolcemente. Non ci sarà nessun futuro con te. Fa male pensarlo. Le lacrime mi pungono gli occhi e sento il bisogno di sfogarmi. Così raggiungo le nuvole e libero la mia disperazione nello stesso modo in cui, negli ultimi anni, ho liberato rabbia, odio e frustrazione. Ruggisco. Sento le emozioni fuoriuscire da me, in un miscuglio di dolore e speranza. Ti porterò sempre nel mio cuore, mia regina. Promesso.
Arrivederci.