00. Pietro Maximoff/Quicksilver

***

 

 

Solo in mezzo ad una folla di anime, ecco come si era sentito. In fondo, però, Pietro lo sapeva: non era semplicemente una sensazione.

Camminava tra spiriti erosi da rimpianti e fallimenti, uccisi dalla vita stessa, l'assassina più letale, dalla quale lama non si può sfuggire.

Aveva provato la paura, quella più profonda, che nessuno mai arriva a conoscere davvero. O almeno così credeva.

Lì, dove si trovava - oltre - c'era spazio solo per la consapevolezza di non poter eludere il destino che si protendeva davanti a lui all'infinito.

Il luogo in cui si trovava non aveva forma, né consistenza. Era astratto, senza via d'uscita. Una condanna, ma cui in fondo stava già iniziando ad abituarsi, inesorabilmente.

Attorno a lui restavano stagnanti nell'aria mormorii incomprensibili, respiri flebili e sfuggenti. Non riusciva a sottrarsi neanche a questi, per quanto tentativi fece per evaderli.

«Pietro!»

Un grido straziante, proveniente da chi più caro aveva al mondo.

Non anche lei, ti prego. Nella sua mente la sua voce assumeva un tono terrorizzato, sofferente. Lasciala vivere.

Pietro non sapeva neanche più chi stava pregando, ma supplicò perché Wanda fosse uscita incolume da quella guerra. Non avrebbe sopportato di saperla morta, non quando la vita le offriva ancora tante possibilità, neanche se l'interruzione della sua vita sarebbe significata un rimpatrio. Non poteva essere quello il suo destino. Non ancora.

L'oscurità attorno a lui cominciò a tremolare, iniziando a prendere colore, luce, vita.

Alcuni spiriti si riversarono attorno a lui, iniziando a fluttuare nell'aria a lui circostante. Percepiva i loro sguardi puntati addosso, insistenti e costanti. «Dove vai?» sibilavano, freddi e cupi.

Improvvisamente Pietro sperimentò la disperazione, e gelida com'era gli provocò più brividi di quanto quegli spiriti potessero mai fare.

«Pietro, concentrati sulla mia voce» lo esortava Wanda, con un tono deciso. «Seguila.»

Era così reale, così vicina ma allo stesso tempo tanto lontana da sembrare irraggiungibile. Una meta che non sarebbe mai riuscito a raggiungere.

«Pietro» continuava a chiamarlo, sempre con più insistenza. «Non lasciarmi, ti prego.»

Gli spiriti continuavano a danzare attorno a lui, forse nel tentativo di distrarlo dalla voce di sua sorella.

«Non andartene, Pietro.» Un miscuglio di voci inquietanti, fredde e assenti, ma allo stesso tempo così incisive.

«Ti supplico, fratello.»

Iniziò a guardarsi attorno, tentando nel frattempo di liberarsi dalle strisce di fumo che lo trattenevano dov'era. Più nulla era cambiato nello scenario. C'erano ancora pochi spiragli di luce che provenivano da crepe nell'oscurità, immensa e crudele.

Era come intrappolato in un tunnel a metà tra la vita e la morte. La sua mente, o quello che ne restava, compiva chiare scelte, ma il suo corpo non l'assecondava. Le andava contro, le si opponeva. Generava il caos, lo frustrava.

«Coraggio, Pietro. Ti prego!»

Anche questa volta quello di Wanda fu un urlo, che lacerò l'aria e aprì innumerevoli altre crepe nelle tenebre.

«Arrivo» tentò di dire, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. «Aspettami» provò ancora.

«Ho bisogno di te, per favore» supplicò lei, tra i singhiozzi. Doveva riuscirci. Doveva tornare, non poteva abbandonarla.

«Abbiamo bisogno di te, Pietro» sibilarono gli spiriti, attorno a lui, ora più insistenti. Avvertivano il pericolo. Lo stavano per perdere, e non si decidevano a lasciarlo andare.

Pietro si accovacciò per terra, rannicchiato. Si prese la testa fra le mani e serrò gli occhi. «No!» gridò, più forte che poté.

Attorno a lui ora udiva ogni parete di quel luogo freddo e sconfinato crollare, renderlo libero.

Gli spiriti aumentarono l'intensità dei loro lamenti. «Fermati!» gridavano. «Basta, smettila!»

Udì le macerie colpire il suolo, attorno a lui, come se improvvisamente quel luogo lo avesse davvero segregato lontano dalla luce, come se fosse stato tangibile. Gridò, per sovrastare il suono straziante dei massi che si infrangevano a terra.

Raccolse tutte le sue forze, fece uno sforzo immane e spalancò gli occhi, di colpo.

Emise un lamento secco non appena la luce si manifestò davanti a lui, ma era luce. Andava tutto bene. Ogni sibilo era cessato, ogni rumore era rimasto all'oltre.

Il suo respiro era pesante. Faticava a trovare ossigeno, e subito delle mani appartenenti a qualcuno che non aveva mai visto prima gli posarono una mascherina sul viso.

Percepì una mano sfiorargli il braccio sinistro con un tocco delicato. Wanda era accanto a lui, con le lacrime agli occhi. Lo guardava come se fosse stato un dono tanto sperato, che suonava più come uno scherzo.

«Oh dio,» esclamò tra i singhiozzi, per poi appoggiarsi a lui e stringerlo con forza, «credevo di averti perso!»

Fu in quel momento che comprese la situazione per com'era davvero. La verità gli piombò addosso come un macigno, impedendogli quasi di respirare.

Delle lacrime gli scesero copiose sul volto, mentre muoveva piano le braccia tremanti per stringere a sé la sorella.

Serrò gli occhi, terrorizzato da ciò che aveva provato e visto, ma incredibilmente sollevato di essere finalmente di nuovo tra le braccia della sorella, a casa.

 

Saaaaalve! È da un po' di tempo che ho iniziato questa ff, e ieri ho postato una flashfic come premessa, ma con questo prologo non è poi così necessaria.

Ho deciso di postare questa prima parte per vedere se dovesse interessare a qualcuno. Posso dire che essendo a tema Marvel partirà subito con l'azione.

Non sarà tutta focalizzata su Pietro, ma includerà altri Avengers e alcuni agenti dello SHIELD, oltre a qualche personaggio a sorpresa.

Vi sarei immensamente grata se mi lasciaste un'opinione, per vedere se vale la pena continuare a pubblicare. Ho già fatto uno schema e ho iniziato a scrivere i primi capitoli, perciò posso dire che porterò questa storia a termine.

Ci tengo a sottolineare che non sono una fissata con il ricevere recensioni, ma capite che se non se ne hanno andare avanti a pubblicare è scoraggiante. Scusatemi se do una brutta impressione.

Un saluto e un enorme grazie già ora,

Alex.