Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: blackytte    24/05/2015    0 recensioni
Ellen Malley è una piratessa, nonchè Vice Capitano dei pirati Heart. E' nata in una piccola isola chiama Stella Marina, situata nel Mare Meridionale. Lei è entrata a far parte della Peggior Generazione diventando così la dodicesima supernova. La sua storia, tuttavia inizia da un tragico passato pieno di tristezza e rancore verso colui che sterminò la sua famiglia e distrusse il suo villaggio.
Ellen partirà per un viaggio incredibile insieme a Trafalgar Law e alla ciurma dei Pirati Heart intenta ad annientare i demoni del suo passato che l'affliggono da tempo e decisa a mantenere una promessa a costo della sua stessa vita.
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Supernova, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TRAGEDY ;;
La piccola stellina solitaria;
(-PART 1-)

«Sorellina sai il piano vero?» La ragazzina dai capelli corti di fianco a quella che, in tutto e per tutto sembrava la sorella maggiore, fece un sicuro mezzo sorriso per poi passare all'azione vera e propria uscendo dal piccolo nascondiglio, ovvero un barile e camminando a passo leggero verso un fruttivendolo che, accorgendosi della piccola si lasciò sfuggire un grande sorriso. «Oh---- tu guarda se questa non è la piccola Ellen, spero vivamente che tu non sia venuta a combinare qualche altro guaio insieme a tua sorella.» Il volto dell'uomo un pò troppo anziano per fare qualsiasi tipo di lavoro divenne scuro e molto minaccioso, ciò nonostante la ragazzina non subì l'effetto intimidatorio anzi, se ne venne fuori con un simpatico sorriso ed una risata trattenuta. «Ancora non ti sei tagliato quei baffi enormi che ti ritrovi è nonnino.» Le parole provocatorie e sincere della piccola quasi depressero quel povero vecchietto che ora abbassava il volto guardando il terreno e massaggiandosi la fronte cercando di riprendersi da cotanta sincerità. «Comunque spero tu ti sia preparato per stasera.» Occhi azzurro cielo che sembrarono brillare a quella frase detta con tanta felicità e che catturò l'attenzione dell'anziano che, ricomponendosi fece un sorriso a 32 denti, portando infine una mano sui capelli color cioccolato della piccola e strofinandoli dolcemente. «Certo che si mia cara. Questo è un evento importante e come ogni mese dobbiamo essere pronti a festeggiare per questo grande spettacolo che il cielo ci fa dono.» Sembrava quasi che un aura di felicità stesse circondando questi due esseri umani, tuttavia questa pace fu fermata da un rumore sordo, di qualcosa di pesante che, cadendo, inevitabilmente si ruppe. L'anziano si voltò repentinamente e ciò che vide lo lasciò senza parole. Una figura femminile poco più alta della piccola mora, con due mele tra le mani ed immobile, quasi a voler imitare una statua greca o meglio una statua comica. «Ellen....» Deglutì quest'ultima con lo sguardo fisso verso la piccola. «IL PIANO E' SALTATO!!» E quasi a voler emulare un film comico o qualcosa del genere, l'anziano iniziò a sbraitare contro la bimba con le due mele tra le mani che, con uno scatto all'indietro evitò che l'uomo l'acchiappasse, facendolo addirittura cadere in avanti per la sua mole corporea. «AH! Sapevo che c'era qualcosa sotto, ELLEN, ALICE venite quei maledette ladruncole!!» E tra le grida di quest'ultimo le due si dileguarono correndo velocemente lungo una lunga via abitata, sparendo tra la folla che cercarono di scansarsi dalle due ladruncole di strada.

«Allora sorellona sono stata brava?» «Come attrice fai pena, ti salva solo il tuo bel faccino sorellina.» Le due piccole imperterrite non avevano fermato la loro corsa iniziarono a ridere di gusto grazie a questo scambio di battute e la più piccola, ovvero Ellen diede persino una gomitata alla spalla della più grande che le passo una delle due mele rubate per poi dare un grande morso alla sua. «Ellen, Alice.» Un suono che, come una freccia sembrò trafiggere entrambe dato che per poco non finirono con il naso a terra. «E così l'avete rifatto eh?» Ellen ed Alice che si erano fermate, potevano sentire un aura minacciosa alle loro spalle e, anche senza voltarsi, avevano capito chi fosse l'essere umano che poteva causare una tale sensazione di timore in loro due. «N-Non è come sembra.» Disse la più grande. «P-Possiamo s-spiegare t-tutto.» Disse invece la più piccola e, non appena due mani si posarono rispettivamente sulla spalla destra della maggiore e su quella sinistra della minore, entrambe, si voltarono a scatti, quasi ad imitare un robot vedendo l'inferno. «Da dove posso cominciare a punirvi, piccole mie.» E fu così che si levò nell'aria un CI DISPIACE MAMMA!!! che fu udito persino agli angoli della piccola isola a forma di stella, allarmando non solo i pescatore che alzarono lo sguardo al cielo, ma anche gli abitanti dell'isola stessa che sospirarono all'unisono capendo che quelle due avevano combinato un altra marachella.

****

«Vi sembra questo il modo di comportarvi? Siete due ragazze, dovreste comportarvi come tali e non come maschiacci!!» La madre stava rimproverando di sana pianta le due che, con due bernoccoli ben evidenti sulle loro teste, sospirarono copiosamente, gonfiando le guance. «Hey Zero non hai niente da dire al riguardo?» Disse la donna con un tono decisamente seccato all'uomo biondo seduto su una sedia ed intento a leggere un giornale che, da prima alzò lo sguardo incrociando quello delle due bambine per poi fare un mezzo ghigno e sussurrare. «Tali figlie, tale madre.» Lei non esitò minimamente a dare un pugno piuttosto forte al capo del bel biondino che iniziò a massaggiarsi i capelli dorati guardando la donna con occhi non troppo compiaciuti. «Cosa mi tocca sentire!» Disse lei esaurita e sospirando copiosamente. «Mamma di certo tu non sei la persona più adatta per rimproverarci per una cosa del genere. Del resto sei stata una famosa pirata!» Fu la minore a parlare guardando la madre con aria di sfida mentre la maggiore fece segno alla più piccola di non parlare oltre. «Non nego di aver compiuto crimini, ma ciò non significa che tu ed Alice dobbiate intraprendere la mia stessa strada.» Ellen strinse i pugni e aguzzò lo sguardo, alzando il capo ancora più in alto, occhi pieni di determinazione. «IO VOGLIO DIVENTARE UN PIRATA! Voglio vedere il mondo, voglio combattere, insomma voglio diventare come te!» La madre dai lunghi capelli albini e dal vestito vittoriano rimase muta per qualche secondo, il suo unico occhio si chiuse ed un dispettoso raggio di sole illuminò il suo occhio destro, ormai perduto e sostituito da qualcosa di spettacolare e di totalmente magico: un giglio che sembrava tanto bello quanto lei e che adornava il suo volto. «Ellen, ti ricordi quello che ti ho detto l'altro giorno. Vero?» Lo sguardo dell'infante si rasserenò improvvisamente, mentre un piccolo tintinnio sul suo braccio destro sembrò risuonare nell'aria, il tintinnio di una pietra a forma di stella racchiusa in una palla di vetro trasparente che penzolava sul braccio destro della bambina grazie ad un braccialetto in acciaio. «La promessa.» La frase pronunciata dalla giovane sembrò incerta, senza un senso compiuto e il dubbio di questione o di affermazione rimaneva sospeso tra gli spettatori intenti a seguire questo dialogo. «Ellen e anche tu Alice io non vi imporrò mai cosa fare della vostra vita, e se un giorno dovessi azzardarmi a farlo, allora avrete tutto il diritto di combattere e di odiarmi, tuttavia, per ora, voglio che voi due viviate come bambine libere, senza nessun tipo di sentimento negativo o intimidatorio. Voglio che le vostre ambizioni, per ora, siano quelle di vivere appieno la vostra vita, amando, imparando e studiando.» Ellen ed Alice rimasero quasi abbagliate da queste parole, stringendo involontariamente la mano dell'altra, senza mai distaccare lo sguardo dalla madre tanto amorevole e premurosa. «Alice, Ellen siete le mie preziose e temerarie stelline, rimanete tali ancora per un pò, okay?» Detto ciò la madre dal grande giglio sull'occhio destro fece un meraviglioso e solare sorriso accarezzando i capelli ad entrambe che non esitarono a correre tra le braccia della madre e ad abbracciarla, sprofondando le loro teste nel ventre della figura materna.

«Noi usciamo!» «Mi raccomando Alice cerca di badare a tua sorella e tu Ellen non commettere sciocchezze!» Entrambe urlarono un SI che probabilmente non sembrò così sincero, tuttavia la madre facendo spallucce e salutando le sue figlie si lasciò sfuggire un sorriso. «Lo sai che non ti daranno mai ascolto, vero Grace?» L'albina si voltò lentamente mostrando un tenero sorriso e incrociando le braccia al petto. «Testarde proprio come te....» Disse Zero appoggiando il giornale su di un tavolino posizionato al centro della stanza e avvicinandosi a passo felpato alla donna che si era voltata con uno sguardo piuttosto stizzito. «...ma allo stesso tempo ambiziose e bellissime.» Chiudendo l'occhio sinistro lei si lasciò andare facendosi stringere dalle braccia tempestate di tatuaggi tribali del biondo che appoggiando la testa sulla spalla di lei si lasciò sfuggire un sorrisetto. «Non avrei mai immaginato che la sua morte ci potesse offrire un così bellissimo regalo.» Parole quasi amare, dette con una nota dolente e probabilmente piene di chissà quante storie ormai perse nel tempo. «Lui lo ha fatto per noi, per la sua famiglia. E di questo gli saremo per sempre riconoscenti.» Disse infine Zero stringendo la sua amata a se, cercando di sostenerla in questo momento delicato. «Fa male, fa davvero male.» Disse lei toccando, delicatamente i petali di quel giglio mentre i raggi che poco prima illuminavano la stanza, ora erano completamente spariti lasciando i due esseri umani all'ombra, immersi nei loro pensieri. Solo dei singhiozzi si levarono da quella stanza che ruppero il silenzio e la pace di quell'isola che sembrò udire quella piccola tristezza, raccolta in un contenitore pieno di crepe che presto si sarebbe rotto.

 
****

«Ellen!! Dovrei essere io quella in testa al gruppo! Sono la maggiore e da ciò che mi risulta quando abbiamo stabilito chi di noi due dovesse essere il capo, tu non hai fiatato riguardo alla mia richiesta!» La piccola si fermò di colpo e si voltò con uno sguardo molto seccato, le mani ora racchiuse in due piccoli pugni. «Mi sembra ovvio che non abbia fiatato quella volta!!! ERO ANCORA TROPPO PICCOLA PER PARLARE DANNAZIONE!!!» Alice la guardò sorpresa chiedendosi da dove tirasse fuori tutta questa grinta e sopratutto tutta quella voce. «Queste sono piccolezze...» Fischiettando e alzando lo sguardo al cielo la più grande cantilenò. «PICCOLEZZE UN CORNO!!» Ora le due più che mai sembravano voler iniziare un qualche tipo di lotta, ma la loro attenzione fu attirata da una voce maschile o meglio una risatina che si levò fiera tra gli sguardi sgomenti di entrambe. «Ma guardatevi e voi vorreste diventare delle piratesse ma per favore!» Le due gonfiarono d'istinto le guance e, dopo qualche secondo quella risatina si materializzò in un corpo vero e proprio davanti a loro. «Salve ragazze!» Ci fu una piccola pausa completamente silenziosa, ma subito questa fu stroncata dal grido di entrambe le bambine che in coro urlarono: «MATTHEW!!!?!?» «Possibile che dobbiate urlare come matte ogni volta che mi vedete? Dannazione siete proprio insopportabili.» «Scusa! Ma è da una vita che non ti vediamo. Insomma sei stato via per ben 2 mesi dall'isola! Ellen era davvero preoccupata.» La più piccola diede una gomitata piuttosto forte al braccio dell'albina che si massaggiò il punto dolente guardando la sorellina con sguardo stizzito. «Tsk! Non è affatto vero! Io non ero preoccupata! Anzi te ne potevi stare in mare per altri 5 mesi!» Il giovanotto dodicenne iniziò a strofinare i capelli mori della più piccola che arrossì violentemente a quel gesto tanto dolce e semplice. «Ammettilo che ti sono mancato, dai a me lo puoi dire, infondo non ho dimenticato ciò che mi dicesti quel giorno prima che partissi.» Ellen alzò subito il capo guardando il ragazzino negli occhi. Il suo sguardo totalmente perso nel vuoto. «Ah! Si si, mi ricordo anch'io cosa dicesti a Matt!» La mora sembrò sempre di più in imbarazzo e mentre Matthew stava per ripete quelle parole innocenti, Ellen saltando riuscì ad atterrarlo a terra mettendogli una, anzi due mani sulla bocca cercando di farlo stare zitto. «QUESTO NON E' AFFATTO IMPORTANTE! INOLTRE A QUEL TEMPO NON AVEVO CONSAPEVOLEZZA DELLE MIE AZIONI!» Matt riuscì a togliere le mani delle più piccola su di se, e a quelle parole non riuscì a trattenere le sue risata alla quale si aggiunse Alice che sembrò quasi cadere all'indietro da quanto stava ridendo. «AH! SMETTETELA DI RIDERE!! ADESSO VI FACCIO MALE!!» E proprio mentre Ellen si stava preparando a colpire il ragazzo, lui con facilità schivò quel colpo e successivamente si preparò a correre via insieme ad Alice che non aveva smesso di ridere. Entrambi iniziarono a correre lungo tutta la strada inseguiti da una piccola bambina inferocita finché non arrivarono alla fine di essa, ovvero un promontorio o meglio uno dei 5 promontori che costellavano l'isola Stella Marina. «Ragazzi era da tanto che non mi divertivo così!» «Ma come? Andare per mare insieme a tuo padre non è divertente?» Il corvino sospirò copiosamente gettandosi all'indietro sull'erba verde insieme alle due figure femminili che si gettarono l'una vicino all'altra. «Non è questo. Il fatto è che percorriamo sempre la stessa rotta di mare e quindi il percorso risulta sempre quello, ormai lo conosco a memoria.» La più piccola si voltò verso il ragazzino e lo guardò con occhi azzurro cielo che parevano brillare. «Secondo me tu sei molto fortunato. Insomma è pur sempre una rotta di mare e chissà quanti incredibili animali marini tu hai visto. Ah! Ti invidio così tanto!» Matt fece un mezzo sorriso guardando il cielo rosso fuoco, segno che le ore di luce stavano per terminare. «Non dovresti. Un giorno anche tu prenderai il mare e allora vedrai un mucchio di animali e isole ed allora, sarò io quello che ti invidierà.» Alice si alzò e si mise seduta sull'erba mentre Ellen fece un grande e sicuro sorriso volgendo il suo sguardo al cielo. «Questo è un chiaro segno di come Ellen sia perdutamente e follemente innamorata di te Matt.» Ellen fece una faccia sconvolta a quella dichiarazione sogghignata dell'albina mentre Matt iniziò a ridere profondamente senza dare il tempo ad Ellen di ribattere. «Siete davvero insopportabili....» Lei sembrò molto seccata da quella coalizione ma i due ragazzi un pò più maturi, gattonando si misero uno a destra e uno a sinistra della più piccola che si ritrovò completamente circondata e confusa. «Alice.» Disse il maschio. «Matthew.» Disse la femmina con un sorrisino malizioso mentre Ellen iniziò a sudare freddo. «ADESSO!!» Ed entrambi iniziarono ad attaccare la moretta con l'arma più innocua di questo mondo: il solletico.
****
 
«Mi raccomando state attente, e per favore cercate di non rompere anche questi vestiti.» Disse la madre alle due piccole che avevano indossato dei vestiti da damigelle, la maggiore aveva imparato a non fiatare quando la madre parlava o impartiva un ordine, al contrario della più piccola che continuava a slacciare quel nastrino color nero pece che aveva al colletto. «Ritorneremo presto non ti preoccupare mamma!» Disse Alice sorridendo per poi salutarla e prendere per mano la minore che con le guance gonfie uscì dalla porta di casa sospirando. «Quelle due sono davvero diverse. Alice è così responsabile e con me è così calma e tranquilla, mentre Ellen è così irruenta e così testarda.» L'uomo fece un mezzo ghigno. «Mi domando proprio da chi abbia preso.» Disse enfatizzando la cosa mentre la donna si voltò verso di lui contrariata e pronta ad usare il suo frutto del diavolo chiamato Plant Plant No Mi.
 
****
 
«Andiamo Ellen dobbiamo sbrigarci altrimenti non riusciremo a vedere le stelle cadenti!» Disse Alice correndo molto più velocemente di Ellen. «Questo vestito mi sta intralciando e poi è così stretto!!! Lo detesto!!» Alice sospirò per poi abbassarsi e fare segno ad Ellen di salire sulle sue spalle. «Coraggio, altrimenti non riusciremo ad arrivare in tempo.» Ellen non esitò e si catapultò sulle spalle della sorella maggiore, sorridendo e alzando il pugno in segno di vittoria intimando la sorella a correre. Entrambe arrivarono alla scogliera e scorsero Matthew che appena le vide si lasciò sfuggire un sospiro piuttosto irritato. «Finalmente ce ne avete messo di tempo!» «Questa volta è colpa di Ellen aka la pigra.» «HEY!!!» Il trio si sedette su un tronco d'albero che faceva da panchina mentre giù a valle si potevano udire canti e festeggiamenti per quel giorno importante e solenne chiamato: NOTTE DELLE STELLE CADENTI . «Spero di riuscire a prendere qualche stella!» Disse la più piccola con occhi brillanti. «Secondo me le mancherai tutte vedrai le prenderò tutte io e diventeremo ricchi!» Disse la maggiore. «Sciocchezze, vedrete come le prenderò tutte io.» «Bè tanto le dovremo cercare domani mattina, dovremo aspettare che si raffreddino altrimenti c'è il rischio di bruciarci le mani.» Disse infine Alice mostrando un pò il suo lato da sbruffoncella. I due fecero un cenno per poi guardare il cielo in attesa delle stelle mentre al villaggio iniziarono ad alzarsi in cielo mille fuochi d'artificio colorati che attirarono l'attenzione dei bambini. «WOW!! Sono bellissimi!» Disse Ellen alzandosi dal posto e spostandosi verso il lato sinistro del promontorio ammirando quel gioco di colori che illuminava il cielo. «Sembra che non abbiano badato a spese quest'anno.» Matthew fece spallucce mostrando un mezzo sorriso mentre Alice guardava sua sorella minore con occhi protettivi. «Sono davvero felice.» Disse Ellen senza voltarsi attirando l'attenzione dei due bambini. «Sono così felice di vivere questi momenti così belli e così meravigliosi insieme a voi. E specialmente sotto questo cielo stellato sentendo i canti felici e spensierati del villaggio. Sono così felice!» Ellen si voltò mostrando un sorriso a trentadue denti verso i suoi amici e correndo verso di loro sedendosi in mezzo ai due, guardando il cielo pieno di stelle pronte a cadere da un momento all'altro. «Sarà davvero fortunato colui che ti sposerà.» Lo disse Matthew arrossendo lievemente e sussurrando quella frase che Ellen non capì mentre Alice fece un innocuo mezzo sorriso verso il ragazzino dandogli una pacca sulla schiena mentre lui rivolse la testa a destra cercando di non guardare nella direzione opposta. «Alice, Matt facciamo una promessa.» I due guardarono la più piccola confusi e sgomenti mentre lei, alzandosi dal tronco d'albero e con le mani dietro la schiena si voltò verso di loro, mettendo una mano davanti ad entrambi, in posizione retta. «Promettiamo che qualunque cosa accada, noi realizzeremo i nostri desideri e proteggeremo le persone a noi care restando per sempre insieme.» I due si scambiarono un occhiata compiaciuta e alzandosi, posizionando le loro mani sopra quelle della mora sorrisero e gridarono in coro: LO PROMETTIAMO! mentre in quel preciso istante mille stelle cadenti iniziarono a volteggiare nel cielo lasciando scie magiche e brillanti lungo tutto il cielo notturno.
 
****

«Scusa mamma abbiamo fatto tardi.» Disse Alice portando la sorellina addormentata sulle spalle. «Grazie Alice per esserti presa cura di Ellen. Spero vi siate divertite.» L'albina fece un cenno e sorrise compiaciuta. «Moltissimo! Anche se ho perso tutte le mie energie insieme a questa rompiscatole.» Disse sospirando e dando un occhiata stanca alla più piccola. Il padre apparve da dietro la porta della cucina con un grande sorriso rivolto alle due figlie. La madre si accucciò a terra prendendo la più piccola tra le braccia mentre il padre prese la più grande, che si imbarazzò a quel gesto infantile, per portarla nella sua cameretta a riposare. Lo stesso fece la madre portando la più piccola nella sua cameretta e appoggiandola sul letto cercando di non svegliarla, sedendosi sul bordo del materasso soffice rimboccandole le coperte e dandole una piccola carezza ai capelli della piccola «Ellen spero davvero che i tuoi desideri si avverino.» E mentre lo disse guardò il piccolo braccialetto sulla braccio di Ellen facendo un dolce sorriso. Stava per alzarsi dal letto ma fu allora che Ellen prese la manica dell'abito della madre e sempre mantenendo gli occhi chiusi fece un sorriso sussurrando un Grazie mamma e Grace socchiudendo l'occhio buono, quasi commossa da quelle parole diede un bacio della buona notte alla fronte di sua figlia, lasciandola dormire beatamente.

Angolo Autrice:
Salve a tutti! Volevo premettere un pò di cosine riguardo questo primo capitolo e riguardo tutta la storia. Prima di tutto la storia non sarà intaccata e gli avvenimenti accaduti saranno pressoché uguali, eccezion fatta per il mio personaggio ovviamente, e per alcuni luoghi che saranno totalmente inventati, tuttavia ne il carattere dei personaggi ne alcuni luoghi fondamentali dell'opera di Echiro Oda verranno toccati. Seconda cosa il rating per ora è giallo ma in futuro potrebbe cambiare dato che più avanti ho intenzione di inserire tematiche molto forti e che potrebbero urtare la sensibilità del lettore. 
Adesso passiamo a qualche considerazione sul capitolo. So bene che in questo primo capitolo la descrizione di alcuni personaggi e di alcune loro caratteristiche sono davvero poche (quasi mi vergogno) ma queste caratteristiche andranno ad essere analizzate lungo tutto il corso della storia quindi non dovete preoccuparvi se non ho descritto appieno i miei personaggi. Terza e ultima cosina sentitevi liberissimi di chiedermi qualunque cosa riguardo questo capitolo e cercherò di darvi delle risposte cercando di non entrare nello spoiler senza ovviamente rovinarvi la sorpresa. 
Detto ciò credo di aver concluso e spero con tutto il cuore che questa mia storia vi possa piacere. Aspetto le vostre recensioni/critiche, un bacione la vostra Red!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: blackytte