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Autore: Ehybastaldo_    20/05/2015    3 recensioni
Mi affrettai a seguirla, sfoggiando un sorriso quando mi ritrovai al suo fianco.
"Ti ricordi quando, all'inizio, pensavo ti chiamassi Sky?"
Scarlett continuò per la sua strada, senza degnarmi di uno sguardo, sostenendomi; ma notai la smorfia che assunse la sua faccia. Così mi precipitai ad aggiungere "Ti giuro! Ero serio!" ridacchiando, ma da solo.
Evidentemente era cambiato anche il suo sarcasmo.
Quando ormai eravamo al principio delle scale che ci avrebbero portati al piano inferiore, finalmente si girò verso me, parlandomi.
"Ti ricordi quando ti ho detto di andare a fanculo?"
Aggrottai la fronte, appoggiando la mano sullo scorrimano della scala, arrestandomi immediatamente.
Prima le donne; in questo ero ben conosciuto.
"Ti giuro! Ero seria!"
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"Senti Harry. -Scar si voltò nella mia direzione, forse più nera in volto di me- Nemmeno a me piace questa situazione di tenere i figli di Mad e Liam per qualche giorno; ma vedi di collaborare o ti farò vedere io le stelle nel mio metodo personale." mi intimò puntandomi un dito dritto al petto.
Rimasi per qualche secondo senza fiato e senza parole, al dire il vero. Dovevamo tenere chi?
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO



#SCARLETT
 
 
Presi uno dei tanti cuscini posti sul letto matrimoniale, alzai il vestitino giallo canarino che avevo deciso di indossare quella mattina e lo infilai sotto, fino a far formare un rigonfio al livello del mio stomaco. Lo massaggiai, lo arrotondai e lo sistemai bene, mentre a lunghi passi raggiungevo lo specchio ad altezza persona attaccato alla parete della camera.
Sarebbe stato così? Portare un bambino in grembo per nove mesi mi avrebbe fatto sorridere come una stupida proprio come stavo facendo in quel momento?
Con la mia mente avevo sempre pensato che anche prendere solo un chilo sarebbe stato un trauma per me. Ma invece non era così! Forse diventare mamma sarebbe stato l’unico motivo per cui non mi sarei mai lamentata di aver preso qualche chilo di più del mio solito.
“Scar?” sobbalzai spaventata, dando un pugno al cuscino posto sul mio stomaco e facendolo uscire da sotto il vestitino. Lo raccolsi velocemente e lo lanciai sul letto, spingendo accidentalmente gli altri e facendone cadere qualcuno sul pavimento. Sbuffai affranta.
“Mad! Mi è preso un colpo!” misi una mano sul fianco e fulminai la mia migliore amica, che intanto si era accomodata sul mio letto come se niente fosse, guardando prima il disastro che avevo appena fatto e poi spostando nuovamente lo sguardo su me. Mi stava studiando, la conoscevo abbastanza per dire con sicurezza che stava cercando di capire cosa stavo facendo in camera mia con un cuscino ficcato sotto il vestito.
Camera mia… Praticamente era la sua, visto che ci trovavamo nella sua casa a Miami per un matrimonio. Sembrava che quella casa chiamasse chiunque per festeggiarci un matrimonio!
“Che stavi facendo con quel cuscino?” vidi nel suo sguardo divertito la nota ironica di rimprovero. Non era arrabbiata nel vedermi fantasticare una possibile gravidanza, un figlio tra me ed Harry. Ad essere onesti, ultimamente era proprio lui che faceva strane battutine sui nomi dei nostri possibili figli, del fatto che preferisse una femmina al maschietto solo perché, conoscendosi, insisteva sul fatto che l’avrebbe viziata e coccolata come una vera principessa. Ed ero sicura di aver colto i suoi possibili segnali che avrebbe voluto davvero un figlio, nonostante stessimo solo da un anno insieme come coppia effettiva.
O magari ero io quella a farsi le paranoie, pensando di comprendere Harry anche solo dai gesti che mi regalava o dalle parole che diceva. Magari ero proprio io quella che nell’inconscio sentiva il bisogno di un nuovo grande passo, di un traguardo da tagliare insieme ad Harry e se di matrimonio non se ne parlava mai, il discorso sui bambini era sempre più frequente negli ultimi tempi, soprattutto da quando Mad, Liam e i suoi figli erano tornati a Miami e noi eravamo rimasti in Inghilterra, lontano comunque da tutti gli altri.
Che mi amava, non avevo dubbi ormai: dopo che mi aveva fatto salire sul palco durante l’ultima tappa del Where we are, il loro ultimo tour mondiale, e che mi aveva presentato come la sua ragazza alle loro fans, non potevo ancora dubitare di quanto pazzo fosse nei miei confronti.
E io lo ricambiavo, ogni giorno lo amavo di più. Dopo che mi aveva dovuto sopportare per le settimane nel quale la mia caviglia era slogata e che io quindi non potevo essere autosufficiente, ci eravamo avvicinati molto e quei piccoli gesti che mi regalava ogni giorno, mi avevano aperto gli occhi su di noi: il destino ci voleva insieme e lo avevo capito finalmente, proprio ora che non sapevo come cominciare un discorso stupido con la mia migliore amica.
“Ho un ritardo.” la raggiunsi al letto, mi accomodai al suo fianco e appoggiai la testa sulla sua spalla. Entrambe guardavamo un punto indefinito della stanza proprio davanti a noi, in silenzio.
Mad alzò il braccio e osservò attentamente il suo orologio.
“Mh… No. Il matrimonio inizia tra tre ore esatte; sei ancora in tempo per l’acconciatura, un po’ di trucco e infine indossare quel bellissimo vestitino che abbiamo preso l’altro giorno insieme.” Fantasticò sorridendo, ricordandomi perfettamente una settimana prima quando Harry e Liam si erano offerti di accompagnarci per trovare il vestito adatto per il matrimonio del loro amico, nonché collega di band, e che se ne erano pentiti al primo negozio, quando continuavamo ad entrare ed uscire dai camerini con dei vestiti, l’uno diverso dall’altro, con un cipiglio stampato sul volto e non saper decidere quale dei tanti fosse il più bello.
Alla fine avevo preso quello rosso, lungo fino alle caviglie. Avevo visto gli occhi verdi di Harry accendersi di una strana luce e avevo capito che, come me, anche lui si era innamorato del raso che copriva le mie lunghe e magre gambe.
Alzai lo sguardo leggermente, cercando di decifrare quello rilassato della mia migliore amica. Non stava scherzando, era fin troppo seria con quell’aria tranquilla.
“No, Mad… Non hai capito.” mi drizzai con la schiena e la guardai dritta negli occhi. Prima o poi l’avrei dovuto dire a qualcuno, e chi meglio se non la mia migliore amica? Ah, già… Magari Harry.
Mad si accigliò confusa.
“Il ciclo… Non arriva, ecco.” spiegai a parole mie. Volevo sotterrarmi, ma da sola non riuscivo più a gestire la cosa.
“Sei incinta?” mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.
La guardai e scrollai le spalle, incapace di rispondere con sicurezza.
“Ho un ritardo di due settimane, cosa alquanto strana visto che è sempre stato puntuale, ma non so se sono incinta o meno.” spiegai.
Incrociai le gambe davanti a me e sentii il letto molleggiare. Mad si inginocchiò di fronte a me, appoggiando le sue mani sulle mie ginocchia.
“Il test di gravidanza.” deglutii rumorosamente alle sue parole ferme, “Andiamo a comprare un test di gravidanza e togliamoci il pensiero.” si alzò con un balzo, tirandomi poi con una mano fino a farmi alzare dal letto.
“L’ho comprato proprio ieri, ce l’ho in borsa.” l’avvisai un po’ timorosa.
Mi rivolse un sorriso sincero e mi guidò verso la mia borsa adagiata al lato del comodino.
“E cosa aspetti? Vediamo se avremo un piccolo Styles in arrivo.” sghignazzò, ironizzando il mio dilemma.
Non che non volessi un figlio, ma ero pronta ad averne uno?
Quando pensai a Mad e due bambini in età adolescenziale, tutto quello che mi aveva provocato strani silenzi e pensieri poco nitidi scomparirono dal mio cervello. Certo che lo ero ed ero anche sicura che nemmeno Harry si sarebbe tirato indietro in questa nuova esperienza.
Dovevamo aspettare solo l’esito.
 
 
#HARRY
 
I matrimoni. Stavo cominciando ad odiarli. Tutti uguali, tutti pieni di cibo e di gente, ma soprattutto tutti a casa di Liam.
Il mio matrimonio, invece, sarebbe stato diverso: a parte che la location che Scar sognava da ragazzina era la spiaggia, dato che il freddo tempo dell’Inghilterra l’aveva stufata, e aveva pure ragione! Avremmo ricoperto la sabbia che avrebbe percorso attaccata al braccio del padre con dei petali bianchi, come il suo vestito, lungo fino le caviglie e stretto il giusto per metterle in risalto le forme; davanti a lei i figli di Mad avrebbero portato il cuscino degli anelli, mentre dopo di lei la migliore amica e magari mia sorella le tenevano sistemato il velo, con addosso un vestito color rosa antico, come il bouquet di fiori che le avrei preparato per il grande giorno, regalandoglielo non appena suo padre me l’avrebbe ceduta. Ci saremmo scambiati un sorriso e poi il prete avrebbe cominciato la messa. In seguito ci saremmo spostati in un tendone decorato per l’occasione con tantissimo verde e qualche fiore sparso qua e là sui tavoli. Un menù che non finiva mai.
Avremmo ballato, avremmo riso e ci saremmo fatti tante foto, ricordando il più bel giorno della nostra vita. Avremmo salutato e ringraziato i nostri amici, saremmo saliti sulla mia moto e avrei parcheggiato davanti la nostra nuova villetta di due piani, come piacciono a lei. Piccola, ma con dentro tutto, perfino con un bagno in camera. Le avrei preso la mano e l’avrei accompagnata fino davanti la porta dove, con poca forza, avrei passato un braccio sotto le sue gambe e dietro la sua schiena e l’avrei fatta ridacchiare. In seguito l’avrei sentita ridere di cuore, quando non sarei riuscito a centrare a primo colpo la serratura della porta e poi avrei varcato l’ingresso con lei ancora tra le braccia, innamorandomi sempre di più della sua risata.
Ma questo matrimonio sarebbe rimasto nei miei sogni, come il pensiero di chiederglielo e magari cambiare ancora una volta le nostre vite. Rincontrarla dopo tanti anni mi aveva smosso qualcosa nello stomaco, volevo che il nostro momento sarebbe stato altrettanto fantastico da farle esplodere ancora una volta le farfalle.
“Meglio bere, va.” sussurrai a me stesso, portandomi il bicchiere di champagne alla bocca e sorseggiandone una buona parte in un solo sorso.
Il sole brillava nel cielo e le temperature erano davvero afose. Stupido smoking! Al mio matrimonio non pretenderò vestiti eleganti o tacchi scomodi, solo abiti comodi e sorrisi stampati sui volti!
“Harry! Harry! Harry! Devo assolutamente parlarti!” mi voltai confuso e un Niall completamente rosso in volto stava correndo nella mia direzione. A pochi passi da me, allentò un po’ la cravatta e si piegò sulle ginocchia, riprendendo un po’ di respiro.
Cosa c’era così di importante da dire?
“Ehy amico, tutto ok?” chiesi confuso. Poggiai il bicchiere ormai vuoto su un tavolino e aspettai che Niall si riprendesse.
“Io sì.” faticò a dire, poi si schiarì la gola e si mise dritto con la schiena. “Ma Scarlett no.” concluse.
Il mio cuore perse un battito e poi cominciò a galoppare all’improvviso, senza un motivo. Cosa le era successo? Dov’era? Dovevo trovarla immediatamente.
Sorpassai Niall senza chiedergli nulla, ma prontamente mi bloccò per un braccio.
“Aspetta… Cioè, non è nulla di grave, solo che è incinta.” tossì, ancora alla ricerca di un po’ di fiato.
Scarlet… incinta? I miei occhi si dilatarono un po’ e strane immagini di me con un bambino appena nato tra le mie braccia si fecero spazio nella mia testa. Poi seguirono una bella bimba con i capelli mossi e lunghi su una bicicletta rosa davanti la villetta dei miei sogni, una bimba che ballava su un palcoscenico e al mio fianco Scarlett con un fazzoletto tra le mani e qualche lacrima sul viso. Poi una ragazza più grande, un cellulare e tanti messaggi che la facevano sorridere. Un ragazzo sul ciglio della porta che teneva tra le mani un mazzo di fiori e io che mi giravo verso la scala, dove mia figlia era intenta a scendere piano per non cadere dai suoi nuovi tacchi, comprati con i soldi regalati dai nonni. E aveva la stesso bellissimo sorriso della madre.
“Dov’è?” dissi solamente.
“L’ho vista in cucina, mi pare fosse sola.” Suggerì Niall, posandomi poi una mano sulla spalla. “Comunque non dirle che sono stato io, ho sentito Mad dirlo a Liam poco fa.”
Annuii senza pensarci, lo ringraziai e corsi dentro, alla ricerca della mia ragazza.
La trovai in cucina, appoggiata alla penisola, chiusa nel suo bellissimo vestito rosso lungo ma con lo sguardo perso nel vuoto. Presi un profondo respiro ed entrai, chiudendo la porta alle mie spalle. La stanza era fortunatamente vuota.
“Sposami.” dissi solamente, strappandola da chissà quali pensieri. Ultimamente ci avevo giocato molto su questo argomento, ma mi piaceva solamente fantasticare sui nomi dei nostri possibili figli, non pensavo ci fossimo così vicini. E se già lo sapeva da un bel po’? Perché non me l’aveva detto prima, aveva paura che la lasciassi?
“Co… cosa?” disse confusa dalla mia improvvisa interruzione.
Mi misi di fronte a lei, passandole le mie mani sotto il mento e guardandola dritta negli occhi.
“Sposami Scarlett, voglio vivere il resto dei miei giorni con te.”
Forse non era il modo e il momento giusto, ma lo doveva sapere: volevo passare il resto della mia vita con lei e il nostro bambino. E se fosse stata una bimba, ancora meglio: avrei amato comprare i vestitini rosa per lei, litigare per scherzo con Scar per non metterle sempre le gonneline perché loro due erano solo mie. Le mie donne.
“Mad…” sussurrò Scarlett, pensando che la sua migliore amica avesse spifferato tutto a tutti.
“Non è stata lei, te lo giuro. Niall l’ha sentita mentre lo confidava a Liam. Ma è suo marito, non dargliene una colpa, anche io ho il vizio di dirti tutto, anche i segreti che magari prometto di non dire a nessuno.” dissi e lei si rilassò un attimo. La notai prendere un sorso d’acqua dal bicchiere che teneva tra le mani e poi si appoggiò alla cucina, facendomi preoccupare.
“Stai bene?” le accarezzai un braccio e la guardai, bellissima com’era stata truccata, ma soprattutto come quel vestito la fasciava bene. Quell’incidente della caviglia non le doveva succedere, sarebbe stata comunque la modella migliore di sempre, per me.
Scarlett alzò i suoi occhi verso i miei, sorridendo a malapena.
“Mi hai chiesto di sposarti solo perché sono incinta.” disse e forse in parte era vero, ma non del tutto.
Afferrai una sedia e mi accomodai proprio di fronte a lei. Strinsi le sue mani nelle mie e la guardai dritta negli occhi.
“Ti sbagli. Io con te sto benissimo, anche di più. E’ che forse mi sono anche fissato con te, fissato che voglio te e nessun’altra. Fissato al tal punto che anche se quell’altra è bellissima, gentile e simpatica, non sarà mai te.” la vidi trattenere per un momento il fiato, poi si rilassò.
“Harry… Io non sono incinta, è stato solo un falso allarme.” parlò finalmente dopo una manciata di secondi.
“Davvero?” chiesi con un tono misto tra lo stupito e il deluso. Io lo volevo un figlio e adesso lo stavo capendo per davvero.
Scarlett annuì e poi si sporse in avanti, abbracciandomi.
“Però ti amo, ti amo così tanto per tutto quello che hai appena detto, ma soprattutto per quello che hai sempre fatto per me, anche se a volte mi fai arrabbiare.” I  nostri visi erano vicinissimi e ne approfittai per strofinare il mio naso al suo, facendole il solletico e di conseguenza facendola sorridere.
“Quindi ancora non avremo un piccola superstar per casa?” chiesi sorridente, mentre giocherellando le baciai l’angolo della bocca.
Lei scosse velocemente la testa e disse “Me ne basta una, per il momento.”
Le riempii il viso di baci e quando la sua risata invase completamente la cucina, la avvicinai di più a me.
“Allora dobbiamo provvedere.” e con quelle parole la tirai su dalla sedia, guidandola al piano superiore, nella camera in cui dormivano per quei giorni.
“Harry, il matrimonio!” mi rimproverò tra le risa, ma comunque chiudendo la porta dietro di noi.
“Provvederemo pure a quello.” e la baciai intensamente. Ed era uno di quei baci che si interrompevano solo per sorridersi.

 
 
  


HELLO
Oddio, l'altro ieri sono rientrata in questo profilo dopo
secoli e ho notato che non aggiornavo da UN ANNO!
Mi dispiace tantissimo, ma mi sono rimboccata le maniche
e mi sono data da fare, scrivendo l'epilogo e ricordando 
quanto fosse bello scrivere. E infatti ho già altre due storie
pronte per essere pubblicate, da un momento all'altro.
VI RINGRAZIO, chiunque l'abbia letta, chiunque ancora sperava
in un finale. E vi ringrazio se ancora la state leggendo,
siete sempre stati la mia seconda famiglia e dopo questo
disagio, giuro che tornerò a scrivere normalmente, GRAZIE ANCORA 



Sofia.
   
 
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