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Autore: Dian87    30/05/2015    4 recensioni
Ainara ha sempre vissuto in fuga, fuga dal suo villaggio, fuga da ogni riparo che ha trovato, fuga da ogni umano, sempre con le parole di un indovino alle spalle.
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Le rane gracidavano nell'oscurità che precedeva l'aurora, mentre un usignolo intonava il suo canto
mattutino.
«Si dice che la strega abiti in questo bosco.» commentò una ragazzina, scavalcando un grosso
tronco.
«E chi te l'ha detto?» chiese un'altra.
«Tutti lo dicono... ma hanno troppa paura per cacciarla.» rispose la prima, lisciandosi con le mani
la gonna.
«Ma forse dovremmo lasciarla lì, no?» il tono era tentennante e l'altra ricacciò nervosamente un
ciuffo di capelli ribelle dietro all'orecchio.
« E se lanciasse qualche maledizione? E se volesse prendere il tuo fratellino per preparare qualche
intruglio? No, noi saremo le eroine che la cacceranno da qui.» ben più decisa della compagna, la
giovinetta prese in mano un ramo molto sottile.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CACCIA ALLA STREGA


Un sasso volò attraverso l'aria, scagliato con rabbia...
«Vattene da qui!»
«Tornatene all'inferno.»
colpendo il braccio di una ragazzina dai capelli rossi. Gli occhi rossi della piccola osservarono prima la torma di persone davanti a lei e poi la casa del padre dal quale l'avevano tirata fuori a forza.
«Padre! Padre!» chiamò.
Un uomo le si avvicinò con un nodoso bastone in mano e lo alzò, ma la piccola si girò, cominciando a correre più forte che poteva.


Le rane gracidavano nell'oscurità che precedeva l'aurora, mentre un usignolo si preparava ad intonare il suo canto mattutino.
«Si dice che la strega abiti in questo bosco.» commentò una ragazzina, scavalcando un grosso tronco.
«E chi te l'ha detto?» chiese un'altra.
«Tutti lo dicono... ma hanno troppa paura per cacciarla.» rispose la prima, lisciandosi con le mani la gonna.
«Ma forse dovremmo lasciarla lì, no?» il tono era tentennante e l'altra ricacciò nervosamente un ciuffo di capelli ribelle dietro all'orecchio.
« E se lanciasse qualche maledizione? E se volesse prendere il tuo fratellino per preparare qualche intruglio? No, noi saremo le eroine che la cacceranno da qui.» ben più decisa della compagna, la giovinetta prese in mano un ramo molto sottile.
«Aurora, siamo solo delle ragazzine.»
«Io ho ben dodici anni, Odilia.» Aurora alzò il viso, ostentando dei lineamenti decisi. «Inoltre la strega dorme a quest'ora... la spaventeremo e la cacceremo.»
Aurora e Odilia avanzarono nel bosco e ben presto notarono uno stagno presso il quale era montata una tenda. Aurora mise la mano libera sulla spalla della compagna e gliela indicò con un cenno della testa, quindi la lasciò e sollevò lievemente la gonna per non inciampare. Cercò di avvicinarsi silenziosamente, anche se i suoi piedi spezzavano continuamente dei rami secchi e le rane smisero di gracidare.
La ragazzina osservò la tenda, ancora immobile.
Ad una decina di passi si fermò, deglutendo per farsi forza, poi cominciò a gridare, correndo verso la tenda e colpendola col bastoncino.
«Quanto rumore per nulla...»
La voce giunse dalle spalle di Odilia e la ragazzina sobbalzo, lanciando uno strillo e voltandosi di scatto. Appoggiata all'albero alle sue spalle, appena distinguibile nell'aurora nascente, si trovava una donna con le braccia conserte.
«Non serve strillare, credo che anche la tua amica ti abbia sentito.» la voce proveniva dalla donna ed era alquanto spazientita.
Odilia provò a dire qualcosa, ma la voce le morì in gola e si voltò verso Aurora, che si era fermata per curiosare nella tenda, poi tornò a girarsi verso la donna. La sconosciuta si staccò dall'albero e sollevò una mano, dalla quale scaturì una fiammella che la illuminò. Odilia rimase bloccata ad osservare quella donna dai capelli rossi avvicinarlesi, ma quello che la trattenne maggiormente furono gli occhi: non riusciva a staccare lo sguardo da quegli occhi rossi.
«Dimmi, ragazzina, cosa dovrei fare con voi?» indagò con tono serio.
Odilia cercò le parole mentre la donna si fermava a qualche passo da lei e le avvicinava la fiamma ai capelli dorati, ma nulla riuscì ad uscirle dalle labbra.
Aurora, nel frattempo, aveva studiato l'interno della tenda pensando di trovarci ogni sorta di oggetto malefico, ma l'unica cosa che aveva trovato era stata l'erba. Udì il grido dell'amica e uscì dal riparo, vedendo una donna con una fiamma in mano vicina a Odilia.
«Lasciala stare, strega!» gridò, prendendo tutto il coraggio che poté e si lanciò verso la donna, incespicando di quando in quando nella gonna.
La donna portò lo sguardo annoiato sull'altra ragazzina e sollevò la mano senza fiamma, chiudendola come se la stesse prendendo per il collo. Aurora si bloccò di scatto, venne sollevata dal suolo e cominciò a scalciare.
«Se vi uccidessi ora, i vostri genitori mi darebbero la caccia.» commentò pacatamente la donna, con lo sguardo annoiato.
Con la mano semi-chiusa fece il gesto di buttare via qualcosa e Aurora volò poco distante, finendo nello stagno. La ragazzina si mise seduta, osservandosi prima il vestito sporco di fango e poi la coppia rimasta.
«Andatevene a casa, mocciose.» la sconosciuta portò lo sguardo su Odilia e alla ragazzina sembrò prendere fuoco. «Andatevene e potrete vivere le vostre misere vite.»
Odilia tremava come una foglia, ma fu in grado di fare appena un cenno d'assenso prima di cominciare a correre verso il villaggio.
La strega lanciò un'occhiata rovente anche ad Aurora e pure lei iniziò a correre come se avesse i cani alle calcagna.
«Padrona Ainara, non sarete stata troppo gentile con quelle due ragazzine?» gracchiò una voce.
La donna spostò lo sguardo sull'imp che stava discendendo da un albero e si tolse qualche foglia dai capelli.
«Impacchetta la tenda, ce ne andiamo.» rispose Ainara all'essere infernale dotato di ali, rosso come i suoi capelli.
«Avete detto loro di lasciarvi in pace, padrona Ainara... dovranno ascoltare una persona potente come voi.» ribatté l'imp, pur andando a togliere la tela dai supporti.
«Come tutte le altre volte... arriveranno qui con torce e forconi pronti a darmi fuoco.» Ainara fece un gesto annoiato con la mano, sospirando. «È un peccato, mi piaceva questo spiazzo.»
Iniziò ad incamminarsi, lasciando all'imp il compito di ripiegare la tenda e arrancare con lo zaino.
«Padrona Ainara, ci fermeremo mai in un posto? Vostra madre potrebbe trovarvi un posto a palazzo.» chiese l'imp, volando al fianco della donna e tenendo tra le mani lo zaino carico.
«Mia madre vive negli inferi, Flicker.» spiegò Ainara, con un sospiro scocciato. «Il che vuol dire essere evocati dal primo che ha bisogno di una succube, essere discriminati per il fatto di essere una mezzosangue e cercare di farsi la pelle a vicenda ogni volta possibile.»
«Ma io non vi discrimino, padrona Ainara... siete la mia amata padrona!» L'imp lasciò un attimo a terra lo zaino e andò ad appoggiarsi sulla guancia di Ainara, strusciandosi.
Ainara si concesse un sorriso ed un usignolo iniziò a salutare il sole con un melodioso canto.
«E vorresti mettere la bellezza dei boschi e le melodiose voci degli uccelli a confronto con il monotono panorama di lava e fiamme e le urla dei dannati?» il tono di Ainara si addolcì. «No, meglio esser vittima delle parole dell'indovino che restare laggiù... “È proprio quando si crede che sia tutto finito, che tutto ricomincia”.»
L'imp volò via dalla spalla di Ainara e tornò a prendere lo zaino, continuando ad accompagnarla.
[B][URL=http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3140075&i=1]La strega[/URL][/B] Autore sul forum \ sito : Dian87
Genere storia : fantasy
Rating : Arancione
Introduzione:
Ainara ha sempre vissuto in fuga, fuga dal suo villaggio, fuga da ogni riparo che ha trovato, fuga da ogni umano, sempre con le parole di un indovino alle spalle.

[I]Le rane gracidavano nell'oscurità che precedeva l'aurora, mentre un usignolo si preparava ad intonare il suo canto mattutino.
«Si dice che la strega abiti in questo bosco.» commentò una ragazzina, scavalcando un grosso tronco.
«E chi te l'ha detto?» chiese un'altra.
«Tutti lo dicono... ma hanno troppa paura per cacciarla.» rispose la prima, lisciandosi con le mani la gonna.
«Ma forse dovremmo lasciarla lì, no?» il tono era tentennante e l'altra ricacciò nervosamente un ciuffo di capelli ribelle dietro all'orecchio.
« E se lanciasse qualche maledizione? E se volesse prendere il tuo fratellino per preparare qualche intruglio? No, noi saremo le eroine che la cacceranno da qui.» ben più decisa della compagna, la giovinetta prese in mano un ramo molto sottile. [/I]
  
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