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Autore: _Akimi    19/05/2015    2 recensioni
[Haruka x Nagisa]
Nagisa era in quell'acquario e Haruka l'osservava da fuori, senza neppure poter comprendere i suoi movimenti,le sue intenzioni.
Perchè anche lui non poteva essere libero proprio come l'altro?Libero di potergli raccontare tutto, senza dover gestire quel senso di angoscia che ora pareva volerlo affogare.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki, Rin Matsuoka
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Childhood Blues'
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Haruka fissava l'entrata della piscina già da un paio di minuti. Quel giorno, Makoto e Rin avevano deciso di organizzare uno dei tanti allenamenti condivisi con la Samezuka.Non che Haruka non ne fosse entusiasta,in un certo senso la compagnia del rosso e dei suoi amici lo faceva uscire per poco da quella che era la sua quotidianità.
Si trattava pur sempre di nuoto, ma era diverso praticare lo sport al chiuso, con il pensiero che tra le due scuole ci fosse quella genuina rivalità che tutti sembravano amare.Lo stesso Haruka, alle volte, si ritrovava a pensare che non era solo lì, che ci volesse qualcuno aldilà della sua corsia a sfidarlo, a fargli capire che da un momento all'altro poteva essere braccato,affondando in quella stessa acqua che lui sosteneva di conoscere così bene. L'essere inseguito non lo metteva a disagio o in ansia, semplicemente gli faceva ardere di più il petto con l'incessante bisogno di muovere le braccia,le gambe,respirando e respirando.
Quel giorno,però, il suo sguardo e la sua mente non erano fissi sulla piscina dell'Istituto Samezuka.
Tutti si erano accorti che il ragazzo non si era ancora buttato, ma stava aspettando qualcosa o qualcuno che lo spingesse a ritrovare la sua abituale concentrazione.Persino Makoto aveva trovato così inusuale l'attendere del suo migliore amico, ma una parte di lui era quasi certa che Haruka non gli avrebbe detto nulla sulla faccenda.
Guardando attentamente l'espressione dipinta sul suo volto,Makoto era sempre più sicuro che all'amico fosse accaduto qualcosa, ma conoscendolo abbastanza, era ancora presto per poterne discutere.Avrebbe aspettato che fosse Haruka a parlarne con lui e ,data la sua indole paziente, non aveva intenzione di mettere nessuna fretta all'altro.
Si limitava a guardarlo e alle volte Haruka lo notava, capendo come cercasse di celare vanamente la sua preoccupazione.
Makoto era fatto così, non era capace di mentire neppure a sé stesso,ma questa caratteristica l'aveva reso un amico prezioso e Haruka non l'avrebbe mai criticato per questo. Solamente, capitava che si sentisse a disagio nel percepire quanto Makoto riuscisse facilmente a comprenderlo. Entrambi si conoscevano abbastanza da non riuscire a nascondere i propri problemi e preoccupazioni, ma a differenza del ragazzo con gli occhi verdi, Haruka non accettava così apertamente le proprie paure.
Come in quel momento, non voleva far capire agli altri che la sua mente era fuori dalla piscina e persino dall'intero istituto.
Stava pensando a qualcosa, o meglio, qualcuno che non era lì assieme a loro ed era proprio l'assenza di questa persona a preoccuparlo come mai prima d'ora.


Erano passati dieci giorni da quella sera, dal momento in cui Nagisa Hazuki, uno dei suoi amici di infanzia, si era dichiarato a lui dopo anni e anni di conoscenza.Haruka non aveva mai smesso di pensarci, anche se più di una volta si era detto di non preoccuparsi, che prima o poi avrebbe trovato la giusta risposta all'affermazione dell'altro.
In parte si sentiva in colpa per non aver discusso della faccenda con lui negli ultimi giorni, ma la mente del moro era così tanto piena di pensieri che la sola idea di parlarne avrebbe comportato una pessima figura davanti a lui.
Ancora non poteva crederci che Nagisa, quel Nagisa, gli avesse detto qualcosa del genere.Si sentiva ancora lusingato, ma dall'altra parte stava sul serio considerando il modo in cui vedeva il ragazzo. Fino ad ora non aveva mai provato interesse per qualcuno, non ci aveva neppure minimamente pensato, ma nell'ultimo periodo, sapere che uno dei suoi migliori amici provava dei sentimenti per lui l'aveva fatto riflettere.


Che cosa pensava di Nagisa?


Certamente era affezionato a lui, il solo pensiero di aver condiviso tutti quegli anni assieme lo faceva stare bene.Raramente soffriva di solitudine e sapeva il perchè, anche se non l'aveva mai ammesso così tanto apertamente.Il modo in cui Nagisa si comportava con lui,alle volte, l'aveva reputato piuttosto invadente, ma era grato di aver accanto una persona così diversa da sé stesso. Si rendeva conto che,essere Haruka significava sembrare un ragazzo apatico e che dava poco conto a ciò che lo circondava, ma lui era fatto così e non poteva sentirsi obbligato a provare emozioni o mostrare sentimenti in un modo che non gli apparteneva.
Nagisa era un ragazzo gioioso e sempre pronto ad aiutare un amico in difficoltà, ma sapeva mentire piuttosto bene. Questo Haruka l'aveva notato ogni qualvolta che lo vedeva sorridere, sorridere davanti a situazioni che lo mettevano a disagio, che lo facevano arrabbiare o che lo offendevano. Era sempre stato così, fin da quando erano piccoli.
Nagisa aveva l'abitudine di nascondere i propri sentimenti dietro a delle labbra increspate, ma i suoi occhi rosati non celavano mai nulla e Haruka aveva imparato a capirlo.Proprio per questo, non riusciva ancora a comprendere come, da un momento all'altro, il ragazzo si fosse apertamente dichiarato a lui.
Nanase avrebbe voluto anticiparlo, dirgli che non c'era motivo di preoccuparsi per qualcosa del genere e invece, diamine, per tutti quei giorni e anni non era riuscito neppure una volta a capire cosa passasse per la mente di Nagisa, che cosa provasse quel piccolo ragazzino sempre sorridente.
Il solo pensiero di averlo fatto soffrire, faceva abbattere persino lui.


Questo significava che non poteva accettare i suoi sentimenti?


No, Haruka era fortemente convinto che avesse solamente bisogno di tempo per riordinare i pensieri nella sua testa.Una parte di lui non poteva negare che la compagnia di Nagisa, più di una volta, l'aveva reso diverso, ma non si era mai domandato perchè. Non sapeva esattamente cosa significasse provare interesse per qualcuno, in un verso oltre all'amicizia. Eppure, sapeva che da quella sera, l'immagine di Nagisa gli era apparsa ogni notte, sentendo il peso delle conseguenze della propria scelta. Nei suoi sogni il biondo alle volte piangeva, domandandogli perchè l'avesse rifiutato così bruscamente, ma altre notti, Nagisa invece sorrideva e le sue guance si imporporavano ogni qualvolta che Haruka pronunciava il suo nome.


Era quello,allora, il futuro che li attendeva?


-Hey,Nanase, stiamo per cominciare.-
Una voce interruppe bruscamente i suoi pensieri e Haruka si sentì infastidito, voltandosi dalla parte da cui essa proveniva.Non sapeva il motivo,ma avrebbe volentieri alzato la voce, dicendo che ora non gli importava di quella stupida competizione,ma non appena vide davanti a sé Sousuke Yamazaki, si calmò all'improvviso.
Il rapporto tra i due non era dei migliori,ma Haruka guardandolo, senza comprenderne il motivo, non sentiva la necessità di sentirsi arrabbiato per qualcosa.Era convinto che quel ragazzo, sbucato dal nulla dopo anni, si comportasse in modo così scontroso perchè aveva bisogno di sfogarsi.Proprio per questo Haruka lo lasciava fare e non dava importanza al tono in cui tendenzialmente l'altro gli parlava.
-Haru, ci siamo organizzati per una staffetta.Credo che in questo modo riusciremo ad ottimizzare i nostri tempi.-
Makoto sbucò dietro al ragazzo con la divisa scura, accennando un sorriso ad entrambi.Anche lui era al corrente che tra i due non scorresse buon sangue, anche se non ne sapeva bene il motivo.
In effetti, tutto il club Iwatobi conosceva poco o per niente Sousuke, ma per Makoto in particolare, non contava sapere qualcosa sul suo conto. Rin sembrava contento di aver accanto l'amico dopo tutti quegli anni di lontananza e proprio per questo né Makoto né Haruka volevano intromettersi in faccende che non li riguardassero.
-Sarà una gara piuttosto sleale, se quello stupido di Nagisa non si muove.-
Questa volta era Rin ad aggiungersi nella conversazione, appoggiando le braccia una sulla spalla di Sousuke e l'altra su quella di Makoto. Un sorriso spavaldo gli illuminava il volto e mostrava con tutta fierezza i suoi denti appuntiti, come se quell'espressione bastasse per far demoralizzare la squadra avversaria.
-Nagisa-kun è solamente in ritardo, non pensare che questo ti basti per vincere,Rin-san.-
Ancora una volta,Haruka sentiva il suo spazio personale invaso da tutte quelle persone.Non voleva allontanarle, ma al tempo stesso, non voleva sentirsi parte di una discussione che non lo riguardava minimamente. Aveva altro a cui pensare e fino ad ora, solo il nome di Nagisa pronunciato da due ragazzi diversi era riuscito ad accendere un minimo di interesse da parte sua.
-Ah,certo che sarà così, folle megane.-
Rin ribatté di nuovo.
Era strano pensare che quei due andassero d'accordo in quel modo, scherzando come se si conoscessero da una vita.
In un certo senso, era meglio così, significava che tra le due scuole non c'era sul serio dell'astio come alcuni pensavano, ma ogni qualvolta che Haruka sentiva lo sguardo di Sousuke su di sé, avrebbe volentieri cambiato opinione.


In ogni modo, lasciò il gruppo di ragazzi parlare tra di loro e si allontanò solo un po', avvicinandosi al bordo della piscina.
Osservò in silenzio la sua figura rispecchiata sull'acqua e sospirò, pensando che era una rarità che Nagisa fosse in ritardo.Forse non era accaduto nulla di grave, ma Haruka non riusciva a non pensare anche a quella possibilità.
In effetti,i due non avevano più discusso su quello che si erano detti quella sera e per quanto Nagisa non avesse più insistito sul discorso, Haruka sapeva quanto il ragazzo avesse cercato una risposta nei suoi sguardi e nei suoi gesti. Alle volte sentiva gli occhi dell'altro su di lui e quando il più grande se ne accorgeva, Nagisa si allontanava oppure si limitava a sorridere come suo solito.
Faceva male vederlo chiudersi in quel modo,sapere che il ragazzo non gli avrebbe mai detto apertamente,almeno non di nuovo, ciò che provava.
Per quanto Haruka non fosse abituato a farsi prendere dalle proprie emozioni, in questo caso,era difficile riuscire ad applicare ciò che gli passava per la mente.
Non si trattava solo di sé stesso, ma anche di Nagisa e persino dell'intero club.


-Aah,ragazzi, scusate il ritardo!-
Diamine, ancora una volta qualcuno aveva interrotto i suoi pensieri,ma quando si voltò, fu piuttosto sollevato nel vedere il ragazzino che aveva riempito la sua mente arrivare.
Nagisa indossava già il costume e aveva corso per tutto il viale alberato indossando solamente la felpa della scuola. Era incredibile come quel ragazzo non percepisse il freddo,trovandosi bene anche con addosso pochi abiti. Era pur sempre vero che la primavera era ormai inoltrata, ma ad Iwatobi le giornate non erano mai così tanto calde da obbligare le persone ad andare in giro come faceva Nagisa.
Nonostante questo, Haruka si concentrò solamente sul suo viso e per una volta i loro sguardi non furono i primi ad incontrarsi.
Nagisa appoggiò il borsone su una delle panche vicine e corse verso il gruppo che occupava buona parte del bordo piscina; con un balzo saltò sulle spalle di Rin e quest'ultimo si ritrovò ad avanzare di qualche passo, lamentandosi sommessamente dell'entrata improvvisa dell'amico più piccolo.
-Hey,maledetto,così finirai per farmi cad- -Rin-chaaaan!- Nagisa era così tanto contento di vedere il rosso che, per l'emozione, non lo fece neppure finire di parlare.
In realtà, era passata solamente una settimana dall'ultima volta che si erano visti, ma Rin sapeva bene com'era fatto l'amico e si era abituato facilmente alle sue manifestazioni d'affetto.
Pochi attimi dopo, Nagisa salutò allo stesso modo un altro ragazzo della Samezuka, per quanto quest'ultimo fosse molto più timido ed impacciato di tutti gli altri.
Si trattava di Aiichiro Nitori, il kohai che non si allontanava mai dal ragazzo dai capelli rossi.
I due avevano in comune solamente lo stesso stile di nuoto, ma non per questo Nagisa si ritirava indietro se si trattava di salutarlo affettuosamente.
-Nagisa, stavamo aspettando solamente te!-
Questa volta fu Makoto a parlare e Haruka per tutto quel tempo si era limitato ad osservare la scena, sentendosi quasi fuori posto nel guardarli.
Più di una volta si era domandato se, in mezzo a tutte quelle persone, anche un ragazzo taciturno come lui avesse trovato il posto giusto per realizzarsi. Ma proprio quando quei pensieri iniziavano a pervadergli la mente, Nagisa sapeva arrivare al momento giusto e dire la cosa più corretta per riportarlo al mondo reale.
Anche in quell'occasione, distraendosi per un paio di attimi, Haruka non si era neppure accorto che il biondo si era avvicinato a lui, almeno quanto bastasse per prenderlo di sorpresa e cingergli i fianchi con le sue braccia sottili.
Non era strano che Nagisa abbracciasse qualcuno in pubblico, persino il moro era abituato ad un gesto del genere, ma negli ultimi giorni, proprio successivi alla dichiarazione, Nagisa non si era mai preso la libertà di stargli così tanto vicino.
Il più piccolo appoggiò per pochi attimi il capo contro il suo petto e Haruka poté sentire il calore della sua guancia direttamente sulla pelle, le mani gli sfioravano timidamente il tessuto scuro del costume e i suoi capelli arruffati si scontravano fastidiosi contro il mento del più grande.
-Haru-chan, come stai?-
Già, Haruka era certo che fosse l'unico a sentirsi imbarazzato in quel momento. Non capiva il motivo, ma non aveva mai dato così tanta importanza nel sentire il calore del corpo di Nagisa contro il suo.
Non doveva essere inusuale, infondo erano amici, anche se nell'ultimo periodo il loro rapporto era in continuo cambiamento.
Proprio mentre stava pensando a quei piccoli dettagli,il biondo non aveva mai smesso di fissarlo per un attimo.I suoi occhi rosati l'osservavano attentamente e per un secondo,Haruka era certo che quella domanda aspettasse solamente di essere ricambiata.
Non per altro, il moro non rispose neppure,limitandosi ad appoggiargli una mano sulla spalla per poi aprir bocca per la prima volta da quella mattina.
-Tu come stai,Nagisa?-
Lo sguardo del più piccolo lasciava intendere una più che finta reazione, come se quelle parole risultassero del tutto inaspettate alle sue orecchie.
A dire il vero, Haruka non lo domandò solamente per farlo contento, ma perchè sperava davvero di poter udire una risposta sincera da parte sua.
Nagisa,tuttavia, si limitò ad un paio di attimi di silenzio, come se nessuno li stesse aspettando e che in quella piscina ci fossero solo loro due e l'acqua che rispecchiava le loro figure vicine.
Il pensiero del loro riflesso fece abbassare lo sguardo di Haruka proprio verso la superficie della vasca e sentì il suo cuore perdere un battito, vedendo finalmente come i due appariva nella realtà. Non c'era nulla di strano nel ricambiare,almeno per una volta quell'abbraccio e qualcosa gli diceva che Nagisa ne avesse bisogno.
Forse era il suo sguardo, quel suo sorriso forzato o le sue mani che cominciarono a tremare, a far capire ad Haruka che il più piccolo volesse per poco un po' di attenzioni.
Per quanto si sentisse insicuro sul da farsi, il moro non aspettò a stringere l'altro tra le sue braccia e Nagisa, questa volta, sembrò davvero stupito nel ricevere affetto da lui.


Quel momento, in ogni caso, durò ben poco perchè anche lo stesso biondo iniziava a sentirsi in imbarazzo comportandosi così davanti a tutti.Si limitò ad allontanarsi lentamente e a grattarsi il capo,non riuscendo per una volta a nascondere il viso arrossato.
Per sua fortuna, nessuno degli altri sembrò farci caso e fu proprio Haruka a riprendere ciò che - in realtà - non avevano neppure cominciato.


Così, in poco tempo, tutti i ragazzi decisero di iniziare seriamente gli allenamenti.I primi pronti in piscina furono Makoto e una delle giovani novità della Samezuka, non che fratello del vecchio capitano del club. Era un ragazzo dai capelli di un arancio sgargiante ed un'espressione divertita sempre dipinta sul volto. Il suo nome doveva essere Momotarou, se Haruka non si sbagliava. Non era mai stato bravo nel ricordare i nomi e in più, sinceramente, la sua testa era impegnata in altro per concentrarsi sulla piccola gara.


Solo quando vide Nagisa posizionarsi sul blocco di partenza,lo sguardo di Haruka si fece più attento.
La luce che penetrava dalle grandi finestre dell'edificio si rifletteva perfettamente su metà della vasca e illuminava persino il corpo di Nagisa, come se fosse lui il punto che, in tutta quella stanza, riuscisse in particolar modo ad attirare i raggi della Grande Stella.
Il ragazzo si voltò poco prima di partire e accennando un sorriso verso Haruka, gli bisbigliò qualcosa che riuscì a comprendere solamente seguendo il movimento delle sue labbra.
-Fai il tifo per me,Haruka.-
Non fece in tempo neppure a pensare ad una risposta perchè, poco tempo dopo, vide il biondo slanciarsi verso l'alto,dando l'impressione che il tempo attorno a lui si fosse fermato.
Non era mai stato bravo a buttarsi, né quando nuotava né quando si trattava di prendere scelte importanti nella sua vita. Forse alle volte aveva paura di sbagliare,oppure, non rifletteva mai abbastanza sulle conseguenze e finiva con immergersi in modo scoordinato e poco razionale.
Nonostante questo, Haruka trovava la forma di Nagisa perfetta.Osservandolo dal punto di vista tecnico, sicuramente sia Rin che Rei avrebbero avuto da ridire, ma il moro non si limitava a criticare il suo stile solamente con logica.
Il nuoto non era solo competizione o teoria, ma andava ben oltre a quello.Riguardava il rapporto che si poteva ottenere nel convivere con l'acqua, accettarla per farla diventare propria compagna.
Nel pensarci, Haruka non staccò neppure per un attimo gli occhi dalla figura di Nagisa; pochi attimi e lo vedeva riemergere dall'acqua,nascondendo il suo sguardo dietro al paio di occhialini che era solito indossare,il petto si gonfiava per riprendere aria e le sue braccia si assottigliavano,mentre le gambe gli davano la spinta adeguata per poter arrivare alla fine della vasca.


Smise di pensare a quella scena solamente quando lo vide uscire dall'acqua, anche se al momento preferì concentrarsi solamente sulla gara. Rei era partito poco dopo l'arrivo di Nagisa, ma nonostante il breve vantaggio guadagnato nel gareggiare con Nitori, ora Rin stava superando velocemente il megane.
Poco importava, Haruka non aveva del tutto l'intenzione di vincere quella mattina, anche se sapeva che una sconfitta avrebbe portato a scoraggiare buona parte della sua squadra.
Forse Nagisa non se la sarebbe presa, o meglio, non avrebbe mostrato nessun segno di dispiacere a fine allenamento. In genere non si sentiva nervoso per quel genere di cose e Haruka lo ammirava per questo, anche se alle volte avrebbe criticato il suo modo di gestire le situazioni con leggerezza.


Non appena indossò gli occhialini, lanciando un'occhiata verso Sousuke, Haruka dimenticò per pochi attimi tutti i pensieri che l'avevano assalito fino ad ora.
Quando si immergeva in acqua, la sua mente era occupata solamente dal nuoto e dal suo respiro.
Si sentiva libero proprio per questo.
Non aveva vincoli,paure, né preoccupazioni di dire o fare la cosa sbagliata al momento sbagliato.
Nuotare faceva parte di lui e l'acqua lo accettava ogni qualvolta che aumentava il ritmo per superare l'intera vasca. Non andava mai di fretta e lo stesso valeva per quella volta, anche se non appena si tuffò, la voce di Nagisa sferzò l'aria velocemente, bruciando la distanza che in quel momento li divideva.
-Sei il migliore,Haru-chan!-


Quelle parole svanirono solamente quando il moro si ritrovò immerso in acqua, ma le sentiva ancora riecheggiare nella sua testa come se servissero da motore per poter proseguire.
Quando i suoi muscoli cominciarono ad abituarsi al moto in acqua, Haruka sentiva la voce dell'altro ancora dentro di sé.
Era invadente, sì, perchè mai prima d'ora qualcuno era riuscito a superare la barriera che si creava quando era in acqua, ma una parte di lui si sentiva più rilassata sapendo che Nagisa era lì, poco distante.
Toccato bordo vasca, virò di nuovo dalla parte opposta e solo per pochi attimi poté vedere le figure dei suoi compagni muoversi imperterrite, in particolar modo quella del biondo.
Come era solito fare agitava le braccia e saltellava qua e là, osservando con ansia la poca lontananza che divideva Haruka dalla fine della gara.
Solo secondi dopo, il moro toccò con la mano il bordo e alzò il capo in un unico scatto. Si aspettava una reazione completamente diversa da parte dei suoi compagni,ma invece loro erano rimasti lì, immobili,mentre i ragazzi della Samezuka avevano cominciato ad abbracciarsi tra di loro, gridando come se avessero vinto una delle gare più importanti a cui mai avessero partecipato.


Avevano perso.


Questo era l'unico pensiero che passò nella mente di Haruka, ma non sembrava turbarlo, forse perchè l'espressione di Makoto era rimasta la stessa di sempre e non gli pareva qualcosa di grave non essere riuscito a recuperare il suo avversario.
-Rei-chaaaan,abbiamo perso.-
Ancora una volta la voce di Nagisa raggiunse le sue orecchie,mentre la vista si faceva un po' sfuocata per via delle gocce che scendevano lentamente sul suo viso.Non aveva idea del motivo, ma sapere di aver deluso le aspettative degli altri, in particolar modo del ragazzo che stava occupando il suo campo visivo, l'aveva per poco scoraggiato.
Si allungò per uscire dalla vasca e lanciò un'occhiata al resto della squadra, vedendo come Nagisa si era stretto a Rei, mettendosi entrambi a lamentarsi per non aver dato il meglio di loro nella competizione.
Dall'altra parte, Makoto accennò un sorriso ad Haruka come per dirgli che non era nulla di importante, anche se da quella sconfitta avrebbero dovuto imparare quali fossero i loro punti deboli.
Inutile dire che Haruka sapeva di non aver dato il meglio di sé, ma il motivo non era un qualcosa che poteva essere riparato perchè la sua più grande debolezza era proprio a pochi metri da lì :
un cespuglio di capelli biondi che non smetteva di ciongolare da una parte all'altra.


Quel pensiero per un attimo lo turbò non poco, pensando che non volesse arrivare al punto di perdere la concentrazione per lui.
Distolse lo sguardo e si ritrovò ad incontrare quello di Makoto che, per tutto quel tempo, aveva osservato come Haruka avesse un paio di volte corrucciato la fronte senza neppure accorgersene.


In ogni modo, nessuno dei quattro, una volta usciti dall'Istituto, preferì parlare di quello che era successo in mattinata. Solo Makoto interruppe il silenzio, domandando con mal celata curiosità il motivo del ritardo di Nagisa.
Sinceramente, il senpai non pensava di toccare nessun particolare argomento chiedendo qualcosa del genere, ma si stupì nel vedere il biondo sobbalzare alle sue parole.
Il silenzio ripiombò tra di loro,ma solo poco dopo, Nagisa decise di rispondere con un tono piuttosto incerto.
-Sono andato a fare colazione, ma ho perso la concezione del tempo e...forse è per colpa mia che abbiamo perso, credo di aver mangiato troppo stamattina.-
O più del solito,avrebbe aggiunto volentieri Haruka. Non che Nagisa non mantenesse una forma corretta per nuotare, ma sapeva quanto il ragazzo fosse goloso di dolci e sopratutto non riusciva a farne a meno quando c'era qualcosa che non andava.
Forse quel giorno era stata solo una coincidenza o magari aveva nascosto la verità, non ammettendo che si sentiva nervoso per la gara contro Rin e gli altri.
Nessuno dei tre compagni aveva voglia di insistere oltre, anche se per Haruka la possibilità che Nagisa stesse mentendo per nascondere qualcos'altro pareva ancora piuttosto reale.


La discussione si concluse così, lasciando che Rei e Nagisa salutassero i due senpai una volta raggiunto il solito punto in cui le loro strade si dividevano.
Quel pomeriggio,Makoto sarebbe andato a casa di Haruka con l'intendo di studiare, anche se nessuno dei due sembrava particolarmente entusiasta di dover passare il pomeriggio sui libri. Forse si sarebbero fatti convincere dal bel tempo per andare a correre, attività che avrebbero condiviso anche con gli altri due, ma Rei si scusò frettolosamente, dicendo che lui e suo fratello si erano dati appuntamento per andare a comprare un paio di attrezzature in città.
Nagisa si rifiutò in modo più discreto, rimanendo sul vago, parlando del fatto che gli toccasse svolgere dei compiti in famiglia e che aveva promesso a sua madre di rimanere con lei almeno per un pomeriggio.




Una volta lasciati, Makoto aumentò il passo, cercando di rimettersi alla pari con il ritmo di Haruka.L'impressione che l'amico pensasse intensamente a qualcosa non era svanita, ma nonostante questo, Makoto preferì parlare di tutt'altro, come se al momento fosse lui ad avere bisogno di essere ascoltato.
La loro amicizia si basava su piccole cose, ma altre, erano fondamentali per entrambi.Dal momento che i due stavano per finire la scuola, capitava spesso di discutere su ciò che volessero fare dopo il diploma.
Haruka trovava piuttosto fastidioso quel discorso, sopratutto perchè negli ultimi giorni aveva pensato non solo al suo futuro, ma anche a tutto quello che sarebbe rimasto lì, nell'Istituto superiore di Iwatobi. Era troppo facile dimenticarsi del passato, magari andarsene a Tokyo per studiare in un'università e fare finta che la vita nel piccolo paesino non era mai stata così tanto importante. Eppure, né il moro né Makoto avevano intenzione di dimenticarsi della loro infanzia, semplicemente avevano entrambi paura di non riuscire a trovare un posto accogliente per loro, una volta diventati adulti a tutti gli effetti.
-Suppongo che sarà difficile per noi seguire il club, nell'ultimo periodo...ma spero che Rei e Nagisa possano capirci, infondo sono più importanti gli esami.-
Le parole dell'amico giunsero a malapena alle orecchie di Haruka. Aveva ragione, ma il nuoto era altrettanto importante e faceva parte della vita di entrambi.
Nelle ultime settimane sarebbero stati carichi di studio, non per altro avevano deciso di chiudersi a casa Nanase per un po', approfittando dell'usuale mancanza dei genitori del moro per poter svolgere i propri compiti in tranquillità.


Infatti, entrambi si stupirono nel notare con quale dedizione si misero a studiare fino a tarda sera.A Makoto dispiaceva l'idea di non essere uscito neppure per un paio di ore, ma erano riusciti a portarsi avanti con il programma e questo comportava che, nei giorni successivi, si sarebbero potuti rilassare un poco di più.
Come era solito fare, Haruka preparò qualcosa da mangiare anche per l'ospite, convinto che non si sarebbe rifiutato di mangiare lì, cosa che in effetti si rivelò del tutto vero.
Ormai Haruka era abituato ad avere la compagnia di Makoto in casa, anche se alle volte il ragazzo ritornava dalla sua famiglia prima del solito, dato che i suoi fratellini lo cercavano incessantemente.


-Sai...ho pensato ad una cosa.-
Le parole di Makoto per pochi attimi morirono lì, come se aspettassero l'interesse da parte dell'altro per rinascere e,quindi, per convincere il capitano a proseguire.
Non aveva idea di che cosa passasse per la testa dell'amico, forse doveva trattarsi di nuovo di quei discorsi riguardo la scelta dell'università o di ciò che in genere Haruka voleva fare una volta finito di studiare.
L'aveva spronato a scegliere al più presto, ma il moro era stato piuttosto fermo sulla sua decisione, o meglio, non aveva ancora idea di che cosa sarebbe diventato, ma gli importava nuotare e il resto risultava ai suoi occhi cosa di poco conto.
-So che è presto e sembra una sciocchezza, ma sono preoccupato sulla scelta del prossimo capitano della squadra. Ho la convinzione che sia Rei che Nagisa ci tengano molto al club e lasciare indietro uno dei due mi sembra semplicemente...-
Haruka lo fermò prima che potesse finire di parlare. Non era la prima volta che cominciava quel discorso dal nulla e non capiva perchè Makoto fosse così fissato sull'idea di dover trovare un capitano proprio ora. Infondo era più importante che i due kohai continuassero, a prescindere dalla carica che uno di loro avrebbe ricoperto, ma ripensandoci attentamente, in effetti, la scelta non era così facile e Haruka era sicuro che spettasse a loro, in quanto più grandi, indire una sorta di votazione per trovare un nuovo leader.
In ogni caso, sapeva che Makoto diventava piuttosto sensibile per questioni del genere e finiva sempre con il prenderla sul personale, come se assegnare la propria carica ad uno dei due significasse al tempo stesso dare meno importanza al ragazzo scartato.
-E' solo un titolo,Makoto.-
Parlò a bassa voce il moro, pensando che lui non aveva di certo desiderato di essere vice-capitano e che, infondo, era chiaro che tra i membri non ci fosse nessun tipo di differenza. Tutti e quattro erano a pari livello e fondamentali per portare avanti il club.
Certo, Nagisa aveva portato un nuovo membro nella squadra, era stato il motore iniziale di tutto, ma non si poteva non considerare il modo in cui Rei aveva provato a stare al passo con gli altri. Entrambi erano ragazzi perfetti per ricoprire la carica e la decisione sarebbe spettata a tutti, non solo a Makoto e Haruka.
-Lo so Haru...è solo che,l'idea che stia per finire tutto mi pare ancora così strana.-
Makoto era sempre così dannatamente sincero, cosa che alle volte faceva infastidire l'altro, forse perchè lui non era mai stato così capace di dire tutto ciò che gli passava per la testa. Ponderava ogni parola e poteva parere freddo, proprio come erano soliti descriverlo chi non lo conosceva abbastanza.
In quel momento però, quando gli sguardi dei due si incontrarono, per Makoto non ci furono bisogno di parole per comprendere che anche il suo amico, in un modo di poco differente, provava le sue stesse emozioni.
La malinconia pervadeva entrambi ed erano normale ricordarsi di quando erano piccoli, della loro prima staffetta assieme e delle gare che avevano superato alle superiori. Mancava poco alla fine, ma no, non tutto era finito e molto probabilmente il nuovo inizio avrebbe portato a qualcosa di buono proprio come tutti gli anni precedenti.
Persino Haruka si ritrovò a condividere gli stessi pensieri di Makoto, anche se spesso cercava di evitare di immergersi in ricordi troppo malinconici, sapendo che gli capitavano giorni in cui non riusciva a sopportare la conclusione di momenti passati.
-Ok,è decisamente l'ora di andare, altrimenti mi ritroverò a piangere davanti a te come uno stupido.-


Il discorso venne concluso di netto e Makoto si alzò di scatto dal tavolo, pensando di non volersi mostrare così vulnerabile davanti ad Haruka.
Non che fosse una visione nuova per quest'ultimo, ma sapeva quanto l'amico odiasse esprimere le proprie debolezze e preferì non insistere oltre, sopratutto non volendo accettare che quella discussione aveva cominciato a colpire persino lui.
-Ci vediamo domani,Makoto.-
Si limitò a rispondere Haruka, anche se prima di rientrare in casa, si perse nell'osservare la figura dell'amico risalire verso la strada che lo portava alla sua abitazione.


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I giorni passavano veloci nell'ultimo periodo, Haruka non si accorgeva neppure di quante ore avesse ormai perso di allenamento per dedicarsi allo studio. Non aveva mai odiato la scuola, non aveva mai avuto pessimi voti, ma nonostante questo, alcuni professori sostenevano che le valutazioni dei propri studenti non fossero mai abbastanza.
Alcuni di loro diventavano stressati proprio per la pressione da parte dei docenti, ma Haruka riusciva a trovare sfogo nel tempo libero che aveva alla sera, preferendo andare a correre quando il clima era dei migliori.


A parte lo studio, anche il club iniziava a richiedere un impegno più costante da parte dei due senpai. Senza neppure accorgersene, l'intera squadra aveva perso un po' il ritmo e persino i due membri più piccoli sembravano essere influenzati dal clima che arieggiava tra gli studenti prossimi al diploma.
Rei sosteneva che non doveva mai trovarsi impreparato ed era capace di studiare materie in anticipo di settimane, prevedendo persino il programma della classe. Sì, sapeva essere esagerato, ma Makoto alle volte cercava di allentare la tensione tra di loro, dicendo che il megane sarebbe stato preparatissimo l'anno successivo quando sarebbe toccato a lui prepararsi all'esame.


Per Nagisa, invece, la questione era del tutto differente. Nessuno sapeva cosa fosse successo al ragazzo già da un paio di giorni: alle volte pareva più distratto del solito durante le lezioni, era taciturno e quel giorno esatto non si era neppure presentato agli allenamenti, spezzando il record di ritardi che aveva fatto durante i pomeriggi precedenti.
Inizialmente, Makoto aveva chiesto più di una volta a Rei se sapesse qualcosa di ciò che era successo, ma il ragazzo con gli occhiali si limitava a rispondere che Nagisa forse aveva bisogno di stare solo, anche se gli pareva piuttosto strano, dato il carattere costantemente solare dell'amico.


Tutti erano piuttosto straniti da quel comportamento, persino Gou aveva smesso di scherzare sulla sua sbadatezza quando quel giorno non l'aveva visto presentarsi alla piscina.Rei confermò che Nagisa era stato presente durante tutto l'orario di lezione, ma aveva cominciato a evitarlo quando gli aveva domandato se si sarebbe recato al tetto per pranzare insieme a tutti gli altri.
 Né Haruka né Rei avevano idea di che cosa gli stesse succedendo, ma a dire il vero, senza neppure parlarsi, stavano pensando alla stessa ipotesi.
Sì, perchè più il tempo passava e più Nagisa aspettava ardentemente un risposta che tardava ormai ad arrivare. Sapeva che Haruka non lo stava facendo per egoismo, ma quella maledetta sera ora sembrava così lontana e il biondo si era ormai arreso all'idea di poterne parlare.
O almeno, questo era quello che pensavano i due compagni, anche se il più piccolo non aveva mai parlato a nessuno dei due di tutta quella storia.


In ogni modo, Haruka non aveva per nulla intenzione di parlarne con qualcuno.Era una faccenda che riguardava loro due e avrebbe dovuto risolvere al più presto il tutto, prima che Rei potesse anticipare qualche sua mossa e sopratutto, prima che Gou o Makoto iniziassero a fare domande insistenti per scoprire la sua opinione sulla vicenda.
Purtroppo per lui, il desiderio di evitare argomenti del genere sparì completamente quando, lo stesso giorno in cui Nagisa era mancato all'allenamento, Makoto lo seguì, fermandolo prima che potesse sparire all'incrocio che lo indirizzava verso casa sua dopo scuola.


Il tramonto dipingeva il cielo dell'usuale arancio chiaro, mentre il mare si muoveva appena al passare del vento primaverile.In quei giorni l'aria che si respirava era completamente diversa dal solito, infatti,mischiato al profumo di salsedine, c'era anche quello dei primi boccioli di ciliegio e del cibo di strada che si cominciava a preparare per le stagioni più calde.
Nel passare davanti ad una piccola bancarella, ad Haruka venne spontaneo ripensare a Nagisa e si domandò se stesse bene e sopratutto, se in quel momento non lo stesse odiando per non avergli più parlato. Sapeva di aver sbagliato nell'aver temporeggiato così tanto, ma la sua mente era piena di pensieri, sul suo futuro, su di lui, ma anche sul club e sul fatto che voleva dare il meglio di sé per le prossime gare.
Prima di potersi immergere completamente nei suoi pensieri, una mano lo fermò, stringendogli con forza la spalla destra.
Non ci fu bisogno di voltarsi perchè, solo poco dopo, la persona che l'aveva afferrato si spostò davanti a lui, sospirando con tono affannato.
-Hey,diamine, avresti potuto aspettarmi.-
Makoto lo guardò con il suo solito sguardo, quello sguardo che obbligava Haruka a distogliere il suo per paura di lasciarsi leggere dentro e far comprendere all'altro tutte le sue preoccupazioni.
Non aveva voglia di parlare di nulla, né di Nagisa, né dei suoi anni futuri ed era certo che l'amico avrebbe cominciato con uno dei due discorsi, se non con entrambi. Alle volte sapeva essere fin troppo insistente e Haruka avrebbe volentieri detto di non preoccuparsi ogni volta di lui, ma per Makoto pareva impossibile, finiva sempre con il voler scoprire ciò che passava nella mente del moro.
Si incamminarono per un paio di minuti in silenzio e solo quando la luce del sole si fece più debole, dando spazio ad un paio di piccole stelle, Haruka si voltò di poco verso l'altro e sospirò scocciato.
-Si è dichiarato.-
Sì, questa volta sarebbe stato lui ad anticipare le sue domande, così non ci sarebbero stati sforzi inutili per trovare risposte per evitarle. Sperava che Makoto non volesse indagare sulla faccenda, ma quello pareva un desiderio inutile visto che, il ragazzo dagli occhi verdi non si sarebbe fermato di certo a quella misera affermazione.
-Chi?-
Rispose lui, celando vanamente un tono preoccupato e curioso al tempo stesso.
Alle volte sapeva essere davvero ingenuo,ma nella sua ingenuità riusciva a vedere dettagli che altri non vedevano, nella sua sensibilità riusciva a percepire il disagio e l'imbarazzo che in quel momento stava pervadendo Haruka, anche se non sapeva ancora nulla della storia che l'amico stava per enunciare.
Da parte sua, il moro si era ripromesso di non dirlo, ma il raccontarlo impulsivamente a Makoto, sembrava quasi un modo per sfogarsi e dividere la responsabilità di quella scelta con qualcuno.Sapeva bene che le cose così non sarebbero cambiate.Certo, il suo migliore amico avrebbe potuto dargli dei consigli, ma il trovare la giusta via aspettava a lui, solo.
Abbassò un poco lo sguardo, fissando la sua ombra scomparire ogni qualvolta attraversassero un edificio accanto.
La primavera era cominciata, eppure Haruka non pareva ancora percepire il cambio di stagione, sentiva ancora il freddo dell'inverno stargli accanto e non era qualcosa che amava particolarmente.Alle volte lo proteggeva dagli altri, ma altre gli faceva solamente intorpidire il corpo e il cuore, come se non avesse più via di fuga.


Doveva dirlo?
Alzò di nuovo lo sguardo e questa volta i suoi occhi caddero su un paio di alberi in lontananza.A differenza di lui, la natura aveva già dato segni di cambiamenti e non aspettava a mostrare i buoni frutti dell'arrivo del caldo.


Perché anche lui non poteva essere come quei fiori?


Iniziò a mancargli il respiro.
Sapeva che nel pensare di voler prendere la scelta giusta, alla fine si era ritrovato a sbagliare del tutto.
Sapeva che Makoto l'avrebbe rimproverato per quel comportamento, ma diamine, non voleva sembrare superficiale perchè in tutti quei giorni non aveva mai smesso di pensarci.


-Haru,che cosa succede?-
La sua voce interruppe i suoi pensieri, pensieri che iniziavano a stancarlo e portarlo quasi ad urlare, anche se non aveva intenzione di farlo perchè non voleva mostrarsi così debole.
-Nagisa...-Il suo nome uscì debolmente dalla labbra del moro, pareva quasi che lo vedesse lì,proprio davanti a lui.Lo guardava e cercava di fargli capire che non c'era nulla di male, nel raccontare a qualcun altro le proprie difficoltà,almeno per una volta.
Quando Makoto sentì Haruka parlare, non smise di osservarlo neppure per un secondo e le sue pupille tremarono, ormai convinto che l'amico sapesse perchè Nagisa in tutti quei giorni era stato così assente e distratto.
-Nagisa ha detto di essere innamorato di me,Makoto.-
Lo disse con un tono piatto, non perchè non gli importasse, ma perchè cercava di esternarsi da quella situazione, immaginare che dentro di sè ci fossero due Haruka ben diversi e che lui ora come ora riuscisse a controllare quello più impavido, quello che non aveva paura delle conseguenze.
Si voltò lentamente verso l'altro e vide un'espressione che mai prima d'ora si era dipinta sul volto di Makoto.
Sembrava semplicemente scioccato, come se dai suoi occhi trapelasse il pensiero di non essere stato un vero amico di Nagisa per tutto quel tempo, sentendosi in colpa per non averlo capito fino ad infondo.
Quella riflessione stava per trasformarsi in parole concrete, ma all'improvviso il ragazzo dagli occhi verdi serrò la bocca, trovando quella frase un pessimo modo per tranquillizzare Haruka. Poteva solamente immaginare cosa avessero passato nell'ultimo periodo i due, ma in parte l'esserne stato all'oscuro l'aveva offeso, credendo che i suoi amici non si fidassero di lui.
-Nagisa...Nagisa ha detto.-
Makoto non riuscì neppure a concludere la frase,coprendosi la bocca per non sembrare del tutto sconvolto. In effetti, era anche in momento come quelli che la sua sincerità si mostrava ed era del tutto inutile per il ragazzo celarla.
Sapeva che avrebbe dovuto riprendere il controllo di sé in poco tempo, se voleva sul serio dare una mano ad Haruka. Era ancora stupito dal fatto che glielo avesse detto e poteva facilmente immaginare lo sforzo che aveva portato il moro a superare l'iniziale imbarazzo e indecisione.
-Aspetta...Haru, come hai risposto?-
Ecco, sapeva che quella domanda sarebbe arrivata, ma il diretto interessato di fatto non aveva dato nessuna risposta al biondo, proprio per questo ora si trovava in quello stato.Si sentiva divisa tra l'essere l'Haruka forte di sempre o per una volta, almeno uno, cedere alla propria sensibilità e chiedere un aiuto concreto all'altro.
-Non ho risposto.-
Poteva sembrare quasi uno scherzo quella frase e invece era la verità.Aveva lasciato ancora Nagisa in sospeso, forse sperando che prima o poi l'amico cambiasse idea o che più semplicemente, fosse lui stesso a mettere le cose in chiaro.
Nagisa gli piaceva, di questo ne era certo, ma qualcosa lo bloccava e ora come ora si rendeva conto di che cosa si trattava. Non era sicuro di potersi comportare nel modo più corretto nei suoi confronti, non sarebbe mai stato la persona affettuosa che Nagisa magari immaginava da tempo, proprio per questo ora si ritrovava a limitare i propri sentimenti, ripetendosi che l'amico doveva essersi di certo sbagliato.
-E tu credi che...- -Sì, forse è per questo che ci sta...mi sta evitando.-
Si corresse in tempo, anche se era chiaro che questo ripercuotesse in realtà sull'interno club.Era per questo che Haruka aveva deciso di parlarne perchè una volta per tutte voleva mettere la situazione in chiaro anche con gli altri.
-Haru,devi parlargli.-
Quelle parole giunsero come un lampo a ciel sereno e Makoto lo fece sembrare quasi un gesto da poco.Era tutto più facile per lui, data la sua indole, non si sarebbe mai fatto problemi a parlare dei propri sentimenti apertamente, mentre per Haruka la questione era del tutto diversa. Lui non riusciva ad essere così spontaneo,così poco distaccato.
Faceva parte del suo carattere e non aveva intenzione di cambiare, neanche se si trattava di rendere felice un amico. Avrebbe mentito, in questo modo e non era nelle sue intenzioni ferire di nuovo Nagisa, nascondendo ciò che era il suo vero essere.
-Non so cosa posso dirgli,Makoto.Cosa si aspetta da me e cosa cambierà tra di noi.-
Si stava già maledicendo per essersi liberato di quel peso, ma Makoto non lo giudicò neppure una volta,anzi, nel sentire quelle parole, si rese conto di star vedendo, dopo tanti anni, un lato di Haruka che non aveva mai potuto osservare.
L'amico aveva paura ed era comprensibile perchè Nagisa non era un ragazzo qualsiasi, era un amico di infanzia di entrambi, non che membro della squadra. Erano tutti dettagli piccoli, ma fondamentali, ma non per questo Makoto avrebbe cambiato idea su ciò che aveva detto in precedenza.
-Lo so che è complicato e immagino quanto le conseguenze ti stiano intimorendo,Haru. Però, sono certo che tu sai cosa provi nei confronti di Nagisa.- Accennò un sorriso perchè, pur trovandola una notizia a sorpresa, sarebbe stato felice nel vedere due dei suoi migliori amici essere così tanto vicini uno con l'altro.-E so quanto tieni alla sua amicizia, proprio per questo devi discuterne con lui,a prescindere se per te sia solo un amico o qualcosa di più.-
A parlarne, era lo stesso Makoto a sentirsi in imbarazzo.Non perchè il potenziale amore tra due ragazzi fosse per lui strano, ma semplicemente perchè immaginarsi Haruka e Nagisa assieme, un assieme che non comportava essere semplice amici, lo faceva avvampare in un modo incontrollabile, quasi del tutto convinto che la situazione si sarebbe sviluppata al meglio.


Il silenzio ricadde tra di loro fino a quando non raggiunsero la soglia di entrate di casa Nanase. In quel giorno, Haruka trovò il tragitto decisamente più lungo del solito, ma una parte di lui si sentiva sollevata al pensiero che Makoto avesse cercato in tutti i modi di dargli dei consigli.Mancava solamente la parte di più difficile, ovvero parlarne direttamente con Nagisa, ma questa volta avrebbe pensato il meno possibile a cosa dirgli, affidandosi solamente al proprio istinto.
Doveva trattarsi di come quando si trovava in acqua, sentendosi libero di nuotare come preferiva e quando voleva.Lo stesso poteva essere applicato a quella situazione e avrebbe finalmente parlato a Nagisa una volta ritornato a scuola, di questo poteva esserne certo.


-Allora, che cosa hai deciso di fare?-
Le chiavi girarono lentamente nella serratura, coprendo rumorosamente il suono della voce di Makoto. Si era dimenticato che l'amico fosse ancora lì,aspettando ancora una risposta per rendersi conto di aver fatto il massimo che potesse per lui. In effetti, parlarne con l'amico era servito, anche se non si sarebbe mai scordato della faccia stupita che aveva fatto non appena glielo aveva raccontato.
Sospirò lentamente e aprì la porta, trovando con lo sguardo un punto di fuga delle conversazione, come se le mura della propria casa avrebbero potuto finalmente proteggerlo da quelle domande poco a poco sempre più invasive.
-Domani mattina gli parlerò e gli spiegherò quello che provo nei suoi confronti.-
Una parte di Makoto era curioso di scoprire cosa stesse frullando nella testa di Haruka, quali fossero i suoi sentimenti e quali sarebbero state l'esatte parole con cui le avrebbe espresse il giorno seguente.
Nonostante questo, decise che per quel giorno era inutile spingersi oltre, non volendo parere, oltre che stupito, anche decisamente interessato alla questione.
Così,senza aggiungere altra parole, fece un sorriso di approvazione e si allontanò, lasciando finalmente Haruka da solo nella sua casa.


--


Erano passate già un paio di ore da quanto aveva cenato, ma il pensiero della conversazione con Makoto non si era mai allontanato dalla sua testa. Era in momenti come quelli che odiava ritrovarsi chiuso in camera sua, da solo. Voleva trovare una qualsiasi distrazione che potesse farlo stare meglio, dimenticandosi per poco tutte quelle preoccupazioni che per intere settimane l'avevano afflitto.
Distolse lo sguardo dalla sua scrivania, appoggiando la matita con cui aveva disegnato fino a quel momento e puntò gli occhi verso la sua finestra, vedendo come ormai il cielo si fosse completamente imbrunito.
Si voltò di nuovo e questa volta osservò l'orologio sulla parete opposta della camera. Segnava le ventidue precise.
-Non è mai troppo tardi.-
Pensò, ormai del tutto intenzionato a cambiarsi ed indossare una tuta per correre un po'. Sapeva che era l'unico modo per rilassare la mente, immergendosi nelle piccole vie di Iwatobi. Era proprio a quell'ora che, durante notte inoltrata, riusciva a trovare la pace assoluta.


Così,senza aspettare altro, si diresse verso il proprio armadio e cominciò a frugare in mezzo alla montagna di vestiti che aveva, completamente incurante se gli abiti che stava per indossare non fossero di colori abbinabili.
Non aveva mai dato importanza a quel genere di cose e di certo non l'avrebbe fatto in quel momento. Infondo doveva trattarsi di una semplice corsa, anche se non aveva idea di quanto sarebbe stato fuori.
Quello era il vantaggio di avere i genitori perennemente lontano da casa, anche se alle volte vivere in una casa vuota e silenziosa lo angosciava un po'; sopratutto al ritorno da scuola, sapendo che tutti i suoi amici avevano l'opportunità di entrare esclamando un -Sono a casa-, mentre lui poteva accontentarsi solamente di un cucina tutta per lui e i suoi amati sgombri.
In ogni modo, cercò di non perdersi di nuovo in quei pensieri inutili e non appena indossò una maglia, chiuse le ante dell'armadio e spense la luce della sua camera, dirigendosi a passo lento verso la porta di casa.


Non appena l'aprì,diamine, era certo che il sonno l'avesse colpito all'improvviso, causandogli un illusione così dannatamente reale.
Un brivido gli percorse tutta la spina dorsale e i suoi occhi azzurri erano allineati perfettamente, anche se la pacatezza del suo sguardo venne tradita dal lieve tremolio della mano che stringeva la maniglia.


Nagisa era davanti a lui. Davanti alla soglia di casa sua.


Senza neppure accorgersene, si ritrovò ad abbassare immediatamente lo sguardo, evitando di perdersi come molte altre volte in quello dell'altro.Gli era bastato poco per capire che qualcosa che non andava, forse perchè non aveva mai visto quelle iridi rosate essere così lucide, il suo viso così pallido e i capelli più spettinati del solito.
Tra le mani, come per confermare l'ipotesi di Haruka, Nagisa teneva un fazzoletto del tutto distrutto e mosse appena le labbra, come se stesse per dire qualcosa, ma temeva che l'altro l'avrebbe cacciato con facilità.
In quel momento, infatti, nessuno dei sembrava riuscire a biascicare anche una semplice sciocchezza. Entrambi spaventati dallo scoprire che cosa passasse nelle proprie menti e Haruka, più dell'altro, si sentiva ora dannatamente in colpa nel vederlo in quello stato.
Diamine,sì, era certo che fosse tutto a causa sua e ora l'affrontarlo direttamente gli faceva sentire le ginocchia deboli, dandogli l'impressione di poter cadere davanti a lui di lì a poco.


In ogni modo, fu proprio il moro a svegliarsi per primo da quel torpore, spostandosi di lato così da poter fare entrare Nagisa.
Nonostante non avesse idea del perchè fosse lì, aveva già deciso di non lasciarlo troppo a lungo davanti alla porta. Era sicuro di non volersi comportare di nuovo come un idiota e forse era giusto così, era inutile rimandare al giorno successivo quello che, il destino, molto probabilmente, voleva far accadere quella sera.




Angolo dell'Autrice
Incredibile, non ho mai aggiornato qualcosa in così poco tempo. Devo ammetterlo, sono convinta di essermi lasciata indietro non pochi errori in questo capitolo e inizialmente il "taglio" della storia non era stato calcolato così. Alle fine ho deciso di lasciare una fine-capitolo un po' in sospeso, anche se in realtà la fanfic va a paripasso con un paio di eventi importanti della serie.
Che dire, in questo ho cercato di dare più importanza ad Haruka e il supporto che Makoto ha cercato di dargli.Credo che la loro amicizia sia piuttosto strana, ma i due sono due personaggi ben caratterizzati nell'anime/novel e spero di averli resi al meglio!
Makoto forse è un po' troppo svampito, ma lo preferisco così, forse perchè mi ha sempre dato l'idea di essere il ragazzo più ingenuo del gruppo.
Detto questo, a quanto pare la serie avrà non più 3 capitoli, ma forse 4. >w< Cercherò di aggiornare al più presto!

Fatemi sapere cosa ne pensate, critiche ben accette e grazie a Nico_Ackerman per la recensione!

 
  
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