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Autore: Giulls    06/01/2009    16 recensioni
“Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…" pensai rimanendo estasiata davanti a lui... *La storia di Giulia, una sedicenne italiana che andrà a trascorrere le vacanze estive a Londra, incurante che proprio lì imparerà davvero cosa vuol dire la parola AMORE...* °°°°°°°°°°°°°° Salve ragazze, sono tornata con la mia ultima storia, alla quale tengo moltissimo...spero di piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazze! Eccomi ritornata con una nuova storia, che io  personalmente amo e la considero un po’ come la mia “bambina”, perché è da agosto che ci stavo pensando ed è da tre mesi che la sto scrivendo; sto dando anima e corpo per questa storia (infatti il mio rendimento scolastico ne ha risentito parecchio…)
Ah, volevo dire un’altra cosa: ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale e bla bla bla…insomma, avete capito no? xD
Ah sì…ultimissima cosa, lo giuro…lasciate perdere il titolo…non è un granché ma la storia è nata con quel titolo e quindi non me la sono sentita di cambiarlo.
Detto questo…buona lettura e spero che questa storia vi piaccia!
Un abbraccio Giulls

UN AMORE LONDINESE

PROLOGO

< Giulia, Robert, Robert, Giulia >
< Ciao! > mi disse lui con il suo inglese perfetto, come lui.
< Ciao… > risposi io timidamente.
Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…aspetta…mi stanno guardando stranamente…
< Come? >
< Ho detto che non ci speravo più a conoscerti…Teo ha sempre parlato di te, solo che né io né gli altri abbiamo mai visto una tua foto…credevamo fossi frutto della sua immaginazione > mi disse sfoderando il sorriso più bello che avessi mai visto in tutta la mia vita.
< Ehm…invece eccomi qui! > risposi imbarazzatissima come non mai.

1. PARTENZE E ARRIVI

< Giulia avanti muoviti! Siamo in ritardo e dobbiamo arrivare all’aeroporto di Forlì per le nove! > disse Teo tirandomi via le coperte di dosso.
< Teo ti prego! Voglio dormire ancora un pochino! Non ritarderò! Mi vestirò in un lampo, promesso! > risposi insonnolita recuperando le coperte e rannicchiandomici maggiormente.
< Forza, muoviti! La mia patria ci aspetta! > mi disse con un sorriso smagliante e iniziò ad aprire tutte le finestre facendo entrare tanta luce da accecarmi.
Guardai molto male mio fratello, o meglio il mio fratellastro. Mia mamma e il suo compagno Mirco avevano deciso di adottarlo quando lui aveva quasi 17 anni. La madre di Matteo era di origini italiane mentre il padre era inglese; infatti  nacque a Londra il 30 Gennaio. Purtroppo, all’età di tre anni fu affidato ad un orfanotrofio dopo la morte dei suoi genitori a causa di un incidente stradale e, prima che lo adottassimo, era stato in molte famiglie. Così facendo crebbe con un atteggiamento menefreghista verso tutti. Dopo averlo adottato venne a vivere da noi in Italia ed era terribilmente freddo con tutti noi, specialmente con me e sia mia madre che Mirco, dopo vari tentativi, avevano rinunciato ad avere un rapporto con lui. Oltretutto si era messo a frequentare una compagnia con una brutta fama: tutti stupidi teppisti piromani.
Una sera infatti, prima di uscire, mamma e Mirco ricevettero una chiamata dalla polizia, che li avvisava che Matteo si trovava alla centrale perché era stato sorpreso rubare in un negozio; erano entrambi furiosi con lui, tanto da non rivolgergli la parola per giorni interi. Il 30 luglio, il compleanno di Teo, mamma e Mirco uscirono per andare a trovare una loro vecchia amica e restarono fuori anche per cena. Quella sera cucinai un piatto veloce per me e Teo. Finito di mangiare andò a rintanarsi in camera, come al solito e, sinceramente, era quello che speravo perché avevo deciso di fargli una sorpresa per il suo compleanno. Sistemai velocemente gli addobbi che avevo comprato poche ore prima e tirai fuori la torta dal freezer. Con una scusa lo chiamai di sotto e spensi la luce della cucina. Entrò sbuffando e, quando vide la sorpresa che gli avevo fatto, rimase piacevolmente colpito, anche se non lo diede a dimostrare. Gli feci spegnere le candeline e, dopo aver aspettato trenta minuti buoni perché la torta si scongelasse, la mangiammo e poi ci sedemmo in sala a vedere un film su Sky. Parlammo tutta la sera e poi ci addormentammo e da quel giorno diventammo inseparabili. Inoltre cambiò notevolmente il suo modo di fare: divenne più gentile e simpatico; abbandonò quella vecchia compagnia e si fece nuovi amici: tutti bravi ragazzi.
Ora Teo ha 19 anni, mentre io ne ho quasi 17. Quest’anno, dato che non era possibile per mia madre e Mirco trascorrere un’intera estate a Londra, dal momento che era nata da qualche mese Emma, mia sorella, Teo mi propose, ovviamente dopo aver chiesto il loro consenso e quello di mio padre, di andare a trascorrere l’estate a Londra con lui. Accettai al volo l’offerta.
< Che pizza che sei! Ecco, mi sono alzata…contento? > risposi aprendo le braccia con un gesto teatrale e lui si avviò alla porta.
< Non vedi che sorriso smagliante che faccio? > gli lanciai una seconda occhiataccia e guardai l’ora nella mia radiosveglia. Erano quasi le sette e mezza di mattina del 15 maggio. La mia scuola, a causa di un terremoto, era stata praticamente distrutta e, non avendo né abbastanza succursali, né abbastanza soldi da spendere subito per riparare i danni, il dirigente scolastico fu costretto a chiudere la scuola un mese prima della solita chiusura.
Dopo essermi preparata ed aver salutato mia madre, Mirco, Emma e mio padre che era venuto ad augurarmi buon viaggio, mi diressi verso la macchina di Teo e ci avviamo verso l’aeroporto, arrivando a Londra alle dieci e mezza. La casa di Teo, dove lui viveva con i suoi genitori e che gli lasciarono dopo la loro morte, non era molto distante dall’aeroporto: giusto quarantacinque minuti; infatti alle undici e venti eravamo già davanti a casa. Era ancora più bella di come la ricordassi: era enorme, a due piani con un lungo porticato in legno chiaro e sorretto da colonne con un dondolo e l’esterno tinto di bianco. All’interno c’era la hall e, a destra, una sala enorme con un pianoforte bianco, una TV al plasma, un divano a tre posti in pelle nero, una libreria e un camino. A fianco alla libreria c’era una porta finestra che conduceva al giardino dietro casa, che era molto grande, dove si potevano fare diverse grigliate ed organizzare feste. Poco distante dalla hall c’era il bagno: era più piccolo rispetto a quello situato al piano di sopra. A sinistra c’era una cucina  che faceva anche da sala da pranzo.
Al piano di sopra, invece, c’erano tre camere da letto, due bagni e uno studio. C’era un bagno con la vasca idromassaggio ed uno con una doccia enorme. La mia camera era la più grande rispetto alle altre: aveva un letto matrimoniale enorme, con una vista favolosa del giardino sul retro e delle case vicine ed era vicino al bagno con la vasca idromassaggio. Il mio armadio era enorme, poiché era formato da una cabina armadio e uno scomparto dove poter tenere tranquillamente tutti i vestiti. Davanti al letto c’era un mobile con la TV e vicino allo specchio, tra la porta e l’armadio, uno stereo.
< Vedo che hai già trovato la tua stanza! >
< Oh sì! E pensa che anche se non fosse stata mia l’avrei presa lo stesso! Cavolo, l’adoro! È ancora più bella di come la ricordavo…ci credi? Passare quattro, dico…quattro mesi qui! Mi sembra un sogno! Teo grazie per avermi invitata! Oddio ti adoro tantissimo! Sei il miglior fratello del mondo! > e gli saltai addosso abbracciandolo.
< Ok, mi stai uccidendo piccola! Che ne dici di scendere e di chiamare casa dicendo che stai bene? >
< Buona idea…tu chiami e io mi faccio un bel bagno con l’idromassaggio! > esclamai.

L’idea di ficcarmi in quell’enorme vasca mi allettava parecchio.
< No signorina non hai capito niente…tu chiami casa mentre mio vado a fare la spesa…il frigo è vuoto >
Uffa…addio bollicine e acqua calda…dovrò aspettare. In effetti però cosa avrei fatto da sola a casa?” pensai.
<  Vengo con te… > proposi.
< No, stai a casa…poi prometto di portarti in giro…adesso sistemati…lì c’è il computer con msn…tesoro fai come se fossi a casa tua, lo sai…l’unica cosa è: non rompere niente…ricorda: occhio per occhio, dente per dente! >
< Ma non era chi rompe paga? > domandai divertita.
< Sì, ma mi piace di più l’altra espressione > rispose facendo una smorfia.
Lo adoravo da morire quando faceva così.
< Ehm…ok…hai bisogno della lista della spesa? >
< No, adesso prendo qualcosa di veloce giusto per pranzare…poi più tardi andiamo guardiamo cosa manca e torniamo a fare la spesa. Adesso riposati. A dopo >
Rimasta sola in casa, chiamai prima mia madre e poi mio padre per dire loro del viaggio. Tornai in sala e, anziché accendere il pc per chattare su msn, mi sedetti davanti al pianoforte. Accertatami che fosse funzionante mi sedetti sullo sgabello e iniziai a suonare prima Claire de Lune di Debussi e poi River Flows In You di Yiruma. River Flows in You è sempre stata la mia composizione preferita. Imparai a suonarla nel giro di qualche mese dopo aver cominciato le lezioni di piano. Oltre a quella e a Claire de Lune imparai a suonare la base di Twilight di Vanessa Cartlon e la base di Only Hope di Mandy Moore.
Quando Teo tornò a casa mi sentì suonare River Flows In You. Mi ha sempre presa in giro perché avevo sempre sostenuto che fosse perfetta come Bella’s lullaby in Twilight, ma no…il migliore amico di mio fratello doveva comporre un’altra melodia…ci rimasi male quando lo scoprii…adoro Robert Pattinson e su questo non ci piove, ma non poteva restare zitto e lasciare che gli altri decidessero la ninnananna?
< Hey Twilighteriana! È inutile, tanto Rob l’ha già composta l’altra melodia… >
Ecco, come al solito mi prende in giro!“ mi voltai verso di lui e gli feci una boccaccia.
< Vieni ad apparecchiare per favore? Metto a bagno l’insalata e poi si mangia… >
< Cosa hai comprato? >
< Pollo…è ok? >
< Sì, benissimo! > mentii.
In realtà odiavo il pollo.

   
 
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