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Autore: thembra    06/01/2009    5 recensioni
Quando i ricercati divengono cercatori....quando i fuggitivi diventano iseguitori, quando la rabbia trasforma i pirati braccati dalla marina in prede da aspettare con l'ostaggio al sicuro nelle carceri di bordo....TH
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro
Note: Lemon | Avvertimenti: Spoiler!
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La perdita…l’offesa e…

…l’inizio della caccia

 

 

 

 

 

 

L’enorme vascello se ne stava immobile al tramonto nel mezzo dell’oceano infuocato dal sole morente e il vento proveniente da est  che sbuffava frizzante, alleato di quelle vele pirata che da quasi due anni solcavano le acque della Grand Line, veniva snobbato dall’intera ciurma.

Non c’era nessuno ad orientare le vele, nessuno era al timone per seguire la rotta indicata stabilita, non c’era il capitano di vedetta ne il classico via vai sul ponte per seguire le direttive del navigatore.

 

Se ne stavano tutti sottocoperta a parlare fra loro, a cercare un modo per poter proseguire… senza di lei.

 

“Per la navigazione di giorno non ci sono problemi, finchè non la ritroviamo posso guidarvi io…il problema è la notte, non ho conoscenze sufficienti perciò è meglio buttare l’ancora, ma così accumuleremo maggior svantaggio….mi spiace…”

“Fa nulla Robin, anche così è perfetto, e poi con questa nave e la propulsione che possiede li riprenderemo senza problemi….”

 

Tutti i presenti voltarono lo sguardo verso il loro giovane capitano sorridendo in qualche modo rincuorati da quelle sue parole, in fondo aveva ragione, con la tecnologia che Franky aveva installato su quella nave sarebbero bastati un paio di giorni per raggiungere quei bastardi che li avevano offesi a tal maniera.

 

Così dopo quella piccola riunione la ciurma si divise tornando alle proprie occupazioni.

 

Robin che aveva assunto temporaneamente il ruolo di Nami studiava attentamente gli appunti di quest’ultima sperando di riuscire ad essere all’altezza della compagna.

Sorrise mentre si rendeva conto che capiva alla perfezione e manovre che bisognava compiere in determinate occasioni, o i segnali che anticipavano per esempio l’arrivo di tempeste o mareggiate.

 

“Procede tutto bene Robin?”

“Si Sanji….ti ringrazio…”

 

Il biondo si avvicinò al tavolo dove Robin stava seduta a contemplare le cartine ed alcuni libri di Nami mentre con attenzione sorvegliava la direzione che prendeva la piccola forma di carta mezza bruciacchiata che vibrava sul tavolo.

 

“Menomale che sei con noi Robin…”

“No, la fortuna è che mi abbia insegnato qualcosa mentre era con noi così qualcosa riesco a fare…”

 

Le sorrise poggiandole sulla scrivania un vassoio con del profumato the e dei pasticcini caldi.

 

“Credo però che sia meglio gettare l’ancora fra poco, il sole è quasi calato del tutto…”

“Va bene, lo dico a Franky, e poi dico a Zoro che cominci il turno di vedetta…”

“Ti ringrazio…”

 

Sorseggiò il suo the mentre osservava il cuoco allontanarsi verso la porta e ancora ascoltando i passi delle sue scarpe sui pioli della scale quando scendeva, poi pian piano portò il nero sguardo oltre i vetri della cupola di vedetta ad osservare il meraviglioso tramonto che colorava sia cielo che mare rendendoli un’entità fusa all’orizzonte.

 

Se ci fosse stata l’avrebbero sicuramente ammirato assieme con tutti gli altri sul grande prato del ponte principale, e si sarebbero messi a far baldoria come ogni sera, perché era così la vita a bordo della Sunny.

Si festeggiava per ogni piccola cosa, dallo sbocciare dei primi fiori nell’agrumeto di Nami, all’abboccare di un grosso pesce nei periodo di magra, alla vista di un arcobaleno dopo la tempesta o come in questo caso in onore di un così bel tramonto.

 

Sbuffò sconsolata, era una cosa strana quell’apatia sulla nave metteva davvero tristezza.

 

“Ti do il cambio, va pure a riposare…”

 

I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo dello spadaccino, che strano, non l’aveva nemmeno sentito; lo salutò lasciandogli il posto dirigendosi verso la porta.

Prima di raggiungerla si voltò un’ultima volta in direzione di Zoro, che si era appoggiato alla finestra e guardava fuori distratto.

 

“Non è stata colpa di nessuno…lo sai vero?”

“…see…”

 

Non aggiunse altro, aprì e richiuse la porta scendendo la scaletta e andando in cucina per la cena.

 

Non si accorse dell’occhiata preoccupata che lo spadaccino lanciò al tavolo, ne della sua espressione furiosa nel constatare che un altro minuscolo frammento di carta era andato perduto.

 

“…Dannazione!! Che volevi fare eh? Mocciosa testarda…”

 

Poggiò la fronte contro il vetro abbassando lo sguardo sulle sue tre katane, specialmente sull’elsa di quella bianca, la sua spada prediletta sulla cui impugnatura stavano ancora dei finissimi segni amaranto, e schiuse gli occhi in un espressione ferita, come poteva dire Robin che non era stata colpa di nessuno? Come potevano gli altri non guardarlo con disprezzo dal momento che era stata sua la disattenzione?

 

E non poté fare a meno di ripensare a quello che era successo….

 

 

 

 

 

Era un pomeriggio normale quello che si stava vivendo a bordo della Thousand Sunny, la rotta proseguiva tranquilla e si erano da poco conclusi i festeggiamenti per l’arrivo del nuovo membro Brook perciò c’era chi dormiva beato, chi riordinava la cucina allontanando le insidiose minacce del gommoso capitano non ancora sazio dopo l’enorme abbuffata, chi riordinava gli scaffali dell’infermeria, chi inventava nuove schifosissime armi, chi invece controllava che tutto forse in ordine, chi leggeva e chi curava i propri mandarini, il tutto accompagnato dal melodioso suono del violino di Brook che per nulla stanco intonava canti allegri o soavi a seconda dell’umore generale.

 

La navigatrice stava estirpando alcune erbacce dal prato del mini agrumeto tenendo d’occhio i fiori che si stavano ingrossando in verdi frutti circolari, era soddisfatta, il terreno impiantato da Franky era molto fertile e adatto ai suoi arbusti.

 

Stava canticchiando tranquilla quando proseguendo la sua mansione inciampò i un ramo rischiando di ruzzolare per le scale poco distanti se non fosse stata afferrata in tempo.

 

Ma tu guardi dove metti i piedi qualche volta?”

“Allora è colpa tua non del ramo razza di deficiente!”

“Hey guarda che ero davanti a te, come diamine hai fatto a non vedermi talpa?”

“Ero assorta nel mio lavoro imbecille! E comunque almeno quando dormi le potresti togliere quelle dannate spade!!”

“Non insultare le mie katane mocciosa!! Waah guarda me le hai quasi graffiate!!La mia preziosa Wado!!!”

“Non sono graffiate, solo sporche, e comunque se te le fossi tolte non sareb…”

“Un vero spadaccino non si separa mai dalle proprie spade ragazzina, e se anche fosse, come farei a difendermi se fossimo attaccati all’improvviso?”

“SIAMO IN MEZZO ALL’OCEANO IDIOTA!!!! Vedremo avvicinarsi per tempo chiunque dannazione!!!

“E non urlare isterica!!! Non è successo nulla…”

Ma avrebbe potuto! E se mi fossi fatta male?”

“Guarda che ti ho presa al volo!! E poi che vuoi che sia, per quello che devi fare va bene anche se ti sloghi una caviglia tanto devi stare ferma quindi…”

“Quindi mi posso tranquillamente ferire, l’importante è che le tue spade non si “graffino” giusto?”

 

Stava incominciando ad alterarsi, come diavolo poteva prendersela per due miseri segni di terriccio sul fodero delle spade e far finta di nulla con lei….che razza di uomo era?

 

“Non ho detto questo, sto dicendo che le mie spade devono sempre essere perfette, altrimenti sarebbero inutilizzabili non credi?”

“Oh si certo, dopotutto anche il dannatissimo fodero della tua dannatissima spada potrebbe salvarti la vita….ma fammi il piacere!!!”

“Questa spada è importantissima per me, non osare mai più offenderla hai capito?!?

“E allora tu trovati un altro posto per i tuoi sonnellini e stai lontano dai miei mandarini, così non ci saranno più di questi problemi STUPIDO!!!”

 

Detto questo gli aveva lanciato il mazzo d’erba che ancora teneva in mano e se n’era andata incavolata nera e per tutta la sera nemmeno l’aveva guardato.

Non che la cosa gli dispiacesse, dopotutto era lui il primo ad essere arrabbiato, quei segni sulla sua Wado erano come sfregi alla memoria di Kuina, Nami questo non poteva saperlo, ma lui non voleva comunque che la sua spada venisse toccata da altri, tutto qui.

però forse aveva davvero esagerato con lei, le aveva dato un messaggio sbagliato dicendogli certe cose, e probabilmente aveva insultato il suo ruolo nella ciurma che alla fin fine era quello fondamentale.

Forse avrebbe dovuto chiederle scusa…però per uno orgoglioso come lui era una cosa amara da fare e poi magari lei lo avrebbe attaccato ancora, in quella testa rossa non si capiva mai cosa passasse.

 

Sbuffò dopo aver bevuto il suo caffè, ed uscì diretto verso il suo luogo di riposo preferito ovvero l’agrumeto di Nami, che anche se si trovavano in mezzo al mare gli dava la pace e i profumi della terraferma.

Si bloccò non appena arrivato in cima alle scale, solo in quel momento si era ricordato del divieto da parte della rossa di avvicinarsi a quegli alberi, perciò sbuffando fece per tornare indietro ma poi decise di fare qualcos’altro.

Sciolse il nodo della cinta e appoggiò le katane a lato della balaustra in modo che nessuno ci potesse inciampare avendole comunque a portata di mano.

Poi si inginocchiò e finì di togliere le erbacce che infestavano le basi degli arbusti.

 

“Guarda che non è mica necessario…e comunque non ti avevo detto di stare alla larga dai miei mandarini?”

“Stai zitta e dammi una mano invece rompiscatole!”

“Figuriamoci, mi sono appena fatta la doccia, non ho intenzione di sporcarmi a causa tua…”

“Strega!”

 

La rossa sorrise sedendosi sul primo gradino della scala osservandolo lavorare col broncio, aveva notato le spade al lato della scalinata ed aveva sorriso, sapeva che in fin dei conti Zoro non era uno zoticone, era a conoscenza del legame che lo legava alle sue spade, soprattutto a quella bianca, che a quanto le aveva detto Rufy era appartenuta alla sua rivale numero uno e rappresentava la promessa fatta ed il suo grandissimo sogno.

Prese così il fazzoletto di seta che aveva preso dalla sua stanza, e dopo averlo imbevuto nel secchio d’acqua che usava per l’irrigo cominciò a lucidare quei foderi prendendo ad una ad una le spade di Zoro, lasciando la Wado per ultima e stupendosi di trovarle così pesanti.

 

“Tsk…non eri tu quella che sosteneva che qualche graffio su un fodero non fa differenza per una spada? ”

“Guarda che se non stai zitto le butto a mare…”

“Cos’hai detto arpia?”

“…e comunque questo servizio ti costerà ben 90 danari caro mio…”

 

Era pronto a ribattere più inviperito che mai, ma la linguaccia che gli fece la navigatrice e quel sorriso beffardo lo convinsero ad una resa temporanea, così sbuffando si lasciò cadere ai piedi delle piante.

 

“Vedi di fare almeno un buon lavoro strozzina…”

“Brilleranno come ematite queste qui scure…e la tua Wado sarà come diamante…vedrai che Kuina non si arrabbierà…”

 

Si alzò di scatto nel sentire quelle parole, convinto che lei non ne sapesse nulla riguardo alla Wado, ma a quanto pare si sbagliava di grosso, quel Rufy aveva davvero la lingua lunga certe volte.

 

Che c’è? viene male?”

“…no…ma mettici più grinta scansafatiche…”

“Hey piano con le critiche…”

“Tsk…svegliami quando avrai finito…”

 

Non ci fu bisogno di svegliarlo però, perché circa due ore dopo il grido di Usopp che stava di vedetta, seguito dal rombo di una sirena lo fecero scattare come una molla.

 

“La marina?”

“Un’intera flotta dannazione…Tieni le spade…e raduna tutti sul ponte…”

 

Nami scattò giù per le scale diretta al timone principale mentre man mano dava disposizione agli altri di spiegare le vele a Sanji e Chopper, di mettersi in posizione ai cannoni ad Usopp e salire di vedetta a Robin, mentre Rufy e Zoro avrebbero deviato gli attacchi diretti.

 

Fu una dura battaglia, primo perché inferiori di numero, secondo per via degli immensi sforzi a cui dovettero far fronte.

Fortunatamente però dopo alcune ore fra combattimento e fuga riuscirono a scampare anche a quella minaccia.

 

Non avevano calcolato una cosa però…una piccola imbarcazione era riuscita ad attaccarsi alla prua della nave, era piccola rispetto alle altre e mimetizzata in maniera strabiliante.

A bordo c’era il comandante della flotta seguito da pochi uomini scelti e in men che non si dica la ciurma di Rufy si trovò braccata sulla sua stessa nave.

Ad occhio e croce erano una quarantina, ma Zoro, Rufy e anche Sanji potevano tenerne a bada due o tre in contemporanea, Franky poi ne aveva già spazzati via cinque o sei senza dimenticare Robin che con il suo potere allontanava quelli che ancora cercavano di salire.

Anche Chopper ed Usopp diedero il loro contributo ma ben presto la ciurma fu bloccata grazie all’intervento dell’ammiraglio che aveva guidato la spedizione, possedeva infatti parecchie gemme di agalmatolite marina che inibì i poteri dei quattro del frutto del diavolo costringendoli ad usare la loro sola forza.

Il vero problema però fu quando le forze cominciarono a venir loro meno, a chi per vi della pietra, a chi per la stanchezza dovuta al fatto di dover proteggerli, così sia Sanji che ZORO Usopp E Brook vennero presto presi di mira.

Gli spadaccini della marina erano davvero ben addestrati e Zoro fu messo con le spalle al muro, Sanji ebbe il suo da fare a proteggere Robin mentre Usopp ne aveva con Chopper e Brook,e Rufy era stremato alle spalle di Zoro, l’attacco di massa sarebbe stato devastante perché la marina aveva in campo oltre l’ammiraglio ancora una ventina di uomini,  un attacco di Nami però, rimasta nascosta per organizzare nuvole, calore ed umidità col suo clima Tempo, bastò a dimezzarne la quantità e dar respiro ai suoi compagni che ne misero fuori gioco il resto.

 

Alla fine la situazione sembrava finalmente chiarita, i pirati seppur sfiniti erano risultati i vincitori, avevano sconfitto in mare tutti gli marine tranne l’ammiraglio che trovandosi solo e sotto tiro delle sciabole di Zoro, la fionda di Usopp e i calci di Sanji optò per la ritirata, non prima però di aver inflitto anche a loro una pesantissima perdita.

 

Nami.

 

 

La cartografa infatti era rimasta in retrovia, nascosta sul ponte secondario nel suo agrumeto ma questo non bastò e l’ammiraglio la scovò quasi subito, notando poi il log pose al suo polso la inquadrò subito come navigatore, perciò prima di ritirarsi riuscì a scampare all’attacco dei tre pirati e dirigersi verso di lei.

 

Venne braccata in un batter d’occhio ma grazie all’intervento di Zoro riuscì a scappare e dirigersi verso le scale, il verde ingaggiò un duello di lame con l’ammiraglio che riuscì a disarmarlo delle sue due spade nere e della Wado ferendolo  alle spalle e al torace.

Quando poi stava per finirlo una bastonata da parte di Nami servì come diversivo a Zoro che con uno scatto a destra riprese le sue katane nere, non riuscì però a raggiungere alla Wado, che venne gettata in mare dal capitano della marina.

Stava per essere nuovamente attaccato dalla rossa, che non aveva dato ascolto allo spadaccino e invece di mettersi in salvo era tornata all’assalto, ma stavolta venne anticipata e ferita al ventre dalla spada del nemico e scaraventata contro il bordo opposto del ponte.

Lo schizzo di sangue che macchiò il pavimento montò nel ricercato un’ira mostruosa e si gettò nuovamente all’attacco, usò le tecniche a due spade ma il marine era davvero un portento con la spada e riuscì a schivare ogni mossa, inoltre sfruttava la preoccupazione del verde nei confronti della donna inerme alle sue spalle che tossendo e gemendo cercava di rimettersi in piedi.

 

“Sta buona dannazione Nami!!!

 

Le sue grida però non la raggiungevano, erano sormontate dallo stridio delle loro spade in contatto e dai colpi di cannone delle altre navi in avvicinamento.

I loro compagni poi non potevano aiutarli presi a controbattere all’offensiva, fortunatamente le pietre funeste erano state trovate e gettate via così tutti quelli del frutto del mare erano tornati in forze e stavano dando il loro contributo, ignari della ferita che Nami aveva riportato.

 

Tutto si concluse in un attimo che la mente di Zoro visse quasi al rallentatore.

 

La sua Wado sibilando lo raggiunse improvvisamente aiutandolo a fermare l’ennesimo attacco del bastardo in divisa.

Questi però usò quell’istante che gli servì a sguainare la spada per arretrare, ghermire Nami e saltare in mare fra le risa ed un ultima frase sputata con crudele ironia.

 

“Credo che d’ora in poi sarete voi a dare la caccia a noi….bambocci…”

 

Poi quello che riuscì a vedere fu solamente lo sguardo di Nami contratto nel dolore, ma sereno e pieno di fiducia, ed un mezzo sorriso tirato a forza fra il dolore di quella presa.

 

Si infuriò, corse verso di loro, scivolando sullo schizzo di sangue e perdendo il colpo per cercare di salvarla in extremis.

La vide allontanarsi su quella bagnarola, venir gettata sul ponte con cattiveria e strattonata dai marine.

 

Namiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!”

 

L’urlo che cacciò fermò di colpo i vari combattimenti.

Cessarono le cannonate e cessarono le controffensive dei pirati che volsero l’attenzione verso lo spadaccino e poi nella direzione in cui urlava.

 

 

Poche ore dopo la pioggia che cadeva nella buia notte senza luna lavava via quella chiazza di sangue dal ponte secondario, scorreva fra le assi della nave e sui vetri delle finestre.

Poche ore dopo l’ancora teneva ferma la nave fra le onde e il silenzio gravava sulla testa di ognuno.

L’alba era vicina, ma sarebbe stata nera per tutti.

 

“Ha lasciato questa….”

 

Stringendo i pugni estrasse dall’elsa della Wado una palla di carta accartocciata e schiacciata nelle pieghe degli intarsi.

 

“…è la rotta da seguire…”

Che dici Robin?”

“Non la riconoscete? È la carta dello spirito che Laura ha dato a Nami a Thriller Bark, è più piccola di prima, l’altro pezzo ce l’ha sicuramente Nami quindi basterà seguire la direzione che indica e…”

 

In quel momento un finissimo filo di fumo grigio si levò dal bordo del foglietto e delle braci amaranto incominciarono a divorarne la sostanza.

 

“…e fare in fretta!”

 

Le parole che Zoro sibilò fra la rabbia vennero accolte con un deciso segno del capo dai membri restanti.

 

Poi Robin riprese la parola alzandosi in piedi e lasciando il posto a Sanji per le medicazioni di Chopper.

 

“Per la navigazione di giorno non ci sono problemi, finchè non la ritroviamo posso guidarvi io…il problema è la notte, non ho conoscenze sufficienti perciò è meglio buttare l’ancora, ma così accumuleremo maggior svantaggio….mi spiace…”

 

….Così cominciò l’inseguimento…così cominciò la loro caccia….

 

 

 

 

Aprì gli occhi sul placido oceano dove ad est stava nascendo un chiarissimo sole.

Erano già due giorni che seguivano la carta di Nami, e più passava il tempo più questa si disgregava nella cenere.

 

“…come fate a pensare che non sia colpa mia…? Stava a me proteggerla…dannazione!”                          

 

Sull’impugnatura della Wado, oltre ai segni amaranto del sangue di Nami una perla di sale scendeva fondendosi ad essi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Mia prima ficcy su One Piece…u.u

 

Continuerò presto spero….XD

 

Un abbraccio e auguri alle befanine del sito ^____-

 

 

TH

  
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