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Autore: Angel27    19/05/2015    1 recensioni
"Ti rendi conto?" gridò Serena improvvisamente.
"Shhh non urlare." la riprese Emanuela.
"Ti rendi conto?- ripeté l'amica sottovoce- Immagina te alla Stark Tower, sarà un'avventura pazzesca!" continuò eccitata.
"Che cosa? Non so nemmeno se ho vinto e poi non credo proprio che il viaggio comprenda una visitina dal signor Stark...ma si, sarebbe davvero fighissimo." concluse sognante.
Certo non poteva sapere che la sua avventura sarebbe cominciata esattamente due giorni dopo.
["Ho spodestato il re di questo regno, il padre degli dei, da solo! Cosa ti fa credere che non riuscirò a vincere Thanos?!"sibilò.
"Perché vado oltre le apparenze, tu non sei il malvagio dio degli inganni! Non sei mai stato cattivo e non lo sei ora. Puoi ingannare gli altri Loki, ma non me...vedo la tua anima, la leggo come un libro antico. Nonostante i graffi, le ferite ama e prova le stesse emozioni di quella di un bambino."
Loki fu messo con le spalle al muro, le barriere, che per anni aveva eretto, si abbassarono lasciano passare uno spiraglio di luce.
"E sia,- acconsentì stanco- non montarti la testa ragazzina. Puoi vedere l'anima del dio... ma gli Jotun non hanno anima."]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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UNA STRANA AVVENTURA

CAPITOLO 1
"Ok programma di oggi devo studiare, trovare materiale per la tesina, trovare una tematica soprattutto, andare agli allenamenti e trovare necessariamente un po' di calma per affrontare questo dannato esame."
Emanuela elaborava picchiettando la penna sulla scrivania il suo piano pomeridiano eppure non aveva proprio voglia di studiare.
Qualche ora più tardi uscì di casa porta per gli allenamenti e come sempre felice ed è entusiasta di praticare il suo sport preferito, il calcio.

"Pronto?"
"Parlo col preside del liceo artistico Liceo artistico - Anton Giulio Bragaglia?"
"Si mi dica."

"Manu!" Serena chiamò l'amica agitando energicamente le mani.
"Hey!" 
"Hai sentito della gara?"
"Che gara?"
"Quindi non hai sentito, bene sono felice di annunciarti che ci sarà un concorso su storia dell'arte, la prova è un questionario a risposta multipla. Il vincitore studierà a New York per tre mesi."
"Sarebbe fantastico, ma c'è solo un piccolo piccino picciò problema."
"E sarebbe?"
"L'esame di maturità!"
"Ma dai! Non puoi tirarti indietro, tu ami storia dell'arte e sei bravissima. E poi parliamo di New York, ma quando ti capita più un'occasione come questa?!"
"Ho detto di no, Serena, e poi dovrei chiedere ai miei..."

“Bene ragazzi cominciate!” la prof passò per i banchi consegnando i fascicoli ad uno ad uno ed Emanuela ad ogni plico di fogli consegnato sentiva il cuore aumentare di dieci battiti.
Alla fine aveva ceduto, i suoi genitori le avevano dato il via libera ed ora si trovava in un'aula che le cominciava a sembrare decisamente troppo stretta.
Nonostante fosse consapevole di avere ottimi voti soprattutto in quella materia cominciava a chiedersi perchè avesse accettato quella "sfida" con se stessa, quante probabilità c'erano che sarebbe stata la vincitrice? Una su cento? 
Si disse che quello non era certo il momento per pensarci o per tirarsi indietro.
Tirò un bel respiro e via cominciò a leggere ogni singola parola con la massima concentrazione. Era un bel compito di circa venti pagine ed aveva tre ore di tempo per completarlo, ma lei riuscì a finirlo in due.
Quando consegnò si sentì sollevata, aveva dato il massimo ora doveva solo aspettare il verdetto.
"Allora com'è andata?" chiese Serena, che aveva atteso fuori dalla classe che l'amica concludesse la prova.
"Non saprei, ho risposto a tutte le domande c'era qualcosa di logica anche, ora dobbiamo aspettare le correzioni hanno detto che si saprà tutto tra due giorni." spiegò Emanuela con un po' di paura.
"Tranquilla sono sicura che è andata bene!" continuò la ragazza e presale la mano la trascinò fuori scuola era arrivato il momento di svagarsi un po'.
Dopo essere tornate a casa si prepararono per uscire, urgeva una bella pizza con doppia porzione di patatine e poi quella sera c'era la partita dell'Inter.
"Insomma ci voleva proprio!" esordì Serena mentre l'amica addentava una fetta di margherita.
"Assolutamente!" concordò.
"Oh guarda fine primo tempo e inter in vantaggio!" riprese Serena.
Sullo schermo della tv uscì la scritta "speciale TG 60 secondi"
"Buonasera interrompiamo i programmi per importanti notizie dagli Stati Uniti. Il signor Tony Stark ha inaugurato la nuova "torre", sede del gruppo Vendicatori. La torre è alimentata completamente da energia pulita, il multimiliardario ha dichiarato che questo è solo il primo passo per un mondo migliore, più pulito e più sicuro. Il nostro presidente incontrerà domani il gruppo Avengers a New York, discuteranno del futuro dei nostri Paesi e della loro protezione. Vi auguriamo un buon prosieguo e ci scusiamo per l'interruzione."
Subito dopo la sigla riprese la pubblicità, ma Emanuela e Serena avevano ancora la bocca semi aperta.
"Ti rendi conto?" gridò Serena improvvisamente.
"Shhh non urlare." la riprese Emanuela.
"Ti rendi conto?- ripeté l'amica sottovoce- Immagina te alla Stark Tower, sarà un'avventura pazzesca!" continuò eccitata.
"Che cosa? Non so nemmeno se ho vinto e poi non credo proprio che il viaggio comprenda una visitina dal signor Stark...ma si, sarebbe davvero fighissimo." concluse sognante.
Certo non poteva sapere che la sua avventura sarebbe cominciata esattamente due giorni dopo.

Ora di italiano, D'Annunzio e le sue mille avventure ecco cosa stava spiegando la prof prima di essere interrotta da un deciso bussare alla porta. Inutile dire che i presenti ringraziarono il disturbatore, compresa Emanuela che era presa a disegnare su un quaderno.
"Avanti." invitò la professoressa.
"Buongiorno- disse una donna dal fisico slanciato i capelli scuri e un elegante completo grigio- mi presento sono la signora Smith ed ho il piacere di annunciarvi il vincitore o la vincitrice del concorso di storia dell'arte." 
All'udire quelle parole Emanuela sentì il cuore venir meno alzò di colpo la testa dal quaderno. L'emozione era troppa, guardò Serena con un disperato bisogno di sostegno. 
"Tranquilla." le disse in labiale ed Emanuela tirò un profondo respiro.
"Emanuela Pacifici!" all'udire il suo nome si sentì come frastornata, la testa le girava e il cuore batteva all'impazzata, vide Serena sorridere felice.
"Emanuela Pacifici è qui?" ripeté la donna.
"Si...si sono qui." disse timidamente alzando la mano.
"Vieni pure cara.- disse la donna invitandola a raggiungerla sotto gli sguardi stupiti dei suoi compagni- ora, se la professoressa non ha nulla in contrario, dovremmo andare."
Emanuela si girò verso la professoressa quasi barcollando non poteva crederci, ma con tutto il cuore sperava che non fosse un sogno.
"Hai il mio permesso Pacifici." disse la prof.
La ragazza salutò appena la classe e l'insegnante uscendo dall'aula con la signora Smith.
"Dunque cara, partiremo domani ho già avuto il piacere di parlare con i tuoi, verrai a studiare da noi per tre mesi come ben sai, spero ti divertirai." disse sorridendo.
"Ne sono certa!" rispose con leggera euforia Emanuela.

Il giorno dopo i genitori e Serena l'accompagnarono in aeroporto.
"Mi raccomando tienimi aggiornata!-disse Serena abbracciandola con forza- E se incontri Thor dagli il mio numero" concluse scherzosa.
"Contaci!" rispose la ragazza sorridendole.
Dopo un saluto strappalacrime entrò nell'aeroporto pronta per la sua avventura.
Scoprì con grande sorpresa di viaggiare con un jet privato assieme ad altri tre ragazzi. La prima era una ragazza dai capelli castano chiaro e gli occhi da cerbiatto, il secondo un ragazzo dall'aria taciturna ed il terzo perennemente attaccato alla ragazza che parlava di formule fisiche.
La ragazza tirò due colpetti di tosse per attirare l'attenzione.
"Piacere-disse poi- mi chiamo Emanuela e..." 
"Piacere sono Jemma!-la interruppe la ragazza sorridendo e stringendole la mano- lui è Leo, meglio conosciuto come Fitz e il bel tenebroso è Grant. Noi abbiamo vinto il concorso di biologia, chimica e fisica, Grant quello di arti marziali e tu?"
"Oh quello di storia dell'arte" si sentì un po' in soggezione, dopotutto storia dell'arte non era una materia molto amata dagli altri indirizzi, anzi il più delle volte era messa alla pari di materie come religione.
"È fantastico! Ho sempre amato storia dell'arte!" esordì Jemma e la ragazza tirò un sospiro di sollievo.
Parlarono fino a crollare dal sonno e vennero svegliate dalla voce del pilota che annunciava l'atterraggio.
"Finalmente!" sussurrò Emanuela notando il sole alto nel cielo.
Non appena scesero dal jet notò lo strano ambiente che la circondava: c'erano persone in giacca e cravatta, ma anche militari, macchine scure di vario genere. Sembrava quasi una base militare. Le sembrò di essere in un film del tipo "spia all'improvviso" e non aveva tutti i torti, anzi non ne aveva per niente.

"Salve! Mi presento sono l'agente Phil Coulson dello SHIELD, seguirò personalmente il vostro addestramento per diventare agenti provetti." 
Emanuela boccheggiò a quelle parole sentendo l'aria mancare improvvisamente.
"Cosa? Agenti? Deve esserci stato un errore...io ho fatto un concorso per studiare storia dell'arte a New York non per diventare agente!" rivelò tutto d'un fiato.
"Tecnicamente lei ha tenuto ufficialmente una prova per un'istituto d'arte, in realtà l'avevamo scelta ancor prima che vincesse quel concorso." spiegò l'agente.
La ragazza sentì la testa girare vorticosamente e la terra mancarle sotto i piedi. Agenti, SHIELD non ci capiva più niente, poi perché lei e perché mentirle? Troppe domande, troppe emozioni e dopo pochi istanti vide solo il buio.
"Misericordia Phil! Dovevi dirle prima il motivo per cui è stata scelta, ora come sta?" la voce del capitano Rogers era carica d'ansia.
"Bene, è semplicemente svenuta, domani al vostro arrivo sarà più che in forma!"rispose l'agente.
"Bene, mi raccomando voglio che sappia tutto." ordinò.
"Sarà fatto." detto ciò Coulson chiuse la chiamata e tirò un profondo respiro preparandosi al peggio.

"Cosa? Io dovrei fare parte dello SHIELD?!" chiese scettica Emanuela.
"Si, per la centesima volta." rispose con leggera stizza l'agente.
"Ma come è possibile? Avete tanti agenti qui, certo non avete bisogno di me."
"So che sembra strano, ma ci servi più di quanto tu possa immaginare. Ascolta abbiamo bisogno di una squadra speciale che affianchi gli Avengers, domani verrano qui e parlerete del vostro percorso di addestramento, ma se credi di non essere all'altezza o che questo sia troppo per te sei in tempo per tirarti indietro. Il jet ti riporterà a casa oggi stesso se vorrai." detto ciò uscì dalla camera lasciando Emanuela sola.
Più tardi si chiese se non fosse stato stato troppo duro con lei, ma la ragazza doveva essere consapevole che quella vita di certo non avrebbe ammesso se o ma.
A porre fine ai suoi tormenti fu la stessa Emanuela che irruppe nel suo studio sicura e decisa.
"E va bene! Farò parte della squadra...sempre se mi volete ancora." dichiarò.
Coulson sorrise soddisfatto, vedeva un gran potenziale in quella ragazza e sapeva che sarebbe stata una grande agente.

Contro ogni previsione si era avverato il sogno di Emanuela, vivere un'avventura, ancora non sapeva se stesse sognando o meno. Decise di esplorare la base SHIELD e ne rimase incantata, laboratori incredibili, tecnologie di cui non conosceva nemmeno l'esistenza, armi futuristiche e ricerche avanzate
"Emanuela!-Jemma spuntò fuori da un laboratorio con indosso un camice bianco ed una mascherina per gli occhi- Oh grazie al cielo stai bene, ero davvero preoccupata. Come ti senti?" chiese infine con un sorriso gentile.
"Bene grazie...solo un po' sorpresa." rivelò imbarazzata.
"Lo credo bene, non è da tutti entrare a far parte dello SHIELD, ma vedrai ti piacerà moltissimo stare qui." disse poi.
Dopo aver salutato Fitz, che armeggiava con strani fili e pezzi di metallo, continuò il "giro turistico" con Emanuela.

La sera arrivò presto ed Emanuela si ritrovò ad attendere con impazienza il giorno dopo. Avrebbe incontrato i Vendicatori ancora stentava a crederci. Ebbe paura che fosse tutto un sogno e che il giorno dopo si sarebbe risvegliata nel suo letto, si diede un pizzicotto e con suo grande sollievo notò che l'ambiente attorno a lei non mutò. 
Tirò un profondo respiro di sollievo e si lasciò cullare dal sonno sognando le prossime avventure.

"Sveglia!- una luce abbagliante costrinse Emanuela a ripararsi sotto le coperte- Insomma Manu! Sveglia! Gli Avengers saranno qui a momenti!" le parole di Jemma fecero rinsavire la ragazza che balzò ritta in piedi.
"Giusto! Quanto tempo ho?" chiese precipitandosi in bagno.
"Circa 15 minuti." rispose l'altra guardando l'orologio.
"Me li farò bastare!" rispose chiudendo la porta.
Come lei stessa aveva detto in pochi minuti fu pronta e, dopo aver addentato un cornetto a volo, si precipitò con Jenna nell'atrio principale dove Fitz e Grant attendevano l'arrivo degli eroi.
"Grazie al cielo siamo in orario." ansimò Jemma.
"Già per un pelo davvero ragazze!- disse Coulson entrando nell'atrio- Ragazzi ho il piacere di presentarvi gli Avengers." al seguito dell'agente comparvero sei figuri.
Emanuela, Jemma e Fitz sentirono l'adrenalina salire alle stelle mentre Grant, beh lui rimase come sempre impassibile e apparentemente calmo.
"Avengers vi presento i nostri futuri agenti, Grant Ward, Leo Fitz, Jemma Simos ed Emanuela Pacifici."
"È un piacere fare la vostra conoscenza" il primo a parlare fu il capitano, Steve Rogers.
"È ammirevole vedere ragazzi così giovani disposti a proteggere il proprio mondo." continuò Thor.
"Insomma quante cerimonie ragazzi, sono giovani e dotati di ottime capacità immagino non abbiano bisogno di essere trattati come docili cuccioli." intervenne Natasha facendo l'occhiolino alle ragazze che le sorrisero di rimando.
"Concordo con Nath ho più paura di loro che dei chitauri, queste nuove generazioni sono capaci di tutto." continuò Clint.
"Ora non esageriamo!- Emanuela riconobbe subito la voce del famoso miliardario, playboy, filantropo- Sapete, dopo le strane magie di Piccolo Cervo, tende a ingigantire le situazioni." ed eccolo lì il famoso Tony Stark.
"Tony potrebbero essere considerate offensive le tue parole, ne sei consapevole?" come sempre Banner tentava di riportare sulla retta via lo scienziato, ma con scarsi risultati.
"Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni possiamo parlare d'affari." intervenne Coulson.
Raggiunsero la sala riunioni, a quanto pare la questione era della massima importanza.
"Abbiamo scoperto esperimenti umani compiuti dall'HYDRA- cominciò Steve- coloro che sono riusciti a sopravvivere a tali "trattamenti" vengono detti i potenziati. Sono esseri umani geneticamente modificati, questo cambiamento li ha portati ad assumere diversi poteri gli ultimi che abbiamo rilevato sono i Maximoff, due gemelli orfani, che sono stati sottoposti agli esperimenti di Strucker. Wanda ha la telecinesi, Pietro un'incredibile velocità.
 "Di base il piano è tentare di far comprendere che siamo noi i buoni e portare dalla nostra questi potenziati, ma quando ciò non può accadere siamo costretti a comportarci di conseguenza." continuò Natasha.
"Inoltre è importante individuare arnesi alieni, come è accaduto per l'attacco alieno a NY, non avevamo calcolato la potenza del Cubo e abbiamo rischiato grosso." intervenne Clint.
"Dunque voi siete stati chiamati per mettere a servizio dello SHIELD le vostre particolari conoscenze, per individuare potenziati e/o oggetti di origine aliena." spiegò Banner.
"Naturalmente noi da Asgard faremo il possibile perché ciò non si verifichi più, ma ci sono cimeli del mio mondo anche qui e probabilmente anche di altri pianeti. Gli uomini in passato hanno abusato di questi poteri portando loro stessi e diversi imperi all'autodistruzione, per questo vennero nascosti dagli uomini stessi affinché non si ripetessero i medesimi errori." continuò Thor tenendo le braccia conserte.
"Ovviamente avrete a disposizione tutte le mie tecnologie e laboratori.- intervenne Tony.- Beh ragazzi parlate non vi mangeremo di certo!" continuò beffardo.
"Io in realtà avrei un certo languorino." scherzò Banner.
"Ha ha molto spiritoso Bruce." rispose Natasha.
"Che dire- intervenne Jemma- siamo felicissimi di far parte della squadra, ma soprattutto onorati di poter lavorare con voi." 
"Concordo- continuò Fitz- sarà sicuramente un'esperienza unica!"
"Il mio unico desiderio è servire il mio Paese e questo è un buon modo per farlo, quindi vi ringrazio per avermi scelto." con enorme sorpresa era stato Grant a parlare.
Rimaneva solo Emanuela che se ne stava zitta e seminascosta dalla scrivania. 
Oh no, non cercava di nascondersi solo stava sprofondando nell'Hel.
"E tu? La ragazza invisibile. Dici la verità è stato Coulson a portarti qui con la forza." Emanuela riemerse da sotto il tavolo al richiamo di Tony.
"In un certo senso non avrei mai immaginato di entrare a far parte dello SHIELD, né di affiancarvi in missioni per salvare il mondo- la sua voce era tranquilla e il suo sguardo assorto, Tony ne rimase vagamente affascinato- ma oramai ho firmato il mio 'patto col diavolo quindi!'" concluse sorridendo.
Tony sorrise, le piaceva quella ragazzina dall'apparenza timida, ma che in realtà custodiva un'anima impavida.

"Dai vuoi dirmi che non te ne sei resa conto?" chiese Jemma mentre prendevano posto in sala da pranzo con i loro vassoi.
"No davvero!" rispose Emanuela sorridendo.
"Eppure è chiaro come il sole che c'è intesa tra i due." continuò Jemma.
"Sarà, ma ora basta spettegolare piuttosto cosa dobbiamo fare nel pomeriggio?"
"Io ho lezione di difesa con Natasha, tu?" chiese la ragazza addentando una mela.
"Meccanica con Tony." rispose sorridente, l'idea le metteva un'insolita euforia.
"Emozionante!" intervenne Fitz sedendosi al tavolo.
"Direi!" concordò Emanuela.
"Tu e Grant, invece, che lezioni avete?" chiese Jemma.
"Io agilità e tecniche militari con Steve, mentre Grant chimica e fisica con Bruce." spiegò sorridendo all'idea di Grant alle prese con formule fisiche.
Dopo pranzo si divisero, avevano un'ora di tempo per riposarsi prima di iniziare le diverse "lezioni". Il gruppo di eroi si era trasformato eccezionalmente in un corpo docenti col compito di insegnare ai ragazzi tutte le tecniche necessarie per le diverse missioni.
Emanuela decise di uscire sul tetto a prendere una bella boccata d'aria, troppe emozioni in troppo poco tempo.
"Te ne stai sempre così in silenzio, tutta sola?" Emanuela sobbalzò leggermente, ma riconobbe subito quella voce.
"No, di solito preferisco la compagnia, ma negli ultimi due giorni ci sono stati troppi batticuori e troppe emozioni quindi avevo bisogno di un po' di calma." rivelò.
"Capisco, ma dovrai farci l'abitudine, la vita degli agenti è ricca di emozioni." continuò divertito.
"Si, ma dopotutto sono una ragazza come tante, non ho nulla di speciale e mi chiedo ancora perché mi è stata data questa possibilità." ammise.
"Hey, tutti siamo speciali, beh forse io sono un po' più speciale degli altri- disse poi scherzoso, Emanuela ridacchiò- Ma di una cosa sono certo se sei qui è perché sei speciale e perché Fury ha visto in te un potenziale, che ti permetterà di aiutarci in queste missioni. Ascolta, non dimenticare che tu sei tu, speciale ed unica non c'è nessuno al mondo che abbia le tue stesse capacità, la tua inventiva quindi basta con discorsi del tipo 'non sono all'altezza' ok?" concluse con finto tono di rimprovero.
"Ok." annuì la ragazza sorridendo.
"Misericordia comincio a parlare come Capitan Ghiacciolo!- disse poi congedandosi, mentre la ragazza sorrideva sollevata- Insomma diamoci una mossa, abbiamo una lezione da fare su!" concluse incitandola con un gesto della mano.

NDA
Salve a tutti, lo so mi direte come puoi iniziare una nuova ff se praticamente non riesci a portare avanti nemmeno le precedenti e peggio ancora hai arretrati mille capitoli delle storie che stai recensendo? Ebbene non uccidetemi vi prego, ma questa ff è dedicata a due mie amiche. È cominciata per gioco poi è diventata una vera e propria storia.
Vi chiedo scusa per eventuali errori grammaticali e chiedo l'enorme favore di esprimermi il vostro giudizio ;)
Grazie.
A presto
Angel27;)
   
 
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