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Autore: Sakura Hikari    19/05/2015    3 recensioni
Raccolta di flashfic Destiel.
1)È una questione di gusti
2)Overwhelmed
3)Furia
4)The hunter and the phantom
5)Tacchi
6)Bacio o Nargilli?
7)Occhiali
8)Texting with a stranger
9)Non è gelosia
10)Feels like home
11)My own Doctor Sexy
12)Tempo
13)So che puoi sentirmi
14)Baby, it's cold outside
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Balthazar, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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È una questione di gusti
 
Prompt di Martina: Destiel, AU!Modern World. Cas lavora alla pasticceria di famiglia con Gabe e Balthazar. Dean è un critico culinario che odia il suo lavoro e ama le cose semplici.  "Fai questo lavoro, dicevano. E' facile, dicevano...".
BONUS: Dean fa indigestione di apple pie.
Parole: 741
 
“Quel figlio di puttana.”, imprecò Castiel, non appena le porte del laboratorio si furono chiuse alle sue spalle. Balthazar sollevò lo sguardo dalla torta che stava preparando con aria divertita. “Conosco una sola persona capace di far imprecare mio fratello.”, ridacchiò. “È tornato, non è vero?”
“Esatto.”, sbuffò Castiel.

Dean Winchester, il noto critico culinario, che sembrava aver deciso di mortificare Castiel criticando ogni dolce da lui preparato. Questo non era abbastanza dolce, qui mancava la cannella, in quell’altro non ci andava la panna. Cosa importava a Dean se Castiel, il più giovane di tre fratelli, avesse iniziato a lavorare in pasticceria da poche settimane, per pagarsi la retta del college?
Fai questo lavoro’, dicevano. È facile, dicevano... E infatti, era diventato il bersaglio preferito di quella sottospecie di fotomodello tinto dall’appetito insaziabile. Dio, come lo odiava.
“Winchester chiede una fetta di crostata alle mele.”, abbaiò Gabriel entrando. Cas contrasse i pugni. Era ovvio che avesse scelto la crostata di mele, era il dolce di cui Castiel andava più orgoglioso – o almeno, così era finché non era arrivata la stroncatura di Dean.
“Se avrà da ridire anche questa volta, non risponderò delle mie azioni.”, promise. “Anzi no, spero vivamente che si strozzi.”
Sia Gabriel che Balthazar scoppiarono in una grassa risata, sebbene il secondo agitò l’indice in finto tono minaccioso: “Occhio, Castiel! Non sta bene parlare male dei nostri clienti!”
“Quello che non capisco”, continuò Cas. “è se pensa davvero che i miei dolci siano così terribili, perché si ostina ad ordinarli?”
“Direi che in questi casi, uno dev’essere un completo masochista, oppure innamorato perso.”, disse Balthazar. Castiel fece una smorfia, ma Gabriel lanciò un fischio di approvazione. “Propendo per la seconda. Ho notato che ti lancia delle occhiate particolari, Cassie, del tipo che riserva solo alla sua preziosa crostata, se capisci cosa intendo.”, disse, alzando le sopracciglia in quel suo modo caratteristico. Castiel scosse la testa. “È ridicolo.”, affermò, ma un leggero rossore sulle guance lo tradì.
In seguito, Castiel non avrebbe saputo dire se il suo precedente desiderio fosse stato esaudito o se Gabriel avesse aggiunto qualcosa alla crostata come spesso minacciava di fare, fatto sta che, una volta recatosi in bagno quella sera, trovò al suo interno un Dean stranamente pallido appoggiato al lavello. Per un folle istante Cas ponderò l’idea di svignarsela – tutto, pur di non rimanere nella stessa stanza con Dean- ma questi aveva già sollevato lo sguardo, e Castiel si trovò costretto ad entrare, per non fare la figura dell’idiota.
“Castiel.”, disse Dean, il tono inespressivo.

“Tutto bene?”, domandò. Non aveva un bell’aspetto. L’altro rise debolmente.  “Credo di aver esagerato un po’ con quella tua crostata.”
Perché finivano sempre lì? “Beh, sono davvero desolato che le mie pessime capacità culinarie ti abbiano rovinato la digestione.”, disse sarcastico Castiel; forse non sarebbe rimasto , dopotutto. Si voltò per andarsene ma la voce di Dean lo bloccò. “Al contrario. La crostata era squisita.”
Castiel si voltò a guardarlo. L’espressione sul volto di Dean sembrava sincera. Ma allora, tutti quei giudizi negativi?
“Non capisco.”, disse onestamente, scuotendo la testa.
Dean fece sorriso amaro. “Probabilmente avrò esagerato un po’ con le critiche, ma il fatto è che io amo le cose semplici, Castiel; e tu sembravi essere sempre alla ricerca di chissà quale modo per sorprendermi con ricette complicate…”, si interruppe, come se non sapesse bene neanche lui come continuare. “Comunque, quella di oggi era senza dubbio la migliore. Complimenti.”
Beh, questo era… inaspettato, come minimo. Castiel frugò nella propria mente alla ricerca di qualche risposta, ma non gli venne niente. I due mantennero il contatto visivo, e Castiel si ritrovò a pensare che i suoi occhi avevano un bel colore; e aveva le lentiggini: era la prima volta che lo notava. Il tempo passò e Castiel divenne lentamente consapevole della tensione presente nella stanza, come se l’aria fosse improvvisamente diventata immobile, che gli procurava una spiacevole sensazione alla bocca dello stomaco. Peggio ancora, era ben consapevole del sorrisetto sulle labbra di Dean davanti al suo improvviso mutismo; probabilmente sospettava persino che fosse a disagio. A quel punto, Castiel si schiarì la voce:  “Beh, è sempre meglio accorgersi dei propri sbagli in tempo che mai, no?”
Come uscita era orribile, si disse. Mentre si voltava per andarsene, Castiel si diede mentalmente dell’idiota: quel tipo gli faceva un complimento per la prima volta e lui andava in brodo di giuggiole come una qualsiasi adolescente.
Come lo odiava, quel Dean Winchester.
  
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