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Autore: Fantasiiana    24/05/2015    3 recensioni
-[...]E' la scelta migliore per tutti. Da secoli, ormai, cerchiamo il pretesto per un'alleanza con le divinità norrene, e ora che ne abbiamo l'occasione non possiamo lasciarcela sfuggire. Un rifiuto significherebbe guerra certa.
Ade strinse i pugni.
-Inoltre, se posso permettermi...
-No, non puoi.
-... le richieste di Loki sono più che ragionevoli. Non ci penserei due volte ad affidargli la mia di moglie.
-Tu non ci penseresti due volte ad affidarla a chiunque, Zeus.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Karla e Sofia che sclerano con me su Ade e Persefone (e mi sopportano) e
a tutti voi che arrivando fino a giù, probabilmente, non avrete più la voglia di campare.
Io non l'ho più da tempo, so.

Non sono fatta per la comicità, scusate.

 


Di imbrogli divini e accordi pericolosi


Il tea era ormai freddo da tempo nella tazzina di porcellana, in pendant col servizio di cui faceva parte.
Il dio ascoltava distrattamente le due donne che chiacchieravano sommessamente, le mani giunte sotto il mento, gli occhi volti verso la finestra.
Se c'era una cosa di cui era sicuro, era che, se era già abbastanza stressante, per non dire traumatizzante, passare un pomeriggio con una dea dell'amore, con due era anche peggio. Se a questo si aggiungeva una località tipicamente britannica e una di quelle melodie da ricevimento di serie C che odiava, be', non c'era da meravigliarsi se il dio progettava di sbudellarsi e legarsi con le proprie viscere ad alcune delle rocce del Nilheimr facendosi colare veleno di serpente in faccia per l'eternità.
-Quello che intendo dire, è che Loki dovrebbe battersi a duello. Anche se perdesse, e c'è un buon 60% di possibilità che lo faccia, chi mai resisterebbe al fascino di un uomo che si umilia pur di non rinunciare alla sua bella?
-Al tuo paese, forse. Da noi la questione è molto più complicata. Non siamo così... barbari.
Freija passò un minuto buono a cercare di capire se Afrodite intendesse insultarla o altro. Alla fine, pensò bene di rinunciarci e continuare uno dei suoi sproloqui d'amore.
-Tutto è lecito in guerra e in amore- citò. -Il massimo che potrebbe succedere sarebbe ritrovarsi a soffrire per chissà quali atrocità per... quanto? Un centinaio di anni?
-Non conosci Ade. Ha incollato due mortali a delle sedie infernali per anni, per aver osato anche semplicemente avanzare una qualunque pretesa su sua moglie.- Sospirò Afrodite portandosi la tazzina alle labbra. -Che cosa romantica.
L'altra fece un gesto infastidito con la mano.
-Non ha importanza il rischio. Quello che non capisco è cosa ci si trovi in quella ragazzina di così dannatamente attraente da scatenare questo putiferio!
Una risata fredda squarciò l'aria fra le due.
Entrambe le dee si voltarono stupite verso il dio degli inganni che ora era intento ad asciugarsi una lacrima da un'occhio, un sorriso ancora stirato in volto.
-Assolutamente niente, mie care. E' proprio questo che rende la faccenda così assurdamente interessante.

Ade si sistemò la giacca nera con calma.
Tutto sommato quella giornata era cominciata bene.
Caronte aveva fatto nuovamente domanda per una promozione, ma nulla che non potesse semplicemente ignorare; Aletto aveva riferito che l'ingorgo formatosi un paio di settimane prima nelle Praterie degli Asfodeli era stato finalmente domato; certo, Ecate aveva finito per bruciare il caffé, ma poi si era fatta perdonare promettendo di non far esplodere scheletri a caso in giro per il palazzo per una settimana intera, e questo era il più alto risultato da secoli; ma niente di tutto questo poteva eguagliare anche solo lontanamente il vero motivo della sua felicità.
Mani delicate si strinsero intorno alla lucida cravatta nera per sistemarne il nodo, mentre una risata leggera echeggiava per il palazzo.
Persefone era tornata a trovarlo.
Ricambiò il sorriso.
Insomma, una giornata perfetta.
-Chi devi incontrare vestito così elegante?- chiese lei infilando le mani nella giacca per lisciare la camicia all'altezza del petto.
-Nessuno di importante.
-Dovrei essere gelosa?- sorrise la dea.
Un bacio a fior di labbra.
-Quanto vuoi.
Persefone rise e andò a sedersi a bordo del loro letto nuziale.
-Non vuoi proprio dirmelo?
-Non ci crederesti.
Aggrottò le sopracciglia chiare.
-E' così terribile?
-Peggio.
Ade si voltò con un sorriso indecifrabile.
-Loki.

Seduti l'uno di fronte all'altro, così vestiti, impegnati a scrutarsi a vicenda, ai capi opposti del tavolo, sembravano due potenti uomini d'affari in riunione per chissà quali importanti trattative.
Loki fu il primo a parlare. Si sentiva in dovere di farlo. Dopotutto aveva richiesto lui l'incontro.
-Il nettare era delizioso- si complimentò con cortesia.
Ade gettò un'occhiata sulla coppa ancora intatta davanti all'altro.
-Ne sono felice.
Il dio norreno congiunse le mani sporgendosi lievemente in avanti.
-Grazie di avermi ricevuto, in ogni caso.
-Nessun problema. E' un piacere rinnovare vecchie alleanze.
-A dire il vero... non sono interessato alle questioni di politica... ehm... estera di Asgard. Sono qui per altre ragioni.
Ade aggrottò le sopracciglia nere.
-Sarebbero?
-Curiosi avvenimenti, del tutto al di fuori del mio controllo, hanno fatto sì che qualcosa di spiacevole colpisse la mia persona. Ora, non pretendo assolutamente di rivendicare chissà quale diritto su ciò che sto per chiederti, se posso darti del tu, ma vorrei che valutassi attentamente la mia offerta, poiché ritengo questa ragionevole oltre ogni misura e...
-Tieni a freno la lingua, dio degli inganni, e chiedi ciò che vuoi- lo interruppe Ade sollevando una mano.
-Mi sarà concesso?- chiese l'altro ghignando.
-Vedremo.
-Ebbene, allora, vorrei che tu considerassi l'offerta di... condividere tua moglie con il sottoscritto.
Silenzio.
Una risata squarciò l'aria.
-Mi avevano detto che eri un talento dello scherzo, Loki, ma non credevo a così alti livelli!
Ade si schiarì la voce, cercando di reprime quell'attacco di ridarella rimastogli bloccato in petto.
L'altro lo osservava in silenzio.
-Perché tu stai scherzando, vero?- chiese Ade ritrovando tutta la sua aria austera.
-Pensaci, non avresti comunque nulla da perdere. La terrei con me nel tempo che solitamente spetterebbe a Demetra, e in più non pretenderei affatto di violare i vostri rappporti coniugali: mi basterebbe semplicemente la sua compagnia, e sono sicuro che capisci esattamente quello che intendo.
Ade strinse la mascella, poi battè le mani, sorrise di cortesia e fece per alzarsi.
-Tutto ciò è perfettamente impossibile. Grazie della visita, dio degli inganni, che le nostre strade mai più si incrocino.
-Non così in fretta, signore dei morti- lo fermò l'altro guardandolo gravemente dal basso. -C'è una condizione da accettare per il mio rifiuto.
Ade si risedette contro voglia, i pugni stretti intorno ai braccioli della poltrona in pelle nere.
-Sarebbe?
-La guerra.

-Così, hai già deciso?
-Sì, fratello. E' la scelta migliore per tutti. Da secoli, ormai, cerchiamo il pretesto per un'alleanza con le divinità norrene, e ora che ne abbiamo l'occasione non possiamo lasciarcela sfuggire. Un rifiuto significherebbe guerra certa.
Ade strinse i pugni.
-Inoltre, se posso permettermi...
-No, non puoi.
-... le richieste di Loki sono più che ragionevoli. Non ci penserei due volte ad affidargli la mia di moglie.
-Tu non ci penseresti due volte ad affidarla a chiunque, Zeus.
-In ogni caso ormai la decisione è presa. Persefone è mia figlia, e come l'ho concessa a te, secoli or sono, la concedo ora a lui. E' solo per breve periodo, suvvia!
-Demetra...
-Demetra è d'accordo. Non c'è pericolo per Persefone, abbiamo la parola degli altri dei, inoltre, mi dispiace per te, fratello, ma è convinta che lui sia un partito migliore di te.
-CHE?!
-Lui non puzza di morte!- si intromise una voce all'altro capo del telefono.
-E' il male fatto divinità!- ribattè il re degli Inferi a denti stretti, sentendo la rabbia che montava.
-Vuol dire che ha un posto di rilievo nel mondo!
-Modestamente- mormorò Loki, all'altro capo del tavolo, con un sorriso compiaciuto, lisciandosi la cravatta.
-Tutto ciò è una follia!- esclamò Ade, una vena azzura che già cominciava a pulsare nella gola pallida. -Non cederò mia moglie a questo barbaro neanche se fossi costretto a sorreggere il peso del cielo al posto di Atlante!
-Ade, cerca di essere ragionevole- riprese parola il re degli dei.
-Vuoi una guerra con gli Inferi, forse?- urlò il dio dei morti al suo BlackBerry.
-Non vinceresti mai contro Asgard e Olimpo uniti. Rassegnati, fratello: Loki avrà quanto richiesto.
-Non ci provare, vecchio...

"Chiamata terminata."

Il BlackBerry fu ridotto ad un cumulo di polvere nel pugno del dio.
Loki battè le mani.
-Bene, tutto risolto.
Ade si alzò rischiando di rovesciare il tavolo in ebano.
-DAMMI UN SOLO MOTIVO PER CUI NON DOVREI INCENERIRTI QUI E ADESSO!
-Ade!
Due paglia di occhi si voltarono verso la figura esile che ora avanzava attraverso la sala vuota.
-Sono queste le buone maniere da riservare ad un ospite?- chiese piano Persefone rivolta al marito con un tono di disapprovazione mista a delusione. -Mi dispiace molto, Loki- si scusò poi chinando il capo.
-Nessun problema, davvero. Al contrario, trovo l'ostilità del tuo consorte stimolante, mia signora.
-Chiamami Persefone- disse quella con un gesto della mano, le gote che già le si coloravano di rosso.
-Ebbene, Persefone, c'è qualcosa di cui dovreste parlare. Vi lascio qualche minuto per discuterne.
Si avvicinò baciandole la mano, poi sparì, prima che il dio dell'Oltretomba potesse trasformarlo in un verme viscido più di quanto già non lo ritenesse.

-Be', se proprio serve a evitare la guerra...
-Persefone!
-Non piace neanche a me, Ade, ma non puoi pretendere che regga un tale peso nella mia coscienza! Morte... e guerra... e morte sono troppo per me. In fondo vuole solo un po' della mia compagnia.- Si picchiettò il mento con l'indice, pensierosa. -Probabilmente vuole che gli insegni qualcosa sul giardinaggio... L'impollinazione artificiale è un'arte che pochi posseggono.
-Ti dico io cosa ha intenzione di impollinare, quello...
-ADE!- squittì lei con orrore.
-Scusami, cara... E' solo che non lo sopporto! Subdolo bastardo, non poteva andare a tormentare la moglie di qualcun'altro?!
Persefone scattò in piedi, indignata.
-E questo? Cosa vorrebbe dire?
Ade la guardò confuso.
-Niente, solo che...
-Siamo sposati, non sono una tua proprietà! Fino a prova contraria, posso decidere da me le mie compagnie, senza che abbia bisogno di risponderne a te!
Silenzio.
-Stai scherzando.
-Ti sembro una che abbia voglia di scherzare?!
Ade non seppe che rispondere.
-Andrò con Loki, che ti piaccia o no.
Proprio in quel momento, il dio degli inganni comparve accanto alla dea.
-Hai chiamato, mia signora?
-Sì. Portami via. Adesso.
-Ma sei appena arrivata!- obbiettò Ade, sull'orlo di un esaurimento.
-E ora me ne vado. Con permesso, marito mio.
Ade si lasciò ricadere sulla poltrona mentre Loki porgeva con un sorriso il braccio a Persefone.
-Un'ultima parola a questo povero dio affranto, mia cara?
Lei sorrise rivolgendosi ad Ade.
-Certamente.
Silenzio.
-Pesce d'Aprile!

-Addio, Loki! E torna a trovarci quando vuoi!- salutò Persefone da lontano.
-Certamente, Persefone.
Ade si allontanò con lui.
-Scusa ancora per l'inconveniente, mio signore.
-Nessun problema. Obbedivi solo agli ordini di Persefone.- Sorrise di cortesia. -So che non pensavi nulla di quello che hai detto.
-Ovviamente no. Sono felice per voi.
Ade si lasciò sospirare di sollievo.
-Sei una brava persona, in fondo, Loki, non il dio malevolo che tutti pensano.
-Felice che te ne sia accorto, mio signore.
-Oh, e tranquillo, spiegherò io ad Afrodite che era tutto un piano architettato da mia moglie. Non sia mai che lei scateni una guerra per questo affronto all'amore.
Loki sorrise.
-Sei molto magnanimo, mio signore.
L'altro annuì, concordando.
-Addio, Loki.
-Addio.

-Certo, come no, obbedivi soltanto!
-Che cosa vuoi, Freija?
-Per una volta, semplicemente la verità.
Silenzio.
-Dillo.
-Cosa?
-Ti piace.
Un ghigno.
-Cosa ci trovate tutti in lei!- chiese esasperata la dea.
-E' capace di far scoppiare una guerra semplicemente con uno sguardo.
-So farlo anche io. E so fare anche altro.
-Mmh-mh...
-Vuoi una dimostrazione, dio degli inganni?
-Potrei anche accontentarmi di te come riserva, dopotutto, Freija.
-Davvero?
-Pesce d'Aprile.

  
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