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Autore: DirceMichelaRivetti    22/05/2015    0 recensioni
Questa storia è ambientata nel corso dell'ottava stagione di Bones, potrebbe considerarsi un missing moment tra l'11 e il 12 episodio, oppure un What If, visto che sarà abbastanza presente anche un personaggio ideato da me.
Cercherò di attenermi allo stile del telefilm e a raccontare una storia come se fosse uno degli episodi.
Benché cercherò di dare spazio a tutti i personaggi principali della serie, probabilmente mi concentrerò spesso su Sweets.
La trama non ce l'ho ben presente neanch'io, per il momento, quel che posso dirvi è che presto il Jeffersonian cercherà di risolvere un delitto del passato.
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Hodgins, Lance Sweets, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Toc-toc

“Ehi, Brennan!”

Angela fece capolino sulla soglia dell’ufficio della sua amica antropologa.

Temperance sollevò il capo e ricambiò il saluto.

“Andiamo a pranzo? Il Royal Diner ci aspetta.” propose l’artista.

“Pranzo?” si accigliò l’altra “Non è un po’ presto?”

“Non so tu in che fuso orario ti trovi, ma nel mio sono quasi le 13-30.”

Bones controllò il proprio orologio e si meravigliò; si passò una mano sugli occhi, dicendo: “Hai ragione, non me ne ero assolutamente accorta.”

“Non è la prima volta che perdi la cognizione del tempo, quando lavori. Allora, andiamo?”

Temperance gettò un’occhiata ai fascicoli e alle lastre che stava esaminando: le dispiaceva interrompersi e lasciare il lavoro a metà, ma ormai la sua concentrazione era già stata spezzata e lei poteva distrarsi un’oretta, prima di riprendere nel pomeriggio le osservazioni.

L’antropologa si alzò in piedi, si tolse il camice, indossò il suo cappotto leggero, prese la borsetta e raggiunse l’amica, con cui si avviò verso l’uscita.

Hodgins non viene a pranzo?” chiese la Brennan.

“No; si accontenterà di un panino. Cam lo ha obbligato a ripulire il suo laboratorio, dopo che il suo ultimo esperimento ha sparpagliato materia organica e non su pavimento, pareti, soffitto, macchinari e qualsiasi altra cosa ti venga in mente. Volevo un marito e, invece, mi sono ritrovata con due bambini. Beh, in fondo lo sapevo anche prima di sposarmi. Piuttosto, tu e Booth come ve la cavate coi vostri due bambini?”

“Non capisco. Parker è da sua madre, noi ora abbiamo solo Christine, quindi avresti dovuto chiedermi come sta la nostra bambina e basta.”

“Mi riferivo a Sweets.”

“Il dottor Sweets non è un bambino.” replicò Temperance seriamente, poi capì ed esclamò: “Oh! Ho capito! Hai ironizzato sul fatto che Sweets è il più giovane tra noi!”

“Brava, Brennan, stai diventando più svelta a riconoscere le battute.”

“Ho letto alcuni libri sull’umorismo e su quali siano le modalità più comuni per esprimerlo.”

“Allora, com’è vivere con anche Sweets.”

“Un estraneo che entra in un gruppo famigliare è antropologicamente …”

“No, no. Niente studi generici, voglio sapere della tua diretta esperienza.”

“Oh, beh, sta funzionando … A Booth è servito un po’ di tempo per accettare il fatto che Sweets utilizzi la nostra stessa vasca da bagno, ma a parte questo va tutto bene. Anzi, devo ammettere che essere in tre è molto comodo; dato che il lavoro che facciamo non ha orari regolari, essere in tre ci permette di alternarci meglio nelle faccende domestiche e quindi c’è sempre qualcuno che si occupi di Christine o che prepari da mangiare. A proposito, Sweets fa dei muffin squisitissimi!”

“Davvero? Allora me ne devi portare uno, la prossima volta.”

Temperance prese il cellulare e iniziò a digitare qualcosa.

“Chiami qualcuno?” chiese Angela, stupita: solitamente l’amica si limitava a rispondere al telefono, quando era in compagnia di altri.

“No, mi faccio un appunto su muffin, così non mi scordo. Sai, la mia memoria è principalmente fotografica: ricordo esattamente qualsiasi cosa, anche dopo un solo rapido sguardo … ma non sono altrettanto sicura di memorizzare ciò che sento, inoltre ho molti pensieri, ultimamente.”

“Ti capisco! Comunque, sono felice che in casa sia tutto a posto. Sweets si è ripreso dalla rottura con Daysi? Anche se è stato lui a lasciare lei, so che ha sofferto molto; insomma, non è stata una questione di smettere di amare o qualcosa del genere, ma solamente di tempistiche: lui non si sentiva ancora pronto per qualcosa di definitivo … Ad ogni modo, come sta?”

“Non lo so, non parliamo di queste cose e non vedo perché dovremmo.”

Brennan, lasciatelo dire, sei un caso disperato.”

“No, non mi sembra. Ho un lavoro che mi soddisfa, sto con l’uomo che amo, ho una figlia, i miei libri hanno successo e ho un conto in banca che straripa. Perché dovrei essere un caso disperato?”

Angela levò gli occhi al cielo, scosse il capo e si limitò a chiudere la questione con un sospiro seguito da un “Lascia perdere!”

Intanto le due amiche erano arrivate al locale, entrarono e si guardarono attorno per scegliere dove mettersi a sedere. L’artista, allora, notò la presenza di un loro collega, quindi diede una gomitata all’altra e le bisbigliò: “Guarda, c’è Clark!”

“Lo vedo. Cosa c’è di strano? Pranza qui come molti dipendenti del Jeffersonian.”

“Sì, ma è in compagnia di una ragazza che, di certo, non è la sua fidanzata! Vieni, Brennan, dobbiamo indagare e scoprire chi sia.”

“Non credo che dovremmo interessarci della faccenda. Il dottor Edison ha il pregio di essere un antropologo molto riservato che sa scindere il lavoro dalla vita personale, non credo che gradirebbe una nostra intrusione.”

Parole al vento. Angela si stava già dirigendo al tavolo del collega e Bones non poté far altro che seguirla.

“Ciao, Clark!”

“Angela. Dottoressa Brennan.” ricambiò il saluto l’uomo.

“Dottor Edison.”

“Allora, come stai? So che la mostra sui sapiens e i neandertaliani ha riscosso grande successo.”

“Enorme!” confermò Clark, sorridendo con orgoglio.

“Il merito è soprattutto dell’uomo neandertal che si è unito con una donna sapiens milioni di anni fa e al signor Sutton che ha ritrovato i resti.”

L’uomo rispose ha denti stretti: “Grazie della puntualizzazione, dottoressa Brennan.”

“Prego, era doverosa.”

“Il successo, però, è dovuto anche all’allestimento della mostra, gli articoli pubblicati al riguardo, la didattica preparata per illustrare il tutto ai visitatori e molto altro …” specificò Clark “La scoperta, da sola, per quanto straordinaria e, comunque, dovuta anche a me, non sarebbe stata sufficiente a far guadagnare al Jeffersonia tutte quelle centinaia di migliaia di dollari che ha ottenuto con la mostra. Sono arrivate anche numerose donazioni.”

“Wow! Congratulazioni!” si entusiasmò Angela “I guadagni saranno ripartiti tra i vari dipartimenti?”

“Non so esattamente, ma la maggior parte resteranno ad archeologia.”

“Non è giusto.” replicò Bones “Il laboratorio avrebbe bisogno di qualche apparecchiatura in più e noi svolgiamo un lavoro socialmente più utile che quello degli archeologi. Insomma, io rispetto moltissimo la storia e le memorie del passato tuttavia noi collaboriamo con l’FBI, aiutiamo a mettere i cattivi in prigione.”

“Capisco, ma il Jeffersonian è prima di tutto un museo.” le ricordò l’uomo “Buona parte dei fondi, si è già deciso, finanzieranno l’apertura di un’ala dedicata all’India.”

“L’India?!” ripeté Angela, perplessa.

“Esatto.” intervenne la ragazza seduta al tavolo con Clark, che non si era ancora presentata “Il Jeffersonian ha nei propri magazzini una collezione di manufatti indiani davvero notevole, ma fino ad ora non ha avuto la possibilità di allestire una buona e degna sezione.”

“Bello!” esclamò ancora Angela “Non vedo l’ora che sia pronta per poterla visitare.”

Temperance, invece, guardò la sconosciuta e le chiese: “Lei chi sarebbe?”

“Dottoressa Eunice Norkfol; ho un dottorato in archeologia, un master in filosofia e uno in religioni. Sarò la curatrice della nuova sezione indiana.”

“Complimenti, sembri piuttosto giovane!” osservò Angela.

“Ho già ventisei anni, a dire il vero.”

“Io ho conseguito il mio terzo dottorato a venticinque.” disse Temperance “Poi ho iniziato a lavorare al Jeffersonian. Lei, dottoressa Norkfol, come ha ottenuto il posto di curatrice? Era già stata tirocinante qua?”

“No, ho vinto un concorso.”

Angela, come al solito, si sentiva in imbarazzo ad essere l’unica a non avere nemmeno una laurea lì in mezzo, bensì un semplice diploma dell’accademia d’arte, un po’ scherzosa disse: “Anche Hodgins aveva ventisei, ventisette anni, quando ha ottenuto il terzo dottorato e ha cominciato a lavorare al Jeffersonian. Mentre Cam è stata il più giovane capo patologo. È avvilente lavorare con voi.”

L’uomo replicò: “Hai creato l’angelatron e il tuo talento è straordinario. Ci sono cose che non si possono imparare, ma sono innate.”

“Oh, grazie Clark!” Angela si era stupita del complimento, ma la rinfrancava parecchio.

Temperance stava per ribattere qualcosa che avrebbe demolito l’affermazione del dottor Edison, ma fu più rapida a prendere la parola Eunice che chiese: “Prima ha nominato il dottor Hodgins, si riferiva a Jack Hodigns?”

“Sì, è mio marito.” spiegò Angela, un poco stupita “Lo conosci?”

“Anni fa; era un amico di mio fratello, Euthymio. Gli porti i miei saluti, per favore.”

Quel nome era noto anche a Bones che chiese conferma dei suoi sospetti: “Quindi tu saresti la sorella minore di Euthymio Norkfol, il direttore del museo Peabody?”

“Sì.”

“Accidenti!” esclamò Clark “È il museo archeologico ed antropologico che appartiene all’università di Hardvar! La materia ce l’avete nel sangue.”

“È difficile che la competenza in una disciplina di tipo intellettuale sia geneticamente trasmissibile, dovrebbe saperlo, dottor Edison.” osservò la Brennan “I medesimi interessi possono essere trasmessi ai propri figli tramite l’educazione e l’ambiente in cui li si fa crescere. Non mi stupiscono i risultati della Dottoressa Norkfol e i suoi interessi, se si considerano le sue parentele: sua madre è la dottoressa Irene Oldenburg.”

Clark per poco non si strozzò col sorso di vino che stava bevendo, poi incredulo ed entusiasta domandò: “La leggenda dell’archeologia classica? Quella dottoressa Irene Oldenburg?”

“Sì.” confermò la ragazza, distogliendo lo sguardo e piuttosto imbarazzata.

“Perché non me lo ha detto?”

“Non era importante … anzi preferisco che non si sappia, vorrei che la gente mi valutasse per quello che so e che faccio io, non per i miei parenti.”

“Scusate” intervenne Angela “Potreste spiegare anche a me?”

Temperance l’accontentò subito: “La dottoressa Oldenburg è una delle massime autorità in ambito di archeologia greca e romana, ha condotto scavi molto importanti, le sue scoperte hanno chiarito molti punti oscuri della storia antica e ha scritto numerosi saggi utilizzati nelle università di tutto il mondo; inoltre è promotrice dell’archeologia sperimentale. Certo ha ottenuto questo successo perché aveva finanziamenti adeguati: suo fratello era il re di Grecia e, quindi, le aveva concesso tutto l’aiuto economico necessario, fino al momento della sua deposizione nel ’74. La dottoressa, allora, si trasferì in India ed ebbe occasione di conoscere l’imprenditore Arthur Norkfol, recatosi da quelle parti per affari, si sposarono presto e lei venne a vivere qui in America, dove il marito ha continuato a finanziare le sue ricerche. La dottoressa Oledenburg ha notevoli capacità, ma senza il denaro non avrebbe potuto fare tutto quello che ha fatto.”

“Il padre è dunque un ricco imprenditore?” constatò Angela “Ecco perché conosci Hodgins. Tu Clark non sapevi nulla di tutto ciò?”

L’uomo sospirò e rispose: “La dottoressa Norkfol mi è stata presentata stamattina e sono stato incaricato di mostrarle la sezione di archeologia del Jeffersonian e spiegarle il nostro sistema di lavoro. È quello che ho fatto, come sapete non amo immischiarmi nelle faccende private altrui.”

Temperance decise di concludere la conversazione: “È stato un piacer conoscerla, dottoressa Norkfol. Non so se tra i reperti indiani il Jeffersonian abbia anche degli scheletri, nel caso può chiedere il mio aiuto in qualsiasi momento.”

“Ehi, sono io l’antropologo della sezione archeologica!” ribadì Clark “È a me che si deve rivolgere.”

Si salutarono velocemente, poi Angela e Bones andarono a sedersi ad un tavolo e consultarono il menù, anche se ormai, dopo tanti anni, lo conoscevano a memoria. Ordinarono due insalatone miste e si misero a chiacchierare.

Mentre le due amiche discorrevano, entrò nel locale l’agente Booth che a passo veloce le raggiunse e senza preamboli disse: “Bones, hanno trovato due corpi in un vecchio cinema abbandonato …”

Suonò il cellulare, l’agente rispose: “Booth … Cosa? D’accordo. Sono con la dottoressa Brennan, arriviamo.” chiuse la chiamata e riprese “I corpi sono appena diventati quattro. Andiamo, mi sa che ci sarà un bel po’ di lavoro per entrambi.”

Temperance si alzò in piedi, lasciando il piatto non del tutto vuoto e chiese: “Gli altri sono già sul posto?”

“La squadra si sta concentrando lì, sì. Un serial killer?”

“Non ho le prove per affermarlo con certezza, prima devo esaminare i resti.”

Booth ribatté energicamente: “Diversi corpi in un solo luogo, cos’è? SI è sparsa la voce tra assassini che era un buon posto per occultare cadaveri?”

“Non è da escludere per il momento.”

Booth  alzò gli occhi al cielo, l’antropologa non ci fece caso, lo superò e andò verso l’uscita.

Angela, facendo cenno con la mano li salutò: “Vi aspetto in laboratorio!”

   
 
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