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Autore: mary_cyrus    18/05/2015    8 recensioni
“Sesso, droga e rock 'n' roll” questo è l'inno di ogni Spring Breakers che si rispetti. Probabilmente lo stesso a cui quattro amiche per la pelle si stanno recando per la loro settimana di vacanza. In parte sanno cosa le attenderà, ma sicuramente non sanno ancora chi le sta aspettando.
Tra alcool, colpi di scena, nuovi amori e anche qualche problema con la giustizia si muoveranno le quattro protagoniste che non potrete dimenticare tanto facilmente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

 

Le tre ragazze erano ancora pietrificate sui loro sgabelli dalla vista di Calum, che ancora stringeva la mano di Chloe. Mille pensieri passarono fulminei nelle loro menti e altrettante domande nascevano e morivano, non trovando tempo sufficiente per essere soddisfatte.

La ragazza dai capelli corvini era raggiante accanto all'amico, che sorrideva evidentemente divertito davanti alle altre.

Harmony aveva cominciato a singhiozzare, tanto che Rehika e Sam si erano voltate per controllare cosa stesse succedendo e la videro con una mano sospesa tra il mento e le labbra, gli occhi sbarrati e lucidi nella direzione del moro, il quale sembrava tranquillissimo ed i suoi tratti si erano addolciti.

“C-Cal...” fu tutto ciò che riuscì ad emettere Hammy e il diretto interessato, ben sapendo che solo poche volte nella vita la ragazza si era mostrata così vulnerabile -in pubblico soprattutto- decise di avanzare verso di lei, capendo che questa non sarebbe riuscita a fare un solo passo.

Sciolse la mano dalla presa salda di Chloe e, con gli occhi più dolci che un ragazzo potesse avere rivolti verso qualcuno, andò verso quella chioma color rosa pesca che tanto le era mancata, non smettendo neanche per un istante di sorridere a fior di labbra.

In cuor suo, Harmony fu grata a Calum di aver fatto lui la prima mossa perchè, davvero, lei non riusciva più a sentire il controllo del suo corpo. Lo vide ormai vicino e, quando fu travolta dal suo profumo e dalla sue braccia sicure, potè certamente affermare di trovarsi nuovamente a casa.

“Fratellone... Dio, quanto mi sei mancato!” e così dicendo, le lacrime cominciarono a scorrere copiose sulle sue guance e, mentre solcavano i tratti espressivi del viso della ragazza, ricadevano ritmicamente sulla maglietta del moro, che in poco tempo si bagnò delle emozioni della sorella.

“Sorellina mia. Mi sei mancata più dell'ossigeno” rispose Cal senza sciogliere la presa e, anzi, stringendola ancora di più.

Chloe, in cuor suo, giurò che quella fosse la scena più toccante che avesse mai visto. Sapeva, come anche Ray e Sam, quanto quei due fossero legati; non erano semplicemente fratelli, erano molto di più. Erano come il giorno e la notte, come il sole e la luna, come il cielo e il mare, come il nero e il bianco: non potevano vivere l'uno senza l'altro. E da quando Calum aveva lasciato Sacramento, Harmony aveva sofferto tantissimo, anche se, ovviamente, non lo dava a vedere.

Lei era un guerriero, era forte e niente avrebbe potuto abbatterla. Ma, solo chi la conosceva davvero a fondo, sapeva che l'unico punto debole della ragazza era suo fratello, così come lei era il punto debole di Cal.

Il ragazzo, con un tocco delicato e quasi impercettibile, asciugò gli occhi di Hammy, togliendole dal viso l'azzurro della matita che era colato per le troppe lacrime.

“Ehi, va tutto bene. Ora sono qui” le accarezzò una guancia e i loro sguardi si incontrarono, si persero l'uno nell'altro e, in quel preciso istante, tutto sembrò aver acquisito nuovamente il proprio equilibrio. Due iridi castane che si perdevano insieme, un solo cuore che batteva per entrambi.

Samantha aveva osservato attentamente per tutto il tempo e, inevitabilmente, non potè non tornare indietro con la mente ad alcune ore prima, quando in spiaggia aveva scontrato quel ragazzo che tanto le era sembrato famigliare quanto non era riuscita a ricordare dove lo avesse già visto.

Beh, allora non vedo l'ora di fare una sfida, ci vediamo!”

Adesso quelle parole avevano assunto un senso. Certo, si conoscevano già, e anche da parecchio tempo, per questo Calum l'aveva sfidata ad una gara sullo skate ed era così sicuro che l'avrebbe incontrata un'altra volta. Si diede nuovamente della stupida per non averlo capito subito e, non appena lui si staccò un poco dalla sorella, tentò di spezzare il silenzio creatosi.

“Calum!” la bionda si spostò quel tanto che bastava a raggiungerlo e lo abbracciò con affetto, quasi temendo di fargli del male “Mi dispiace per oggi, scusa ma non ti ho proprio riconosciuto!” scoppiò a ridere e con lei trascinò anche il ragazzo che posò una mano sulla spalla di Samantha, come a tranquillizzarla e a farle intendere che, alla fine, il malinteso era stato divertente e non era arrabbiato con lei.

“Io non sapevo come trattenermi dal ridere! Dai, come hai fatto a non capire chi fossi?” domandò quasi più a se stesso che a lei.

“Ammetti che sei cambiato un bel po' rispetto ad un anno fa!” esclamò prontamente Sam, inarcando le sopracciglia e mettendosi sulla difensiva, ma senza mai abbandonare quello sguardo vispo che brillava nei suoi occhi “Questo me lo devi!”

“Non saprei” Cal sorrise “Io mi vedo uguale ogni giorno allo specchio” la sua battuta fece ridere tutte le presenti e Harmony, che nel frattempo si era ripresa dall'inaspettata sorpresa, si avvicinò al fratello con fare possessivo, gli era mancato dannatamente tanto e adesso voleva averlo solo per sé.

“Sei il solito ingenuo” gli baciò una guancia e gli mise un braccio attorno al collo, la mano ricadeva sulla spalla e il ragazzo le cinse i fianchi, afferrando le dita di lei e sentendosi completamente intrecciato alla sua piccolina, anche con il cuore “Ma resti pur sempre un figo”.

“Eccola! Mi mancava anche il tuo sarcasmo!” si lasciò andare, con lei e le amiche di sua sorella si sentiva del tutto a suo agio, non aveva paura ad essere se stesso perchè sapeva che loro gli volevano bene esattamente così com'era e niente sarebbe mai cambiato.

Anche Rehika, finalmente, ebbe la possibilità di salutare Calum. Lo abbracciò e quasi riusciva ad arrivare alla sua stessa altezza con quelle scarpe vertiginose.

“Tu però sei cresciuta senza dirmi niente, ragazza mia!” Cal squadrò la bionda da capo a piedi e la prese un po' in giro con affetto, sapendo che lei non si arrabbiava mai. Caratterialmente, loro due si assomigliavano molto, e quando uscivano tutti e cinque insieme, erano sempre lui e Ray a badare alle altre tre. Calmi, riflessivi e impegnati veramente in ciò in cui credevano, Calum e Rehika erano andati sempre molto d'accordo.

“Visto? È il risultato di un alimentazione sana!” scherzò lei, rimirandosi le zeppe che indossava e che, per la loro altezza, le avevano fatto perdere di vista Harmony poco prima.

“Sei qui da solo?” gli domandò la sorella, facendogli improvvisamente ricordare di aver abbandonato i suoi due amici con i quali era entrato.

“Ops. Credo di averli lasciati vagare qui in giro” sorrise e poi si volse in direzione di Hammy, l'unica del gruppo a conoscere le persone che aveva incontrato lì, in quanto, quando Cal si era trasferito, all'inizio era venuta a trovarlo un paio di volte per assicurarsi che stesse bene, e così aveva fatto la loro conoscenza.

“Sono qui con Luke e Ash” Harmony roteò gli occhi sentendo l'ultimo nome e non potè fare a meno di trattenere un sospiro di disappunto.

“Che palle, ma esci ancora con quello là?” Calum sapeva che Ashton non le andava molto a genio, non si erano piaciuti fin dal primo momento in cui si erano visti e sapeva che la cosa era reciproca.

“Dai, magari anche lui è cambiato dall'ultima volta in cui lo hai visto!” tentò di calmare le acque e creare un terreno di pace, ma la sorella, ovviamente, non si lasciò sfuggire l'occasione di ribattere.

“Non avresti detto magari se fosse davvero cambiato rispetto ad un anno fa” sottolineò la parola usata poco prima da lui e mise su il broncio ma Cal le posò un bacio tra i capelli e la rassicurò.

“Te lo prometto, Hammy, se osa anche solo darti fastidio, ci penso io a lui”.

Dopo un'altra mezz'ora passata insieme alle ragazze, Calum le salutò con affetto e disse loro che si sarebbero sentiti il giorno dopo. Non riusciva ancora a credere che avrebbe potuto trascorrere un'intera settimana inseme a sua sorella, dopo un anno senza di lei al suo fianco.

Si promise, dunque, di cercare Ashotn e Luke, e di tornare a casa con loro sperando che fossero ancora abbastanza sobri.

 

 

*

 

 

La luce del mattino filtrava attraverso le fessure della tapparella abbassata della camera da letto, quasi come se volesse entrare senza neanche chiedere il permesso.
Vi era solamente quel debole raggio a rischiarare l'oscurità della stanza, entro la quale tutto ancora taceva. Gli unici rumori che pervenivano erano i versi dei gabbiani affamati che volavano qua e là senza una meta precisa, cercando qualcosa con cui sfamarsi; le voci delle persone che erano già in spiaggia, che avevano colto al volo la bella giornata e non ne volano sprecare nemmeno un secondo; infine vi era il ticchettio leggero delle lancette dell'orologio posto sul comodino, che al momento segnava le otto in punto.

Un occhio ancora assonnato si aprì in direzione dell'oggetto e, una volta elaborata l'informazione ricevuta, si richiuse e sperò di tornare nel mondo dei sogni come poco prima.

Il ragazzo si rigirò e si stirò, sotto il tocco leggero del lenzuolo bianco che lo copriva fino a metà petto. Con la bocca ancora impastata dal sonno emise un mugolio, come ad annunciare che si era quasi del tutto svegliato, ed era pronto ad affrontare un'altra giornata.

In tutta risposta, si sentì arrivare addosso un cuscino, lanciato da qualcuno non troppo sveglio, considerata la forza con cui lo aveva colpito.

“No... Non ci voglio uscire con lei” le parole che avevano spezzato il silenzio che regnava in quella camera erano giunte biascicate e non del tutto chiare, ma Calum ne comprese comunque il significato.

Si mise a sedere sul letto e sbadigliò nuovamente, sentendosi un po' più sveglio di qualche minuto prima. Si stropicciò un occhio, infastidito dal sole che stava entrando in maniera ancora più insistente dalla finestra. Poi si voltò in direzione della voce che aveva appena parlato.

“Nessuno ti obbliga a venire con noi se non vuoi” a quelle parole, sentì il suo interlocutore rigirarsi nel letto, e grugnire sonoramente, intervallando il tutto a degli acuti lamenti gutturali.

Quando la sera prima Calum e Luke erano tornati nel loro appartamento, avevano deciso che non sarebbe stato prudente far tornare a casa da solo Ashton, per di più in macchina. Così lo avevano portato via con loro, non con poca fatica dal momento che non riusciva del tutto a reggersi sulle proprie gambe, ubriaco com'era, e lo avevano fatto dormire da loro, avendogli Luke gentilmente ceduto il suo letto. Il biondo dagli occhi color dell'oceano sapeva bene che l'amico non sarebbe stato per niente contento di risvegliarsi sul divano, così si era sacrificato per una buona causa. O, almeno, così recitava il detto.

Calum non era del tutto sicuro che Ashton si fosse ancora ripreso, ma per lo meno aveva detto una frase di senso compiuto e che si collegava anche alla sera precedente. Forse ricordava ancora qualcosa, dopotutto.

Decise, dato che era ormai sveglio, di alzarsi definitivamente dal letto e si avviò lentamente verso la cucina.

“Mi lasci qui da solo?” si lamentò Ashton, sprofondando nuovamente nel cuscino soffice sul quale aveva immerso metà del viso.

“Sì” rispose secco l'amico, senza degnarlo di uno sguardo.

Non era arrabbiato con Ashton, ma credeva che, alla fine dei conti, era colpa sua se si riduceva sempre in quel modo. Avrebbe invece potuto trovare un lavoro, o rimettersi a studiare, ma quella era un'idea molto utopica, conoscendo il soggetto in questione.

Oltrepassò il piccolo disimpegno che collegava la sua camera alla cucina e lì, sul divano, scorse Luke che ancora dormiva pacificamente, sembrava quasi un bambino tanto era sereno il suo viso.

Sorrise a quella vista e pensò ancora una volta a quanto fosse stato fortunato ad aver trovato una persona come lui con cui condividere il tempo che trascorreva in quel posto.

Soppesò l'idea di preparare la colazione ma, rendendosi conto che gli altri due ospiti non erano ancora del tutto attivi, concluse che sarebbe stato meglio andare a mangiare qualcosa fuori.

Tornò in camera e prese dal comodino il suo cellulare. Ashton, seppur non ancora del tutto sveglio, non lo aveva perso di vista un secondo e, quando notò la luce del sole che era giunta inondando l'ambiente, dopo che Calum aveva cortesemente alzato la tapparella infischiandosene del fatto che qualcuno ancora dormisse, si rese conto di che ore fossero all'incirca.

“Cal, non dovresti già essere al lavoro da un pezzo?” la sua voce era leggermente più chiara di quando aveva parlato l'ultima volta, ma vi erano ancora degli evidenti residui di sonno (e di trauma-post-serata).

“Mi sono preso la giornata libera. Ho detto a Jack che mia sorella era qui e sapeva da quanto aspettassi questo momento” sorrise con il cellulare ancora stretto tra le dita, e digitò velocemente poche righe alla persona in questione.

 

Ehi bellissima!

Qui Cal. Ci vediamo davanti all'entrata del vostro villaggio, così andiamo tutti insieme a fare colazione!

Ti voglio bene xx”

 

La risposta non tardò ad arrivare, e la vibrazione che emise tranquillizzò il ragazzo, che stava fremendo d'impazienza.

 

Perfetto, sveglio le altre.

Scherzo, sai benissimo che sono state loro a buttarmi giù dal letto.

A dopo, ti voglio bene anche io xx”

 

Ashton capì perfettamente cosa stesse succedendo e si buttò nuovamente a peso morto sul materasso. Sbuffò, e si tirò il lenzuolo fin sopra la faccia, ma venne tradito da alcune ciocche di capelli che sbucavano dal tessuto candido, impedendogli di mimetizzarsi completamente.

“E va bene, verrò anche io” un'iride verde e cristallina fece capolino da dove si era precedentemente nascosta, rivelando le sopracciglia disordinate e bionde come il grano “Spero che almeno le amiche di tua sorella siano carine!”

Calum non riuscì a trattenere una risata al commento dell'amico e, mentre si vestiva cercando una maglietta che non riusciva a trovare, e che credeva con assoluta certezza che gliela avesse fregata Luke, rispose quasi impercettibilmente, senza voltarsi.

“Sì, lo sono”

E così dicendo tornò nuovamente dove il suo biondo amico era caduto nel mondo dei sogni e, senza troppi complimenti, lo svegliò. Subito non ne fu troppo entusiasta, ma cambiò idea in fretta quando Calum gli promise che poteva fare il bis di qualsiasi cosa, ma solo per quella volta.

Una volta pronti -si fa per dire- lasciarono l'appartamento e si recarono a piedi al luogo dell'incontro, dal momento che la macchina di Ashton era rimasta parcheggiata davanti al Red Scream, dove erano stati la sera precedente.

 

 

 

Il sole non era ancora caldissimo e la brezza fresca tipica del primo mattino si faceva sentire. Nonostante questo, molti tra i turisti erano già in costume da bagno stesi sulla sabbia dorata, piacevole poiché non bollente, e alcuni altri erano così coraggiosi da sfidare il mare freddo, che ancora non aveva potuto bearsi dei raggi caldi per concedere una temperatura migliore.

Era facile distinguere chi era venuto con la famiglia a trascorrere qualche giorno a West Side Beach e, invece, i gruppi giunti per lo Spring Break. I primi erano pochi e sporadici, solitamente muniti di ombrelloni e frigoriferi portatili per placare gli attacchi di fame dei bambini che portavano appresso; i secondi, al contrario, viaggiavano leggeri, un asciugamano, un cappellino, gli occhiali da sole e talvolta un pallone.

Questo per quanto riguardava la sessione mattutina e le attività in spiaggia. Perchè, fino ad ora, le ragazze avevano visto solo il lato “buono” di ciò che quella vacanza poteva offrire loro. Quello di cui invece non si parlava era perchè considerato non del tutto legale e non propriamente allestito dai responsabili dell'ordine, quali polizia e simili.

Per lo più, infatti, quello che veniva organizzato si svolgeva la sera tardi o, in alternativa, in luoghi appartati, per raggiungere i quali era necessario avere le giuste conoscenze e il luogo dell'incontro lo si veniva a sapere solamente qualche ora prima.

Era questo che si raccontava riguardo agli Spring Break a scuola, questo il motivo per cui tutti volevano partire e prendere parte ad esso. Avevano tutti la convinzione che avrebbero abbandonato la loro vita monotona per un po' e avrebbero vissuto all'insegna della trasgressione, dove non vigevano regole e dove ciò che sembrava sbagliato era invece giusto.

Un sogno, una visione estatica della quale, molto presto, sarebbero venute a conoscenza anche Rehika, Samantha, Harmony e Chloe.

Non impiegarono molto i tre ragazzi a raggiungere il luogo dell'appuntamento e, di fatti, vi trovarono lì Harmony e le altre che li stavano aspettando, Chloe impaziente di mettere finalmente sotto i denti qualcosa di veramente commestibile oltre alle chewing-gum.

“Ciao ragazze!” Calum le salutò da lontano, sfoggiando un sorriso radioso e, quando anche gli altri due giunsero al cospetto, non indugiò oltre con le presentazioni.

“Ragazze, questi sono Ashton e Luke” li indicò rispettivamente col dito e il riccio trattenne a fatica una smorfia quando il suo sguardo incontrò quello altrettanto duro della ragazza dai capelli tinti.

“Direi che l'unica presentazione di cui vale la pena è quella di Luke” intervenne Hammy senza lasciarsi scappare una frecciatina contro Ashton “Ad ogni modo, io sono Harmony!” sorrise e tese la mano verso il biondo che, tentennante dopo gli sguardi che si erano passati lei e il suo amico, la strinse accennando un sorriso “Ma noi ci conosciamo già, vero Luke?” sorrise e poi proseguì.

“Loro, invece, sono Chloe” si voltò e proseguì la presentazione che aveva iniziato il fratello, indicando le sue amiche che erano schierate accanto a lei “Rehika e Samantha”.

I due gruppi si guardarono reciprocamente con interesse, cercando chi di memorizzare i nomi -Luke e Chloe-, chi invece di fare al meglio una radiografia completa di chi avevano di fronte -Ashton, Sam e Ray-.

Nel frattempo, Calum e la sorella ne avevano approfittato per abbracciarsi nuovamente, ad entrambi sembrava trascorsa un'eternità dalla sera precedente. La ragazza, quando si sciolse dalle sue braccia, accarezzò dolcemente il braccio di lui, sul quale spiccava la rondine tatuata che portava il suo nome.

“Credo che quando hai fatto questo tatuaggio, sia stata la prima volta che mi sia commossa davvero” sussurrò Harmony, in modo che quella conversazione fosse udibile solamente da lei e dal fratello.

Calum gli posò un bacio premuroso sulla nuca e le cinse le spalle.

“Sei la cosa più importante della mia vita, e voglio che tutti ne siano a conoscenza” si guardarono intensamente, con gli occhi che solamente chi ha la consapevolezza di stringere tra le braccia qualcosa di fragile e al tempo stesso forte può avere, e si trasmisero un brivido a vicenda.

“Smettila, o mi farai piangere per la seconda volta” cercò di mantenersi seria, ma il moro la conosceva fin troppo bene e sapeva che sotto quella facciata c'era in realtà una persona stupenda.

“Quando avete finito con le smancerie, io direi di andare” la voce stizzita di Ashton alla vista del suo amico e della sorella interruppe quel momento così intimo e che aveva aspettato un anno per essere vissuto.

Dopo che ebbero terminato i convenevoli implicati dalle presentazioni, e dopo le evidenti ma silenziosi esortazioni di Chloe ad incamminarsi verso il bar, il gruppo si mosse in direzione del locale di Jack per fare, finalmente, colazione.

 

 

*

 

 

“Credevo che venissi in macchina” esclamò ad un tratto Harmony rivolta verso Calum, impedendo come meglio poteva che la crema uscita dal cornetto, che avidamente stava mangiando, le colasse ulteriormente intorno alla bocca.

Il locale di Jack era gremito di gente, come sempre a quell'ora della giornata, e a Calum un po' dispiacque averlo abbandonato alla folla che sbraitava per avere un caffè o un donunt.

I tavolini erano già quasi tutti occupati, ma fortunatamente riuscirono ad accaparrarsene uno vicino alle finestre ed anche lontano, si fa per dire, dal caos che faceva da padrone lì dentro.

Dopo essersi disposti al meglio, per quanto potevano in sette in un tavolo da sei, avevano ordinato ogni genere di piatto commestibile all'interno del locale: si spaziava da brioches di ogni gusto a pancackes con tre diversi sciroppi, dalle uova con il backon ai mini panini salati, dai succhi di frutta ai caffè. Calum voleva festeggiare in grande il ritorno nella sua vita della sorella e non aveva badato a spese, offrendo la colazione a tutti i presenti.

“No, ieri sera abbiamo dovuto lasciare l'auto di Ash al RS e siamo tornati a piedi, mentre quella di Luke è ancora dal meccanico” rispose il moro afferrando una fetta di crostata all'albicocca.

Ovviamente, si era seduto vicino a lei, che si era subito impossessata del posto con vista, e a Chloe, occupando così la prima delle due panche di cui il tavolo disponeva; di fronte a loro vi erano le altre due ragazze e Luke, che invece era seduto verso l'interno e quasi sul ciglio, tanto che si accertava con occhiate furtive di avere ancora il sedere al suo posto e non a terra; Ashton, invece, non aveva voluto rinunciare alla sua comodità, per cui si era messo capotavola, rubando uno sgabello ad uno dei tavolini a due posti dietro di lui.

Era stato quello più silenzioso, tra tutti, i quali al contrario sembravano avere moltissimi argomenti di cui parlare, benchè si conoscessero solamente da nemmeno un'ora.

Dalla sua postazione, senza temere di ricevere gomitate da qualcuno, poteva osservare e soffermarsi attentamente sulle nuove amicizie di Calum. Lui e Luke, ovviamente, non avevano avuto occasione di conoscere Chloe, Rehika e Samantha, solamente Harmony quando ogni tanto era passata a fare visita al fratello e, secondo Ashton, la sua presenza era già stata più che sufficiente. Non aveva nulla contro di lei, solo non gli piacevano i suoi modi di fare: era una ragazza sboccata, provocante anche senza volerlo, un maschiaccio che non sarebbe stato degno nemmeno di Cal, e poi, quello che Ash proprio non riusciva a sopportare, era il rapporto morboso e appiccicoso che aveva con il fratello.

Passò in rassegna i visi nuovi, sperando di non trovare altre fotocopie di quell'odiosa testa rosa che era tornata senza preavviso anche nella sua di vita, e non potè non notare la schiera di chiome bionde alla sua destra. Accanto a Luke, la prima che vide fu Samantha, così gli sembrava di ricordare che si chiamasse, e il suo modo di fare gli ricordò molto quello di “testa rosa” -così ormai aveva soprannominato Harmony per via del suo colore di capelli- però era anche molto carina e il colore dei suoi occhi, doveva ammetterlo, era davvero particolare e magnetico. Avrebbe potuto farci un pensiero, ma non era esattamente il suo tipo. Come se ultimamente ci badasse davvero, pensò poi sarcasticamente.

Accanto a lei, vi era un'altra bionda, sicuramente un po' più grande, lo si vedeva dai suoi gesti e dal modo di porsi. Molto bella anche lei, aveva un sorriso capace di accenderti qualcosa dentro e infatti, quando rise, Ashton perse momentaneamente la concezione del tempo. Forse su di lei poteva fare un pensiero più concreto, dal momento che lui era anche più grande di Calum e, quindi, anche di sua sorella.

L'unica a distinguersi per il colore dei capelli, anche perchè per quanto riguardava il resto, ad Ashton sembravano tutte perfettamente uguali, con più parti del corpo scoperte che vestite, carine, dallo sguardo furbo e tutte potenziali scelte per finire a letto con lui, era Chloe.

Il nome lo ricordava perchè anche una sua cugina si chiamava così, anche se erano ormai anni che non la vedeva né sentiva più. Ai suoi occhi era sembrata la più tranquilla, scambiava qualche battuta con le sue amiche ed era espansiva solamente con Calum, sembravano davvero in sintonia quei due.

Non aveva un tipo preciso di ragazza, ma lei le sembrò decisamente la prima da scartare, con quell'aria troppo innocente e di chi non andrebbe mai contro le regole.

Guardò l'ora e, nonostante fossero lì da nemmeno un'ora, ad Ashton sembrò già un'eternità e fremeva per alzarsi da quello sgabello e andare a fare qualcosa di più produttivo. Per lui.

“Caso strano, qualcuno era stra fatto” ghignò beffarda Harmony con un'occhiata che cadde subito violenta sul riccio, che venne così riscosso dai suoi pensieri.

“Ai cazzi tuoi non ci pensi mai?” rispose Ashton impassibile, come se non fosse appena stato insultato e schernito davanti a persone che nemmeno conosceva “Che, a quanto so, ne prendi molti”

La ragazza spalancò la bocca, fingendosi indignata, ma la verità era solo che le bruciava sentirselo dire da un buono a nulla come lui.

“Pensa al tuo, prima che perda le sue doti ante tempo!” non si arrese e continuò quella provocazione che, in verità, era stata iniziata proprio da lei.

“Ehi, ehi” Calum intervenne a frenare le scintille invisibili ma che realmente stavano schizzando dalle iridi verdi di lui, a quelle scure di lei “So che non vi state molto simpatici, ma almeno vediamo di mantenere un contegno in pubblico”

“Come vuoi” Ashton si alzò rumorosamente dalla sua seduta e cercò nella tasca il suo pacchetto di sigarette e, dopo averne presa una che tenne stretta tra le dita, si avviò all'uscita “Io vi aspetto fuori”

Gli sguardi di tutti lo seguirono finchè non oltrepassò la porta e, poco dopo, lo rividero attraverso il vetro che, tranquillamente appoggiato al muro, fumava la sua sigaretta.

“Scusatelo” Luke ruppe il silenzio creatosi al tavolo “Di solito non è così, ma se la prende per poco. Quando usciremo avrà già sbollito tutto” accennò un sorriso e finalmente si sentì più a proprio agio, facendo la conoscenza di tutte quelle nuove persone. Non era timido, ma non voleva neanche dare l'impressione di essere quello strano a prima vista, dal momento che era sempre stato etichettato come tale in passato.

“Secondo voi qual'è il posto migliore per prendere un po' di sole senza bambini che ti usano come bersaglio?” Rehika si rivolse ad entrambi i ragazzi rimasti, sapendo che nessuno meglio di loro avrebbe potuto far da guida.

“C'è una spiaggia bellissima poco lontano da qui” rispose Luke gesticolando come suo solito quando parlava “Se vi va, dato che oggi Calum non lavora, potremmo andare tutti insieme. Io non adoro arrostirmi al sole ma sono un fenomeno a pallanuoto se volete fare una partita!”

A quelle parole, il viso di Chloe si illuminò, riscuotendosi dal suo appuntamento galante con il cibo e saltò sul posto fin troppo eccitata dalla proposta del biondo.

“Sì! Dai, non vedo l'ora di fare una partita! Tanto vi distruggerò tutti!” a quel punto, la mora si era già alzata e fremeva per uscire e precipitarsi alla spiaggia dove, purtroppo, temeva che avrebbero passato meno tempo di quanto lei ne avrebbe davvero voluto trascorrere.

Capendo che ormai non ci sarebbe stato molto da fare contro le intenzioni della ragazza di andare in spiaggia, anche gli altri si alzarono e la seguirono. Calum salutò Jack e gli diede appuntamento al mattino seguente, alla solita ora.

Il sole si era finalmente fatto più caldo e la temperatura invitava a tuffarsi nel mare cristallino il prima possibile.

Una volta fuori, trovarono Ashton nella stessa posizione di poco prima e, dopo averlo superato, Calum propose di prendere la macchina e di passare a casa a recuperare l'occorrente per andare in spiaggia.

Chloe rimase indietro, maledicendo le stringhe delle scarpe che si slacciavano sempre e, mentre era china a fare nuovamente il nodo, sentì una presenza alla sue spalle che la sorpassò.

“Stai attenta, principessina” una voce calma ed inespressiva giunse alle sue orecchie e, ancora incapace di riconoscere a chi dei nuovi ragazzi appartenesse, alzò di poco lo sguardo per accertarsi di chi fosse, ma una grossa mano fu più rapida e le sfiorò la testa, togliendole la bandana blu che indossava per tenere indietro i capelli “Questo non è un posto per quelle come te”.

Ashton fece roteare l'oggetto tra le sue lunghe dita e non degnò la ragazza di uno sguardo.

“Dammela subito, nessuno ti ha dato il permesso di toccarmi” sibilò lei senza staccargli gli occhi da dosso.

“Esattamente” Ashton si voltò e si fece più vicino a Chloe, inarcò poi un sopracciglio e il suo sguardo divenne strano, le fece quasi correre un brivido lungo la schiena “Qui nessuno chiede il permesso di toccare le bamboline come te. Perciò stai attenta, intesi?” un mezzo sorriso, quasi soddisfatto di se stesso, curvò le sue labbra.

Chloe riuscì a strappargli di mano la bandana e, mentre cercava di sistemarsela nuovamente in testa, raggiunse gli altri e salì in macchina, guardando Ashton di sottecchi quando anche lui fu salito a bordo.













 

 

- my space -

Ciao a tutti!!!!
Ma che ciao. So che mi odiate. Però ho una spiegazione razionale, che consta di una sola parola.
ROWYSO
So che anche alcuni tra di voi sono stati ai concerti di Torino o Milano quindi chiedo pietà.
Avevo il capitolo pronto ma dovevo rileggerlo e fare il banner e sinceramente non avevo proprio la testa, che era tutta concentrata nella partenza per il tour.
Sono stata fuori casa 4 giorni ahah 2 a Torino e 2 a Milano per entrambi i concerti ed è stato meraviglioso, vorrei ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a rendere stupende queste giornate, una tra tutte ohwowlovely, che finalmente ho potuto abbracciare anche se solo per pochi istanti.
Mi manchi già, sappilo.
Passando al capitolo, percepisco il vostro odio per avervi tenuti sulle spine per ben 1 MESE a domandarvi perchè alla fine del precedente avevamo lasciato Harmony con le lacrime agli occhi. Ta-daaan! Sorpresa! Ecco svelato il mistero, lei e Calum sono fratelli. Qualcuno aveva già indovinato? Fatemi sapere quanto vi ha sconvolto questa cosa.
Ho poi adorato scrivere la parte del contrasto tra lei e Ashton. Non sono adorabili ad odiarsi in quel modo? Vi do il permesso di cominciare ad odiare/shippare qualcuno perchè io lo sto già facendo ma non posso dirvi nulla!
Al momento il gruppo sembra essersi allargato ma come vediamo alla fine, Ashton non ne sembra molto entusiasta e comincia a creare casini, cominciando da Chloe.
Che dire? Sono già a buon punto del prossimo capitolo, che vorrei tornare a pubblicare regolarmente ogni 10/15 giorni massimo. Purtroppo fino a metà giugno ho ancora esami all'università ma cercherò comunque di scrivere il più possibile.
Grazie a chi ancora sta seguendo questa mia pazzia e grazie ai nuovi arrivati, vi amo davvero tutti e non immaginate quanto mi faccia piacere  leggere quello che mi scrivete!
Quindi, se anche questo capitolo vi ha soddisfatto, lasciate un commento e fatemi sapere tutto, rispondete anche ai miei quesiti ahah
Alla prossima!

-Mary




 
  
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