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Autore: Cladzky    16/05/2015    3 recensioni
Mike Schmidt conoscerà molto da vicino cosa significa essere un animatronic.
Genere: Malinconico, Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Mike aveva più volte rischiato qualcosa del genere. Ma adesso era ben più che un semplice rischio.

-Porca... Forza, dai che arrivano le sei!

Erano passate molte notti, non che si fermasse a contarle. Loro si facevano sempre più intelligenti.
E lui più disperato.

-Maledizione- Bisbigliava fra sè e sè.

Volse il suo sguardo alla sua sinistra, stringendosi alla sedia. Bonnie era ancora lì. I suoi occhi rossi scuri lo fissavano nel buio attraverso il vetro.
Non si era mai abituato a quegli sguardi.
Alla destra? Chica, immobile, che aspettava, con gli occhi viola luccicanti.
Mike guardò ancora il desktop del computer. In un angolo l'ora segnava le 5:10. In un altro la batteria, scesa al 13%.
Stava per cominciare a piangere. Con le porte chiuse l'energia svaniva sempre di più.
Evitava di guardare le inquietanti figure ai suoi lati. Non osava guardare le telecamere, Cercava di risparmiare più energia possibile.

12%

Aveva anche spento il ventilatore.

11%

La lampada.

10%

Ma non bastava

9%

L'energia stava calando a picco. Si coprì il volto fra le mani.

8%

Sentiva il cuore accelerare.

7%

Le lacrime bagnargli i palmi.

6%

Si era ritrovato già in situazioni simili.

5%

Ma ora la faccenda non era solo difficile.

4%

Era disperata.

3%

Si mise ad imprecare mentalmente contro gli animatronics. Perchè poi accadeva ciò?

2%

Che aveva fatto di male?

1%

Semplicemente era lì.

Prima che tutto si spegnesse, alzò lentamente la testa dalle mani e controllò l'orario: 5:50.

0%

Improvvisamente la pizzeria cadde nel buio. Le porte si spalancarono, il computer si spense.
Gli animatronics lo guardavano dalla soglia dei portelloni. Tutto sembrò, nonostante l'atmosfera, calmarsi. Il tempo sembarva essersi fermato.
Il buio lo avvolgeva.

Una musica, una melodia. Di un carillon.
Schmidt restò fermo con gli occhi sgranati a guardare il pavimento. Non osava alzare il volto. Una lacrima cadde, forse l'ultima.
Il suono era molto più vicino.
Poi come il tempo parve fermarsi, ora sembrava accellerare. Tutto accadde nel giro di pochi secondi.
Mike si alzò di scatto dalla sedia, nello stesso istante in cui Bonnie ce
rcò di saltargli addosso con tutto il corpo, neanche fosse un giocatore di football, andando a schiantarsi contro il muro dell'ufficio.
La guardia notturna si catapultò all'uscita di destra, dando una spallata al petto metallico di Chica, per poi correre verso il salone delle feste.

In tutto questo non sapeva neanche lui cosa stava facendo. Probabilmente il suo istinto aveva preso il sopravvento, decidendo lui la carta migliore da giocare.
Correva a perdifiato per il piccolo corridoio, sudando freddo, col viso rigato dalle lacrime. Nel buio riusciva ad intravedere le porte scorrevoli dell'uscita, da cui trapelavano flebili raggi lunari.
Fece un goffo slalom fra le sedie ed i tavoli fino ad arrivare al vetro infrangibile delle porte.
Ma non aveva pensato ad un dettaglio.

I sensori delle porte senza corrente non funzionavano.

-Cazzo! Dove diavolo...

Tastò al buio la fessura che divideva i due portelloni e dopo una breve ricerca provò a separarli. Il cuore pulsava a mille ed il sudore gli bagnò quasi completamente il
collo, nel tentativo. Pesavano un accidente, ma riuscì a crearsi uno spiraglio. Stava per uscire.
Sarebbe sopravvissuto ancora una volta, se lo sentiva.
Avrebbe denunciato una volta per tutte il proprietario del locale, anche se nessuno fosse disposto a credergli.
L'importante era che fosse vivo.

Ma si sbagliava.

Un braccio metallico pittosto esile lo afferrò al collo e lo tirò indietro lanciandolo contro un tavolo. Mike si ritrovò all'improvviso
 a gambe all'aria, in mezzo a sedie spaccate ed un dolore lancinante alla schiena. Strizzò gli occhi per il dolore, massaggiandosi  le scapole. Alzò poi il viso al soffitto ed aprì le palpebre. 
Bonnie, Chica, Foxy e Freddy erano intorno a lui e lo guardavano coi loro occhi inespressivi luccicanti.
Mike non provava paura, tristezza, rammarico e neanche dolore, poichè tutte le sue forze erano sfruttate per un unico sentimento tipico di noi umani.

ODIO.

Sapeva cosa gli attendeva. Sapeva cosa gli avrebbero fatto. Anche se non con precisione, ma una vaga idea ce l'aveva in mente.

-Forza maledetti bastardi! Che state aspettando?!

Freddy
, cigolando, si abbassò su di lui e lo prese per un braccio, costringendolo ad alzarsi. Chica lo prese per l'altro, e di peso lo portarono verso il backstage.
Per quanto la situzione fosse drammatica, Schmidt non sembrava per niente preoccupato, troppo impegnato ad odiare e guardare i suoi carnefici. Così vicino a loro, poteva osservarli meglio.
Freddy, l'orso, aveva diversi punti in cui la pittura del costume era venuta meno, col passare degli anni e alcuni denti di plastica mancanti. Nonostante tutto era in condizioni abbastanza buone.
Chica, il pulcino, aveva un costume giallo chiaro, lucido e quasi senza sbavature con la pittura. Il bavagliolo bianco con sù scritto "Let's Eat!" era però rovinato e anche pittusto sporco, probabilmente essendo usa-e-getta.
Intanto la piccola combriccola raggiunse lo stanzino.
Il dietro le quinte era pieno di pezzi di ricambio ed endoscheletri, nonchè costumi nuovi e prototipi di Freddy & co., che occupavano scaffali e scatole. Al centro della stanza un tavolo di metallo ingombro di vari attrezzi e lastre. Foxy vi si avvicinò e con una manata liberò il mobile, lanciando a terra, con fracasso gli oggetti.

Mike intanto, rassegnato, si lasciava sorreggere dalle forti braccia dei due aniamtronics.

Con l'aiuto di Bonnie, Chica e Freddy lo sistemarono sul tavolo. La guardia notturna tentò un'ultima volta di ribellarsi, cercando di alzarsi dalla posizione distesa in cui era messo, ma Foxy lo tenne giù.
Mike era costretto a guardare lampade spente, di quella stanza, più buie delle altre. Sentiva però col tatto che gli stavano afferrando una gamba.
Cominciarono ad infilargli qualcosa, che al tocco, sembrava uno stivale. Poi un oggetto metallico gli stava strappò l'epidermide del polpaccio. Fu preso alla sprovvista. Urlò dal dolore, dimenandosi, cercando di liberarsi dalla presa della volpe elettronica.
Quest’ultima si piegò su di lui e guardandolo, assottigliò gli occhi, che insieme alla mascella disarticolata, formavano un sorriso innaturale ed inquietante.

Lo stavano trasformando in uno di loro...


#Angolo dell'autore#

Spero che questa fanfiction possa avervi soddisfatto!
Era da un po' che volevo dedicarmi a questo fantastico universo di Five Nights At Freddy's!
Confesso, che sebbene abbia qualche idea, non abbia le idee chiare su come continuare, in quanto gli eventi finirebbero per somigliare un po' troppo alla fanfiction "five nights at GLaDo's"
!

Chiedo a voi che state leggendo la storia, di consigliarmi, aiutarmi a proseguire!
Ringrazio tutti e spero di continuare presto. 

                                                                /(GRAZIE!)\


 

 

 

   
 
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