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Autore: Lara Ponte    31/05/2015    1 recensioni
L'ambientazione è una delle più classiche del genere 'Fantasy'.
Lo spettro di una probabile guerra e un'importante vita da salvare.
Il giovane protagonista, Alster, vive come ospite nella casa di una famiglia di mercanti...
Questa mia storia in realtà è un edita della fine del 2013.
L'avevo rimossa per correggerla e revisionarla. Ma alla fine ho anche cambiato il titolo.
Trovate tutti i dettagli nelle note a fine capitolo.
Buona lettura.
Lara
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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V

Esilio


Poco prima dell'alba, Alster si avvicinò silenziosamente alla stanza di Kyrase e fece scivolare un biglietto sotto la porta. 'Ti aspetto al laghetto per le dieci.'. Lo aveva scritto in tutta fretta e si era ritrovato a firmare col suo vero nome, che dovette quindi barrare per scrivere a fianco quello con cui invece era conosciuto dalla famiglia. Non si preoccupò di nascondere l'errore, era certo che lei avrebbe capito.

Quella giornata si presentava migliore delle precedenti. Il vento aveva finalmente deciso di concedersi una pausa ed il sole era tornato a farsi vedere tra le nuvole. La ragazza, prima di uscire in giardino, raccolse i capelli in un'unica lunga treccia e indossò una giacca di lana leggera. Il piccolo specchio d'acqua si trovava nella parte posteriore della tenuta rispetto alla villa. Nonostante il sentiero lastricato, occorreva almeno un quarto d'ora prima di raggiungerlo. L'aria tra gli alberi era fresca, ma non fastidiosa, mentre arrivava notò che il ragazzo l'aspettava in piedi coi gomiti poggiati alla staccionata che costeggiava la riva.

“Quindi ti chiami Edward?” Chiese appena furono vicini.

“E' così infatti. Ieri ho ricordato ogni cosa...” Ma non c'era alcun trionfo nella sua voce.

“Ma è una notizia grandiosa! Perché lo dici a quel modo...” S'interruppe da sola all'improvviso, osservando meglio quello sguardo cupo e pensieroso: era evidente che doveva esserci sotto qualcosa di tremendo.

“Ciò che devo dirti non ti piacerà... non so nemmeno da dove cominciare.” Nel parlare aveva stretto a pugno la mano sinistra e ne era uscita fuori qualche goccia di sangue.

Lei la tirò bruscamente a se osservando il piccolo taglio. “Cosa hai fatto?” Chiese con un fil di voce.

“E' solo un graffio... non è quello che fa male.”

“Non girarci attorno, posso sopportare la verità.” Lo sguardo di lei si fece determinato.

“Sediamoci là” Propose indicando un albero riverso accanto a loro. “E' giusto che tu sappia tutto. Te lo devo in nome di ciò che provo per te. Ma quando avrò finito di parlare, probabilmente comincerai a odiarmi...e sarà un tuo diritto.” Ciò che doveva confessare era una vera tortura, probabilmente si sarebbe sentito meglio se invece dei ricordi gli fosse venuta la peste.

'Cosa può essersi di così terribile?' Si domandò mentre aspettava in silenzio.

“Il mio vero nome è Edward Woodstone. Sono l'unico figlio di Lord Ulrick. Sai di chi sto parlando?”

'Negromanti...' “Si” La sua risposta asettica fu accompagnata da un leggero cenno positivo del capo.

“E' da qualche tempo che la Gilda tiene sotto osservazione tuo padre ed alcuni nobili. Sono in combutta per destituire il Re. Lord Risenhall è la mente, Ser Kenin e lady Vanderfields i suoi occhi e le sue orecchie...”

“...e il mio patrigno sarà la sua mano?! E' quello che stai insinuando?!” Sapeva che la sua era un'accusa pesante, eppure aveva la sua logica. Tutti i mesi quell'uomo aveva accesso alle stanze del Re e se c'era qualcuno che poteva operare senza destare sospetti quello era proprio lui.

“Cosa sai della questione con Siaharas?” Domandò il ragazzo.

“Non molto. C'è tensione ai confini, continue incursioni e saccheggi da parte di truppe sparse. Tutte le volte pare che devastino un villaggio e poi spariscano come se nulla fosse accaduto.”

“Si chiama guerriglia. La coppia reale non può permettersi di aprire il conflitto in modo diretto. Quindi provocano continuamente il nostro Re, nella speranza che saranno i nostri eserciti a marciare per primi sul loro territorio.”

“Perchè?”

“In questo modo, gli stati del Sud sarebbero autorizzati a correre in loro difesa.”

“Non crederanno davvero che in tal caso, il popolo del Nord se ne starà con le mani in mano?! E' un odio antico e risaputo...” In quei pochi secondi anche Kyrase comprese tutto.

“Hai idea di quante vite sarebbero spazzate via in pochi mesi? E' per questo che la nostra Gilda ha deciso di intervenire. La pace è il bene più prezioso.”

“Non capisco, come ha fatto Theodore a farsi coinvolgere in tutto questo?” Per quanto avesse le sue idee non era mai stato un uomo tanto malvagio. Magari un po' approfittatore, ma da qui a tradire il proprio Re ne passava.

“Quella serpe di Risenhall è un ottimo oratore, inoltre è davvero convinto di essere dalla parte della ragione. Ha poi ottenuto la fiducia del tuo patrigno, facendo leva sulla sua avidità: gli ha offerto non solo denaro ma anche un titolo nobiliare e diversi possedimenti. Così quell'uomo adesso crede che il suo gesto, oltre ad arricchire le casse del futuro Reggente, garantirà benessere duraturo alla vostra famiglia.”

“Mia madre lo sa?” Domandò lei.

“Quella povera donna non sospetta nulla...” La tranquillizzò. Raccontò poi i dettagli del piano architettato dai nobili, scoperti grazie al potere di Meyar.

“...E se vi foste sbagliati?” Una parte di lei ancora non voleva credere a quello che le aveva appena ascoltato.

A quella domanda Edward abbassò lo sguardo. “Theodore Norathus ha fatto la sua scelta lo stesso giorno in cui noi abbiamo scoperto i nostri sentimenti. Mi dispiace.”

“Hai detto che avrei potuto odiarti... perché?” Immaginava quale sarebbe stata la risposta, tuttavia aveva bisogno di sentirlo dire da lui.

“Io sono qua per fermarlo. La mia perdita di memoria era causata da un incantesimo. E' stata un'idea di mio padre. Se avessi soltanto fatto finta, avreste potuto smascherarmi in qualsiasi momento. Ora invece tutti voi avete piena fiducia in me.” Non nascose la tristezza e l'amarezza che provava in quell'ammissione. Odiava la menzogna.

“Ma non era più semplice un attentato sulla strada anziché tutto questo?! Come hai potuto vivere sotto lo stesso tetto dell'uomo che adesso devi uccidere? Non siete meno infidi di quei nobili.” Si sentiva tradita e furiosa, eppure quel ragazzo le aveva appena confessato tutto di sua volontà.

Questa volta, lui ricacciò dentro le lacrime con un incantesimo. Edward il negromante sapeva bene come nascondere le proprie emozioni. La parte di se che invece era stata Alster voleva soltanto gridare, morire o fuggire lontano.

“E' quello che avrei detto anch'io.” Continuò con tono freddo. “Ma in quel momento il cerchio non era ancora chiuso. Tuo padr... Patrigno, poteva ancora dare risposta negativa alla richiesta dei cospiratori. Inoltre un attentato li avrebbe portati a scegliere qualche altro piano, magari più difficile da scoprire.”

“Quello che dici ha senso: ed io adesso dovrei odiarti, dovrei chiamare le guardie, dovrei... Che la Madre mi assista! La vita del Re è più importante di quella di un mercante traditore...” Gli occhi di Kyrase invece non si sforzarono di trattenere le lacrime, scendevano lentamente sulle sue guance, eppure rimaneva composta.

 

“Non ho scelto io questa vita...” Disse piano lui. “Devo completare quest'incarico 'per un bene superiore', come direbbero i più anziani tra noi. Ma non tornerò alla Gilda. Non dopo che ho conosciuto una vita normale.” 'Non dopo che ho conosciuto te...' In quel momento sentiva il vuoto dentro di se.

“Non voglio lasciarti.” Decise infine lei.

“Ma non è giusto! Non posso chiederti di essere complice di questo delitto. Quell'uomo è stato un padre per te!”

“Un padre che vuole rovinarmi la vita con un lurido matrimonio di interesse. Un padre capace di uccidere il proprio stesso Re! Non lo voglio un uomo del genere come padre, non più.”

“Cosa dirai a tua madre, allora?”

“Si consolerà con la sua fede” Rispose ricacciando indietro le lacrime.

“Ti rendi conto che quando tutto sarà finito, non potrai più... mai più tornare a casa. Non rivedrai più nessuno delle persone che ti sono care.”

“Ne sono consapevole.” Come era cosciente del fatto che non avrebbe mai trovato nessun altro capace di amarla con altrettanta sincerità. 'Non posso odiarlo...' “Chiedo solo una cosa in cambio.”

“Ti darò tutto ciò di cui sarò capace. Te lo prometto.”

“Voglio sapere se il tuo 'nobile padre' ha pensato ad un modo di punire anche Lord Risenhall e i suoi amichetti... O dovrà provvedere al più presto!”

“Lui personalmente e la nostra maga più potente si occuperanno di loro appena...” Fece una pausa deglutendo la sua stessa saliva, non riusciva a pronunciare quelle parole in sua presenza.

“...Appena avrai portato a termine il tuo compito.” Concluse seccamente lei.

 



Epilogo

 

Entro la mezzanotte del giorno successivo, i piani che minavano alla salute del Re furono sventati. Edward scelse di colpire il proprio bersaglio durante il sonno, fermò il suo cuore con un incantesimo e per tutti sembrò una semplice fatalità. Non poteva rivelare alla famiglia Norathu la verità sul proprio nome, ma disse di appartenere ad una nobile famiglia d'oltreoceano e nonostante le perplessità iniziali, lady Eleonor consentì alla propria figlia di partire assieme a lui.

Di tutti i cospiratori era rimasta in vita soltanto Lady Vanderfields, che tuttavia perse completamente il lume della ragione nel corso dell'anno successivo.


 

“Tutto quel che volevo da ragazzo era leggere e suonare...”Confessò Edward a Kyra, mentre si accomodavano nella cabina della nave su cui si erano appena imbarcati. 'Ora dovrò comunque usare la magia per proteggerci...' Avevano preso accordi con alcuni contrabbandieri per un passaggio verso il continente occidentale. Il piano era semplice: là avrebbero cambiato nome e cominciato una nuova vita.

Quando furono lontani dalla costa, si affacciarono al ponte. Lei tagliò via la propria treccia di capelli e la gettò in mare, la sua chioma fu presto raggiunta dalla Spina di Woodstone che scomparse in un bagliore di luce appena sfiorò la superficie dell'acqua.

In quello stesso momento, in alto nel cielo su due ali d'argento si librava un giovane drago che volse lentamente il proprio sguardo in direzione della nave.

 

 

***


 

Diversi giorni dopo Lord Ulrick non riusciva a darsi pace. Seduto a un tavolo della sala principale, osservava la piccola lama incantata piantata nel legno, con la sensazione che la propria sedia fosse disseminata da infiniti chiodi. Tutto ciò che temeva si era realizzato: Edward non era tagliato per fare il mago, figuriamoci il negromante. Ma il suo orgoglio era stato cieco e sordo a quella verità. Lo aveva addestrato per anni, sperando di avergli fatto capire l'importanza della loro missione, ma nonostante i mille tentativi per fare di lui la futura guida della Gilda, li aveva lasciati dopo aver completato con successo la prima missione.

In una mano stringeva il foglio che sanciva la sua condanna a morte per abbandono ed alto tradimento. Fu una decisione sofferta, ma votata dal Consiglio all'unanimità. A lui fu risparmiato di presenziare per quell'occasione: tutti sapevano bene che avrebbe votato seguendo La Regola, ma nessuno se la sentì di dover chieder quel sacrificio al proprio signore.

Nel momento in cui appose la firma su quell'atto, una sottile lacrima uscì lentamente dal suo occhio. Aveva garantito la pace di un intero continente ed aveva fallito come padre.

'Adesso dovrai lottare e fuggire per difendere la tua vita ed il tuo amore...'


 



 

Pensieri a mezz'aria...

Ed eccoci finalmente all'ultimo capitolo di questa breve long.
Alla fine, per tutta una serie di motivi, non sono riuscita a correggerla come avrei voluto
ma come già detto, non posso che fare appello al vostro buon cuore.
Mi fa un po' strano ripensare al periodo in cui l'avevo scritta per la prima volta.
Ricordo bene che avevo messo la dedica ai miei 2 bimbi, che come sempre
avevano fatto (e tutt'ora fanno) di tutto per impedirmi di scrivere al meglio... ;) LOL
Che ci posso fà? Inutile dire che al loro bellissimo sorriso perdono tutto XD

Ma torniamo alla storia.
Il finale aperto l'ho lasciato di proposito, perché un giorno mi piacerebbe
tornare a scrivere qualcosa su quei personaggi e il loro mondo.
Purtroppo non ho date certe, perchè al momento sto cercando di portare avanti
un'altra long... -_-

Per adesso vi ringrazio davvero tantissimo per essere arrivati fino alla fine.
Salutoni.
Lara.
A presto :D
  
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