CAPITOLO 1
CONVOCAZIONE
Kagome, come tutti i giorni, si stava allenando con le sue compagne nel palazzetto
del ghiaccio di Tokyo.
- bene Kagome, mi raccomando, tieni sempre la testa alta -
disse compiaciuta l'allenatrice. Poi proseguì
- bene ragazze, potete andare, toglietevi pure i pattini, per oggi abbiamo finito.
Kagome… puoi fermarti un attimo? Dovrei parlarti -
le ragazze stavano entrando negli spogliatoi, e Kagome si avvicinò all'allenatrice.
- dimmi tutto! -
- Kagome… sei stata convocata per i campionati mondiali… partirete
tra tre giorni dall'aeroporto di Tokyo. L'aereo parte alle undici, l'appuntamento
con la squadra è alle otto all'entrata dell'aeroporto -
- Io? Ma… ma perché proprio io?? -
- Se non vuoi andarci troveremo una sostituta -
- No, no! È solo che… non me l'aspettavo! -
- Capisco… comunque i campionati si terranno in Italia, a Genova. Mi raccomando
porta il costume… là c'è il mare, ed è estate! Congratulazioni
-
Kagome era a bocca aperta, era troppo eccitata per riuscire a parlare.
- Kagome, puoi portare una persona con te -
Aggiunse l'allenatrice.
"porterò Sango… ci divertiremo!" pensò Kagome,
estremamente euforica.
La ragazza tornò a casa, canticchiando tra sé e sé.
- Sono tornata! -
- Ciao Kagome, com'è andato l'allenamento? -
- Benone mamma! Mi hanno convocata per i mondiali e tra tre giorni partiremo
per l'Italia! -
- Oh, ma è una notizia fantastica! -
- Però… mamma… hanno detto che posso portare solo una persona
con me, e avrei pensato a Sango… -
Kagome si sentiva un po' in colpa, per non aver pensato nemmeno per un attimo
a portare con sé sua madre.
- Kagome… è logico che tu abbia scelto Sango, è la tua migliore
amica! -
- Si, ma… tu… -
- Ho capito cosa intendi, Kagome… certo, mi piacerebbe venire con te,
ma devo comunque badare a Sota, e anche al nonno… -
La mamma le sorrise, e le due si scambiarono un sorriso complice.
Kagome si precipitò quindi a telefonare a Sango per darle la splendida
notizia, e anche lei era molto contenta, sia per la convocazione dell'amica,
sia perché avrebbero fatto un viaggio da sole loro due, senza genitori
in mezzo!
Quella sera Kagome non riuscì a dormire molto, era ancora troppo eccitata.
La mattina andò a scuola, per dare anche la notizia che quello sarebbe
stato il penultimo giorno che avrebbe frequentato, prima di partire e stare
via una settimana.
Un ragazzo carino, con capelli a caschetto castani piuttosto chiari ed occhi
azzurri, le si avvicinò.
- Kagome… congratulazioni! -
- Grazie Hojo… -
- Ehm… senti… visto che tra poco parti… usciresti con me,
questo pomeriggio? -
Kagome non aveva ancora iniziato a dire "non so" che le sue amiche
presero appuntamento per lei. "Ma perché queste non si fanno gli
affari loro? Però in fondo, Hojo non è brutto, è carino…".
- Va bene, Hojo, ci vediamo oggi -
Il ragazzo si allontanò, felice per la risposta affermativa di Kagome.
Il pomeriggio arrivò in fretta, e Kagome uscì, dicendo a sua
madre che probabilmente sarebbero andati nel bar della zia di Hojo, in centro.
Le sue previsioni si rivelarono esatte: Hojo portò Kagome nel locale
della zia, presero posto ad un tavolino ed ordinarono due frappè.
- Allora, Higurashi, racconta tutto! Sei stata convocata per i mondiali…
ti vedremo in televisione! -
Alla parola televisione Kagome si sentì male. "in te-le-vi-sione?
No… aiuto!!"
- beh… non c'è molto da dire… io e Sango partiremo dopodomani
per l'Italia, atterreremo a Milano e poi raggiungeremo Genova in treno. Alloggeremo
in un albergo piuttosto centrale. Comunque, Hojo, chiamami Kagome! -
- ok… senti… Kagome… io… prima che tu parta, vorrei
dirti una cosa -
lo sguardo di Hojo si fece serio, e quello di Kagome un po' incuriosito e un
po' intimorito.
- Io, Kagome, vedi… io… mi sono innamorato di te! Vorresti essere
la mia ragazza? -
Kagome era diventata viola per l'imbarazzo, e non sapeva cosa rispondere, ma
qualcuno la salvò.
- Kagome! Ti ho cercata a casa e tua madre mi ha detto che ti avrei trovata
qui… -
Poi, guardando Hojo, la nuova arrivata sorrise.
- scusate se vi abbiamo disturbati, ma… Kagome, dovresti andare con lui
- indicò un ragazzo che era accanto a lei - per provare la tuta e il
tutino…
Kagome guardò il ragazzo accanto alla sua allenatrice. Alto, snello e
slanciato, lunghissimi capelli argentei, occhi ambrati e lineamenti fini. In
una parola perfetto. Bellissimo. Troppo bello per essere vero.
Kagome si alzò scusandosi con Hojo, che c'era rimasto un po' male, e
seguì il ragazzo.
- Così tu sei Kagome Higurashi… -
disse il ragazzo a Kagome
- Si… -
era imbarazzata, quel ragazzo era bellissimo! Ma chi era?
- Io sarò uno dei vostri allenatori, mi chiamo Sesshomaru -
e le porse la mano.
- Kagome -
disse timidamente la ragazza stringendogli la mano.
Salirono in macchina, e in una decina di minuti arrivarono al palazzetto dove
Kagome si era sempre allenata.
Dagli spogliatoi c'erano un sacco di persone: allenatori, atleti, amici degli
atleti, e parenti. Kagome entrò nello spogliatoio e si provò la
tuta, che le andava perfetta, e poi il tutino. Il tutino era un classico body,
scollato a "V", con le maniche separate (che lascia la spalla nuda)
e il doppio gonnellino molto corto e arricciato, più lungo dietro, molto
corto sui fianchi. Una ragazza era entrata con lei nello spogliatoio per prendere
eventualmente le misure per modificare il tutino. Era una ragazza poco più
alta di Kagome, con lunghi capelli scuri e occhi castani. Kagome notò
che erano molto simili, anche se quella ragazza era più carina di lei.
- allora… fammi vedere… ti stringe un po' sul seno, vero? -
- mah, forse un po'… -
- comunque… io so che tu sei Kagome, ma io non mi sono presentata…
io sono Kikyo -
- piacere! -
Sembrava simpatica quella ragazza!
- tu sei un po' più formosa di me… infatti questo tutino è
uguale al mio, ma per te bisogna modificarlo in questo modo… -
disse Kikyo, mentre prendeva le misure e le segnava su un foglietto, poi aggiunse
- ma tu, con questo corpo, anzi che andare a fare la modella fai la pattinatrice?
-
Kikyo le sorrise, e Kagome era leggermente imbarazzata, in fondo quella ragazza
era molto più bella di lei!
- ma va! Hai più il fisico da modella tu di me! -
- oh, non esagerare! Piuttosto… sei venuta qui in macchina con Sesshomaru?
-
- si… perché? -
- hai avuto una grandissima fortuna! Non è troppo bello?
- In effetti… -
- E pensa che io gareggio in coppia col fratello… ma dico, non potevo
fare coppia con lui?-
- Ha un fratello che gareggia? -
- Si -
- E… gli assomiglia? -
- Si, gli assomiglia… si chiama Inuyasha. È carino… ma ha
un caratteraccio. Sesshomaru invece, nonostante sembri freddo come il ghiaccio,
è dolce, sensibile, gentile… sembra un po' il principe azzurro
che tutte abbiamo sognato! -
le ragazze continuavano a parlare, e alla fine si salutarono, entrambe felici
di essere in squadra con l'altra. Era nata una simpatia reciproca.
Allora? Com'è fin'ora? Vi chiederete… perché proprio a
Genova? Beh… perché non essendo brava nel descrivere posti immaginari
ho pensato che portandoli nella mia città sarei stata un po' meno incasinata!
So che far commenti dopo appena un capitolo è un po' difficile, ma vi
prego di dirmi qualcosa, qualsiasi cosa… a presto con il II cap!