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Autore: HergePearl    21/05/2015    2 recensioni
Siamo nella Germania nazista degli anni Trenta dello scorso secolo, in una scuola che prepara i giovani Reichdeutscher ai lavori come ufficiali della SS. Proprio in questo internato si incontrano Friedrich e Albrecht, il primo è un pugile talentato proveniente da una famiglia povera e spera di avere successo aderendo al sistema nazionalsocialista - il secondo guarda con occhi diversi questi anni di dittatura e preferisce rifugiarsi nella scrittura. [Ispirato da un film tedesco]
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Novecento/Dittature
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Friedrich non vedeva Albrecht da tre giorni.
Tre giorni che i due migliori amici non si svegliavano la mattina insieme, tre giorni che non pranzavano l'uno seduto davanti all'altro, tre giorni che non parlavano della bella Katharina e due dei tre giorni che Friedrich era stato rinchiuso nella cella sotterranea della scuola per un motivo futile.
Dopo che fu liberato nessuno parlò esplicitamente della scomparsa di Albrecht.
Durante quei giorni trascorsi al buio era accaduto qualcosa in classe durante il tema di Tedesco. Sarebbe venuto in classe il padre, uomo polito di notevole importanza, e avrebbe voluto parlare con il figlio.
Era un pomeriggio grigio e umido, segno che l'autunno stava per finire per lasciar spazio alle giornate nevose, quando Friedrich aveva appena terminato l'allenamento di boxe ed entrò nei bagni per rinfrescarsi.
Nonostante avesse un leggero fiatone, avvertiva un'altra presenza che respirava.
Lasciò che la mano nella quale teneva l'asciugamano, pronto per lavarsi il viso, si abbassasse e lo abbandonò sul bordo del lavabo.
Si avvicinò cautamente al rumore che proveniva dalle docce, trovando lì, vicina alla finestra che dava sulla campagna sassone, la figura esile di Albrecht.
"Ah, hai finito di prendere a pugni?" chiese scettico Albrecht.
I due amici erano l'uno l'opposto dell'altro: Friedrich era biondo, alto, muscoloso e con occhi azzurri - proprio come prescriveva la razza ariana -, Albrecht invece era bruno, con due occhi verdi in cui si potrebbe leggere la sua fragilità e una passione per la scrittura. Una passione per cui nessun Reichsdeutscher si interessava, ragione per cui Albrecht fu soggetto del disinteressamento del padre, che invece ammirò il muscoloso e sportivo Friedrich.
Friedrich ignorò quel commento: "Dove sei stato in questi giorni?".
Albrecht fece una smorfia mentre vide l'amico avvicinarsi.
"Ho fatto incazzare il prof Wagner durante il compito in classe di martedì.".
"Wagner? E cos'hai combinato?" chiese confuso Friedrich.
Albrecht sospirò e guardò fuori dalla finestra: "Abbiamo dovuto scrivere un tema su una serata autunnale. Ho deciso di raccontare la mia versione dei fatti, quel che è successo lunedì sera…".
"No…" Friedrich era incredulo, scuoteva ripetutamente la testa.
Albrecht continuò: "Ho raccontato che ci hanno incaricato di andare a caccia, ma non a caccia di cervi, a caccia di presunti uomini criminali, armati per giunta. E invece no, il nostro gruppo li ha uccisi, Friedrich! Noi, dei diciasettenni qualunqui, abbiamo ucciso dei bambini russi, di dieci anni più piccoli di noi, che erano disarmati, altroché pericolosi criminali!" esclamò teso Albrecht.
"Ma perché?" chiese Friedrich fissando l'amico che gli pareva impazzito.
Quella domanda non era degna di una risposta, Albrecht continuò: "Il preside ha chiamato mio padre…", si voltò verso Friedrich, "Mio padre deciso di mandarmi al fronte, in Ucraina."
Friedrich era rosso in faccia, il sangue gli si era salito fino alle guance pallide, ed era arrabbiato come nessuno l'aveva mai visto: "Sei uscito fuori di testa? Sei diventato un coglione!".
Albrecht reagì immediatamente a quegli urli, alzando anch'egli la voce: "Nessuno conosce la verità qui, nemmeno tu, ti hanno indottrinato, lo sapevo!".
Friedrich si buttò contro l'amico facendo partire dei pugni: "E per una santa volta, non potevi contenerti, tu e le tue scritte di merda?".
Albrecht si difese rispondendo con le lacrime che gli rigarono le guance alla violenza del migliore amico.
"Ma perché, Albrecht? Perché?" chiese ancora Friedrich con la gola - no, tutto il corpo - dolente.
Dopo l'allenamento le sue forze rimaste erano scarse. Si lasciò trascinare e buttare per terra da Albrecht, il quale continuò a far partire pugni nello stomaco di Friedrich.
Friedrich, ormai indifeso per terra, tenne Albrecht stretto a sè, cercando di bloccare quei feroci pugni.
L'amico aveva il respiro accelerato e lasciò che altre lacrime si facessero strada sul suo viso stanco.
Si abbandonò sul petto di Friedrich, appoggiato sul suo mento. Il suo respiro caldo gli sfiorava la tempia, l'alzarsi e abbassarsi del suo largo petto lo cullava.
"Ci andremo insieme, al fronte." promise Friedrich.

Nota dell'autore ~
Vorrei precisare che questo brano è stato scritto ispirandomi a un film tedesco ('Elite für den Führer', la traduzione italiana è "I ragazzi del Reich"), la scena si può trovare su YouTube.
Come avete visto, ho messo il tag 'Slash'. Il rapporto tra Friedrich e Albrecht si potrebbe interpretare come una profonda amicizia, una che tutti desiderebbero. Io però li ho trovati talmente appassionati e dolci... insomma, ognuno può interpretare la loro relazione come vuole.
Spero che vi sia piaciuto questo racconto, se sì, lasciate una piccola recensione ^^
Un grande saluto,
HergePearl
   
 
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