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Autore: FaithLess_EFP    27/05/2015    2 recensioni
Come si evince immagino già dal titolo questa storia non è altro che un umile omaggio ad una grande serie ed a un grandissimo film. La mia grande passione per Spike e per Faith mi ha spinto ad immaginare questa storia omaggiando il bellissimo film di O. Stone "Assassini Nati". La storia si colloca alla fine delle terza serie ipotizzando che Faith dopo essere stata pugnalata da Buffy sia, invece di finire in coma, riuscita a scappare per poi fare nel suo momento più confuso un incontro molto importante...
NB Per chi non conoscesse o non avesse visto il film non è importante ai fini della mia storia in quanto è solo ispirata ai fatti del film, ma se volete un consiglio vedete il film che è molto bello!!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faith Lehane
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Ho sempre amato il film "Natural Born Killers" ed ho deciso di omaggiarlo insieme alla mia serie preferita.
I personaggi mi sembravano perfetti e l'idea di poter scrivere di Faith come una sorta di Mallory Knox mi ha appassionato da subito. La domanda è: chi sarà il suo Michey??.. chi mi conosce forse sa già la risposta.. :D
Probabilmente riuscirò a rovinare entrambi questi capolavori, ma la voglia era troppa.

Vi prego tantissimo per chi legge di lasciare delle recenzioni perchè scrivere è una passione, ma i vostri commenti sono importantissimi per trovare la strada giusta e per invogliare noi che scriviamo a continuare. Per cui vi chiedo davvero di non leggere soltanto, ma anche di recensire! E' importante, non credo lo sia solo per me, penso valga per tutti coloro che provano a scrivere qualcosa anche solo per divertimento.
Il primo capitolo è una sorta di prologo per cui non vi preoccupate se non capite come si è arrivati a questo punto: i capitoli avanti vi spiegheranno tutto!
Buona lettura e buona recenzione! ;)

Bad as a girl can be

 

 

Don't wanna be born bad,

most fun I've never had.

You know its such a sin

I'll never be the same again.

I'm naturally born to be,

bad as a girl can be.

You know its such a sin

I'll never be the same again.

 

Juliette And The Licks- Born Bad

 

Sally stava passando distrattamente la pezzola umida sul bancone. Quel turno di notte sembrava non finire mai. Le vene varicose le facevano male e quei tre clienti del cazzo rimasti le iniziavano ad andare al culo. Il vecchio merdoso erano ore che fissava il bancone in silezio sullo sgabello consumato. Alzava lo sguardo solo per chiedere un'altra birra e merda, Sally sperava che almeno il pulcioso avesse i soldi per saldare il conto. Il resto al diavolo. Due cose erano importanti: che pagasse e che non vomitasse sul bancone.

Il poliziotto al tavolo invece era un bel giovanotto, probabilmente aveva finito il turno e non aveva nessuna pollastrella da scaldare. Peccato che per Sally gli anni fossero passati inesorabilmente. Dieci o quindicini anni fa sarebbe tornata a casa col bellimbusto e merda lo avrebbe fatto implorare basta. Oh, hai suoi tempi ci dava dentro davvero bene. Ora i chili di troppi erano più di dieci e quelle gambe non erano più tanto ben tornite, ma nonostante questo non era proprio da buttare. Niente bellimbusti però per Sally, solo qualche camionista ogni tanto.

Il più strano di tutti era il tipo in giacca e cravatta; era nel locale da una mezz'ora aveva ordinato uova e bacon e una spremuta doppia di arancia. Niente di ché, un normale uomo, forse in affari, forse con famiglia. Era strana solo la circostanza. Che diavolo ci faceva in piena notte in quel posto di merda?

Sally non ebbe mai il tempo di trovare una risposta.

La porta si spalancò. Una ragazza mora, chioma fluente, viso attraente si fece spazio nel locale. Il frusciare dei pantaloni di pelle la accompagnava verso il bancone. Era senza maglietta ed indossava solo un reggiseno nero, nella pancia era vesibile una grande cicatrice. Sally man mano che la ragazza si avvicinava poteva vedere chiaramente qualche crosticina e qualche segno di una cucitura mal fatta. La ragazza piegò la testa da una parte e la guardò con sguardo assente. Un rumore di altri passi provienì dall'ingresso. La ragazza regalò a Sally un sorriso squilibrato.

"Che cazzo di mortorio.. il cartello dice alette di pollo fritte: le migliori della costa, spero non mi deludiate."

La voce dell'uomo era roca. Indossava una lunga giacca di pelle logora. I suoi capelli erano platinati ed era decisamente pallido. Nei suoi occhi vi era l'argento vivo, Sally ne era convinta, le sue labbra erano rosse, sembravano sporche di qualcosa di rosso scuro.

"Certo signore, alette di pollo in arrivo. Una sola porzione? Salsa piccante?"

"Salsa piccante. Affogale di salsa piaccate mia cara. Fanne due di porzioni."

"Io non lo voglio il pollo. Voglio le patatine fritte."

La voce della ragazza era distante ed estraniata come una vecchia cantilena.

"Non avevo alcuna di intenzione di farti avere una porzione di pollo, honey. Sono entrambe per me."

Sally si affrettò a mettere due porzioni di pollo nella friggitrice. Le ciabatte le sbattevano rumorosamente nel pavimento scandendo il ritmo lento del suo lavoro.

"Gradisce delle salse con le patatine?"

"Gradisco? Hahahhaha Gradire. Bella parola. Non lo so, te le gradisci? Oh ma direi di sì, te mangi le salse, le patatine e tutta la friggitrice, guarda che cazzo di culo.."

Sally stava per risponderle a tono. Non era certo la prima fighetta che pensava di parlarle come ad un cane. Nel momento in cui apri le labbra fu costretta subito a serrarla. Un dolore acuto le attraverso il corpo.

Sally ci mise qualche secondo per capire.

La ragazza era saltata sul bancone aveva tirato fuori un grande coltello e le aveva letteralmente aperto il torace. Il suo sangue schizzava copioso sul viso emaciato della ragazza, la quale non si ritrasse nemmeno per attimo. Scavalcò il bancone e le fù adosso.

Sally era in terra, con quella belva bellissima seduta sopra di lei che infieriva con il coltello sul suo stanco viso.

Una vita fatta di stracci, caffè, uova e bacon le scorse davanti. Il ricordo di parecchie notti brave e non un nome di una persona cara le venne in mente prima che il cuore si fermasse.

Il poliziotto saltò in piedi con la pistola puntata. Non vedendo la ragazza nascosta dietro il bancone la puntò verso l'ossigenato che le respose con un gran sorriso. Un impercettibile movimento e bang. Jake sparò senza esitare, era un bravo poliziotto ed aveva un'ottima mira. Il proiettile si conficcò sulla spalla destra del tipo forando la giacca di pelle logora.

"Merda, se continui così bambola in una settiamana questa giacca sarà un colabrodo.."

Jake osservò la scena esterrefatto. L'uomo non aveva fatto una grinza eppure gli aveva sparato. Un bel colpo anche. Ci mise qualche momento più di Sally per capire che quella notte si stava consumando la sua ultima corsa. Il morso con cui quell'essere lo strinse gli offuscò la mente. La pistola stretta nella sua mano non era mai stata così pesante e per la prima volta gli sembrò nient'altro che un pezzo ferro. Gelido e pesante ferro. L'ultima cosa che percepì fu la lingua umida della belva che gli leccava il collo prima di affondare i canini. Un suono gutturale. Poi il suo viso scivolò sulla giacca di pelle. Odore di marcio, di benzina e poi odore di detersivo economico ed il freddo del pavimento, più niente.

Il vecchio terrorizzato aveva assistito a tutta la scena. Gli tremavano le gambe. Quelle vecchie e schifose gambe.

"Scusa tanto ma ho già cenato. Sai, il tuo sangue credo mi sarebbe indigesto. Troppo stagionato".

L'uomo gli fu davanti in un attimo, sbattè il suo viso forte sul bancone. Il vecchio Ed non fece alcuna resistenza quando il volto gli si fracassò sul bancone umido. Una, due, tre, una quarta non fu necessaria.

"Che diavolo, ragazzi siete impazziti, oh mio dio... aiutoooo aiutooo"

L'uomo in giacca e cravatta corse a più non posso verso la porta d'ingresso. Se qualcuno avesse potuto vederlo dal piazzale di rifornimento avrebbe trovato la sua corsa scomposta, le lacrime condensate agli angoli degli occhi e la cravatta che gli sbatteva freneticamente sul viso, decisamente comiche. Sembrava uscito da uno di quei film demenziali o da uno di quei video divertenti. Magari un giorno quella corsa ripresa dalle telecamere di sorveglianza sarebbe finita proprio su uno di quei programmi per famiglie con le risate finte sotto ma quella notte nel piazzale c'era un silenzio irreale.

L'uomo spalancò con una spallata la porta cercando disperatamente aiuto. Gli bastarono però pochi metri per impietrirlo. Solo pochi metri per inciampare sul cadavere di un uomo. Si fermò, si guardò intorno per pochi istanti. I pochi istanti che furono i più lunghi della sua intera vita. Il piazzale era deserto. Apparte il cadavere dell'uomo su cui aveva inciampato, vi erano poco più in là, dinanzi ad una macchina con i vetri rotti e gli sportelli spalancati altri quattro cadaveri. Una famiglia. I cadaveri erano disposti a mo' di mucchio. Come gusci di gamberi vuoti appena finiti di spolpare. I suoi occhi scivolarono tra i volti, una donna, un uomo e due bambini. Due fottuti bambini riversi sul cadavere dei propri genitori. Si inginocchiò ed iniziò a piangere ed a singhiozzare come non faceva da quando era bambino.

Quel giorno l'inferno era piombato su una anonima stazione di servizio e nessuno avrebbe potuto salvarli.

Non oppose resistenza quando una mano gelida lo sollevò da terra e nemmeno quando la bestia bevve dal suo collo. La sua mente era regredita a quella di un bambino e nei suoi ultimi istanti riuscì solo a pensare quanta spremuta d'arancia aveva lasciato nel bicchiere e quanto gli fosse piaciuta. La miglior spremuta della sua vita.

Il vampiro gettò il cadere dell'uomo accanto a quello della famiglia e si mosse verso l'interno.

"Bloody hell, volevo le alette di pollo. Merda, ora saranno bruciate. Che diavolo, non potevi aspettare dieci minuti."

Girò dietro il bancone, Faith era sdraiata accanto al cadavere dilaniato di Sally. Era cosparsa di sangue, i suoi seni ne erano completamente ricoperti. In ginocchio lei fissava il suo operato.

Lui si sedette li vicino, con una mano carezzo quella splendida pelle mandida dal sangue. I suoi seni stretti nelle mani di lui, poi il collo. La lingua di Spike le leccò il sangue dalla pancia fino al collo, si fermò un istante, un sospiro e poi con il volto ancora da demone cerco di affondare i suoi canini. Faith gli assestò un pugno in pieno volto e lui si ritrasse con un ringhio gutturale.

"Sta a cuccia bello!"

  
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