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Autore: myavengedsevenfoldxx    29/05/2015    2 recensioni
-allora devi fotterti, noi cerchiamo di aiutarti, ma se non ci dai una mano non possiamo venirti incontro-
-non posso semplicemente rimanere così?-
-stai scherzando?- sbottò James, rimasto taciturno fino a quel momento.
-nah-
-vaffanculo allora, quello che ti raccontiamo non serve a nulla?-
Rimasi in silenzio, Jimmy si stava alterando e non avevo ben capito il perché.
Non che me ne importasse molto alla fine.
Almeno credo.
-Brian cazzo fallo per Angelica- e detto ciò James si alzò e se ne andò seguito dagli altri.
Angelica … Angelica.
Quel nome non mi suonava nuovo, ma non mi diceva niente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I
 

The pain is strong

 


1 giugno 2005
Casa di riabilitazione
Huntigton Beach.


 

 

Mi chiamo Synyster Gates, ho 24 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntigton Beach, suono la chitarra e facevo parte di una band formatasi nel 1999, suonavamo Heavy Metal e avevamo spopolato grazie al warped tour del 2003.

Mi chiamo Synyster Gates, ho 24 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntington Beach, sono alto 1 metro e 78, ho i capelli neri, il piercing al naso e porto sempre una bandana attorno al capo.

Mi chiamo Synyster Gates, ho 24 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntington Beach, vivevo in una strada poco fuori la città dove anche provavo con la band e la casa accanto alla mia era abbandonata, da piccolo ci andavo spesso a giocare, non avevo paura.

Mi chiamo Synyster Gates, ho 24 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntington Beach, non ho paura di niente, vivo la mia vita, amo, odio, vivo e basta.


-Brian ci sono i tuoi amici.-
-non mi chiamo Brian-
-non cominciare- rimasi in silenzio. Brian non era il mio nome, cioè si lo era, era il mio nome di battesimo, ma amavo un altro nome, il mio nome d’arte, quello si cazzo che era bellissimo.
-allora ti muovi?- rimasi impassibile.
-Synyster Gates la attendono i suoi amici si vuole accomodare nell’altra stanza?-
-adesso va molto meglio- dissi alzandomi in piedi dal letto su cui ero disteso. Amavo stare disteso. Passavo ore disteso a fissare il soffitto e fissare le crepe dell’intonaco. Una volta, circa un paio di mesi dopo che arrivai lì mi diedero una pallina anti stress, vedete a quel tempo ero assai stressato e con molti più problemi di ora, quando sono arrivato lì?
Aspettate, lasciatemi controllare nel fascicolo, ah si ecco, settembre 2003. Cazzo, erano già passati due anni da quando ero stato messo lì?
Come passa il tempo.
Mi infilai le scarpe, l’infermiera col vestito giallo mi attendeva sulla porta.
-ti muovi?-
-posso farcela anche da solo, so qual è la strada- la signora sbuffò. Era una normale donna di mezza età, con le borse sotto gli occhi, i capelli raccolti in una coda e un’uniforme giallo canarino che la faceva apparire più grassa di quello che era. Si chiamava Valary ed era stata trasferita qua alcuni mesi fa da New Orleans, all’inizio la odiavo per i suoi metodi bruschi e presuntuosi, poi ci ho fatto l’abitudine, non volevo odiare nessuno, era la mia prerogativa, odiavo una sola persona, che magari non esiste, o forse sì chissà, chissà se proprio in quel momento mi stava fissando, magari contemplava ogni mia mossa, e per di più se la rideva di gusto a vedermi soffrire in quelle quattro sbarre di ferro.
Dio.
Dio, esisti?
Mandami un segno. Oh beh, non era la prima volta che glielo chiedevo e come al solito non succedeva mai nulla, chissà perché.
La risposta mi pare ovvia.
Dio non esiste.
È nato dalla mente umana solo per spigare quei fatto impossibili e per affidarsi a qualche cosa. Ma affidarsi a cosa, mi chiedo? Alla fine si nasce, viviamo e poi moriamo. A che cazzo devi affidarti?


Camminai dietro a Valary che mi condusse nella stanza dove si incontravano i parenti, come vi aveva avvisato poco prima, a trovarmi erano venuti i miei amici, o almeno quei quattro individui che da due anni a sta parte mi venivano a trovare.
Si chiamavano James, Zackary, Matt e Johnny.
Dicevano di essere miei amici, di conoscermi da anni, sapevano tutto di me, ma non lo davano a vedere. Io avevo cominciato a tenere a loro, mi facevano felice e dentro di me sentivo che avevano fatto parte e che dovevano far parte della mia vita.
-ciao ragazzi- salutai battendo il pugno ad ognuno di loro
-ciao syn- salutò Zacky
-ciao fratello- dissero Matt e Johnny.
James invece mi abbracciò.
-come stai?- mi chiese James
-bene dai-
-cosa hai fatto questa settimana?-
-riabilitazione, lettura, suonato un po’ con la chitarra, le solite cose- d’altronde era vero. tre volte a settimana andavo a riabilitazione e per il resto del tempo o dormivo o suonavo o leggevo. Il tempo passava abbastanza in fretta e non mi dispiaceva stare lì.
Ovviamente non ero da solo, c’erano altri 100 ragazzi con il mio stesso problema, ma forse più gravi.
E no, non ho fatto amicizia con nessuno di loro.
-voi raga che avete fatto?-
-i concerti vanno alla grande, abbiamo milioni di fans in tutto il mondo e le persone ci amano, amano la nostra musica, amano noi, è una bellissima sensazione- rispose eccitato Matt sorridendo e facendo apparire quelle due fossette che a dirla tutta erano davvero belle.
- ti abbiamo portato un regalo- disse Johnny aprendo lo zaino
- un regalo?- chiesi curioso scrutando con sguardo attento il corpo di Johnny che si piegava per riporre lo zaino a terra.
-ecco- disse porgendomi un pacco.
Lo scartai divertito, amavo scartare i regali, non ne ricevevo tanti e perciò era sempre una piacevole sorpresa.
Misi la carta da regalo da parte e fissai la copertina del cd che mi avevano regalato.
“Avenged Sevenfold – City Of Evil”
-mio dio allora avete davvero successo!- esclamai aprendo il cd e fissandolo l’interno. Sobrio ed elegante, rosso e il teschio era bellissimo.
-eh cosa pensavi che fossimo una band da quattro soldi?- disse Zacky e tutti ci mettemmo a ridere.
mi dicevano che facevo parte di quella band prima che succedesse quell’evento.
Mi dicevano che ero bravo, molto bravo e che molte case discografiche avevano puntato su di noi grazie ai miei mitici assoli, da una parte non ci credevo, cioè ogni tanto prendevo in mano la chitarra e facevo qualche accordo, ma niente di eccezionale.
Forse lo dicevano per farmi stare meglio, forse per rincuorarmi, o forse era la verità.
Chissà.


-Syn hai iniziato?- mi chiese Matt
-no-
-lo sai che devi farlo-
-non ho voglia-
-ti aiuterebbe molto-
-seh come se fosse utile- Matt rimase in silenzio. Più volte mi avevano detto che per curare il mio problema dovevo scrivere, mi avrebbe aiutato.
Mi avrebbe curato.
Non ci ho mai provato, solamente che non sapevo da che punto partire. Qual’era il primo ricordo del mio passato? Chi cazzo se lo ricordava.
-dai, se vuoi ti aiutiamo- disse Vee
-okay-
-tanto appena ce ne andiamo non continui- disse Johnny
-esatto-
-allora devi fotterti, noi cerchiamo di aiutarti, ma se non ci dai una mano non possiamo venirti incontro-
-non posso semplicemente rimanere così?-
-stai scherzando?- sbottò James, rimasto taciturno fino a quel momento.
-nah-
-vaffanculo allora, quello che ti raccontiamo non serve a nulla?-
Rimasi in silenzio, Jimmy si stava alterando e non avevo ben capito il perché.
Non che me ne importasse molto alla fine.
Almeno credo.
-Brian cazzo fallo per Angelica- e detto ciò James si alzò e se ne andò seguito dagli altri.
Angelica … Angelica.
Quel nome non mi suonava nuovo, ma non mi diceva niente.

 

-perché devi farli sempre incazzare?- chiese Valary accompagnandomi in camera
-non è colpa mia-. Risposi togliendomi le scarpe, la signora paffuta rimase sulla porta.
-fai quello che vogliono, ti aiuterebbe molto, te lo garantisco-
-non so da dove partire-
-parti da Angelica, come ha detto il tuo amico-
-ma se non so nemmeno chi sia-
-sforzati, tutto ritorna alla mente, dai tempo al tempo- e sorridendo se ne andò.

Angelica.
Chi cavolo era Angelica?
E perché James se l’era presa cos’ tanto?
Fissai il soffitto poi mi decisi.
Presi una penna e un foglio, tolsi il tappo e appoggiai la punta sul foglio.
Scrissi il nome della ragazza.
Angelica”
-chi cazzo sei?- mi chiesi esasperato.


Angelica …..

 

Mi chiamo Synyster Gates, ho 24 anni e sono nato il 7 luglio ad Huntington Beach e il 23 settembre 2003 ho perso la memoria.

   
 
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