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Autore: eugeal    19/05/2015    1 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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- È un demonio tornato dall'inferno…
- Mi hanno detto che lo hanno visto cavalcare un cavallo dagli occhi rossi che lasciava impronte di fuoco...
- Mia sorella era a Locksley stamattina, lo ha visto con i suoi occhi: è uscito dalla tomba per interrompere il matrimonio della sua amante, ma non poteva entrare in chiesa.
- È un'anima dannata…
Cedric si fece strada tra i sussurri della gente, preoccupato.
La folla si stava avvicinando lentamente a Guy di Gisborne e le espressioni sui volti di quelle persone lo spaventavano.
Il cavaliere nero era immobile a terra, schiacciato dal cadavere di Roger di Barret e Cedric non sapeva se anche Gisborne fosse morto oppure no, ma non voleva che quella gente si avvicinasse a lui.
Sembravano tutti sotto l'influsso di un'emozione a metà tra paura, odio e superstizione e Cedric sapeva che quello stato d'animo poteva diventare molto pericoloso.
Quando era piccolo gli era capitato di vedere una donna del suo villaggio accusata di essere una strega da una vicina invidiosa e quello che era successo dopo non era stato affatto piacevole. La donna era morta e solo in seguito si era scoperta la sua innocenza, ma nonostante tutto la gente continuava a ricordarla come “la strega” ed evitava di passare accanto alle rovine della sua casa dopo il tramonto.
Il ragazzo vide la spada di Gisborne a terra e la raccolse, poi la sollevò davanti a sé e si mise in piedi tra la folla e i due corpi stesi ai piedi del patibolo.
La spada era pesante e Cedric non aveva più voluto impugnare un'arma dopo l'imboscata nella radura, ma il ragazzo si sforzò di non tremare e si rivolse agli abitanti di Nottingham.
- Non è un demonio. - Disse ad alta voce, in un tono sicuro che non gli era usuale. - È solo Sir Guy.
- Era morto! C'è una tomba con il suo nome a Locksley! - Gridò un uomo, facendo rumoreggiare la folla.
- No, non lo era! Lo credevo anche io, ma mi sono sbagliato.
- Non importa, dovrebbe esserlo. - Disse una donna, con risentimento. - L'inverno scorso ha portato via quasi tutto il nostro raccolto, i miei figli sono quasi morti di fame. Vivo o morto dovremmo farlo a pezzi.
Cedric rabbrividì, ma non si mosse.
- Non permetterò a nessuno di toccarlo. Sir Guy ha combattuto per Nottingham, per salvare tutti noi!
- Bugiardo! Gisborne non lo avrebbe mai fatto! - Gridò un contadino, facendo un passo avanti con aria minacciosa, ma si fermò quando Robin Hood si schierò accanto al ragazzo.
- A me credete? - Chiese Robin. - Guy di Gisborne non è tornato dall'oltretomba e ora è dalla nostra parte, avete la mia parola.
Cedric gli lanciò uno sguardo di gratitudine e Robin si avvicinò a lui.
- È vivo? - Gli chiese in un sussurro.
- Non lo so. Ma vivo o morto lo avrei difeso lo stesso.
- Fatevi indietro! - Gridò Robin alla gente, poi si rivolse di nuovo a Cedric. - Vieni, aiutami.
Insieme spostarono da una parte il corpo di Barret, la freccia di Robin gli aveva trafitto la gola, uccidendolo all'istante, ed entrambi si chinarono su Guy.
Il cavaliere nero era immobile a terra, col viso rivolto al suolo e intorno a lui il lastricato del cortile era viscido di sangue, anche se era impossibile capire quanto di quel sangue fosse suo e quanto di Barret.
- Giriamolo sulla schiena. - Disse Robin, preoccupato, e Cedric lo aiutò, poi il fuorilegge si chinò su Gisborne e sospirò di sollievo. - Respira, è già qualcosa.
E non l'ho ucciso con la mia freccia...
Djaq li raggiunse e si inginocchiò a terra accanto a loro per esaminare le ferite di Guy e solo allora Robin si concesse un momento per riprendere fiato.
Aveva davvero avuto paura di aver colpito Gisborne e si stupiva dell'enormità del sollievo che provava nel constatare che non era successo.
Alzò gli occhi e vide arrivare Allan che portava Marian tra le braccia, rallentato dal peso della ragazza.
- Cosa è successo? - Chiese Robin, preoccupato.
- Quando hai tirato la freccia è svenuta. Confesso che avrei voluto farlo anche io, ma in quel caso saremmo finiti a terra tutti e due. - Disse Allan, adagiando Marian a terra, con delicatezza. - Giz?
- È vivo, ma non so altro. - Commentò Robin, lanciando un'occhiata a Djaq.
La ragazza stava premendo un pezzo di stoffa intriso di sangue sul collo di Guy, ma si voltò a guardare Robin e fece un leggero sorriso.
- Il pugnale di Barret lo ha ferito alla gola, ma la ferita non è abbastanza profonda da essere pericolosa, anche se sanguina parecchio. Ha un brutto taglio sul palmo della mano e molte contusioni dovute alla caduta, forse anche qualche costola incrinata, ma direi che nel complesso può ritenersi fortunato. Guardate quel graffio che ha sulla guancia, la tua freccia lo ha sfiorato, Robin. Solo pochi centimetri più in là e sarebbe morto anche lui.
Robin guardò la linea insanguinata che solcava il viso di Guy e rabbrividì, profondamente a disagio.
Lo aveva mancato, ma davvero di poco.
Distolse lo sguardo dal cavaliere nero e si rivolse a Cedric.
- Sai dove sono gli alloggi di Gisborne all'interno del castello? Aiutami a portarlo lì, così Djaq potrà curarlo. - Robin guardò Allan. - Tu invece pensa a Marian, per favore.

Guy si svegliò di colpo da un incubo confuso e angosciante e aprì gli occhi di scatto, ma non si azzardò a muoversi, paralizzato dal dolore.
Era steso sulla schiena e quella posizione gli faceva dolere le ferite, ma non avrebbe potuto girarsi su un fianco perché tutto il lato destro del suo torace era tormentato da fitte acute non appena respirava un po' più a fondo, mentre la parte sinistra del suo collo pulsava dolorosamente a ogni battito del cuore. Doveva essere ferito anche alla mano sinistra e al viso e aveva mal di testa.
Però sono vivo.
Guy sbatté le palpebre, ancora incapace di credere del tutto a quel pensiero.
Non aveva idea di cosa fosse successo dopo che aveva gridato a Robin Hood di colpire Barret, ma si era svegliato e respirava ancora ed era già molto di più di quanto non si fosse aspettato.
Sentì una porta che si apriva, seguita dal suono della voce di Allan.
- Ehi, Giz, ti sei svegliato! - Disse il giovane in tono allegro, mentre trascinava una sedia accanto al letto e ci si lasciava cadere sopra con aria rilassata. - Devo dire che è un sollievo, Djaq non sapeva quanto forte avessi sbattuto la testa. Marian sarà felice di saperlo.
Guy dimenticò il proprio dolore nel sentire il nome della ragazza.
- Dov'è Marian? Sta bene? - Chiese ansiosamente e Allan scoppiò a ridere.
- Sì, vedo che non hai subito grossi danni, dopotutto. - Disse con un sorriso, ignorando l'occhiataccia di Guy. - Lei sta bene, meglio di te direi, anche se non è poi così difficile. Avrebbe voluto restare a vegliarti, ma Djaq le ha dato una medicina per farla dormire, era esausta.
Guy ripensò all'aspetto fragile e vulnerabile della ragazza dopo i maltrattamenti subiti e annuì.
- Ha fatto bene. - Approvò. - Barret?
- Morto.
- Merito di Hood?
- Già.
Guy sorrise.
- Bene. - Disse, poi chiuse gli occhi per un attimo e si lasciò sfuggire un gemito. - Credi che Djaq potrebbe dare anche a me qualcosa per il dolore?
Allan sogghignò e si alzò per prendere una ciotola dal tavolo.
- Lo aveva già preparato, ma ha detto di aspettare che ti svegliassi prima di fartelo bere.
- Come vedi sono sveglio. Sbrigati.
Allan non si lasciò scoraggiare dal tono brusco di Guy e lo aiutò a mettersi seduto nel letto, sistemando meglio i cuscini perché potesse appoggiarsi a essi, poi gli mise la ciotola nella mano sana.
Guy sorseggiò il liquido tiepido, sperando che facesse effetto in fretta e si guardò la mano bendata.
Il dolore era profondo e pulsante, ma riusciva comunque a piegare le dita.
- Cosa è successo? - Chiese ad Allan.
- Stringere un coltello dalla parte della lama non è mai una buona idea. Per fortuna avevi i guanti, altrimenti sarebbe stato peggio. Però sei riuscito a liberare gli ostaggi.
- Davvero?
- Due tu e uno Robin. Non te lo ricordi?
Guy fece per scuotere la testa, ma ci ripensò alla prima fitta di dolore.
- Non molto. È tutto confuso.
Allan gli indicò la ferita sul collo.
- Quella te l'ha fatta Barret cercando di tagliarti la gola, il graffio sulla guancia invece te lo ha provocato la freccia di Robin che ti ha salvato la vita, tutto il resto invece, costole incrinate e lividi vari, dipendono dalla caduta dalla piattaforma del patibolo. Barret è crollato in avanti e ha trascinato giù anche te, cadendoti addosso. Per un po' abbiamo creduto che foste morti entrambi. Non sono stati momenti divertenti, credimi.
Guy gli lanciò uno sguardo scettico.
- Credo di essermi divertito meno di voi, sai?
- Non ne dubito, amico. - Disse Allan, nascondendo un guizzo di commozione dietro un sorriso insolente. - Ma sono contento di vederti più o meno intero. Anche se hai l'aspetto di uno che è stato calpestato da un intero branco di cavalli.
Guy soffocò una risata dopo la prima fitta alle costole incrinate, si appoggiò ai cuscini con un gemito di dolore e chiuse gli occhi. Forse la medicina di Djaq cominciava a fare effetto perché iniziava a sentirsi assonnato, ma riuscì lo stesso a sorridere ad Allan.
- Sono felice anche io di rivederti. Non immagini quanto.- Disse a bassa voce, poi si addormentò.
Allan lo fissò, sorpreso per quelle parole, poi recuperò la ciotola vuota dalla mano di Guy e la annusò.
- Devo chiedere a Djaq cosa ha messo in quell'infuso... - Disse tra sé, divertito, poi guardò Guy prima di uscire dalla stanza. - Beh, Giz, dormi bene, ti meriti un po' di riposo.
   
 
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