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Autore: comewhatmay    21/05/2015    1 recensioni
Aveva sempre pensato che, non si sa in quale modo, loro due fossero collegati, ma non da un legame sottile, da qualcosa che, alla fine, avrebbe sempre portato uno all'altro.
[Akuroku] [probabili contenuti forti]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun gioco
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Ricordava, ricordava come se fosse ieri.
Ricordava i suoi insegnamenti, il suo modo di parlare, il suo modo di gesticolare. Impresso nella sua mente rimaneva il suo profumo, il suo profumo di gioventù e voglia di vivere, il suo profumo di libertà e indipendenza.
Ricordava quando salutava sua madre la mattina presto e andava in bici assieme a lui, tornando il tardo pomeriggio, quando il sole calava e la città iniziava a spegnersi.
Ricordava quando cadeva sul terreno polveroso tipico della periferia, quando si sbucciava entrambe le ginocchia e lui gli diceva che non era niente, che sarebbe passato.
Subito le sue parole riuscivano a infondergli un inspiegabile senso di sicurezza e fiducia, eliminando nella sua mente ogni possibile dubbio.
Aveva sempre pensato che, non si sa in quale modo, loro due fossero collegati, ma non da un legame sottile, da qualcosa che, alla fine, avrebbe sempre portato uno all'altro. Non avrebbe mai potuto spiegarsi il perché, ma lo sapeva.

Lo sapeva e basta.

Una cosa su tutte, però, era quella che ricordava meglio di lui: la sua voce.
L'aveva sentita così tante volte che, se fosse diventato un giorno sordo, sarebbe stato l'unico suono che su tutti avrebbe saputo ricordare. L'aveva ascoltata sotto qualunque sfumatura: spensieratezza, serietà, dolore. Ricordava quanto riuscisse a calmarlo, a dar ogni risposta a qualunque sua domanda, a dargli uno scopo, a farlo vivere.

Era l'ennesima giornata che si alzava pensando a lui. Pensò che avrebbe dovuto darci un taglio.
Si preparò in tutta fretta, come se ci fosse qualcuno ad aspettarlo. Indossò la sua giacca preferita a quadri blu e neri, infilò i soliti jeans neri con catena laterale, allacció le sue Vans. Infilò le cuffiette, scelse playlist 'Nirvana' avviando la riproduzione casuale e partì.   

***

Un'altra noiosissima e inutile, quanto scontata, giornata di scuola passò.
Roxas non ne poteva più. Tornò a casa e si lanciò letteralmente a peso morto sul suo materasso. Quel secondo anno di liceo non ne voleva sapere di passare.
Era alquanto seccante sperare che potesse passare più in fretta e notare invece che, più si sperava, più lentamente in tempo scorreva.
Sbuffando, si sedette poi sulla sedia difronte alla scrivania, prese uno dei fogli a caso nel tiretto, con l'intento di terminare uno dei suoi numerosissimi lavori incompiuti, e lo appoggiò dinanzi a sé.
Ciò che vide non fece altro che aggravare la sua giornata e farlo rimanere perplesso. Quello che aveva sotto gli occhi era un suo vecchissimo disegno, dai tratti consumati dal tempo.
Non aveva mai capito cosa avesse provato a imprimere tre anni fa su quel foglio. Ciò che riusciva ormai a captare rimanevano soltanto quella scia di scacchi innaturalmente ondulata che si snodava attorno ad un qualcosa di molto confuso. Nonostante i lievissimi e invisibili tratti, Roxas sapeva che quel qualcosa doveva per forza avere un tocco di rosso.
Si maledí mentalmente. Non avrebbe dovuto ancora conservare quelle scartoffie.
La sua voglia di disegnare andò a farsi benedire. Si rigettó sul letto e, senza alcun stupore, non gli restò altro da fare sennon guardare il soffitto vuoto.
Perché ormai, di Roxas, non rimaneva un briciolo d'anima.

"Mi raccomando, Roxas. Mi prometti che combatterai?'

***

Passarono giorni, settimane, mesi. E Roxas, assieme alla sua vita, rimaneva lo stesso. Apatico, solo. Se qualcuno gli si avvicinava era solo per chiedergli di copiare i compiti.
Roxas non obbiettava, non diceva nulla. Rimaneva lì, impassibile ad osservare come gli altri scopiazzavano qua e là in fretta dal suo quaderno, e da lontano poteva sentire i cuori altrui battere all'impazzata a causa dell'annunciato imminente arrivo della professoressa.
Si chiese come fosse anche provare un minimo di emozione, gradevole o non che fosse. Si rispose che non ne aveva la minima idea e che non avrebbe neanche aver voluto in realtà essere al corrente della risposta.
L'ora di matematica passò e Roxas non si degnó neanche di far finta di essersene accorto. Non gli importava.
In quel momento avrebbe solo voluto tornare a casa, starsene disteso a pancia in sú sul suo letto a guardare il soffitto, ascoltando i Three Days Grace e i Nirvana che parlavano per lui, magari col volume al massimo, tanto sua madre ormai era sparita nel nulla e i vicini di casa non erano un problema. Non si sarebbe curato delle lamentele di nessuno. Questo era il suo obiettivo, e anche ciò a cui pensò fino alla fine delle lezioni.
La campana suonò e, messo lo zaino sulle spalle, uscì dall'edificio scolastico.
Stava, come di consuetudine, avviarsi verso casa, ma si bloccò improvvisamente, come sa qualcosa lo tenesse immobile.
La figura che vide fuori, appoggiata al cancello verdognolo della scuola, lo lasciò sconvolto. O doveva essere un miraggio, oppure un'ossessione, visto quante volte aveva pensato a lui in quei giorni.
Ma non poteva esser davvero la persona che stava sperando che fosse. Non poteva esser lì, non avrebbe avuto alcun senso. Sicuramente si sarebbe trattato di un sosia. Beh, di spalle, non è troppo difficile scambiare una persona per un'altra.
Roxas pensò in quel momento di aver toccato il fondo e di esser diventato matto d'un tratto.

-...Axel? -

La figura in questione si girò verso di lui e Roxas seppe in quel momento che il presentimento che da giorni lo tormentava si era appena concretizzato.
Quando vide i suoi occhi smeraldo, capì che, assolutamente, non si trattava di alcun suo sosia.

Buonasera carissima lettrice! Allora, sono consapevole che il primo capitolo è abbastanza corto ma volevo prima vedere se la fic interessa o intriga. Non vorrei che finisse come altre mie fic buttate al vento ^^' ma pensiamo positivo, perchè adesso sono più che motivata a scrivere!
Qualunque errore, vi prego di perdonarmi... per me è abbastanza tardi e sto morendo di sonno ewe e cosa più tragica... sono collegata dal cellulare.
Lasciate un commentino se vi va, o qualsias i cosa.
Detto questo, alla prossima! ♡

comewhatmay

  
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