Era un tardo pomeriggio di un qualsiasi mercoledì, e Jehan si stava incamminando al Musain, per la riunione settimanale.
Il sole, ormai basso rilasciava un dolce tepore, e le strade ancora gremite di persone davano un senso di appartenenza al poeta.
Tutti quei volti sconosciuti, con espressioni spensierate e serene.
Una voce si levò in mezzo alle altre: Courfeyrac.
-Jehan!- lo chiamò.
Il poeta rallentò il passo, fino poi a fermarsi, per attendere l’arrivo del centro.
-Ehi, amico! Stai andando al Musain, immagino. Facciamo la strada insieme?-chiese, con il suo solito radioso sorriso.
-Certo!- esclamò felice il poeta. Erano rari i momenti in cui lui e il centro passavano del tempo insieme, e averlo accanto non era certo un problema (anzi…).
Dopo qualche minuto di silenzio Courf cominciò a parlare:-Sai, domenica scorsa ho incontrato Pierre e gli altri…- e continuò a parlare, senza che il poeta lo ascoltasse veramente, limitandosi solo ad annuire ogni tanto.
Ormai abituatosi al flusso di parole del centro, il rosso, non sentendolo più parlare, si fermò.
-Merda…- sentì sussurrare dal centro.
-Jehan, caro amico mio…mi faresti un favore? Lì c’è la mia ex, Milene, e beh…avevamo rotto perché le avevo detto di avere un’altra relazione…e, quindi, se vuoi ovviamente…potremmo baciarci?-
L’espressione del poeta cambiò radicalmente: mentre prima aveva lo sguardo rivolto vesso la punta delle scarpe, ora fissava negli occhi il ragazzo di fronte a lui, con le gote che assumevano un colorito acceso.
-Solo per levarmela di torno…sai com’è- disse il centro grattandosi la nuca.
Non udendo alcuna risposta, Courf esercitò la sua migliore espressione da cucciolo:-Per favore…-
-Va bene…ma solo…- non ebbe il tempo di finire la frase, quasi sussurrata, che il centro lo impegnò in un bacio forte e deciso.
E quella fu la prima della serie di "fortunati" eventi