“221b Baker Street, per favore.”

Il tassista mette in moto senza aggiungere altro, senza fare domande. Quante persone col naso insanguinato ha riportato a casa oggi?

Sherlock si preme ossessivamente il fazzoletto alle narici rosse e sporche, ma ormai non sanguina più. È un gesto stizzito, agitato.

Perché John ha reagito così?

Devono essere i baffi. I baffi gli hanno dato al cervello.

Santo Dio, è ovvio che non sono i baffi.

(Comunque appunta mentalmente di ricordargli di radersi. Di nuovo.)

Si sente spaesato. Questo non era quello che aveva immaginato.

Londra fuori il finestrino sembra non essere cambiata. È lì, sotto i suoi occhi, e per due anni l'ha immaginata, proprio così. Le luce, la gente che passa, il traffico, lo smog, l'amichevole e rassicurante paesaggio di cui tutto conosce. Catacombe di strade e passaggi, tutti nascosti, tutti suoi. Sherlock la conosce, Londra. Non se l'aspettava diversamente: indaffarata e distratta come sempre. Gli toglie un sorriso.

Si acciglia, ripensando alle parole di John. Sono nella sua testa, non ne usciranno mai. Sherlock Holmes non dimentica nulla.

“Oh stai zitto John!” sbraita al riflesso nel finestrino e si batte il pugno sulla coscia.

Quanto poco sai della natura umana, quanto poco sai di John Watson.

Eppure non aveva mai smesso di pensarci. In due anni ha ricucito i momenti in cui non pensava “ad altro” e pensava solo a lui. A quando lo avrebbe rivisto, a quando gli avrebbe detto che era vivo.

A volte ripensava alle sue parole davanti a quella lapide bugiarda.

Fa un certo effetto vedere la propria lapide, Sherlock non l'aveva mai immaginata prima. E non aveva mai immaginato nessuno dire niente del genere.

“Ti prego, non essere morto.”

Certo che non sei proprio una persona coerente, John Watson. In due anni sei passato dal volermi vedere ancora vivo al volermi uccidere.

Ma non potevo aspettarmi niente di diverso da te.

Anche quello, comunque, faceva un certo effetto. Un po'.

Mary è graziosa. Molto il tuo tipo.

In fondo, non lo biasima. La vita va avanti, per tutti.

Non è felice mentre lo pensa. Un'espressione pensierosa gli curva le sopracciglia.

Non ci aveva mai... riflettuto prima.

Questo sapore amaro nella bocca non è sangue. È più delusione.

Sherlock Holmes, quanto poco ti conosci.

“Signore, siamo arrivati”

Dal finestrino, riconosce la porta del suo appartamento.

“Faccia di nuovo tutto il giro. Devo pensare ancora.”

Penserà ancora per molto, ma Londra non ha risposte da suggerirgli.

È tanto più difficile quando le cose sono chiare. Rischiamo di averle sotto gli occhi, capirle, e guardare altrove.

Oh, ma Londra è proprio bella stasera.

Visto? Che ti dicevo?

Guardare altrove.