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Autore: Tony Stark    26/05/2015    10 recensioni
"Credevi che fossi solo un gioco eh?" Un mostro fin troppo umano, che riesce a sfuggire dal suo mondo irreale e finire nel nostro, come c'è riuscito? Grazie a te
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Purple, Guy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'When the Purple Guy became real'
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I want to be real

Credi che io non ti veda, eh? Stai lì, tranquillo dietro lo schermo del tuo pc.

Ti attacco, Game Over. Urli per la sorpresa, prendi un paio di respiri, ti calmi.

Load Game, 5 notte. Pensi che tutto questo sia un gioco, corretto? Non credo di sbagliare.

Io sono lì ti guardo dalla vetrata dell'ufficio. Ti vedo interdetto, ti sembra che stia guardando proprio te, vero?

Ti dai dell'idiota, continui a giocare. Sbagliato, dovevi lasciare. L'uomo viola non ti lascia scappare.

Sei riuscito a finire la notte, i miei complimenti. Vedi la storia, l'ultimo game. I tuoi occhi si fanno più scuri, ti dispiace vero?

Ti sono sempre sembrato il nemico, ma ora che vedi cos'è successo ti dispiace. Guardi, sembri prossimo alle lacrime, poi sorridi e ti dici "Non posso piangere è solo un gioco, è un gioco non ha sofferto"

Oh, quanto di sbagli, mio caro, è stato un inferno... ho pregato, pianto, supplicato quegli spiriti bastardi perché mi lasciassero morire.

Ma ora sono qui, lo sarò sempre. Finché tu giocherai con me. Ma arriverà la notte in cui le tue paure mi renderanno reale.

Niente mi fermerà e nella tua realtà l'uomo viola diverrà letale.

Ti vedo indeciso, fare o non fare quella sesta notte... la quinta ti ha fatto penare, la sesta ti farà soffrire, fidati di me.

Sorridi, clicchi sicuro. Vincerai, vuoi battermi del tutto... non ci riuscirai.

Sono veloce, ti sembra strano. Mi hai visto muovermi da una delle telecamere. Hai paura, non è normale. Non posso, ma lo faccio.

Io non sono un programma, sono reale. Sono l'uomo viola e di te mi voglio liberare.

Mormori << Dove sei finito? >>, sono qui davanti alla porta. Su guardami, voglio vedere la tua paura, il tuo terrore. Voglio vivere, voglio sentire come senti tu. Voglio uccidere nella tua realtà, dove il sangue non è fatto di codici, non è solo colore digitale.

Abbassi il tablet, ti giri, mi fissi. Sono le cinque, potresti anche farcela. Ma io mi muovo lo stesso.

Tu urli, dici che non posso farlo, che non è possibile. Ti hanno fregato, ti hanno dato una versione modificata del gioco.

Si ti hanno dato quella reale, quella dove io voglio uscire... dove io mi voglio liberare.

Mi vedi avvicinarmi, ora ti fisso da attraverso lo schermo. So che pensi che ora, ti spunti il solito game over. Che tu continui a giocare che il glitch che questa partita ti ha fatto perdere, sparisca per sempre.

Ti fisso, cominci a tremare. Perché quella dannata schermata non vuole arrivare?

Muovo una mano, la premo contro il vetro che ci divide. Contro il velo che divide la mia realtà dalla tua.

Ti allontani, ma non smetti di guardare. Pensi che sia solo un animazione? Lo schermo del tuo pc comincia a creparsi, a spaccarsi. Vedo la mia mano attraversarlo.
I codici diventare reali, tangibili. Il costume che torna carne. Muovo l'altra mano, spingo ancora.

Un attimo, un rumore. Sembra il grido di un bambino che muore. L'uomo viola è reale, sono qui. Sono io... sono vivo.

Mi guardi tirarmi fuori dal tuo pc, infrangendo ogni tua certezza della realtà. Non fai nulla, non urli.

Guardi solo l'uomo viola comparso nella tua stanza. Sorrido, ti guardo. I miei occhi bianchi nei tuoi.
Vedo il mio riflesso su una scheggia di vetro, sembro un disegno diventato realtà.

Occhi bianchi senza pupilla che brillano illuminando un viso di un viola irreale... da gioco.

Tremi, io mi avvicino. Una scheggia di vetro stretta nel palmo, fa male... non importa. Voglio solo poterti ammazzare.

Voglio sentire il sangue della mia prima vittima macchiarmi il viso, le mani, le labbra. Voglio sentire il sapore del sangue reale.

Sono stato per così tanto tempo un gioco, relegato ad una vita da poco.

Legata ad un click su un riquadro, ad un glitch fortunato.
Ma ora non più, sono vivo, il mio cuore batte sul serio, i miei polmoni si riempiono d'aria. Come te, mio caro.

Ti ringrazio, la tua paura mi ha reso cosciente, la tua paura mi ha liberato. Sorrido, non posso farne a meno.
Sei così vicino, ma non ti allontani, hai troppa paura. Ti sono sopra, è la prima volta che sento il calore di un corpo. Il vetro premuto contro il tuo collo.

Avanti combatti... voglio giocare.
Sei fermo i tuoi occhi spalancati, le pupille dilatate, fissi nei miei. Il tuo respiro accelerato, sei spaventato. Di più sei terrorizzato.

Premo il vetro contro la tua pelle, il tuo respiro si ferma, vuoi supplicarmi ma la voce non vuole arrivare.

Un gesto, lo schizzo di sangue conseguente mi colpisce il viso. Sei ricaduto all'indietro, tenti di urlare, il dolore dev'essere tremendo... non so.

Solo gorgoglii liquidi provengono dalla tua direzione, mentre il sangue continua a zampillare dalla ferita come una sorgente pura, appena scoperta.

Il tuo battito è forte, accelerato riesco a sentirlo senza problemi. E' tutto così nuovo per me.

Credevo di aver già vissuto tutto questo, ma la mia realtà è solo una pallida imitazione della tua.

Ti tengo ancora bloccato, inchiodato a terra. Le mie mani sono completamente coperte dal tuo sangue caldo, rosso e viscoso.

Dal sapore salato, ferruginoso eppure stranamente dolce. O forse e solo una mia sensazione. Vedo un ombra offuscare la luce che ci illuminava.

Un uomo è di fronte alla porta. E sconvolto, scioccato.
Ha gli occhi sbarrati. Mi fissa, poi fissa te... è forse tuo padre? Sembra riprendersi dallo shock, sta per gridare qualcosa.

No, no, sono appena arrivato non posso farmi scoprire. E' più difficile tenerlo, fermo per tagliargli la gola. Ma niente è impossibile per me.

C'è qualcun'altro? Che vuole far parte delle mie prime vittime?

Io prediligo i bambini, come mie vittime. Ma questa è un esperienza tutta nuova, voglio provare. Voglio viverla.

Vi ho uccisi tutti, te, tuo padre, tua madre, i tuoi due fratellini. E non ho potuto fare a meno di pensare che questo è solo l'inizio.

E di ridere del destino, dell'uomo che mi ha creato perché fossi solo un personaggio del suo gioco...

Sto arrivando, fate attenzione. Ora sono reale.

Sono io...

Sono io...

It's me!

Non mi sfuggirete...

Non potete...

Non potete...

You can't!
 
 
 
 
 
 
Note dell'autore

Salve a tutti! Sono tornato con una nuova storia su FNAF, l'idea è nata grazie ad un disegno in cui l'uomo viola usciva dal computer di un povero giocatore.

Spero che vi piaccia... E ditemi se volete che continui questo AU del Purple Guy nella realtà.

Ringrazio: Lord Gyber, Donatozilla, Mattalara, Giuly Frost, Randor e Dolly_Senpay_01 per aver recensito le storie precedenti.

-Anthony Edward Stark
 
 
 
 
 
   
 
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