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Autore: Somriure    25/05/2015    1 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quest'anno Harry era stato costretto a passare tutta l'estate in un'isoletta del cavolo, sperduta nel mare, insieme ai suoi odiosi genitori ricchi sfondati e a sua sorella Eleanor.
 
Ogni anno riuscivano sempre ad incastrarlo in queste gite familiari per far vedere al mondo che erano una famiglia unita e felice.
 
Ma una cosa era certa. Non erano per niente una famiglia unita e felice.
 
I suoi genitori erano i proprietari di una delle Case Di Moda più famose al mondo che portava anche il loro cognome.
Eleanor aveva 19 anni e alternava la scuola alle sfilate di moda delle collezioni dei genitori, vantando un bellissimo corpo da modella.
Gemma, la sua sorella maggiore di 24 anni, non c'era mai a casa perché studiando medicina a Boston, nella prestigiosa università di Harvard, ormai si era trasferita a vivere lì con il suo ragazzo Cameron e solo raramente tornava a Londra per trovare la sua famiglia.
 
I suoi familiari amavano il loro lavoro in un modo incondizionato, quindi vi passavano la maggior parte della loro giornata trascurando spesso Harry che rimaneva nella immensa villa di famiglia a Londra a mangiare schifezze e a giocare ai videogiochi in compagnia di una ventina di persone che si prendevano cura di lui.
 
Aveva 17 anni ma non frequentava più la scuola perché i suoi genitori, vista la sua dislessia e discalculia avevano deciso di ritirarlo perché non avrebbe mai soddisfatto le loro aspettative. Non poteva neanche andare a lavorare con i genitori perché il suo corpo non rispettava propriamente i canoni che doveva avere un modello secondo loro.
Non usciva mai di casa, se non rare volte in cui i suoi genitori lo portavano a qualche conferenza. Le visite mediche le faceva tutte nella sua dimora e i vestiti li comprava online per poi farseli aggiustare dalla sarta domestica.
 
Per alcuni aspetti i suoi genitori erano molto protettivi nei suoi confronti, per altri lo trascuravano ampiamente.
 
Non aveva nessun amico, non poteva farseli visto che non andava a scuola e non praticava alcun tipo di sport a causa della grave asma che aveva.
La sua unica amica era la musica. Harry fin da piccolo aveva trovato in lei un posto felice in cui approdare. Suonava il pianoforte, per volere dei genitori, da quando aveva 4 anni; era diventato molto bravo, ma i suoi desideri erano altri, quindi dopo undici anni aveva deciso di smettere per iniziare a suonare la chitarra.
Quando suo padre lo scoprì però, deluso dal suo comportamento, scagliò la sua sua nuova chitarra classica dalla finestra, sgretolandola così insieme ai suoi sogni.
Harry per ripicca abbandonò per sempre il pianoforte.
 
-Harry, preparati tra qualche minuto scenderemo da questo dannato traghetto!- esclamò Anne, sua madre tenendo con le mani il suo voluminoso cappello color glicine che sarebbe volato via a causa del forte vento.
 
Il ragazzo sbuffò e si incamminò, scartando una barretta di cioccolato, verso l'uscita di quella sottospecie di mezzo di trasporto.
Quell'isoletta era talmente dimenticata da Dio che non aveva neanche un porto per attraccare navi di grandi dimensioni. Un aeroporto neanche a chiederlo! Quindi la famiglia Styles si era avventurata un un viaggio della speranza durato 7 ore all'interno di quel rottame.
Furono poche le persone che scesero con loro in quella ridente isoletta. Appena finalmente misero piede a terra li colpì una forte afa che quasi non gli permetteva di respirare. Sua madre prontamente gli porse il suo inalatore per aiutarlo a respirare meglio.
Intorno a loro c'era il nulla. Una distesa immensa di mare copriva le loro spalle; alcune barche o piccoli pescherecci erano attraccati in malo modo nel minuscolo porto. Davanti a loro c'era il lungomare.
 
-E' l'ultima volta che mi lascio convincere da voi a venire in questi posti sperduti nel nulla che sembrano rimasti a 30 anni fa!- ringhiò Eleanor all'orecchio dei suoi genitori.
 
-Lo sai, lo stiamo facendo per Harry! L'aria di mare aiuterà i suoi polmoni!- rispose Anne pazientemente.
 
-Anche l'aria della spiaggetta di Miami che papi aveva visto lo avrebbe aiutato!- controbatté la ragazza.
 
-Non sarebbe stata la stessa cosa, Maestà! Con tutto quello smog avrebbe solo peggiorato la situazione!- rispose Des, suo padre.
 
Eleanor li superò sbuffando e incrociando le braccia.
La cosa che li sorprese maggiormente fu il fatto che nessuna persona fosse per strada.
Harry iniziò veramente ad avere il sospetto che suo padre avesse affittato l'isola solo per loro, come era già successo in passato. Il ragazzo odiava questo tipo di vacanze, era come se fossero rinchiusi in una sorta di prigione tropicale.
Ad un certo punto notarono un uomo davanti ad una macchina malridotta che si sbracciava per farsi notare.
 
-Credo che quello sia il nostro autista.- esclamò Des senza un briciolo di emozione in voce.
 
Harry ridacchiò dentro di sé osservando l'espressione schifata di Eleanor.
Si incamminarono verso quell'uomo con le facce più cupe che avessero mai potuto avere.
 
-Salve! Benvenuti nella nostra piccola isoletta! Spero che vi troviate bene e che questo soggiorno vi faccia rilassare e riposare! Io sono Edgar e vi accompagnerò nella vostra casa!- esclamò sorridendo mostrando tutta la sua dentatura. Beh, tutta proprio no visto che gli mancavano parecchi denti.
 
Anne aveva una faccia stralunata e allibita, Des invece accontentò l'uomo e gli strinse finalmente la mano (strofinandosela poi ben bene sui pantaloni di lino per togliere tutta la sporcizia da lui portata).
Infine salirono in macchina. Anne era davanti, vicino all'uomo, mentre i due ragazzi e il loro padre erano stretti nei posti dietro con in braccio tutti i bagagli.
Così lo strambo signore partì senza neanche mettersi la cintura di sicurezza. Correva molto veloce e i passeggeri cercavano di aggrapparsi a qualcosa per non morire a causa della guida pazza dell'uomo.
In quell'auto regnava il completo silenzio. Edgar aveva provato più volte ad iniziare un discorso, ma era stato ogni volta zittito dalle risposte secche e concise di Des.
 
-Mi scusi buon uomo.-disse ad un certo punto Anne schiarendosi la voce. -Non vorrei sembrare inopportuna, ma dove sono il resto degli abitanti?- Finalmente si decise a fare la domanda che tutti loro avevano sulla punta della lingua.
Edgar scoppiò in una fragorosa risata.
 
-Sono le 15.00 del pomeriggio, signora! È l'ora della siesta! Tutti sono a casa a riposare. A quest'ora come avrete notato fa molto caldo per stare fuori!- la donna annuì leggermente più tranquilla.
 
Il viaggio in macchina fu piuttosto lungo, Harry non si aspettava che quell'isoletta potesse essere più grande della sua villa a Londra.
L'entroterra era molto caratteristico, c'erano alberi da frutto di ogni genere, oltre a viti e ad uliveti. Le casette erano tutte molto basse, avevano massimo tre piani, ma la cosa che preoccupò maggiormente la famiglia di modelli, fu la totale assenza di negozi famosi.
 
-Guarda mamma. Quello potrebbe essere un centro commerciale panoramico!- sussurrò Eleanor finalmente rianimata indicando un'alta struttura che spuntava in lontananza. Era colorata in modo strano, ma avendo notato le stravaganze di quell'isola la cosa non stupì più di tanto Harry.
Edgar scoppiò nuovamente a ridere.
 
-No ragazzina, mi dispiace deluderti, quello non è un centro commerciale. È il Faro!- esclamò guardando Eleanor dallo specchietto retrovisore che era diventata rossa come un peperone.
 
Dopo circa 40 minuti arrivarono a destinazione. Avevano praticamente attraversato l'isola arrivando dall'altra parte.
Ora avevano il mare davanti e la terra dietro.
La loro casa a tre piani confinava direttamente con la spiaggia, aveva un grande cortile con alcuni alberi, una piscina e un campetto da calcio, che sicuramente sarebbe rimasto inutilizzato. Poco più lontano c'era un molo e all'estremità si erigeva il Faro.
Dopo che la famiglia portò i bagagli all'interno della grande abitazione ognuno di loro si sistemò nelle proprie stanze.
 
Harry aveva una grande e luminosa stanza al secondo piano. Il letto era proprio sotto la finestra e aveva una vista mozzafiato sul mare.
Lasciò le sue valigie in un angolo e corse ad affacciarsi alla finestra. Mentre i suoi occhi vagavano per la vasta distesa di azzurro, scorse un ragazzo a torso nudo che leggeva un libro sdraiato su una piccola barca attaccata al molo. Da lì non poteva vedere bene, ma si rallegrò pensando che almeno avrebbe potuto fare amicizia.
Non sapeva molto come funzionassero queste cose, ma visto che sua sorella, che a parer sua era una gallina, aveva moltissimi amici, forse non sarebbe stato difficile neanche per lui.
 
Harry odiava il mare. Non sapeva il perché, forse semplicemente perché a 17 anni ancora non sapeva nuotare, oppure perché la vista di così tanto azzurro gli dava la nausea.
 
Non era solo il problema di Harry ad aver spinto la famiglia Styles a villeggiare in questa isoletta; Des desiderava molto ardentemente visitare quel luogo, era stufo di dover vedere in giro per la città i suoi capi di moda e quindi voleva rilassarsi un po' lontano dal lavoro.
Aveva provato in tutti i modi a convincerli, alla fine c'era riuscito con la promessa che a settembre avrebbe rinnovato l'iscrizione al circolo del tennis ad Anne, che avrebbe comprato un Frisone a Eleanor e che avrebbe acquistato l'ultimo modello di Playstation ad Harry.
 
Il ragazzo prese un pacchetto di patatine e iniziò a sgranocchiarlo beandosi del caldo sole del pomeriggio che filtrava dalla sua grande finestra, poi si stese sul letto e si addormentò, stanco del viaggio della mattina.
 
Quando dopo circa trenta minuti si svegliò, decise di andare a vedere cosa stessero facendo gli altri. Così, dopo essersi messo dei vestiti più comodi, che consistevano nel pezzo di sotto di una tuta e una maglietta di una band che conosceva solo lui, scese in soggiorno rubando un pacchetto di biscotti dalla credenza.
Suo padre stava montando un amaca in veranda. Quando lo vide criticò il suo abbigliamento perché sosteneva che una persona doveva sapersi vestire in ogni momento della giornata: sia per andare ad un ricevimento, che per per dormire. Il ragazzo non gli diede molto ascolto e si diresse verso le due donne che stavano prendendo il sole davanti alla piscina.
 
Erano animate da una accesa conversazione, Harry allora si posizionò dietro di loro per ascoltare senza essere visto.
La sua vita non era molto divertente, quindi quando poteva, amava farsi i fatti degli altri. Restava interi pomeriggi ad ascoltare di nascosto i discorsi dei suoi camerieri.
 
-No mamma, non lo farò. È piccolo ed è un impiccio per me!-
 
-Dai El, solo per i primi giorni! Fino a che non si troverà anche lui un amico!-
 
-Ma mamma è uno sfigato! Allontanerà da me tutti quelli che vorranno conoscermi!-
 
-Ti prego, Principessina!-
 
-Convincerai papi a farmi avere un autista privato a mia completa disposizione per ogni ora del giorno?-
 
-Sarà fatto, Maestà!-
 
-Allora porterò la piattola con me, ma solo per oggi.-
 
-Ciao!- mormorò indeciso Harry spuntando solo allora.

-Ehi pulcino spennacchiato! Come va? Ti piace la tua nuova camera?- chiese sua madre allegramente.

-Oh sì, fantastica!-

-Bene sono contenta!-

Anne guardò Eleanor con eloquenza dandole una leggera gomitata.

-Harry tra un po' se ti va puoi venire con me a vedere se in questa isola sperduta c'è gente della nostra età.- disse la ragazza senza gioia nella voce.

Harry aveva sentito ogni cosa del discorso affrontato dalle donne prima, sapeva che non era ben voluto dalla sorella, ma l'idea di farsi un amico era tanta quindi accettò l'offerta molto entusiasticamente.

-Bene, vatti a preparare allora. Vedi di non farmi fare brutte figure!-

-Non ti deluderò!- esclamò il ragazzo correndo verso l'interno della casa.

-Harry non correre! Ti fa male!- gli urlò dietro Anne. Allora lui iniziò a camminare veloce.

Decise di indossare semplicemente un paio di bermuda a quadri, una maglia bianca con una scritta, e le sue converse dello stesso colore, si sistemò meglio gli spessi occhiali sul naso, cercò di acconciare inutilmente la folta chioma di ricci e poi scese al piano di sotto dalla sorella che era già straordinariamente pronta.
-Bene, muoviamoci.- disse prima di voltarsi per uscire.

Camminarono per circa 10 minuti in una stradina completamente deserta stando molto distanti l'uno dall'altra. Alla fine arrivarono in una piccola piazzola con un bar.
Lì davanti sostavano parlando tra di loro alcuni ragazzi.
-Ci uniamo a loro?- propose Harry a Eleanor.

-Non lo so, non vorrei fare amicizia con degli sfigati! Prima osserviamoli.- decise Eleanor che andò a prendere posto in un tavolino del bar proprio accanto al loro. Harry la seguì.
Dopo qualche istante una ragazza dai capelli rosa uscì dal locale per prendere le loro ordinazioni.
Eleanor prese solo una bottiglietta d'acqua fresca, Harry una fetta di torta al cioccolato, una Cocacola e 10 Goleador.

Eleanor continuava a spiare i ragazzi sorseggiando la sua bibita rinfrescante.
Era un gruppo formato da quattro persone.

C'era un ragazzo dagli occhi buoni con uno strano tatuaggio sull'avambraccio e i capelli cortissimi, era seduto accanto ad un ragazzo con la pelle più scura con moltissimi tatuaggi e degli occhi misteriosi. In braccio a lui sedeva una ragazza molto carina con degli occhi estremamente azzurri che continuava a ridere alle battute del ragazzo biondo che era in piedi e appoggiato al muro.
Ad un certo punto Eleanor, senza preavviso, si alzò e si andò avvicinò a loro.

-Ciao, io sono Eleanor e lui è il mio fratellino Harry.- lui fece un timido cenno con il capo. -Siamo venuti qui per passare le vacanze.- disse lei sfoggiando tutte le sue doti da corteggiatrice ed adulatrice.

-Ciao!- rispose il ragazzo dagli occhi dolci. -Io sono Liam, loro sono Zayn, Niall e Taylor.-

-Che coraggio a passare qui le vacanze estive! Come potete vedere c'è ben poco per noi gioviani!- ridacchiò l'asiatico.

-Sì, nostro padre voleva un po' di tranquillità!- esclamò Eleanor imbronciata.

-Oh, ne troverete di tranquillità! Potete starne certi.- rise Niall.
Eleanor sbuffò scocciata. Harry invece li guardava incantato, gli sembravano veramente simpatici quei tipi.

-Beh, siete fortunati però! Avete incontrato noi che conosciamo quest'isola come i palmi della nostre mani, quindi conosciamo anche dei bei posticini dove potremmo divertirci!- esclamò la ragazza facendo l'occhiolino ad Harry.
Harry arrossì immediatamente. Non aveva mai avuto un amico, figuriamoci una ragazza!

-Dove alloggiate?- chiese educatamente Liam.

-Abbiamo una casetta vicino al faro.- rispose Harry.

I quattro ragazzi rabbrividirono e iniziarono a lanciarsi delle strane occhiate.

-Cosa avete contro il faro?- chiese Eleanor.

-Contro il faro come struttura, niente.- rispose Taylor. -Diciamo solo che le persone che ci vivono sono un po'.... strane, ecco sì.-

-Ma cosa hanno fatto di preciso?- chiese Eleanor vistosamente impaurita.

-Non è importante, cercate solo di stargli più alla larga possibile.- sbottò Zayn seccamente.

-Questo non mi rassicura affatto!- esclamò la ragazza.

-Lo so, neanche a me. Io non riesco più a passare per quel lato della spiaggia da sola. Per fortuna che ci sono loro, i miei amici, che quando voglio fare un giro mi accompagnano sempre!- disse Taylor accarezzando la gamba della modella.
Liam e Niall guardavano semplicemente verso il basso. Harry non riusciva a capire a cosa stessero pensando. Sembravano leggermente contrariati da quello che stavano dicendo i loro amici.
Harry ripensò al ragazzo che aveva visto quel pomeriggio e si chiese se potesse veramente essere lui il mostro che stavano descrivendo quei ragazzi. Gli era sembrato piuttosto tranquillo!

-Cambiamo discorso. C'è un posto dove fare shopping? Ditemi di sì vi prego!- chiese disperatamente Eleanor rivolgendosi principalmente a Taylor.
-Ma certo!- disse lei ridendo.

Le due ragazze iniziarono a parlare di shopping e di vestiti, ovviamente Eleanor raccontò del lavoro che svolgeva e l'importanza dei suoi genitori nel campo della moda facendo restare a bocca aperta la ragazza che abitava nella piccola isoletta.
-Ah le ragazze!- esclamò divertito Liam.

Verso il tramonto i ragazzi decisero di riaccompagnare i due fratelli verso casa.
Arrivati davanti alla lussuosa dimora dei due, iniziarono a salutarsi.
-Ehi ma.. vi andrebbe stasera di venire al Midnight Memories? E un localino che si trova nella via del mare, non è niente di che rispetto ai mozzafiato locali londinesi, ma è abbastanza carino per passare una serata tra amici.- propose Niall, il buffone del gruppo.

-Sì dai venite! Così vi presentiamo anche gli altri!- esclamò Taylor prendendo le mani di Eleanor.
Harry era felicissimo, non era mai stato invitato da nessuna parte quindi iniziò ad annuire vigorosamente ma Eleanor posandogli una mano sulla spalla disse:
-Io vengo volentieri, ma lui non può. È troppo piccolo, i miei non lo mandano nei locali.-
Il giovane ragazzo abbassò la testa tristemente. Per un attimo si era dimenticato della sua condizione, si era sentito un normale ragazzo di 17 anni, non il piccolo terzogenito sfigato.

-Oh peccato.- disse Taylor. -Oggi andiamo in quel locale perché abbiamo un appuntamento con gli altri, magari però domani sera possiamo organizzare qualcosa di diverso dove puoi esserci anche tu!-

-Ma no, non preoccupatevi! Lui è abituato a stare da solo.- provò Eleanor.

-Ma no! Nessun disturbo, ci fa piacere! Più siamo meglio è!- esclamò Liam. E gli altri annuirono.

-Grazie!- disse riconoscente Harry.

-Di nulla piccoletto.- sorrise Zayn. -Allora Eleanor, ti passiamo a prendere alle 21.30. Non fare come Taylor che arriva agli appuntamenti un'ora dopo.-
-Ehi!- esclamò la ragazza lasciandogli una leggera sberla sul capo, gli altri scoppiarono a ridere.

-Perfetto! A dopo.-

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Dopo aver cenato stranamente tutti insieme, serviti da Felix, un cameriere che avevano assunto per quel periodo, Eleanor si andò a preparare per la serata.
Harry invece si stravaccò sul divano per cercare di far sintonizzare la televisione che non prendeva per la scarsa qualità sgranocchiando biscotti direttamente dalla confezione.
Ad un certo punto una forte ondata di profumo lo destò facendolo tossicchiare leggermente.
Davanti a lui apparve la figura slanciata di Eleanor con un bellissimo vestito lungo viola e dei tacchi vertiginosi.

-Come sto?- chiese per farlo rosicare.

-Mh, bene.- rispose Harry non curante.

-Bene!- esclamò la ragazza uscendo dalla porta.

Harry era frustrato, ma non poteva farci nulla e la televisione non voleva saperne di partire, così salì in camera sua e si preparò per la notte.
Indossò il suo pigiama con le paperelle (era grande e grosso, ma amava quel pigiama), si spazzolò i denti cercando di togliere tutta la sporcizia dall'apparecchio fisso, cosparse il suo volto di una fastidiosa crema che serviva a limitare la sua orribile acne giovanile e indossò il busto che doveva portare la notte per curare la sua scoliosi.
Prima di infilarsi a letto si affacciò alla finestra. Il ragazzo di oggi pomeriggio stava sistemando una barchetta e il grande faro illuminava tutto con la sua luce intermittente.
Poi si tolse gli occhiali e spense la luce.

Venne svegliato alcune ore più tardi da dei forti schiamazzi, notò che era ancora notte fonda.
Si alzò lentamente incuriosito e si rimise gli occhiali da vista. Si appostò vicino alla finestra ed osservò la situazione.
Una decina di ragazzi completamente ubriachi, urlavano cose che non riusciva a sentire contro il faro. Tra quelle persone riconobbe i ragazzi incontrati quel pomeriggio e sua sorella.
Ad un certo punto un vecchio aprì una piccola finestrella dal faro e lanciò un secchio d'acqua bagnando tutti i ragazzi che scapparono via urlando.
Harry tornò a letto per godersi le altre ore di sonno.
 
Angoletto
Ciao a tutti! Ho deciso di pubblicare questa nuova storia che ho iniziato a scrivere un bel po' di tempo fa.
Come vi sembra il primo capitolo? Fatemi sapere, ho davvere obisogno delle vostre opinioni e se volete darmi qualche consiglio, sono ben accetti.
Cercherò di pubblicare spesso e con regolarità, ma non uccidetemi se dovessi ritardare ;)
Potete trovare questa storia anche su Wattpad.
Detto questo, vi auguro buonanotte.
 
A presto, Somriure :)
  
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