[9]
Persefone
Il suo
rientro negli Inferi fu paragonabile
alla resa di Troia: dilaniata dall’interno dalle forze
nemiche, alla città
stanca e provata – come pure alla giovane dea – non
era rimasto che capitolare.
Se avesse trovato il vigore sufficiente per farlo, Persefone si sarebbe
inchinata dinnanzi all’astuto ingegno di colui che, sottovoce
e alle sue
spalle, tutti avevano iniziato a definire suo
sposo.
Non solo
l’aveva rapita, non solo l’aveva
privata della sua gioventù e della sua spensieratezza e
della sua libertà – no,
non pago, il dio dell’Oltretomba aveva ben pensato di
costringerla a
trascorrere metà anno nella sua dimora, nei suoi cupi e
aridi domini sotterranei,
laddove le uniche luci che rischiaravano le fredde rocce erano le
fiamme che
bruciavano le anime dannate.
La
fanciulla attraversò lentamente le lunghe e infinite
gallerie che collegavano gli Inferi al mondo di superficie, alla bella
e
splendente e fiorita terra degli uomini, che lasciava calda e
accogliente come
il ventre di una madre in favore di un antro gelido e arido come solo
una tomba
poteva essere.
Hermes,
davanti a lei, si voltava di tanto in
tanto per accertarsi di essere seguito – la sua espressione
era un misto di
pena e compassione e tristezza, ma lei non sapeva che farsene della
pietà
altrui.
Le sue
orecchie erano ancora colme delle grida
di sua madre, gli occhi fermi sull’immagine della potente e
fiera Demetra
piegata in due dal dolore, stretta tra le braccia di Atena che, con una
presa
ferrea e salda, le aveva impedito di correre dietro alla figlia, di
aggrapparsi
alle sue vesti, strappandole persino se ciò fosse servito a
commuovere Zeus e
fargli rimangiare la parola data al fratello.
La mia
bambina, la mia bambina! Maledetti, lasciatela a me, vi scongiuro! Vi
supplico!
Quando
la dea si era infine accorta che le sue preghiere
non avrebbero smosso la pietà di nessuno dei presenti,
allora era passata alle
minacce; l’ultima cosa che Persefone aveva udito proferire
dalla madre prima di
essere condotta via fu una terribile maledizione, il cui eco ancora la
faceva
tremare.
La terra
conoscerà l’aridità del mio animo ogni
giorno che io trascorrerò senza mia
figlia!
Drabble:
357 parole.