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Autore: Aven90    19/05/2015    2 recensioni
Ricordate Christian Jackson e le sue vicissitudini nel cercare il serial killer delle Pillole? perfetto, questa storia è ambientata tre anni dopo e lo vede ancora una volta al centro della scena! Quando ormai tutto sembrava finito, ecco che si ricomincia a danzare sul filo di un nuovo assassino seriale.
Genere: Commedia, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Non succede mai nulla, uffa”

Pioveva, a Musgans.

Erano passati ormai tre anni dalla risoluzione del caso del killer delle pillole, e Christian Jackson sbuffava da dietro la sua scrivania. Adesso era un poliziotto, finalmente era stato reintegrato dopo la promozione dei suoi barbari capi. Il Commissario Whiskers e l’Ispettore Anthony, infatti, avevano deciso, non sempre di comune accordo, di portare dietro la loro squadra che tanto bene aveva fatto nel paesino di Lectala. Piccoli furfanti, tentativi di rapina in cartoleria, e il già citato killer delle Pillole.

Per quel motivo Christian Jackson si lamentava. A parte che a Musgans non era difficile trovare brutto tempo (dipende anche dall’atmosfera della storia), ma quel pomeriggio era davvero noioso.

E dire che era stato davvero felice di indossare di nuovo la divisa blu della polizia e mettere dentro i criminali “come se fosse vero”, citando Whiskers.

“Eh, ne ha fatti di passi da gigante il Monopalla” aveva commentato una volta Whiskers, nel vedere la dedizione con cui Christian metteva dentro la volante Jack “Mano lesta”, un famoso ladro dotato di non molta fantasia nello scegliersi i soprannomi.

E adesso erano lì, a sbrigare una normale giornata lavorativa assieme ai compagni di sempre: la sua fidanzata Lucinda, che sbavava tutto il tempo per lui e non perdeva occasione per sbaciucchiarlo o per togliersi un bottone della divisa; la collega Mary, che frigida era tre anni prima e lo era ancora, aveva comprato un altro cane; e altri due nuovi componenti, che si erano aggiunti poiché così voleva il Primo Dirigente Donington: Hilary, la tizia con le treccine che all’inizio si occupava di portare i caffè a tutti, e Brad, il raccomandato per eccellenza: era nipote del Questore Lampard, un tizio senza scrupoli che si sentiva un dio. Per fortuna non frequentava quel commissariato.

Negli ultimi tre anni Christian non aveva fatto molto: aveva assistito a rapine, furti, aveva partecipato anche a delle irruzioni piene di suspence ed era piombato in mezzo a una trattativa di droga armi alla mano, e aveva anche partecipato a una carica contro dei tifosi esagitati. Non aveva fatto molto.

Eppure, c’era qualcosa che gli mancava, si disse mentre osservava il mondo fuori, mentre un uomo urlava sotto la pioggia che la sua vita faceva schifo: certo, gli mancavano le gare d’aste, ma anche Robert.

Il killer delle pillole, colui che uccideva perché voleva assolutamente mettere dietro le sbarre chi non era riuscito a curare sua madre. Ed era anche il suo migliore amico, gli portava le arancine tutti i terzi mercoledì dei mesi che non avevano una R nel nome. E non erano arancine qualsiasi, di quelle che si potevano trovare a buon mercato nel panificio di fronte al commissariato… anzi, erano proprio quelle. Però le prendeva al salmone e agli spinaci, e non le banali carne o burro. Non erano neanche troppo buone, ma come pausa pranzo ci stavano eccome.

E continuava a piovere, e nel frattempo passava un tizio che cantava sotto la pioggia usando l’ombrello per altri scopi. Christian si annoiava, ma era l’unica cosa che poteva fare, oltre a lavorare al computer, ovvero battere il record di Pinball ottenuto in una giornata simile dall’ispettore Anthony.

Mentre lavorava, Christian alzò lo sguardo verso gli altri colleghi: quanto avrebbe voluto essere di turno con la volante quel giorno! Magari assieme a Lucinda, e fare… fare.

Allora alzò lo sguardo all’orologio scatò (non di altissima qualità) che aveva comprato Whiskers, in un mercatino delle pulci. Considerato che non avevano cambiato l’orario quando si era trattato di passare dall’ora legale all’ora solare, dovevano essere quasi le diciotto.

“Amunì ca scurò” (Dovremmo congedarci, poiché scende ormai la sera) annunciò infatti Whiskers. Anche lui era annoiato, e si vedeva. Cominciò a prendere il trench fighissimo che aveva comprato da poco e si diresse verso il portone dell’uscita. Non era poi troppo diverso da sua figlia, che faceva esattamente la stessa cosa a scuola. Christian però non sapeva neanche che il commissario avesse in effetti una figlia, e anche se fosse lo aveva dimenticato.

A due minuti del suono della campanella rintocco delle sei, squillò il telefono, al quale rispose dunque Hilary, che aveva fatto carriera.

“Commissariato di M… sì, certo, il passeggino… no, la Bielorussia non ha mai confinato con… COSA? VENTISEI FOGLI? Andiamo subito!” esclamò Hilary, guardando coi suoi occhi neri tutti i colleghi. Whiskers era impallidito tutto d’un tratto.

“No… non me lo dire, ti prego… NON MI DIRE UN CAZZO!” esclamò Whiskers, cercando aiuto con lo sguardo verso Anthony, il quale tremava, così tanto fa far tremare il suo “ultimo caffè prima di scapparsene”.

Al che Hilary non seppe cosa dire. Rivelare o no ciò che aveva sentito? C’era da dire che chi aveva chiamato stava aspettando proprio loro…

“Mi dispiace, commissario, ma è appena arrivata una chiamata dalla Volante 15”

Da quel momento in poi, Hilary avrebbe accettato tutte le punizioni possibili.

“E chi sono questi stronzi?” chiese Whiskers, anche se in realtà li conosceva benissimo e li trovava anche simpatici. I conducenti della Volante, non i sedili.

“Hanno trovato un cadavere” spiegò la ragazza, sbiancando nel vedere la successiva reazione del commissario.

“MERDA! TI AVEVO DETTO DI NON DIRMI UN CAZZO! Hilary, ascoltami” riprese la calma. Era stato promosso tre anni prima, non poteva sbroccare in quel modo. O meglio, non con i nuovi arrivati, anche se ormai la confidenza che si prendeva cresceva sempre di più e di lì a poco sarebbe andato a lavoro con la canottiera e la panza (Whiskers era leggermente sovrappeso) che strabordava. Anche a fine ottobre, davvero.

“Ascoltami, dicevo. Non puoi, a fine giornata, dire è stato trovato un cadavere” aveva falsificato la voce per sottolineare il concetto “la gente si spaventa. Soprattutto io, che non posso tornare a casa a mangiare il bello gateau (sformato di patate con dentro di tutto) che mi ha preparato mia moglie Petulia”

Whiskers sospirò. “Andiamo a vedere, va… prima ci sbrighiamo, meglio è. Poi magari DOMANI cominciamo le indagini”

“Ma signore…” cominciò Brad.

“Domani.”

Chiuse il discorso quel pazzo di Thomas Whiskers. Si chiamava Thomas di nome, ma non aveva nessuna parentela con il padre di Voldemort, diciamo.

Ebbene, tutti andarono in via Robin Williams numero 13, ma non dentro il condominio, bensì in un vicolo adiacente. C’era già un capannello di gente, la volante 15, quella dei sedili comodi, e l’ambulanza pronta a ricevere il cadavere, che invece era rimasto lì. Immobile.

Anthony arrivò per prima e lo trovò ripugnante. Era già abituato a vedere morti, fra veglie funebri e casi di omicidi, ma non ci si abituava mai.

E il morto in questione era orribile. La morte era orribile. Io sono orribile. (non c’entra nulla).

L’uomo aveva il cranio maciullato, se ne vedeva ancora il sangue sgocciolare sulla faccia e gli occhi strabuzzati. Pezzi di cervello ovunque, persino a terra, dove si confondeva con il pavimento umido della pioggia incessante. Sopra la figura tinta di rosso, una scritta: 24/7.

“Difficile ricavare impronte così” disse Christian, non appena vide anche lui il cadavere, riferendosi a possibili impronte delle scarpe rimaste sulla strada.

“Chissenefrega delle fottute impronte, Jackson” tagliò corto Whiskers. Da notare come fosse serio, e solo perché stava perdendo l’appuntamento col gateau di cui sopra. “Qui bisogna indagare, e seriamente, anche. Altrimenti torniamo tutti a Lectala e agneddu è sucu, e finiu u vattiu. (locuzione simile a “chi s’è visto, s’è visto”) Fatelo esaminare dall’autopsia, o voi fannulloni” schioccò le dita per richiamare due o tre agenti e sospirò ancora. “Che palle, questa mania dei killer di lasciare messaggi criptici. Che minchia significa 24/7?”

“Fa 3 col resto di tre, signore” rispose pronto Brad, e si guadagnò un’occhiataccia da Anthony.

“Non m’interessa!” esclamò Whiskers. “Potrebbe essere un riferimento a ventiquattro diviso sette…” estrasse la calcolatrice dal telefono che aveva “Fa tre virgola quarantadue… il quarantadue è la Risposta, no?”

“Esatto, commissario” rispose Anthony.

“Però… non da nessuna risposta. Potrebbe anche essere un ventiquattro sopra un sette e che hanno significati diversi… ah, ci rinuncio!” esclamò, e cominciò a cercare tracce nei pressi della scena del crimine.

“Non vedete niente? L’illuminazione fa abbastanza schifo in effetti” commentò poi il commissario, cercando con l’applicazione torcia sempre sul telefono.

“C’è da dire che i vicoli sono sempre bui” disse Christian, cercando senza bagnarsi grazie a Lucinda, che gli teneva l’ombrello.

Tuttavia, il massimo che potevano fare era catalogare tutte le macchie di sangue rimaste e l’unico indizio, quel 24/7 scritto col sangue, appunto.

Recintarono la zona e andarono l’indomani, nel frattempo che l’autopsia lavorava anche di notte, per fare avere il rapporto sulla scrivania del commissario puntuale per le otto del mattino.

“Avvertite i suoi familiari, ditemi com’è morto e domani indagheremo meglio alla luce del sole! Chiaro?” abbaiò ai poveri agenti.

///

Maximilian Tessalonica era un uomo come tanti altri, a Musgans, e quindi, come tanti altri uomini del suo stesso stampo, leggeva il giornale a un certo orario. Aveva lavorato tutta la mattina, e alle sei di sera era giusto che si leggesse il giornale stampato diciotto ore prima.

Nel frattempo che eseguiva quel compito arduo, sua moglie Beth cucinava la cena. Al che, al terzo passaggio dei loro marmocchi che si mettevano fra le loro gambe e rincorrersi, la signora Tessalonica non ne poté più.

“AAAAH! Basta! Rick! George! Andate a giocare con l’Ipad!”

“Ma mamma…”

“SILENZIO!”

“Uffa” e andarono a rinchiudersi per giocare con l’Ipad. Fatto quello, Beth andò da Maximilian.

“Max, vai subito a comprare il prezzemolo, che mi è finito e mi è fondamentale per la ricetta!”

Il marito alzò lo sguardo dal giornale sospettoso.“Quale ricetta? E se non ce lo voglio, il prezzemolo?”

“ADESSO! VAI!”

“Uffa…” similarmente ai due figli, anche Maximilian si dileguò, per andare a comprare il prezzemolo.

Uscì dalla soglia di casa, visto che abitavano al pianterreno non fu difficile. E non fu difficile nemmeno attraversare la strada, visto che pioveva a dirotto non vi erano molte macchine a passare. La cosa più facile, per raggiungere il verdumaro, era dunque traversare la Lincoln Street e prendere il vicolino che la collegava con la via Robin Williams. Anche se era una stradina buia, le probabilità di essere aggredito erano infinitesimali.

Nel frattempo, pioveva a dirotto. A Maximilian non piaceva per niente camminare con l’ombrello, ma d’altro canto con la moglie Beth non si poteva discutere… così mise il piede nel vicolo e, ignorando i ratti e i gatti randagi che scavavano nell’adiacente bidone della spazzatura, proseguì.

Fu un attimo, tuttavia. Una figura nera, più densa della notte, piombò su di lui e lo colpì fortissimo con una specie di manganello, o forse era una sbarra. Tale fu il colpo che Maximilian perse i sensi e morì dopo qualche istante, giusto il tempo di sentire le sue forze venire meno e dedicare un ultimo pensiero alla sua famiglia. Poi, non comprese più nulla, divenne solo un cadavere che inerte giaceva a terra, come notò il suo assassino. Il killer lo poggiò seduto sul muro e, avendo già aperta la scatola cranica, dipinse col sangue di Maxilimilian la scritta 24/7.

///

Arrivando il giorno dopo, la scena del crimine era ancora intonsa, se si eccettuava la rimozione del cadavere già avvenuta il giorno prima.

Whiskers non era riuscito a dormire, un cane aveva abbaiato tutta la santa notte, inoltre come se non bastasse ogni volta che forse chiudeva occhio, una zanzara fastidiosa gli si avvicinava all’orecchio e lo risvegliava. Insomma, una notte da incubo… senza incubo, perché per avere un incubo bisogna partire dal presupposto che si è riusciti a dormire.

Ecco perché il giorno dopo, sulla scena del crimine e con la carpetta contenente la relazione dell’autopsia sotto braccio come un parigino, Thomas Whiskers osservò disgustato il tutto.

“Se siamo qui, in questo vicolo buio, oggi” disse “è perché vogliamo indagare su questo brutale assassinio. Ieri mi rendo conto di aver condotto le indagini un po’ in maniera raffazzonata“ Brad tossicchiò “ma come sapete il gateau NON poteva aspettare. Adesso il nostro Ispettore Sanderson ci leggerà questo… eh? ‘Sta taliata?” (= perché mi osservate in maniera inopinata?)

“Chiedo scusa” cominciò Christian “ma chi sarebbe Sanderson?”

“Io, stronzo” disse l’ispettore Anthony. “sei talmente stupido da non conoscere il cognome del tuo superiore? Ma io ti sbatto a dirigere il traffico!”

“Guarda che ormai non è più una cosa umiliante. Sai quante cose si imparano?” precisò Whiskers.

Ma Anthony, scuotendo la testa, aprì la carpetta rossa e lesse attentamente “Beh, si direbbe che sia morto con un colpo di un oggetto contundente, fatto forse di ferro… il che vuol dire che l’estrazione del cervello, per così dire, è avvenuta dopo ilo decesso” annunciò Anthony.

“È inutile auspicare nel ritrovo dell’arma del delitto, no?” chiese Mary, cercando da sé proprio l’arma. Gattonava in mezzo alla strada, anche. Whiskers ed Anthony la guardavano stralunati.

“Ma che gli hai dato a Mary stamattina, eh Anthony?” chiese Whiskers.

Sanderson stava ridendo come un folle “Aahahahaha, si è mangiata il vocabolario! Auspicare! Ahahahahah, caspita Mary, fatti una vita!”

E si misero a ridere come ai vecchi tempi. Era da molto che non lo facevano, intenti com’erano a sbuffare.

“Comunque” disse Whiskers. “Il colpo è stato dato da dietro, qui c’è scritto. Essendo in un vicolo non ci sono testimoni, non credo che ci siano impronte di scarpe da qualche parte… dovremmo risalire dalla famiglia”

Christian odiava quei momenti. Cosa bisogna dire a una famiglia distrutta?

In effetti tutto era chiuso a lutto e sia Beth che i due pargoli piangevano sconvolti.

“Non abbiamo nemmeno il cadavere” disse lei. “Lo state tenendo per gli accertamenti? E quando me lo ridate? Maledetto prezzemolo!”

Beth sembrava pazza, scuoteva Anthony per le spalle come se stesse cercando di svegliarlo da un torpore profondo.

“Prezzemolo? Intende dire che ha fatto uscire suo marito per comprare il prezzemolo?” chiese Whiskers. Poi guardò Anthony, ancora rimbambito per gli scossoni.

“Il mistero s’infittisce” dichiarò l’ispettore. “il prezzemolo FA un sacco di vittime. Sa quando lo mettono a tradimento? Va su tutto, infatti si dice proprio sei come il prezzemolo

“Infatti Jackson è un intricante (= colui che si immischia) da paura” disse Whiskers, così poi si misero a confabulare sottovoce contro Jackson e Lucinda, che in effetti non aveva occhi che per il suo fidanzato.

 “Suo marito aveva nemici dai quali guardarsi?” chiese Hilary, volendo guadagnare un po’ di punti esperienza.

“Oh- oooh, ti stai allargando?” chiese Mary, guardando torva la nuova arrivata. “Certi tipi di domande vanno fatte con professionalità, e tu rispondi solo alle telefonate!”

“Amunì (= andiamo) Mary, come sei squallida! Lo sappiamo bene che sei solo invidiosa perché ha fatto la domanda prima di te” affermò Anthony, prendendo un bicchierino di caffè da chissà dove.

Mary così venne taciuta e Lucinda si prese la sua rivincita, anche se effettivamente non aveva fatto molto.

“Beh… ma non mi viene in mente nessuno! È… era… una brava persona! E ora chi ci accudirà? Eh? Chi farà tutto quello che faceva lui?”

“Ovvero leggere il giornale?” sussurrò Brad guardando il giornale aperto sulla poltrona. Whiskers soffocò una risata appena in tempo.





Eccoci qui col primo capitolo :D ho finito di scriverla tempo fa, ma il tempo di betarmi da solo e di sistemare i filmini in testa, ecco che pubblico solo oggi ^^ fatemi sapere se avete voglia di chiudere la finestra oppure di chiedere a Christian quando si darà all'ippica! 

   
 
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