Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    20/05/2015    9 recensioni
Scene correlate alla fanfic 'Oltre le stelle', un mio sequel della quinta serie.
1 - Una gita al mare - Le amiche di Usagi riusciranno a non far capire quello che sanno a Mamoru?
2 - Una cena in famiglia - prima cena a casa Tsukino con Mamoru e il padre di Usagi entrambi presenti. Finirà bene?
3 - Scoprire il potere - Usagi continua ad allenarsi con lo scopo di usare il proprio potere senza il cristallo d'argento
4 - Antichi litigi - Sono passati tre anni, ma Usagi ha ricordato ed è decisa a far pentire Mamoru degli insulti che le ha lanciato in passato.
5 - Troppi studio - Usagi si sta impegnando da morire per essere ammessa all'università e studia tutti i giorni con Mamoru. Lo stress si fa sentire...
6 - Sciolti - Mamoru non ha mai visto i capelli di Usagi sciolti dalle code.
7 - Temporale - Usagi e la sua inquietudine per le tempeste.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oltre le stelle - scene 7

Episodio 7 - Temporale

Stava per diluviare.

Il vento spazzava l’aria a ondate, facendo tremare la finestra. Lo scroscio di una pioggia lontana si avvicinava, incombeva e ancora non cadeva.

Stava per colpirli l’inferno della natura, e loro erano chiusi in una stanza ad aspettare che li risparmiasse.

La finestra era aperta, l’anta tirata in avanti sul bordo superiore, per lasciar correre un soffio d’aria durante la notte calda.

Non stava arrivando un tifone, ma quel temporale produceva suoni di terrore - uno spavento melodico, ritmico, persistente, che teneva ad annunciarsi.

Nel letto, Usagi non si mosse.

Era solo pioggia, si disse. Solo elettricità generata da nuvole cariche. Ma le faceva paura.

Sembrerà così la fine.

Non sapeva da quale parte della sua coscienza venisse quell'idea. Credeva nel bene, nella gioia, nella speranza che ogni persona creava per sé, ma percepiva con tutta se stessa che esisteva qualcosa di diverso e maligno, inevitabile, a cui non voleva avvicinarsi. Forse un giorno avrebbe conosciuto tali orrori.

Per questo mi fanno paura i temporali.

Aveva timore dei suoi stessi incubi, anche se a diciotto anni compiuti non era più una bambina.

Si strinse nelle braccia all’arrivo del primo lampo, una luce nell’oscurità del mattino plumbeo.

Dietro di lei, Mamoru mosse un braccio contro il suo stomaco.

Il tuono fece tremare il cielo sopra le loro teste.

«Usa?»

Fu un sollievo sentirlo parlare. «… ciao.»

Sveglio, lui ascoltò il rumore della tempesta. «… piove. Vuoi che chiuda la finestra?»

Sì. No.

Mamoru teneva la mano sul suo fianco, le dita vigili. «Sei rigida.»

«Sono suoni spaventosi.»

Lui si mise a sedere. «Basta chiudere.»

Lei afferrò una manica della sua maglietta. «Aspetta.»

Vide nel volto di lui il riflesso di un nuovo lampo.

Si aggrappò al suo pigiama, in attesa del rimbombo. Mamoru tornò a sdraiarsi accanto a lei mentre colpiva.

«Vuoi avere paura, Usako?»

Si concentrò sulla voce calda di lui, morbida. «No. Voglio sentirlo passare.»

Mamoru guardò il cielo. «Da quanto è cominciata?»

«Non lo so. Mi ha svegliato il vento.»

Gli occhi di lui erano paziente. «Potrebbe passare un’ora.»

Ne era consapevole, ma… «Per favore. Puoi… aspettare con me?»

Mamoru la guardò. La studiò. «Che cos’hai?»

Lei scosse la testa. «Voglio sentirlo andare via.» Non aveva senso, ma lo desiderava.

In silenzio, lui contemplò i rumori della pioggia che iniziava a cadere, un acquazzone violento, furioso.

«È la città che si fa il bagno.»

«Cosa?» Sorrise.

«Ha fatto un gran caldo. Tokyo si scioglieva al sole ma era testarda, non ne voleva sapere dell’acqua. Perciò eccola, tutta insieme in una volta.»

Usagi ebbe in testa l’immagine di una matrona in kimono che, sotto il getto della doccia, metteva il broncio e si agitava.

Rise.

Mamoru era contento. La abbracciò, premendo le labbra contro la sua fronte.

Lei fu scossa da un brivido quando sentì l’eco di un nuovo tuono, ma non ci badò. Era al sicuro, a posto. Le dita di Mamoru le sfioravano la base della nuca, creando piccoli tremolii di piacere.

Come una gatta, arricciò le dita dei piedi.

«Non sforzarti di affrontare tutto, Usagi. A volte puoi distrarti.»

Lei provò a pensare. «Questa è un'inquietudine che mi porto dentro da tanto.»

«Forse fa parte di te.»

Non voleva pensarlo, anche se lui non lo aveva inteso in maniera negativa.

Mamoru cercò di farsi guardare. «Va bene anche se non diventi matura in tutto.»

Il vento fuori dalla stanza creò un soffio rabbioso e Usagi inspirò col naso, per inebriarsi dell'odore di lui e dimenticare.

Lo stava facendo di nuovo. Stava scappando.

«Vuoi che non cresca troppo, Mamo-chan?» Era una cosa tenera. «Così puoi ancora consolarmi.»

«No. Non mi piace che tu ti senta in colpa se non riesci a superare proprio tutte le paure che hai. Piano piano, Usa. C'è tempo.»

Sì, forse aveva ragione lui.

In un moto di coraggio, si voltò verso la finestra. «Voglio vedere il cielo azzurro che torna.»

Per un po', Mamoru fece silenzio. «Sai, in realtà non se n'è mai andato.»

«Hm?»

«Il cielo chiaro è sopra di noi, oltre le nuvole. Su un aereo, vedresti il sole che brilla e sotto di te una distesa grigio-bianca che si estende per chilometri. Ne vedresti anche la fine. È tutto... relativo, solo una questione di dove ci si trova quando uno guarda. Anche questo temporale è bagnato dal sole sulla schiena. Solo che noi siamo troppo in basso per vederlo.»

Lui era così logico.

«Perché ridi?»

«Mi piacerebbe avere la tua mente.» Non sempre, ma a volte sì. Mamoru non aveva mai paura di nulla.

«Io non ti vorrei tanto razionale. Tu hai paura perché sei capace di sognare. I sogni a volte sono incubi. Ma con l'immaginazione tu vai in posti dove io non posso arrivare.»

Non era vero. «Mi hai raccontato di bellissimi sogni, Mamo-chan. Questa notte ne hai fatto qualcuno?»

«Non ricordo. Quando dormi da me, sogno poco.»

Ehi. Era una frecciata? «Mi dispiace.»

Lui udì il suo tono piccato. «Guarda che il motivo è semplice. I miei sogni sono già reali quando sei qui, perciò...»

Oh. Quella era una cosa così dolce... Una folata di vento freddo la colpì alla schiena e lei si rifiutò di darla vinta al temporale. Tirandosi su, si alzò. «Andiamo a fare colazione.» Era una bella domenica mattina. Non si sarebbe abbandonata alla tristezza solo perché fuori il tempo era terribile.

Guardò Mamoru, sorrise. «Anche tu sei il mio sogno, Mamo-chan.» Si avvicinò alla finestra, la chiuse.

Spostò la tenda, per non guardare più oltre il vetro. 

«Cominciamo la nostra giornata insieme, su! Ho tanta fame.»

Si diresse in cucina, felice.

Episodio 7 - Temporale - FINE

 


NdA: Ogni tanto l'ispirazione giunge così, da un temporale pomeridiano. 

Avevo le sensazioni di Usagi. Le ho esplorate, mi ci sono immersa. Ammetto che avevo una sorta di fascinazione per ciò che provavo, perché il brutto tempo è in grado di creare una colonna sonora davvero inquietante.

Volevo rendere la sensazione in una storia e così è nata questa mini-one-shot, quasi una flash-fic :)

Grazie di aver letto!

ellephedre

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre