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Autore: Keep_Running    31/05/2015    5 recensioni
Cosa può fare una ragazza senza ambizioni né amici per sfogarsi?
Trovarsi un hobby, magari, anche entrare nella squadra di ping-pong della scuola sarebbe andato bene.
Ma Nancy non era come era come tutti gli adolescenti, e aveva scelto una strada ben più particolare: la chiesa.
E cosa ci potrebbe fare una non credente in chiesa?
Tutto quello che i non credenti fanno in un luogo sacro, chiaramente: essere fregati dal fato.
Anche se il zampino di Luke Hemmings c'entrava molto di più di quel dannato fato.
Dal testo:
“Sì ecco, vorrei confessarmi”, spiegò Nancy, perché proprio non sapeva cosa fare.
L’ombra di fronte a lei sospirò.
Aveva sbagliato qualcosa? Si stava comportando scorrettamente? Puzzava?
“Posso parlare o…”, chiese ulteriori spiegazioni.
“Fai fai”
E quella non era la voce del vecchio decrepito a cui era abituata.
Cosa stava succedendo alla Chiesa moderna? Sarebbe andata a messa solo per sentire quella voce così bassa e roca.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hallelujah
 
 

No one wants you when you have no heart and
I’m sitting pretty in my brand new scars and
You’ll never know if you don’t ever try again
So let’s try
Let’s try
Let’s try

- Hallelujah: Panic! At The Disco

 
 
 

Sarà stata la poca luce presente all’interno dell’edificio, che rendevano il paesaggio ancora più spettrale.
Sarà stato il silenzio inattaccabile, che appena starnutivi tutti ti guardavano male – a quante vecchiette aveva dovuto chiedere scusa?
Saranno stati i canti accompagnati dall’organo, strumento noto per la depressione che portava con sé, o più probabilmente per il forte odore di incenso che cavolo, ogni volta le faceva venire voglia di vomitare.
Per non parlare poi del signore sanguinante appeso ad una cazzo di croce: solo a lei faceva senso guardarlo?
Fatto stava che Nancy odiava andare in chiesa. Non per niente una volta finiti quegli estenuanti anni di catechismo non aveva più messo piede in una chiesa, se non per matrimoni o funerali.
E non le erano mancate né le tenebre, né il silenzio, né i cori e neanche l’incenso.
Figuriamoci Gesù, che continuava a fissarla con quell’espressione da ‘se sono qui è tutta colpa tua’.
E come faceva a dirgli che ‘amico, sono passati più di duemila anni, puoi anche togliere il broncio’.
Sì beh, ecco, Nancy non era esattamente quella che nel parlato corrente si potesse definire una credente credente.
Era più una giovane ragazza che non voleva provocare la morte di sua nonna dicendole di avere delle propensioni serie di profondo ateismo.
Già si immaginava gli annunci sul giornale: ‘La ragazza confessa: “Passo al team-Satana”, la famiglia ne rimane sconvolta’.
E poi chi ci stava a spiegare alla famiglia che non bisognava chiamare nessun esorcista?
Meglio fare finta di niente.
Inoltre, già il fatto che avesse avuto il coraggio di entrare in chiesa, era già un passo avanti – aveva persino fatto il segno della croce all’ingresso!
C’era qualcosa, in effetti, ad averla spinta a compiere tale gesto, che per la sé stessa del mese prima sarebbe stato inimmaginabile.
Cosa l’aveva convinta a chiedere aiuto proprio lì?
Forse il fatto di non avere amici.
O forse la nuova canzone dei Panic! At the Disco – gli acuti di Brandon Urie potevano far convertire anche Darth Vader.
E più fissava il ragazzo più amato del mondo, più si pentiva di essere entrata in chiesa.
Ma non se ne andò. Confessarsi sarebbe comunque potuto risultare utile, no? A parte gli Ave Maria da recitare, forse, il nuovo parroco le avrebbe dato qualche consiglio decente – in paese si diceva fosse molto comprensivo ed innovativo.
Quando però vide una ragazza uscire dalla scatola per le confessioni – com’è che si chiamava? Era quello il presbiterio? O era l’altare? – si sentì un po’ in colpa. Non era una ragazza qualunque: era la figlia del nuovo parroco, una certa Mandy, e sembrava piuttosto emozionata.
Aveva gli occhi lucidi, un sorrisone sulle labbra e un’espressione estasiata.
E wow, era davvero quello l’effetto che faceva una confessione?
‘Allora Gesù fa davvero miracoli’, ridacchiò.
Mandy non sembrò neanche notarla, ed uscì dalla chiesa senza degnarla di uno sguardo. Si erano parlate, una volta, poi Mandy ha conosciuto persone più interessanti di lei – tipo il resto della scuola.
Da allora non la salutava neanche, ma a Nancy non fregava più di tanto.
Così seguì il percorso inverso appena compiuto dalla ragazza, arrivando davanti a… sì beh, quel posto in cui ci si confessa.
Prese un piccolo respiro, ed entrò.
Era ancora più buio rispetto al resto della struttura (doveva sospettarlo, in effetti), e della sagoma del presunto prete, riusciva a distinguerne solo l’ombra.
Con il cuore un po’ pesante, chiuse la tendina al suo fianco; il buio si amplificò ulteriormente.
Poi si concentrò sull’uomo.
Per un attimo pensò che avesse davvero una pettinatura improbabile – un prete con la cresta, possibile? – poi pensò a Papa Francesco e a tutte le rivoluzioni del XXI secolo e allora sì, un prete con la cresta poteva pure esistere.
Così si schiarì la voce.
Poi capì di non avere la più pallida idea di come muoversi.
Andò sul classico: “Buongiorno”, disse.
Poi si ricordò che erano le 18.00 e si schiaffeggiò la fronte – ottimo inizio.
L’uomo davanti a lei – uomo? Da quello che riusciva a scorgere poteva essere anche uno scolapasta – fece un verso non ben identificato con la bocca.
Poi si espresse meglio e “Mh”, disse.
‘Almeno non mi ha cacciata’, sorrise la ragazza. E che si accontentasse di poco era un dato di fatto.
In realtà temeva che i preti fossero in grado di riconoscere un non-credente semplicemente dalla sua presenza. Fortunatamente, non sembrava avere queste capacità.
“Sì ecco, vorrei confessarmi”, spiegò, perché proprio non sapeva cosa fare.
L’ombra di fronte a lei sospirò, e davvero, avrebbe pagato oro per vedere la sua espressione.
Aveva sbagliato qualcosa? Si stava comportando scorrettamente? Puzzava?
La ragazza non ne aveva idea.
E allora ‘perché cavolo i cristiani non si guardano in faccia quando parlano’.
“Posso parlare o…”, chiese ulteriori spiegazioni.
Poteva utilizzare l’assenza di vista a suo favore, in effetti: si sarebbe potuta sputtanare in tutti i modi possibili senza essere riconosciuta in futuro.
Tanto i preti dovevano stare zitti. Se no finivano all’inferno o roba simile, giusto?
“Fai fai”
E quella non era la voce di un vecchio decrepito.
Cosa stava succedendo alla Chiesa moderna? Sarebbe andata a messa solo per sentire quella voce così bassa e roca.
E no cazzo Nancy, non puoi pensare una cosa del genere di un prete.
“Ehm…” prese tempo. ‘Cos’è che dovevo dire?’ “Da dove comincio?”
“Dall’inizio, figliola”
‘Non ha detto sul serio figliola…’
“Mmh”, la loro conversazione si fondava principalmente su versi “Ok, padre”
Stava seguendo il suo gioco, andava bene chiamarlo padre, vero?
O il termine figliola era solo una forma d’affetto e in realtà era tipo suo zio o qualcosa del genere?
‘Dio, questa è la prima e ultima volta che ti cerco. Sappilo’
“E muoviti”, disse brusco.
E allora cominciarono i primi dubbi: ‘Ma che razza di prete è’, pensò.
Avevano l’eternità loro, no?
“E ma rilassati”, sbuffò. Poi tornò seria “Ecco, mi chiamo Nancy e ho diciotto anni”
“Ciao Nancy”
‘Questo mi sta prendendo per il culo’, pensò.
“Sì, ciao – sussurrò a sé stessa – Ho alcuni problemi di cui vorrei parlarle, sa no, per avere dei consigli”, alzò leggermente la voce.
E il padre, allora, rise.
Se la voce non era da vecchio, la risata era persino meno credibile.
Ma era troppo occupata a prendersela per quelle palesi prese in giro, che per farsi qualche domanda.
La situazione stava degenerando.
“Tu dici i tuoi peccati e io ti perdono, finisce qui. Non sono mica uno psicologo scolastico, io
‘Oh certo, tu sacrifichi agnelli, bevi vino spacciandolo per sangue e mangi pane preparato da vecchiette, logico’
E allora che fregatura.
“Senta, prete”, cominciò, quella volta più intraprendente. Era entrata in chiesa e pretendeva dei consigli decenti “Sono una ragazzetta del cavolo che vuole chiacchierare, quindi adesso lei mi ascolta e mi risponde pure, chiaro?”
Si spaventò persino lei dal tono che usò.
Sembrava minacciosa, con un pizzico di acidità e pure un’ombra di rabbia repressa.
Forse Satana aveva davvero rubato la sua anima.
“Ok Nancy, vai”, e ridacchiò di nuovo.
‘Brutto prete di merd…’ “Vado”
Si schiarì a voce di nuovo, tanto per darsi il tono aristocratico che aveva rovinato all’inizio della conversazione con tutti quei strani versi.
E allora parlò: “Sa come sono i giovani d’oggi, no?”
“Se vuoi darla al tuo ragazzo, dagliela e basta. Non finirai all’inferno, tranquilla”
‘Ma che cazz…’
“NO”, si difese subito. Portò persino le braccia in avanti con un gesto talmente teatrale che ringraziò ancora una volta la parete di legno che li divideva.
“Non è quello”, riprese “Solo che io non li capisco proprio e avevo bisogno di conforto”, cercò di spiegarsi al meglio.
Ma il suo meglio era davvero schifo.
Sarebbe stata una lunga chiacchierata.
“Io no capire te”
‘Uomo di chiesa del cavolo. Vuoi che parli con la lingua del Nuovo Testamento?’
“Le spiego”, non perse la pazienza. “Prima avevo un’amica, si chiamava Lola. Poi d’un tratto ha smesso di salutarmi per qualche mistica ragione e andare in giro per i corridoi da sola mi fa sentire vulnerabile. È arrabbiata con me e non so cosa fare. Possibile che se la sia presa per la mia apatia inarrestabile?”, si spiegò.
Il prete, inizialmente, non rispose.
E quel silenzio persistette per due minuti buoni.
‘ Che abbia avuto un’apparizione divina?’
“Lola hai detto?”, lo sentì deglutire rumorosamente. Non si sarebbe sorpresa se avesse saputo che lui conoscesse perfettamente Lola. Insomma, era un paesino piccolo quello, tutti conoscevano tutti.
E il nome Lola non era per niente comune, di fatto c’era solo la sua amica.
“Già, Lola”, e al sol pronunciare il suo nome, un senso d’inquietudine si impossessava del suo corpo.
Perché le faceva quell’effetto?
Perché doveva sentirsi in colpa nonostante lei non avesse fatto proprio niente?
Anche se, forse, era proprio quello il problema: non aver fatto niente.
Che l’apatia le stesse portando via le gioie della vita?
“Lola quella con i capelli rossi?”
‘Lola quella con i capelli rossi tinti
“Sì, Lola con i capelli rossi”
E a che gioco stavano giocando? Nancy non ne aveva idea, e sospettava che anche il parroco lo pensasse.
“Quindi…” si sentì in dovere di continuare. O più che altro, ne sentì il bisogno “Le spiego un po’ cos’è successo”, sfregò le mani fra di loro, non vedendo l’ora di raccontare un po’ di gossip.
Non era esattamente amante di quella che per alcuni era a tutti gli effetti una filosofia di vita, ma non avendo una vita sociale particolarmente attiva, la divertiva parlare di quelle cose ogni tanto.
E poi, voleva provare la magica ebrezza di sparlare con un prete.
“Vai!”, le disse. Aveva un entusiasmo tale da superare persino quello della ragazza. Magari anche lui, povero uomo di Chiesa lontano da tutti i magazine di gossip, era voglioso di praticare quell’ arte. O magari la vita in quella cupa e fredda struttura era talmente noiosa da rendere ogni avvenimento all’esterno un affare di Stato.
Sarebbe stato divertente, Nancy lo sapeva.
“In pratica Lola era la mia unica amica”
“Sfigata”
‘Un prete mi ha appena dato della sfigata’
“Sì, sfigata – sospirò, vagamente divertita – Ecco, non che mi stesse particolarmente simpatica. Ma data la mia poca abilità nel fare amicizia, avere una persona con cui chiacchierare per evitare di fare altre amicizie è piuttosto comodo”
Sentì l’uomo dietro la parete in legno fare un verso di disapprovazione, come a denigrare quella sua scelta.
Ma poco le importava di quello che poteva pensare: per quanto potesse sembrare strano, lei stava bene così com’era. Non sentiva il bisogno di avere un amico da cui scappare dopo una pesante litigata coi genitori, non sentiva il bisogno di correre a casa della sua amica con un gelato e un dvd di Titanic dopo la rottura col ragazzo di lei, e tantomeno sentiva il bisogno di ubriacarsi il sabato sera tanto per il gusto di lasciarsi andare.
Perciò sì, stava bene comunque.
Al diavolo il prete con la febbre da ‘vivete finchè siete giovani’! – aveva forse appena bestemmiato?
“E sentiamo, cosa è successa, oh ragazza cupa?”
Nancy decise di ignorare il nomignolo appena affibbiatole – non aveva tempo di inimicarsi persino il nuovo parroco.
“Ecco, Lola è… diciamo uscita con un certo Michael Clifford”
Cercò di spiegarsi, senza sembrare troppo rude perché discorsi del genere con un uomo del genere non ne avrebbe proprio dovuti fare.
“Hanno fatto sesso. Puoi dirlo, non è una parolaccia”, la prese in giro di nuovo. E Nancy cominciava a stufarsi di tutte quelle brutte parole, ma ormai aveva cominciato quindi perché non continuare.  
“Ok, hanno fatto sesso – sbuffò – e lui il giorno dopo non l’ha calcolata. E qui già stava il dramma”, spiegò, ormai senza nessun freno inibitorio.
“Tipico di Clifford”, ridacchiò lui.
“Già, ma sa come fanno le ragazze. Tutte credono di essere speciali a modo loro e di avere le carte in regola per conquistare il cattivo ragazzo
“Clifford cattivo ragazzo?”, quella volta la risata fu più sincera e più grassa.
Ma poi, come faceva a conoscere Clifford?
“Clifford è un orsacchiotto colorato – lo prese in giro, con benevolenza – Certo, si passa una ragazza al giorno, ma proprio cattivo ragazzo… non dirglielo che poi si monta la testa”
Quella volta anche Nancy ridacchiò, lasciando da parte tutta la sua razionalità – l’avrebbe sicuramente portata a fargli qualche domanda. Ed era meglio così, perché l’atmosfera creatasi era troppo piacevole per dare spazio alla domande logiche, per quanto spontanee e ovvie.
“In effetti quando si mette a ballare in mezzo al corridoio perde gran parte del suo fascino da ragazzo misterioso – commentò – ma la sua reputazione lo precede, purtroppo”
Sentì l’uomo dall’altra parte poggiarsi alla parete di legno. Dai buchi che caratterizzavano la lastra legnosa, spuntarono alcuni ciuffi biondi.
Ma proprio biondi.
Non se l’aspettava affatto biondo – che poi, i preti non dovevano mica aveva il taglio a scodella con il centro pelato?
Non se ne intendeva molto, lo ammetteva senza vergogna ormai.
Fatto stava che sembravano proprio dei bei capelli, e la voglia di toccarli era davvero tanta.
Ma non pensò fosse esattamente appropriato, quindi allontanò i suoi desideri.
“Oh sì, triste storia. Ma a lui non gliene frega niente. Lo ammiro davvero tanto per questo”
E Nancy pensò che, se lo conoscesse anche lei, lo ammirerebbe pure lei per quello.
In una generazione che aveva fatto dell’omologazione la sua prerogativa d’onore, un Michael Clifford era davvero un colpo all’occhio – in senso positivo, per lei.
“Uno dei pochi a farlo, allora. Lola lo odia proprio, ma non ci penserebbe due volte a tornare con lui”
“ Davvero?”, povero innocente maschio. Non aveva capito niente del mondo delle femmine.
“Certo! – esclamò ovvia – Insomma, è figo. Basta quello ormai per far scattare la scintilla”
“E non lo odia per averla usata?”, dal suo tono Nancy riuscì a percepire la sua confusione.
Era legittimo, in effetti: cosa dovrebbe spingere una ragazza da tornare con una persona che l’ha letteralmente umiliata?
“Può parlare quanto vuole e fingersi la femminista che vorrebbe essere, ma non potrebbe mai rifiutare Clifford. E non ha sentito ancora niente!”
Parlare con quello strano parroco era più divertente di quanto avrebbe mai immaginato. E non vedeva l’ora di raccontargli tutta la storia.
“Allora va avanti! Che aspetti?”, Nancy ridacchiò, ma non commentò.
“Dato che non la finiva di lamentarsi per questa storia di Michael, ho deciso di fare quello che tutte le buone amiche farebbero, ovvero…”
“Hai parlato con Michael?”, quasi urlò. Per un attimo la ragazza temette l’intrusione di qualche vecchietta adirata, ma fortunatamente ciò non capitò.
“Assolutamente no! Sono talmente anonima che non mi vedrebbe neanche – ridacchiò amaramente, anche se effettivamente trovava la cosa abbastanza divertente – Le ho presentato una persona”
“Qualcuno che ti vede?”
“Già – sorrise – qualcuno abbastanza di buon cuore da riuscire a vedermi”
“Ehi, era forse un insulto velato a Clifford?”, chiese sospettoso.
“Assolutamente. Comunque, questa persona è Calum Hood, fa il mio corso di biologia. Sa, il suo vecchio compagno di esperimenti si è trasferito la settimana scorsa”
“Ashton Irwin?”
“Sì, proprio l…” poi Nancy ci pensò un attimo. E sì, era già passata oltre tutte quelle cose su Clifford e la sua buon’anima, ma non poteva ignorare anche quello.
Cosa nascondeva quell’uomo?
Non fermò le sue domande, quella volta.
“Come fa a conoscerlo?”
“La Signora Hood è molto legata alla religione, gli Irwin pure. Io so tutto”, e sembrò quasi vantarsene, da come esponeva la sua tesi con fierezza.
Però, ci si doveva divertire parecchio a fare i preti.
“Wow – disse, ma non ne era affatto convinta. Certo che però di indagare ulteriormente non ne aveva proprio voglia – Comunque, questo Hood si è trovato improvvisamente a dover fare una stupida ricerca con me e boom, idea geniale: far conoscere quella dolce persona che è Cal ad una mangia-uomini come Lola”
“Oh certo, geniale”
“Non mi prenda in giro. Ho delle conoscenze”
“Vuoi competere? Io dalla mia parte ho Gesù. Non hai speranze”
E allora la ragazza rise di gusto, perché sì, il barbone vicino a casa sua non poteva compere con Gesù.
“Touchè – disse allora – Però è stata davvero un’idea geniale. Insomma, si sono messi insieme”
“Ah, stolta ragazza! – esclamò, sbattendo la mano sul legno talmente forte da far spaventare leggermente Nancy – Grande errore!”
Nancy corrugò la fronte, confusa: nella sua testa quella era stata davvero una mossa da maestri.
Perché non ne faceva una giusta?
“E perché, scusi?”, chiese allora.
“Fatti una semplice domanda: quanto sono durati?”
‘Uh, ti ha steso Nancy’
“Una… una settimana”, disse, quasi in un sussurro, digrignando i denti.
‘Maledizione’
“Come? Non ho sentito bene”
‘Lo fa apposta il bastardo’
“Una settimana!”, esclamò allora, ottenendo l’ennesima risata dell’uomo.
Gliel’aveva data vinta, non riusciva a crederci.
Lei non la dava vinta a nessuno.
“Ma è stata tutta colpa di Clifford”, disse subito dopo, cercando di riprendere la strada della ragione.
“E che c’entra adesso Clifford?”
La ragazza sorrise, convinta di avere la vittoria in tasca.
Vittoria di cosa, poi? Doveva essere una confessione quella. Eppure sembrava più una chiacchierata col compagno di banco di matematica.
“E’ tornato da Lola, e Calum ha visto tutto. Ci è rimasto proprio di merda”
Nancy si accorse troppo tardi di aver detto una quasi-parolaccia davanti ad un prete.
Tuttavia lui non sembrò neanche notarlo, e “Mai pensato che sia stata lei a provarci con lui di nuovo?”
“No – disse sicura – lo saprei”
E no, non l’avrebbe di sicuro saputo, ma il prete non poteva esserne al corrente.
Mentire persino ad una confessione non era esattamente da brave persone, ma ormai era una questione d’orgoglio per Nancy.
“E invece è proprio così”
“Come fa a saperlo?”, lo sfidò.
“E’ possibile che mia figlia sia al corrente di certe cose e che mi abbia informato, ecco”, ma il suo tono non era per niente sicuro.
Nancy, d’altro canto, era troppo impegnata ad odiarsi: perché non era possibile che persino un prete ne sapesse più di lei persino in quegli argomenti.
“Ma andiamo! Che razza di famiglia cristiana siete se sparlate alle spalle dei vostri fedeli!”, s’infervorò.
“Ehi, vacci piano! – si difese – Calum Hood non è credente. È un caro ragazzo, peccato finirà all’inferno. Inoltre, solo Dio può giudicarmi!”
“Disse la ragazza cessa ai compagni di classe che si ostinavano a prenderla in giro per i suoi brufoli. Sì, sappiamo tutti come va’ la storia. Comunque, è colpa di Clifford lo stesso”
“E perché, sentiamo”
“Perché poi ha baciato Sue!”, disse con ovvietà.
“E adesso chi è questa Sue?!”, sospirò.
“Che ne so io – alzò le mani in segno di difesa, anche se lui non poteva effettivamente vederla – Una tizia. Così hanno litigato di nuovo”
“Ma non starai mica parlando di Kelly?”, chiese allora.
La ragazza ci pensò un attimo, ma sul serio, era convinta che quella biondina di cui aveva vagamente sentito parlare si chiamasse Sue.
“Bassina, minuta, caschetto biondo platino più finto dei miei sorrisi nelle foto di gruppo?”
“Sì. Allora si chiama Kelly. Da dove ti sei tirata fuori questa Sue?”
“Senta, ho un problema con i nomi – spiegò con calma: ormai c’era abituata, quell’handicap le aveva creato tanti problemi nel corso della sua vita – Sarò stata influenzata da Glee. Mia sorellina mi costringe a guardarlo”
“Oh sì, la cara e vecchia scusa della sorellina”
“Non è una scusa!”
Certo, e io guardo Spongebob perché piace a mio nipote. Ma sai una cosa? Lui odia Spongebob”
‘Ma qual è esattamente il punto di tutto ciò?’, la ragazza era sempre più confusa.
Si era quasi dimenticata il vero motivo per cui era entrata in chiesa.
“Ok, le piace Spongebob. Anche se Tom & Jerry è ben più superiore”, rispose.
“Non scherziamo, ragazza”, la riprese lui. A quel punto staccò pure la testa dalla parete, e lei non potette più ammirare i meravigliosi capelli biondi del suo confessore.
Peccato, avrebbe voluto toccarli sul serio.
“Ma c’è una cosa che non ho capito – riprese, quella volta più curioso – Che c’entra tutta questa storia con te?”
La ragazza esitò per un momento: davvero, non l’aveva capito mica tanto nemmeno lei.
Sarebbe stato difficile spiegarlo.
“Che ne so io – decise di essere sincera – Lola mi ha dato la colpa dicendo che se era rimasta sola era perché io sono troppo noiosa e tutti scappano da me”, spiegò.
“Sul serio? – il prete ne aveva capito meno di lei – dai, non sei particolarmente noiosa”
“Wow, detto da lei è un onore”
“Stai forse dubitando della mia parola?”
“Potrei mai?”
L’uomo scioccò la lingua sul palato, come a dire che no, non se l’era bevuta affatto e il suo sarcasmo era più palese del sole a mezzogiorno.
“Ma sei venuta qui per questo?”, chiese allora.
“Beh, sì”.
Solo con le parole di lui capì quanto era stata effettivamente stupida. Come le era saltato in mente di andare da un prete a spettegolare come vecchie comari?
Era proprio idiota.
“Non potevi parlarne con, che so, un tizio qualunque a scuola?”
La stava facendo sentire più deficiente di quanto già facesse la sua coscienza.
“Non mi piace parlare con i miei coetanei”, spiegò allora.
“Ma che razza di adolescente sei?”, quasi urlò.
“Sono vecchia dentro padre, ma non è questo il punto”
Glielo dicevano tutti, e non avevano torto: lei voleva solo stare seduta sulla sua sedia a dondolo per il resto della sua vita ammirando le praterie.
Certo che è questo il punto!”
Il prete era di una determinazione davvero travolgente.
“Perché dovrebbe essere quest…”
“Perché sei la persone più triste di tutti i tempi”, le spiegò. E ‘oh, grazie’ “Sei giovane, esci e divertiti”
“Ma non ne ho voglia, capisce?”
“No, non capisco”
‘Stupido vecchio’
Questo è il problema. L’apatia. Insomma, manca un mese e mi dovrò iscrivere all’università. Ma non so che cavolo fare”
Forse era quello il motivo per cui era andata a confessarsi, pensò.
Il bisogno di confidarsi con qualcuno sulle sue vere paure.
“Uh, bel problema quello”
‘Eh, già’
Ne aveva sentiti tanti di professori arrabbiati con lei: non avere le idee chiare sul proprio futuro era motivo di innumerevoli umiliazioni pubbliche e insulti su facebook.
“Quella di matematica ha condiviso un link sulla mia bacheca facebook con le percentuali di disoccupati senza laurea nel mondo. Secondo le sue previsioni diventerò una contadina inesperta”, espresse i suoi pensieri a voce alta.
Tanto cosa aveva da perdere? Una dignità mai avuta?
“Chi hai di matematica?”, le chiese invece.
Come se sapere il suo nome avrebbe potuto cambiargli la vita.
“Si dice il peccato ma non il peccatore, padre”, non voleva dargliela vinta anche quella volta.
“Ma io volevo sapere solo il peccatore, uffa. Poi sono un prete, non puoi fare questi discorsi con me, andiamo”
Allora la ragazza rise e “Ho Pamela Jefferson”, rispose.
“Uh, a Jefferson. Che vecchia troia”
La salivazione di Nancy andò in tilt, tanto che cominciò a tossire come un’ossessa.
Cosa cavolo aveva appena detto il prete?!
Le cose non stavano andando affatto come immaginava.
Si preoccupò persino di darsi un pizzicotto sul braccio sinistro, tanto per assicurarsi che quello non fosse frutto della sua immaginazione.
E invece niente, era tutto spaventosamente vero.
Il che la fecce tossire ancora più forte.
“Ehi tutto bene lì dietro?”, le chiese.
‘Sei tu quello strano, mica io’
“Come fa a conoscere la Jefferson?”
Non esitò un attimo “Mia figlia”
Giusto.
“E non starla a sentire, quella. Solo perché ha imparato ad usare facebook per rimorchiare minorenni, non ha nessun diritto di condividere queste cavolate”
La faceva facile lui.
“Bloccala”, disse infatti. Il suo tono era tanto serio da farla quasi spaventare.
“Dovrei bloccare la mia professoressa di matematica? Non mi sembra un’ottima mossa”
“Io l’ho fatto. Ed era pure mia madre”
Cosa?
“Cosa?”
“Cosa?”
“Ha detto che ha bloccato la sua madre-professoressa di matematica su facebook”
Ma che razza di prete era? E a che cavolo di età si era diplomato?
Un prete ripetente, sarebbe stato bello averlo in classe.
“No, non l’ho mai detto”
‘Cosa sta succedendo’
“Comunque – lui cambiò argomento – Perché questa paura del futuro?”
La ragazza sospirò, riflettendoci un attimo.
Poi si stravaccò meglio sulla sedia di legno duro – non potevano comprare delle poltrone dell’ikea, se tanto amavano l’innovazione?
“Siamo adolescenti, dai. E io sono solo una normale adolescente annoiata dal mondo che adora lamentarsi. Se non ci possiamo lamentare adesso, quando ci lamenteremo? Io ho bisogno di lamentarmi delle ore di studio anche se alla fine non faccio niente, capisce?”, si sfogò.
L’uomo rise nuovamente, e “Tanto farai la contadina, giusto?”
“Giusto”
E sospirò.
Anche se stava sorridendo.
No, un attimo, perché sorrideva?
“Anche se forse…”, cominciò, ma non continuò.
“Forse…”, la spronò la figura dall’altra parte.
Non poteva vederlo, eppure riusciva a percepire il suo sorriso.
O se lo stava solo immaginando?
‘Dannato incenso’, pensò.
Forse, un desiderio ce l’ho. Ma è piuttosto irrealizzabile”
C’era una cosa, che non l’aveva mai abbandonata. E al diavolo le dicerie sulle amicizie infinite, sulla famiglia che rimane sempre al tuo fianco. L’unica grande costante nella vita di Nancy era stata  l’arte.
E sì, si divertiva a far fare a tutti i suoi personaggi dei fumetti tutto quello che lei non avrebbe mai potuto fare.
Perché non ne era capace.
Perché non era umanamente possibile.
Perché forse, non aveva abbastanza coraggio.
“E cosa?”
“Fumetti”, disse senza pensarci.
E quasi se ne pentì, perché quella cosa non l’aveva mica mai detta a nessuno.
Averlo confessato con una tale facilità la fece quasi spaventare.
Davvero bastava un tizio strano e lo spirito religioso per confessare la propria vita senza ripensamenti?
Solo allora capì come il Cristianesimo era riuscito a sopravvivere tutto quel tempo.
‘Però, gran bel lavoro Dio’
“Però, niente male”, si complimentò.
“Irrealizzabile, lo so”, Nancy ignorò la sua affermazione.
Perché poteva dire tutte le cose carine che voleva, ma sapeva perfettamente  cosa pensasse in realtà: cosa cavolo vuole fare questa?
“No”, le disse secco, sorprendendola “Pensi di essere l’unica? Pensi che se Stan Lee avesse dato ascolto alla sua professoressa di matematica adesso la Marvel esisterebbe?”
“Beh…”, cominciò, ma lui la interruppe.
“Anche io avevo un sogno irrealizzabile, come dici tu”, cominciò.
E allora per Nancy la conversazione si fece ancora più interessante.
Un prete che si confessa con lei? Son soddisfazioni.
“Volevo fare la rock-star”
‘Wow’, pensò. E sì, quello era un vero e proprio desiderio irrealizzabile.
Ammettiamolo: chi ci crederebbe mai?
Forse, era un sogno persino più utopico del suo.
E davvero non le andava di fare l’ipocrita, quindi non mentì.
“Ma lei è un prete, adesso”, disse con ovvietà.
L’uomo sospirò “Ma prima no. Prima non ero ancora niente, prima potevo dire tutte le cazzate che volevo, perché non potevano ancora essere smentite”
La ragazza lo ascoltava quasi rapita, da tutte quelle confessioni.
“Prima io ero una rock-star, e tu adesso sei una fumettista. Essere adolescenti è figo
Nancy pensò a tutti i suoi disegni, a tutte le sue storie, a tutte le sue frasi sconnesse scritte in ogni angolo dei suoi quaderni.
E capì.
‘Porca puttana, sono una fumettista’
“E lei cos’è adesso?”
“Solo uno stupido che non ha avuto le palle per provarci. Eppure, sarebbe bastato prendere la chitarra e uscire di casa. Sarebbe bastato provare, mi capisci Nancy?”
‘La capisco fin troppo bene, padre’
“Sì, la capisco”
Entrambi sospirarono, allo stesso momento.
La ragazza si sentiva meglio, sì.
Ma non aveva ancora raggiunto il suo obbiettivo: che cazzo avrebbe dovuto fare?
“Quindi…”
“Quindi Michael Clifford se la fa con tutte, Lola è una troia con la vocina da scoiattolo, la Jefferson dovrebbe limitarsi a scrivere sui tuoi compiti in classe e tu, Nancy, dovresti divertirti a non essere assolutamente niente”
Era sicuramente un bel discorso, ma lei non aveva bisogno di parole.
Non era mica credente, lei.
“Quindi di concreto…”, lasciò la frase in sospeso.
Aveva paura di risultare troppo invadente.
La figura rise ancora una volta, e “Dieci Ave Maria. E… esci dal confessionale, Nancy”
‘Mi sta cacciando dalla chiesa o cosa?’
Nancy lo fece, anche se non capiva. Inoltre, era quasi sicura che quel coso non si chiamasse confessionale.
Sapeva tanto da Grande Fratello e Gesù aveva più stile, lo sapeva.
Quando però sentì degli strani rumori provenire dall’interno, subito si girò.
La prima cosa che provò fu panico.
Poi incazzo puro, tanto che per poco non gli mollò un pungo.
Successivamente provò vergogna, vergogna pura.
Alla fine, rise.
Perché cazzo, un Luke Hemmings che si fingeva prete era la cosa più assurda che avesse mai visto.
Persino più di Luke Hemmings che le sorrideva smagliante, proprio come stava succedendo in quel momento.
Poi tornò il panico.
“Oh merda”, disse.
Certo, erano nella casa di Dio, ma non era proprio riuscita a trattenersi.
Così come non ce la fece Luke, tanto che le scoppiò a ridere in faccia. Per la millesima volta in quei venti minuti scarsi.
“Ciao Nancy”, la salutò.
E la ragazza odiò quel pezzo di legno che le aveva impedito la vista di cotanta bellezza per tutto quel tempo.
Perché sì, Luke Hemmings, popolare migliore amico del caro e vecchio Clifford, era davvero un figo.
Ma doveva stare incavolata con lui per… principio. Sì, per principio.
“Mi hai mentito!”, gli sussurrò minacciosa. Avrebbe tanto voluto urlare e fare una scenata di quelle wow – era la sua grande occasione – ma di essere odiata da tutti gli anziani del paese proprio non ne aveva voglia.
“Forza Nancy Smith, andiamo a fare i pigri insieme”, e si azzardò addirittura a circondarle le spalle con il suo enorme braccio.
Quanto era alto, dieci metri?
E perché tutta quella confidenza?
Come faceva poi a sapere il suo nome?
“Smettila di pensare così intensamente, mi metti paura”, e se la trascinò dietro, ancora con il suo sorriso beffardo e il braccio sulle sue spalle.
“Comunque fai davvero schifo a confessarti”, le sussurra avvicinandosi al suo orecchio.
E ‘brutto maledetto’, pensò.
“E tu fai schifo a confessare”, rispose.
Aveva capito tutto.
Aveva capito che Mandy non aveva gli occhi lucidi per la sua profonda fede, prima.
Ma non aveva più importanza.
Aveva capito che la professoressa Hemmings, bloccata su facebook dal suo stesso figlio, era una madre poco gratificata.
Ma non le interessava più di tanto.
Voleva solo non essere niente, per tutto il tempo che le rimaneva ancora.
“Ora muoviti, padre
“Solo se ti muovi anche tu, figliola
Sì, sembrava la trama di un porno.
 
 


All you sinners stand up, sing hallelujah
Show praise with your body stand up, sing hallelujah
If you can’t stop shakin, lean back, let it move right through ya
Say your prayers
Say your prayers
Say your prayers.



 
Angolo Autrice

Allora, questa è la mia prima one-shot e devo dire che è piuttosto divertente scriverle quindi penso mi cimenterò più spesso nella loro scrittura.
Ammetto che è un po' strana come trama, talvolta inverosimile e puramente demenziale, ma questo è l'effetto che mi fanno i Panic! At the Disco. Sì, tutta questa cosa mi è venuta in mente ascoltando la loro nuova canzone, quindi è tutta colpa loro.
Volevo scusarmi assolutamente con tutti i credenti che magari hanno potuto trovare la cosa offensiva. Quello non era assolutamente il mio obbiettivo e ho cercato infatti di evitare tutto ciò mantenendo comunque il lato comico. Spero di esserci riuscita.
Detto questo, grazie per essere arrivati fin qui, spero vi sia piaciuta.
A presto :)

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