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Autore: CottonBatu    05/01/2009    21 recensioni
«Sono qui» ripeté Hermione con voce sicura. «Sempre»
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un fresco vento estivo sorprese l’Inghilterra in una notte di fine giugno

Declaimer: SPOILER! Post DH.

Luoghi e personaggi appartengono a J.K. Rowling e la storia non ha scopi di lucro.

Dedicata a voi, che avete ancora nel petto un cuore che batte Drunk.

Rispolverate i bei vecchi tempi, se vi va :)

 

 

 

Like lovers do

 

 

 

 

 

 

There is a paradise that can be found

A better life to bring us round

And all we really need to do

Is see the world like lovers do.

 

                                         Heather Nova – Like lovers do

 

                                         

 

Un fresco vento estivo sorprese l’Inghilterra in un’afosa notte di fine giugno.

Ron uscì dalla porta secondaria della Tana, non preoccupandosi di chiudersela alle spalle. Fece qualche passo nell’erba fresca, i piedi nudi che giocavano a nascondersi nel prato verde acceso.

Alzò lo sguardo e i suoi occhi indugiarono in cima alla piccola collina che aveva di fronte; una lapide di pietra bianca troneggiava nell’erba alta, assumendo connotati quasi sovrannaturali alla luce della luna piena.

Il respiro gli si fermò in gola e una sgradevole sensazione di vuoto lo colpì in pieno petto.

Suo fratello era sepolto a pochi metri da lui. Chiuso in una prigione di legno pregiato e terra smossa il suo corpo giaceva immeritatamente senza vita.

Ron deglutì, gli occhi vitrei che non riuscivano a staccarsi dalla lapide.

Il suo funerale c’era stato solo poche ore prima e già percepiva i ricordi sbiadire. Non riusciva a distinguere i particolari, non riusciva a ricordare con precisione cosa fosse successo.

Risentì nelle orecchie le urla strazianti dei suoi genitori, rivide le lacrime bagnare le guance dei suoi fratelli, la disperazione dei loro occhi, percepì di nuovo il senso di colpa di Harry pesargli sul petto.

Poi più nulla.

 

Un folata di vento fresco sembrò riscuoterlo, facendolo sussultare. Tirò sul con il naso e si asciugò le guance bagnate con il dorso della mano destra.

Non si era reso conto di aver cominciato a piangere.

 

Cominciò a camminare senza una meta, imponendosi di non guardare più la tomba di suo fratello, e inoltrandosi tra gli alberi, lasciando che i sassolini gli martoriassero i piedi.

Non provava dolore.

Sentiva la ghiaia ferirgli i talloni e le dita, ma era una sensazione vuota, indefinita.

Arrivò al piccolo laghetto in cui si apriva il bosco che circondava la Tana. Si sedette sul pontile e i piedi lesi dai sassolini presero a giocare con l’acqua. Ron vide la superficie scura tingersi del rosso del suo sangue, ma di nuovo non sentì dolore.

Da quando Voldemort era morto, da quando suo fratello, Tonks e Lupin erano stati uccisi, da quando era tornato alla Tana, da quando aveva lasciato Hogwarts per non tornarci mai più, non sentiva più dolore.

Non sentiva più niente.

Guardava le sue ferite, passava ore a fissarle, ma più le toccava più aveva la sensazione che stesse sfiorando i tagli di qualcun altro. Come se non fossero le sue braccia, il suo petto, il suo volto ad essere stati martoriati.

Come se non fosse suo fratello ad essere stato ammazzato.

 

Ron serrò le labbra screpolate e agitò la testa come a scacciare un cattivo pensiero.

Scene vaghe continuavano a riproporsi nella sua mente, ma non riusciva ad afferrare nessuno di quei ricordi, non riusciva a catturare nessuna sensazione concreta eccetto una.

Un brivido scosse il suo corpo e lui portò inconsciamente una mano sulle labbra.

Due giorni che tutto era finito e l’unica cosa che gli provava di essere sopravvissuto era un bacio.

Il bacio.

Il suo petto si riscaldò per un breve attimo e Ron fece un piccolo sorriso, grato.

Un altro brivido fece vibrare la sua schiena, ma non per il freddo.

 

Una mano gli accarezzò gentile la nuca e lui non ebbe bisogno di girarsi per sapere chi fosse.

La figurina slanciata di Hermione gli si sedette accanto; le sue labbra poggiarono un piccolo bacio sulla spalla scoperta dalla canottiera leggera.

 

«Ciao» mormorò lei, guardandolo timorosa. Nel buio lui non poteva vederlo, ma era arrossita.

 

«Ciao» rispose, sorprendendo se stesso per avere una voce così ferma.

Ron si rese all’improvviso conto che quella era la prima volta che erano soli da quando tutto era finito. Era la prima volta che potevano parlare del bacio, la prima volta che potevano parlare di loro. Pensò che ci fosse molto da dire dopo sette anni.

Pensò che fosse arrivata la resa dei conti. Lei probabilmente voleva risposte, e anche lui ne voleva.

Pensò che avrebbe dovuto dire qualcosa.

Ma rimase in silenzio. La sua mente era vuota, i suoi occhi sembravano incapaci di rimanere fissi a lungo su un unico punto e la spalla era calda nella sezione di pelle che lei aveva baciato.

 

«Ti ho seguito» ammise lei a bassa voce. «Scusa»

Ron si girò verso di lei e la guardò dritta negli occhi.

Lei lo stava fissando con una dolcezza tale che sembrava quasi che lo stesse baciando di nuovo. Hermione alzò lentamente le braccia e gli poggiò le mani sul volto. Gli accarezzò le guance umide, gli sfiorò la fronte fresca, tracciò i bordi della mascella coperta dalla barbetta incolta e rossiccia, lambì i contorni delle sue labbra guardandolo come se lo stesse vedendo per la prima volta.

 

«Hermione» esalò lui, sentendo il respiro di lei improvvisamente vicino.

 

«Sono qui» fremé, portandogli le braccia intorno al collo e continuando ad accarezzargli i capelli con le mani delicate. Lui alzò lo sguardo su di lei, studiandola. Il volto era pallido e scavato, una profonda ferita troneggiava sulla sua fronte fino all’attaccatura dei capelli e occhiaie scure le marcavano gli occhi grandi ed espressivi.

Mai come in quel momento gli sembrò tanto bella.

 

«Non lasciarmi» la voce di Ron suonò tremolante e lui percepì la pressione delle braccia della ragazza aumentare.

 

«Sono qui» ripeté Hermione con voce sicura. «Sempre»

Il petto di lui fu scosso da un singhiozzo e lei lo vide chiudere gli occhi, mentre le lacrime ricominciavano a bagnargli le guance.

Appoggiò la fronte contro quella di lei e la strinse a sé come se fosse la sua unica ancora di salvezza. Se la portò in grembo e lei continuò a stringerselo al petto lasciandosi sfuggire una piccola lacrima solitaria.

Gli baciò la fronte, sentendo la pelle bagnarsi delle sue lacrime,

poi la tempia,

lo zigomo,

la guancia.

Catturò tra le labbra una delle stille che sconvolgevano i suoi lineamenti gentili, sentì il suo sapore salato in bocca.

 

Rimasero in quella posizione per molto tempo.

Poi Hermione sentì lentamente il respiro di Ron regolarizzarsi, le lacrime cessare di cadere. Lui riaprì gli occhi, la testa abbandonata contro la clavicola della ragazza, che continuava incessante ad accarezzargli i ciuffi rossi con tocchi leggeri, quasi avendo paura di fargli male.

 

«Non riesco a pronunciare il suo nome» mormorò Ron all’improvviso. La sua voce era roca a causa del pianto. Hermione sospirò e lui percepì il battito tranquillizzante del suo cuore. «Non riesco neanche a pensarlo»

 

«Ci riuscirai.» sussurrò lei, appoggiando la guancia contro i suoi capelli. «Con il tempo ci riuscirai». La sua voce era incredibilmente bassa, ma nel suo tono c’era una sicurezza che lo rincuorò.

 

«Avrò bisogno di aiuto»

Ron sentì le sue labbra piegarsi in un piccolo sorriso contro la sua testa.

 

«Ti aiuterò io» mormorò lei; il suo tono ora, più incerto. «Se mi vorrai»

 

«Sempre»

Lo disse chiaro e forte, sicuro come non lo era mai stato di nulla. Ron sentì il cuore di lei battere più veloce e respirò profondamente il suo profumo sperando di potersi perdere in lei.

Si spostò leggermente contro la sua pelle, le sue labbra si poggiarono sul suo collo elegante e niveo, sfiorando la cicatrice che il coltello di Bellatrix Lestrange le aveva lasciato come segno indelebile della violenza subita.

Un moto di rabbia cieca gli salì dalla bocca dello stomaco facendolo irrigidire di colpo e Hermione dovette stringerlo ancora più forte a sé per calmarlo.

Abbassò lo sguardo facendogli un sorriso che gli riscaldò il petto.

 

«Non importa più» bisbigliò lei, mentre Ron continuava a guardare la cicatrice.

Lui sospirò, sollevandosi da lei per la prima volta dopo ore. La guardò fisso negli occhi scurissimi che incessanti ricambiavano il suo sguardo, amanti. Intorno a loro, l’alba rischiarava inarrestabile il cielo notturno, sorprendendoli insieme come sarebbe dovuto essere da sempre.

 

Ron le si avvicinò, annuendo debolmente con la testa e annullando la distanza che rimaneva tra di loro.

Le portò una mano sul volto e lei lo strinse a sé con tanta forza che sembrò non dovessero staccarsi mai più. Sentiva le labbra inesperte di Hermione baciarlo irruenti, le sue, quasi come se non potesse controllarle, assaggiarla come da troppo avrebbe voluto fare.

Ron sentì lentamente il suo corpo risvegliarsi dal torpore in cui era caduto giorni prima. Sentì le sue ferite tirarsi al contatto con le dita di lei, i suoi piedi offesi bruciare sfiorando l’acqua dello stagno.

Provò dolore, e si sentì vivo baciandola.

Hermione si staccò gentilmente da lui per un breve momento e il sole fece timidamente capolino da dietro una delle colline più alte che circondavano la Tana.

Ron la guardò di nuovo, le guance rosse e il petto ansante, e sorrise.

Un sorriso sincero, un sorriso felice, grato e vero.

 

Per lei avrebbe sentito.

Per lei avrebbe continuato a respirare.

Grazie a lei ora sapeva di essere sopravvissuto.

 

 

 

fine.

 

 

Ebbene…sì.

.-.

*coff*

Io non so se è rimasto qualcuno dei miei tempi (nel caso la risposta sia affermativa, avete tutto il diritto di uccidermi nel modo più violento che riuscite a immaginare e io prometto solennemente di lasciarvi fare senza lamentarmi UU), ma per le nuove generazioni di questo sito, è un piacere conoscervi tutti :)

Spero che la fic vi sia piaciuta, era da tanto che volevo ricominciare ed eccomi qua, di nuovo qui con un nuovo lavoretto tanto mieloso da farvi rischiare il coma diabetico per salutare con giuoia il 2009.

:D

Ora che ne dite di lasciarmi un commentino? **

Pensateci bene prima di non farlo, la Befana arriva stanotte. U_U

Non vorrete ricevere carbone, vero? °w°

A presto =D

   
 
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