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Autore: Pervinca468    17/05/2015    3 recensioni
Una storia che vede come protagonista il piccolo Kopa, figlio di Simba e fratello gemello di Kiara. Con lui inizieremo un nuovo viaggio nella storia del Re leone II , imparando a conoscere meglio i due mondi contrapposti: quello dei rinnegati e quello delle Terre del Branco. Da che parte si schiererą Kopa? Dalla parte di suo padre, il Re o dalla parte di Zira e di Vitani? Quale rapporto nascerą con la sorella? Di Amore e Comprensione per la situazione che entrambe stanno provando o di rancore e gelosia? La risposta a tutte queste domande la troverete leggendo questa mia prima fan finction.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio verso quella che la grande e paurosa leonessa aveva chiamato "casa" fu molto silenzioso.
Kopa la seguiva guardando in basso, assorto nei suoi pensieri.
"Come puó papį fare una cosa del genere? Come puó uccidere suo zio? E, anche se questo fosse stato cattivo, perché gli altri leoni , seppur gentili e aimpatici come..."
Kopa alzó un attimo lo sguardo dal suolo arido e guardó la leoncina che camminava a qualche zampa di distanza da lui. Gli occhi color Zaffiro erano ancora pił intensi dopo il pianto, e cercava di combattere il dispiacere tentando di restare impassibile, anche se doveva ancora lavorarci
"Come lei debbono pagare per colpa sua? Che colpa ne hanno? Papą é stato molto cattivo....."
Kopa allora inizió a guardarsi intorno. Avevano camminato per alcuni minuti, anche se il leoncino non avrebbe saputo definire esattamente quanti. Ora si trovavano in una terra molto pił interna e molto pił arida del confine. La terra era di color rossofuoco, tanto che sembrava tutt'uno con il cielo coronato di rosso come il sole. Alcune leonesse di colori pił scuri di quelle del suo branco, erano intente a strappare le dure radici con le zanne e con gli artigli, altre tentavano di catturare dei topolini, probabilmente la loro cena. Il piccolo principe notó che erano tutte molto magre e denutrite, e per un atrimo guardó nuovamente Vitani, che era cosķ simile a lui in corporatura. Forse a quell'etą un topino e qualche radice bastavano per garantirle almeno la sopravvivenza, ma come sarebbe stata da grande? Il leoncino si disse che forse era meglio non pensarci e continuó la sua "esplorazione con lo sguardo" .
Nel mezzo di quella distesa arida si ergeva una rupe. Kopa la fissó per alcuni istanti: era ben diversa dalla Rupe dei Re. Seppur molto simile, aveva una forma leggermente diversa, e le pietre sembravano molto pił aguzze e pericolose, e il tutto aveva un aspetto molto pauroso.
Quando si avvicinarono di pił, a circa 30 zampe dalla rupe, Vitani si voltó verso Kopa bisbigliando un :
-Eccoci, siamo arrivati. Il suo tono era indecifrabile: a metą tra l'orgoglioso, il triste e l'indifferente.
D'un tratto, madre e figlia si fermarono, sbarrando gli occhi, e si scambiarono uno sguardo dapprima, preoccupato, poi dispiaciuto.
Kopa non capķ subito il perché, ma glķ bastó guardare davanti a sé per capirlo: una leonessa dalla carnagione scura era stesa al suolo, con la testa appogiata a terra , completamente inerme. Non si muoveva, anzi, respirava appena e debolmente. Tra le zampe, stringeva un cucciolo piccolissimo, appena nato, che probabilmente non sarebbe sopravvissuto, anch'egli scuro di pelle , con un ciuffetto biondo sulla fronte.
Tante leonesse erano attorno a questi due, e guardavano la scena, chi cercando di aiutare come poteva , chi (ed era la maggior parte) semplicemente guardando la scena con tristezza, gią rassegnate. In particolare, Kopa notó una leonessa che sarebbe stata di una bellezza pari a una delle pił ammirate del suo branco, se non fosse stata molto magra come le altre. Aveva gli occhi grandi , verdi e iridescenti , davvero bellissimi; ma erano rigati di lacrime. Ora era seduta si stava chinando leggermente verso la leonessa a terra, coccolandola con il muso, mentre era scossa dagli spasmi del pianto.
Zira fece segno ai cuccioli di andare alla rupe, e questi le obbedirono e la seguirono , leggermente sollevati di poter "fuggire" da quello spettacolo orrendo.
All'interno della caverne non vi era molta luce, anche se dei raggi dorati filtravano da dei buchi sul soffitto. Era quasi piacevole
-Siamo arrivati a casa!- disse Zira . La sua voce rimbombó all'interno della caverna.
-Seguitemi, cuccioli. Posso offrirvi qualcosa? Un paio di radici? - chiese poi
-Ermmm...no, grazie, ma non ho fame...- rispose Kopa chiaramente imbarazzato e anche un po' spaventato da quello cui aveva assistito.
Per sdrammatizzare, Vitani (dopo aver guardato sua madre e aver ricevuto un accenno di consenso) si volt verso il futuro re e chiese:
-Hei, ti va se torniamo a giocare? Ho dei posti bellissimi da farti vedere!- esclamó tutta contenta
-Oh, beh, io......okay, d'accordo.- disse Kopa inizialmente imbarazzato, poi sorridendo.
I due uscirono alla velocitą della luce, rincorrendosi, dalla Rupe e iniziarono a giocare lķ vicino.
Nel frattempo, Zira sogghignó nell'oscurita; ma non si capiva mai se stesse sorridendo o se stesse sghignazzando di cattiveria, perché le due cose erano identiche nella sua espressione facciale.
   
 
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