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Autore: White Queen of Asgard    25/05/2015    3 recensioni
Ormai per i quattro ragazzi tutto era tornato alla normalità.
La solita vita di sempre: università casa, casa università.
Quelle tre ragazze avevano dato una piccola svolta alla loro vita e quell'incidente li aveva cambiati ulteriormente.
Ma, come disse Roger, quello era "solamente l'inizio" e il tutto deve ancora accadere.
* * * * * * * * * *
Seguito di You Don't Need Nobody Else But Me
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12/21/72-12/25/72

L'inverno era appena giunto in città ma il freddo si era già fatto sentire da molto.
A poco sarebbe arrivato anche Natale e tutto era già stato ricoperto da ghirlande e luci.
In vista di quest'ultimo, anche i ragazzi cominciarono con i preparativi e, come ogni anno, si ritrovarono a casa di Freddie.
Fecero l'albero e tappezzarono le pareti della casa con tutto quello che gli capitò fra le mani.
Ovviamente, a Brian toccò il compito di mettere la stella in cima a quell'albero alto metri e metri e, come ogni altra volta, si rifiutò, essendo occupato a districare l'ennesima fila di luci toccata ancora a lui.
"Mettetela voi la stella. È da mezz'ora che sono su ste lucine. Lasciatemi finire" Si giustificò il ragazzo.
"Se solo ci arrivassimo lo faremmo anche" Ribattè il biondo.
"...Non è colpa mia se siete tutti dei nani qua dentro" Continuò l'altro innervosendosi per quel cavo annodato che ancora non era riuscito a disfare.
"No, caro mio. Sei tu che sei alto tre metri" Disse Freddie.
Il riccio non rispose ma questo servì solo a far innervosire ulteriormente gli altri due.
"Molla sti fili e vai a mettere sta santissima stella. E poi sei tu il fissato con le stelle, è compito tuo" Gli urlò Roger mettendogli la stella fra le mani.
"C'è differenza fra le stelle con cui sono fissato io e la tua... 'Santissima stella'" Rispose rimettendo la decorazione nelle mani del biondo.
Il biondino cominciò a fare versi incomprensibili per il nervosismo sotto gli sguardi degli altri ragazzi che si erano voltati per assistere alla scena, ma Brian ancora non si staccava da quel filo.
"E che cazzo! Non fare il bambino!" Gli urlò Roger facendo puntare lo sguardo di Brian e di tutti gli altri su di lui.
"Senti chi parla. Quello che gioca ancora con le macchinine viene a dire a me di non fare il bambino!" Disse cominciando a ridere "Dammi 'sta stella" Cedette alla fine, mettendo, come, alla fine, tutte le altre volte, la stella sull'albero, poi si concentrò nuovamente su quel cavo di luci.
"...Sul serio giochi ancora con le macchinine?" Chiese Freddie ridendo.
"Ma ti pare? Tu gli credi anche?!" Rispose il biondo cominciando a sudare freddo e passandosi una mano fra i capelli grattandosi la testa.
"Sta mentendo" Si intromise Brian (con un certo gusto nel mettere in imbarazzo quello che, in teoria, avrebbe dovuto essere il suo migliore amico) finendo finalmente di districare quel filo.
"Comunque! Dobbiamo ancora finire qua! Fred, puoi andare a recuperare le altre scatole? Mancano luci" Chiese Roger, piuttosto che per avere gli scatoloni per cacciare Freddie, che altrimenti avrebbe continuato a torturarlo con domande sul fatto che giocasse ancora con le macchinine.
"Questa me la paghi. Lo so che ti diverti" Sussurrò al riccio fulminandolo con lo sguardo.
L'altro si lasciò sfuggire una risatina sadica, che sarebbe stato meglio non fosse uscita dato che a questa seguì un insulto del biondo.
"Con tutto quello che tu hai fatto a me! Il mio caro pilota di Formula Uno non crescerà mai" Rispose scompigliando i capelli biondi del ragazzo e raggiungendo Freddie per aiutarlo con le scatole, per questo non sentì l'altra bestemmia che partì dalla bocca di Roger. 

* * * * * * * * * *

E così, fra litigi e risate, Natale arrivò.
Con l'aggiunta delle ragazze, gli invitati (che gli altri anni erano sempre e solo stati Brian, Roger e John) si erano quasi raddoppiati e, per questo, regali e dolci non mancarono, dato che ognuno portò qualcosa.
"Bene ragazzi, se avete fame spartitevi questi. Non mangiatene troppi perché poi si fa pranzo" Urlò Freddie, uscito dalla cucina, lanciando un pacchetto di cioccolatini alle nocciole a Brian.
"Fred" Lo chiamò il riccio.
"Si, tesoro?"
"Il cioccolato. Con le nocciole. Non mi piace"
"Eh, dovevi dirmelo"
"Ma è da due anni che te lo dico"
"Non me l'hai mai detto, caro mio" Rispose l'altro pretendendo di avere ragione, poi si voltò per tornare in cucina.
"Che non mi vengano a dire che ho la memoria corta..." Si lamentò Brian sottovoce ma nessuno lo sentì.
Il tempo passava e l'ora di pranzo arrivò.
Piuttosto che un semplice pranzo quello avrebbe potuto bastare per un mese.
Brian, che neanche aveva mangiato quei maledetti cioccolatini alla nocciola, si lanciò sul cibo senza tregua e nemmeno un terremoto avrebbe potuto fermarlo.
Dopo quella scorpacciata di cibo, non andarono in letargo ma comunque il bisogno di riposare si fece sentire, e così si sistemarono su quei tremila divani che neanche Freddie, vivendo da solo, sapeva a cosa gli servissero, e si addormentarono.



Angolo della Queenie:
ed ecco, dopo anni, la famosa seconda serie!
Ora non scrivo molto solo perchè sono le undici e un quarto e ho leggermente sonno, ma volevo solo dire che ho allungato i capitoli e spero vi piacerà anche questa storia.
Alla prossima!
  
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