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Autore: Montreal    18/05/2015    1 recensioni
Sono passati dieci anni da quando Cordelia è diventata la nuova Suprema, e nella Congrega c'è aria di cambiamento.
Leonard Saint-Claire, nuovo studente, nonché primo alunno di sesso maschile a frequentare la Robichaux's Academy dopo molto tempo, si troverà suo malgrado coinvolto in una fitta rete d'intrighi, complotti e battaglie per la conquista del titolo di prossima Suprema.
Riuscirà Cordelia a mantenere il potere? Oppure sarà surclassata da un nemico che cospira nell'ombra?
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cordelia Foxx, Nuovo personaggio, Zoe Benson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell'Autore: a differenza di molti altri, ho profondamente apprezzato AHS: Coven, ma il finale l'ho trovato decisamente deludente. Ho deciso quindi di approfondire ulteriormente la storia, facendo un balzo temporale in avanti di circa dieci anni. Questa  è la mia prima long, ma proverò a gestirla al meglio. Spero vi piaccia.

P.S. vi prego d'informarmi di eventuali errori (grammaticali e non)  provvederò subito a correggerli.

 

Cordelia sedeva placidamente alla scrivania in legno posta al centro del suo studio, intenta ad esaminare alcune scartoffie sparpagliate sul ripiano. Dalla finestra aperta, una leggera corrente smuoveva le tende bianche, dandole un minimo di tregua dall'umida calura di New Orleans che, anche a settembre inoltrato, non risparmiava nessuno.

Quel clima umido era un segnalo chiaro; tempesta in arrivo.

Qualcuno bussò alla porta.

-Avanti-

-Sono arrivati- le disse Kyle sorridente, sporgendosi nella stanza.

Fecero il loro ingresso un un ragazzo di circa sedici anni, ed una donna sulla cinquantina.

Nonostante fossero madre e figlio, i due avevano d'avvero poco in comune.

Il fisico di lei non era certo quello di una donna in forma, con i fianchi larghi e la corporatura tozza. Indossava un ampio vestito a scacchi. I capelli tinti di rosso erano raccolti in una coda che le pendeva dietro la testa. Portava un paio di occhiali sopra il naso a patata, che le schermavano i piccoli occhi verdi.

Il figlio, al contrario, era molto magro. Conservava un minimo dei lineamenti della madre, ma i folti capelli neri e i tristi occhi grigi doveva averli ereditati da qualche altro membro della famiglia.

In oltre, il portamento del ragazzo era remissivo, impacciato, totalmente differente dall'atteggiamento fiero ed altezzoso che ostentava la madre.

Cordelia si sporse oltre la scrivania per dare loro la mano.

-Benvenuti, mi chiamo Cordelia Goode, sono la direttrice di questa accademia. Prego, sedetevi-

-E' un piacere conoscerla- replicò la donna, mentre le tendeva la mano.

-Mi chiamo Patricia Saint-Claire- continuò lei -e lui è...-

-Leonard, giusto? Piacere di conoscerti, siamo molto felici di averti qui.- disse, sorridendo amabilmente al ragazzo.

Patricia guardò suo figlio balbettare un grazie, prima di tornare a rivolgersi alla donna.

-Il preside della scuola di mio figlio, il signor Otis, ci ha consigliato di rivolgerci a lei per quanto riguarda il problema di Leonard- disse abbassando la voce sulla parola “problema” come evidentemente faceva sempre.

-Le assicuro che i poteri di suo figlio non sono affatto un problema, deve solo che imparare a controllarli.. La Robichaux's Academy è stata fondata apposta per aiutare persone come lui. Vedrà che in questo modo episodi come quello accaduto una settimana fa non si verificheranno più- affermò pacata

-Il signor Otis l'ha informata dell'incidente- disse Patricia con aria rassegnata.

-Vi avremmo certamente contattati noi, prima o poi. Siamo molto attenti ai “casi particolari” che si verificano in tutta la nazione- disse indicando una cartina piena di puntine rosse sulla parete della stanza. -avrete sicuramente sentito parlare di noi in televisione-

Cordelia non si fece sfuggire l'alzata degli occhi di Patricia.

-Capisco che lei sia diffidente, signora Saint-Claire, ma le assicuro che non esiste posto più sicuro per suo figlio-

Ora Patrica era visibilmente imbarazzata, tuttavia finse indifferenza.

-Bene, allora immagino di non avere molta scelta. Leo- si rivolse al figlio -se sei sicuro di questa decisione, non resta che tornare in albergo e fare le valigie-

Ecco la parte più difficile pensò Cordelia, anche se, probabilmente, questa volta l'operazione sarebbe risultata fin troppo semplice. Madre e figlio erano già separati da molto tempo, almeno inconsciamente, questo Cordelia lo percepiva. Il distacco sarebbe stato più facile.

Era questa una procedura che preferiva mantenere; d'altronde, un incidente si era già verificato, e non poteva d'avvero permettere che un'arma così potente, quale era la mente di quel ragazzo, girasse libera fuori da lì. Non senza averlo prima istruito a dovere.

-Non ha bisogno di disturbarsi- la interruppe Cordelia -mi sono presa la libertà di mandare qualcuno a prendere i bagagli di suo figlio. Sono già nella camera che gli abbiamo assegnato- sorrise.

Da quando era diventata la nuova Suprema, aveva sviluppato un senso del controllo che mai aveva creduto di possedere. Preferiva che la rottura dei rapporti con le famiglie, per le sue alunne, avvenisse nel più netto e veloce dei modi. Era nell'interesse di tutti.

Patricia la guardò un attimo accigliata, prima di sospirare e voltarsi nuovamente verso Leonard.

-Allora immagino di dover andare- gli diede un goffo abbraccio ed una più sincera pacca sulla schiena, poi voltò i tacchi e s'incamminò verso l'uscita.

Cordelia percepì il sollievo della donna, perché se suo figlio poteva rivelarsi pericoloso per lui e per chi gli stava intorno allora era decisamente più saggio che imparasse a controllarsi.

La direttrice si alzò dalla sedia con un movimento fluido, e si avvicinò a Leonard, ponendogli una mano sulla spalla.

-Capisco che questo è un momento molto difficile per te, ma non sarai costretto a stare lontano dai tuoi affetti per sempre. Questo è l'unico modo per tenere tutti al sicuro, anche perché alla tua età le reazioni istintive sono molto più difficili da tenere sotto controllo. Quando imparerai a domare i tuoi poteri, potrai tornare a casa, se lo vorrai.- affermò con fare ragionevole -se vuoi chiedermi qualcosa, qualsiasi cosa, sono a tua più competa disposizione-

Leonard teneva gli occhi bassi, assorto nei suoi pensieri. Non proferì una parola. Non aveva nulla da dire, in quel momento. Immaginò di dover semplicemente accettare la situazione per quella che era.

Il sorriso di Cordelia vacillò per un secondo.

-Molto bene, allora passerò a spiegarti le regole della casa. Dovrai presentarti a tutte le lezioni, salvo serie motivazioni. Non potrai fare uso dei tuoi poteri al di fuori della scuola salvo serie motivazioni. E, soprattutto, non dovrai usare i tuoi poteri per nuocere alla salute di qualcuno. E' tutto chiaro?- la sua voce ora era calma e severa al medesimo tempo.

Deve aver avuto non pochi grattacapi con le sue alunne.

-Non ne hai idea- fece Cordelia con aria complice.

Oh mio Dio, può sentirmi pensò allarmato Leonard.

Cordelia sorrise. Da quando era divenuta la nuova Suprema, non le serviva più mantenere il contatto fisico con le persone per scrutare nella loro mente.

-Tutto questo ti risulterà normale, col tempo- lo tranquillizzò -ed ora, Kyle ti mostrerà la tua camera. Sei l'unico alunno maschio nella scuola, quindi non dovrai condividerla con nessuno. La sveglia è fissata alle sette e mezza; apprezziamo la puntualità qui-

-Grazie- rispose lui rialzando lo sguardo.

 

Non doveva sentirsi in quel modo; era stato lui il primo ad accogliere l'idea di trasferirsi lì, dopotutto. L'aveva trovata la decisione migliore.

Ma sempre stato un tipo pavido, e tutto in quel posto lo spaventava. Il bianco sfolgorante delle mura, ogni scricchiolio della vecchia casa.

La cosa che più lo riempiva di terrore, tuttavia, era se stesso.

Quello che era stato in grado di fare, la miccia che aveva fatto scattare l'allarme, sfuggiva alla sua comprensione.

E, se si era sempre considerato un codardo, allora per quale motivo aveva deciso di sua spontanea volontà di entrare a far parte di una congrega di streghe?

D'avvero non riusciva a spiegarselo.

Leonard non si era accorto di essersi appisolato, fino a quando un bussare veloce ed energico alla porta della sua stanza non lo destò.

Ancora mezzo addormentato si alzò dal letto e, in tutta fretta, andò ad aprire.

Solo che non c'era nessuno dall'altra parte. Si sporse sul corridoio, ma non vide anima viva.

Me lo sono sognato pensò chiudendo la porta.

-Oh cazzo!- esclamò sobbalzando. Una ragazza sedeva a gambe incrociate sul suo letto.

Aveva lunghi capelli scarmigliati di un bellissimo rosso Tiziano . Gli occhi erano nocciola chiaro, la carnagione pallida. Indossava una camicia bianca sotto un piccolo gilet nero, e leggins, neri anch'essi.

Dal sorriso che esibiva sembrava si stesse divertendo da matti.

-Come ci sei riuscita?- chiese stupito Leonard.

-Qui la chiamano “Transmutazione”. Mi risulta piuttosto semplice- sembrò molto compiaciuta delle sue parole.

-Mi chiamo Lydia- gli disse alzandosi e porgendogli la mano.

-Leonard- si limitò a replicare lui, stringendogliela velocemente.

-Sei la prima strega-maschio che vedo-

-Credo che il termine sia stregone- puntualizzò a mezza voce Leonard.

-Come ti pare- l'accontentò lei- allora, cosa hai fatto per finire qua?-

-Non mi pare di essere finito in carcere- constatò lui.

-Certo che no, tuttavia ti trovano solo quando attiri l'attenzione-

-In questo caso, credo di aver attirato l'attenzione- sorrise nervosamente -e comunque nessuno mi ha trovato; è stato il preside della mia vecchia scuola a consigliami questo posto, ma sono venuto qui di mia iniziativa-

-Però non hai ancora risposto alla mia domanda- lo accusò lei, socchiudendo gli occhi -che c'è? Hai ucciso qualcuno? Non ti giudicherebbe nessuno, qui. Non saresti il primo ad aver arrostito il prof di scienze-

Suo malgrado, a Leonard venne da ridere.

-Non ho ucciso nessuno- disse dopo un po' - Ho spinto un tizio fuori dalla finestra della scuola-

-Telecinesi?-

-Immagino di sì-

-Cosa ti aveva fatto?- chiese comprensiva.

-L'ora prima mi ero rifiutato di farlo copiare al compito, e lui aveva intenzione di vendicarsi. Se la caverà con un paio di costole rotte-

-Era la prima volta per te?-

-Beh no, di solito non riesco a sollevare oggetti più pesanti di una mela. Dovevo essere d'avvero arrabbiato-

Lydia sorrise.

Improvvisamente, la loro conversazione fu interrotta da un fracasso proveniente dal piano di sotto. Seguì uno scalpiccio di passi ed una serie di grida d'esclamazione.

Lydia e Leonard si guardarono per un istante, prima di fiondarsi fuori dalla stanza e scendere al piano di sotto.

Nel salotto, le allieve della Robichaux's Academy stavano raggruppate attorno ad una Cordelia distesa sul pavimento, priva di sensi.

-Spostatevi!- gridò una voce femminile alle loro spalle.

Una ragazza di colore, dalla stazza imponente, si fece largo tra la folla, scansando prepotentemente chiunque le fosse d'impedimento.

S'inginocchiò accanto a Cordelia e, prendendole la testa fra le mani, cominciò a borbottare qualcosa d'imprecisato in un'altra lingua.

Una seconda ragazza, magra, con la pelle chiara ed i capelli lunghi la raggiunse velocemente.

Che le è successo Quenee? - chiese rivolgendosi alla ragazza di colore.

-Credo sia un infarto. Svelta, chiama un'ambulanza!-

Fuori, un boato di tuono annunciò l'arrivo del temporale.

 

  
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