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Autore: MartaSon93    27/05/2015    2 recensioni
One shot incentrata sulla paternità di Son Gohan.
Dal testo :
"L’emozione di diventare padre aveva superato di gran lunga la felicità che aveva provato tanti anni prima per la nascita di Goten, il suo fratello minore. Non si trattava di preferenza, né di una qualche forma di egoismo, bensì del sentimento più normale che esista al mondo, l’amore di un padre verso la figlia."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Racconti di vita della famiglia Son. '
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~Niente di più bello al mondo.


“Diventerai padre, Gohan.”


Quelle tre semplici parole risuonarono nella testa di Son Gohan per un tempo che a quest’ultimo sembrò quasi infinito.
In quella mite sera d’estate nella radura dei Monti Paoz, luogo in cui molto tempo prima i due giovani sposi si erano accorti di amarsi, sua moglie Videl, in occasione del loro secondo anniversario di matrimonio, gli aveva appena dato una delle notizie più entusiasmanti che potesse ricevere e quasi stentò a credere se ciò fosse veritiero o meno.
I due avevano infatti cercato da tanto tempo di avere un bambino e all’idea di avere nell’immediato futuro un piccolo Son in giro per casa il mezzo saiyan sentì un fremito. Le emozioni da lui provate in quel momento erano indescrivibili. Gioia, commozione, felicità, fibrillazione ed entusiasmo erano ciò che in quel momento albergava il suo animo.
Istintivamente guardò la moglie negli occhi e non ci fu alcun bisogno di dire qualcosa perché il suo sguardo era in grado di comunicare molto più di quanto le parole potessero fare in quel momento.
Sorrise, le si avvicinò e la abbracciò forte, cercando però di trattenere appositamente la sua forza in modo da non farle male. Poi, gettando al vento ogni tipo di inibizione e la tipica goffaggine verso il mondo femminile che l’aveva sempre un po’ contraddistinto anche ora che si era sposato, la baciò con grande impeto. Videl fu presa alla sprovvista perché, anche se Gohan era suo marito ormai da due anni, erano poche le occasioni in cui si lasciava totalmente andare al suo istinto virile.
“E’ la notizia più bella che mi potessi dare.” Le sussurrò dolcemente all’orecchio.
A quella frase Videl non poté trattenere più a lungo le sue emozioni e si gettò letteralmente con le braccia al collo del marito.
Gohan a sua volta non si aspettava una reazione del genere, perse l’equilibrio e trascinò con sé la moglie nell’inevitabile caduta.
Per evitare che si facesse male però, fece in modo che Videl cadesse su di lui. Il saiyan non sentì il minimo dolore data la sua struttura fisica, ma nonostante Videl stesse ridendo di buon gusto con occhi pieni di felicità e avesse evitato l’impatto con il suolo grazie alla prontezza dei riflessi del marito, questi dopo averla aiutata a rialzarsi non esitò a chiederle immediatamente come stesse o se si fosse fatta male in qualche modo.
“Come al solito esageri, Gohan. Non mi sono fatta niente, vedi?” Disse Videl, sfoggiando un sorriso a trentadue denti e cercando di tranquillizzare il marito.
Sapeva perfettamente che, soprattutto dopo avergli dato una notizia del genere, convincerlo sarebbe stata un’impresa ardua.
“Devi stare attenta più che mai adesso o il piccolo ne risentirà…”
“O la piccola!” Ci tenne a precisare Videl, guardandolo di sottecchi.
La ragazza invitò poi Gohan a rientrare in casa dalla loro passeggiata serale.
Anche se era estate l’aria aveva cominciato a farsi più fresca e non era il caso di prendere l’influenza né per Videl nelle sue condizioni né per Gohan, che aveva da poco cominciato a lavorare come ricercatore presso l’università di Satan City, uno dei suoi più grandi sogni da quando era bambino.
Guardandola allontanarsi per rientrare in casa, Gohan pensò che non aveva visto un sorriso più bello di quello che Videl stava sfoggiando in quel momento.
A detta sua, non c’era niente di simile al mondo, o  almeno questo era quello che aveva pensato fino a quando non aveva posato per la prima volta gli occhi sulla sua piccola Pan.
Non avrebbe mai e poi mai dimenticato il momento in cui, dopo averla vista nascere, la bambina aveva teso le sue piccole mani verso i genitori, come a cercare di stabilire con loro un primo contatto.
Gohan non ricordava di essere stato così felice da tanto tempo.
L’emozione di diventare padre aveva superato di gran lunga la felicità che aveva provato tanti anni prima per la nascita di Goten, il suo fratello minore. Non si trattava di preferenza, né di una qualche forma di egoismo, bensì del sentimento più normale che esista al mondo, l’amore di un padre verso la figlia.




Fu solo dopo la nascita di Pan che Gohan capì molte cose.
Prima fra tutte che i figli vanno protetti da qualsiasi forma di pericolo e che i genitori devono essere sempre a loro disposizione, in ogni momento.
Fu dunque naturale per lui, una volta diventato genitore, ripensare alla sua infanzia e a suo padre Goku.
Gohan amava suo padre e lo stimava per quello che aveva fatto e che sapeva avrebbe fatto anche in futuro per il bene di tutti, ma dentro di sé albergava l’amara consapevolezza che dietro la fama di cui godeva il leggendario Son Goku c’era un’enorme sofferenza da parte sua e della sua famiglia.
Goku non era mai stato l’esempio del marito e del padre ideale.
Anche se non con cattive intenzioni, aveva infatti abbandonato più di una volta moglie e figli per soddisfare il suo personale interesse di allenarsi e sfidare i più potenti combattenti dell’universo. Gohan non poteva certo dimenticare il momento in cui, dopo aver sconfitto Cell e aver radunato le sfere del drago per riportarlo in vita, Goku aveva intimato i suoi amici di non esprimere il desiderio poiché, a detta sua, sarebbe stato pericoloso dato che la gran parte delle minacce che avevano fino a quel momento colpito la Terra erano state dovute a causa sua, quasi dimenticando però di avere una moglie, un figlio ancora undicenne bisognoso della figura paterna e un altro allora in arrivo.




“Il mio Gohan è grande, io non avrei più nulla da insegnargli.”
“No, non è vero. Ho ancora bisogno di te.”




Quei cinque lunghi anni di assenza per Gohan e per l’allora piccolo Goten erano stati molto sofferti.
Quest’ultimo non aveva mai conosciuto il padre da quando era nato, se non il giorno in cui decise di tornare sulla Terra per sole ventiquattro ore in occasione del Torneo Tenkaichi e anche quella volta le cose non poterono andare come previsto vista l’inaspettata minaccia da parte di Majin Bu.
Dopo la generosa decisione di Kaioshin il sommo che aveva offerto la sua vita a Goku per permettergli di fronteggiare l’ennesima minaccia che gravava sulla Terra e la relativa sconfitta del mostro rosa, suo padre era definitivamente tornato a vivere con loro.
Gohan non poté essere che felice di questo, riavere suo padre accanto era ciò che aveva a lungo desiderato, anche se aveva sempre il timore che qualcosa glielo potesse portare via un’altra volta.
Fu ripensando a questo e ai turbolenti episodi della sua infanzia come il rapimento da parte dello zio Radish o gli allenamenti in vista di sfide impegnative contro i Saiyan, Freezer e Cell che un bambino della sua età, impegnato in tutt’altre attività, all’epoca poteva solo fantasticare che Gohan, già incitato dalla sua natura non decisamente incline al combattimento, accantonò sempre di più l’idea di continuare ad allenarsi per poter dare a sua figlia ciò che lui da bambino non aveva avuto.
Un’infanzia serena e spensierata.





~
 Gohan si ritrovò una notte a pensare a tutti quegli avvenimenti, quasi avvertendo uno spropositato battito cardiaco.
Pan non prendeva sonno, si agitava in continuazione e il suo pianto preoccupava Videl, ancora nuova a queste situazioni.
Come se fosse stata la cosa più semplice e naturale del mondo, il giovane saiyan si era alzato dal letto, si era diretto verso la culla di quello che amava definire il suo tesoro più grande e aveva preso in braccio la sua bambina.
“Allora, che dobbiamo fare, signorina?”  Chiese sorridente sfiorandole delicatamente il nasino.
Fu a quel punto che Pan, come d’incanto, smise di piangere sentendosi al sicuro tra le braccia del suo papà.
Era come se, sebbene ancora molto piccola, avesse avvertito la sua ferma volontà di proteggerla e di esserle sempre accanto.
Gohan fu raggiunto a quel punto dalla moglie che lo abbracciò da dietro e quando il saiyan vide il sorriso stampato sul volto della bambina si rese conto che la vita continuava a sorprenderlo perché, ancora una volta, pensò che non ci fosse niente di più bello al mondo.

 
   
 
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