Poisonous
Aegor
non era mai stato un uomo religioso. Perché venerare
Sette Dei quando l’unica cosa in grado di salvarti da morte
certa é una spada
in buon acciaio ben affilato? L’Alto Septon l’aveva
sempre rimproverato di ciò,
fin da quando appena entrato nell’età
dell’adolescenza aveva rifiutato con la
risoluta fermezza che lo caratterizzava di mettere piede nel tempio.
Eppure
adesso, forse complice l’ottima annata di vino di Arbor che
era scorsa a fiumi,
doveva ricredersi. Almeno uno dei Sette esisteva. Sua sorella Shiera,
stretta
nell’abito argentato che metteva in risalto la sua chioma a
metà strada tra l’argento
e l’oro, non poteva essere altri che la Fanciulla
reincarnata. Era accanto a
Daenerys, parlottando sottovoce di chissà cosa,
probabilmente commentando con
la sua solita sfrontatezza l’abbigliamento di questa o quella
lady. Gli occhi
eterocromi di Stella Marina, uno blu come le profondità
marine e l’altro di un
verde brillante, luccicarono divertiti quando colsero lo sguardo
insistente del
fratello che sembrava quasi volesse spogliarla con la sola forza di
quei
brucianti occhi viola. Le labbra voluttuose si piegarono
nell’accenno di un
piccolo sorriso ed Aegor lo prese come un invito ad avvicinarsi.
Avanzò
lungo la sala con passo deciso, la mente sempre più
annebbiata mano a mano che si avvicinava a lei. Che fosse il vino o la
sua
semplice vicinanza?
Quando
la raggiunse era ormai sola, Daenerys era andata chissà
dove. Probabilmente in cerca di un angolo lontano da sguardi indiscreti
nel
quale passare un po’ di tempo con Daemon.
-
Sorella, sei più bella del solito. –
Shiera
proruppe in una risatina divertita. – È la frase
più
galante che tu sia riuscito a partorire, fratello? –
Sentì
distintamente il volto chiazzarsi di rosso.
È
colpa
del vino, non sono arrossito. Io non avvampo mai come quelle ragazzine
incapaci
di sostenere un semplice commento.
-
La galanteria non é una mia virtù –
ammise, ricomponendosi
in fretta.
-
Direi che in senso assoluto la virtù non é una
tua virtù –
lo corresse, sorridendo sorniona.
Aegor
le cinse i fianchi con un braccio, traendola a sé fino
ad avvertire il calore del suo corpo candido al di sotto
dell’abito da
cerimonia.
-
Non sapevo che t’interessassero gli uomini virtuosi,
credevo stimassi la passione sopra ogni altra cosa – le
sussurrò, la voce roca
e l’alito caldo contro il collo candido
dell’adorata sorella.
Shiera
gli si avvicinò, facendolo fremere d’aspettativa,
finchè le loro labbra non furono sul punto di sfiorarsi. Poi
deviò la loro
direzione, depositando un casto bacio sulla guancia resa ruvida dalla
barba in
ricrescita. La carezza con cui accompagnò il gesto fu rapida
e delicata come
solo il tocco di una farfalla avrebbe potuto essere. – Dolce
fratello, faresti
meglio a tornare nelle tue stanze, sei ubriaco. –
Gesti
di miele e parole cariche di veleno. Quella era
Shiera, la dualità fatta persona. Diversa da tutte le donne
che Aegor avesse
mai visto nell’arco dei suoi ventitre anni di vita, al punto
da essere capace
di umiliarlo quando nessun altro osava farlo. Non aveva mai stimato
quelle lady
frivole e noiose, che strillavano e scappavano via spaventate alla
semplice
vista di un po’ di sangue. Le aveva sempre reputate creature
fragili,
inconsistenti, indegne della sua considerazione.
Ma
non Shiera, mai Shiera.
Eppure,
per qualche strano scherzo del destino, sua sorella
gli preferiva quel patetico mostriciattolo albino di Brynden.
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parole]
Spazio
autrice:
Cortissima
OS che ha come protagonisti i miei due Grandi Bastardi preferiti.
È stata
scritta di getto per un contest alla cui scadenza mancano poche ore,
quindi mi
scuso se dovesse essere venuta fuori una mezza schifezza. Insomma, come
al
solito lascio a voi l’ardua sentenza. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma
Erin Gaunt