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Autore: evelyn80    16/05/2015    5 recensioni
Quando ci si mettono, anche gli elfi possono essere veramente insopportabili, ed i membri della Compagnia se ne accorgeranno quando arriveranno a Lothlorien
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Non appena la notizia della caduta di Gandalf si diffuse in tutta Lothlorien, gli elfi si misero a cantare un lamento funebre per l'Istari. Quella litania accompagnò i restanti membri della compagnia durante la loro discesa dall'albero di Galadriel e Celeborn – che durò parecchio – e perdurava ancora quando avevano già allestito il loro padiglione tra le radici del suddetto albero.

La loro cena fu allietata da quella nenia, che non accennò a diminuire d'intensità nemmeno quando il cielo fu ormai completamente buio e trapunto di stelle.

Merry e Pipino avevano chiesto – inutilmente – a Legolas di spiegare loro il significato di quelle parole incomprensibili: quello si era rifiutato, adducendo come scusa il fatto che il dolore per la dipartita dello stregone era ancora troppo vivido nel suo cuore, ma ai due hobbit era venuto il dubbio che, in realtà, neanche lui sapesse cosa voleva dire quello strazio.

Quando i compagni si stesero per tentare di dormire, gli elfi di Lorien avevano riattaccato il lamento per quella che sembrava la cinquecentesima volta, anche se ormai tutti loro avevano perso il conto.

“E meno male che Galadriel, prima, ci ha detto “Stanotte dormirete in pace”!” esclamò Gimli, esasperato: “Se questo è quello che gli elfi intendono per pace, non oso immaginarmeli quando decidono di fare confusione!”

Gli hobbit annuirono, concordi; compreso Frodo, che aveva un disperato bisogno di dormire ma non riusciva a chiudere occhio con quella lamentela continua nelle orecchie.

Perfino Aragorn aveva cominciato a grugnire, mentre tentava – vanamente – di coprire la fastidiosissima cantilena con il rumore graffiante della cote passata sulla lama della sua spada.

Legolas finse indifferenza ancora per un po', ma alla fine fu costretto ad ammettere, anche lui, che i suoi simili stavano diventando fastidiosi al limite della sopportazione.

Vani furono i tentativi di chiedere a gran voce un po' di quiete: per quanto chiedessero – prima – e gridassero – poi – nessuno prestò attenzione alle loro richieste di silenzio, per cui furono costretti, se volevano almeno tentare di dormire, a mettersi dei tappi nelle orecchie. Intrecciarono dei fili d'erba – mentre intanto gli elfi continuavano imperterriti – e se li infilarono nei condotti uditivi.

“Ahhhhh” sospirarono tutti di sollievo: i tappi improvvisati funzionavano perfettamente allo scopo. Dopo pochi minuti tutti riuscirono finalmente ad appisolarsi... o meglio, quasi tutti. Boromir fu l'unico che, quella notte, nonostante ogni espediente provato, non riuscì a dormire perché, oltre alla nenia interminabile, lui continuava a sentire la voce di Galadriel – che gli diceva che c'era ancora speranza – risuonargli nella mente e, purtroppo per lui, le orecchie della mente non si potevano tappare.



Spazio autrice:
Salve a tutti! E' da qualche giorno che avevo in mente di scrivere di nuovo qualcosa di comico sul nostro libro preferito, e questo è quello che stamani la mia mente confusa ha partorito! E' una sciocchezza, ma spero che possa strapparvi una risata!
La voglio dedicare alle mie due carissime lettrici Leila91 e xingchan, che non mi hanno mai fatto mancare le loro opinioni e mi hanno commossa e divertita con le loro storie. Mie care, questa è per voi. So che è una sciocchezza, ma spero vi accontenterete ;-)
Bacioni a tutti!
Evelyn

 

 
  
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