Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
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Autore: misteryOo    31/05/2015    0 recensioni
-Non avrei mai pensato che sarebbe potuto accadere- disse Axl fissandosi le punte degli stivali.
-Doveva andare così- rispose Slash, cercando di liquidare il discorso.
-Immaginare che sia successo ad uno di noi, uno degli immortali Guns N' Roses, è sconvolgente-
-Piantala Axl! Non esiste più un "noi", i Guns sono morti e sepolti come Steven. Rassegnati- gridò Slash, per poi andarsene, voltando le spalle a quello che una volta era stato il suo migliore amico.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Slash, Steven Adler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Buongiorno, dunque che dire, ieri sera non riuscivo a prendere sonno e così mi sono ritrovata a scrivere l'inizio di questa storia (lo dico fin da subito, non so cosa ne potrà uscire). Ditemi cosa ne pensate se via va, buona lettura 

 

Disclaimer: Non scrivo a scopo di lucro. I Guns N' Roses non mi appartengono e i fatti narrati sono tutti frutto della mia fantasia.

 

 

PARTE PRIMA. LA MORTE

 

CAPITOLO 1. SLASH

 

Quando Saul Hudson capisce che peso Carolina gli ha accollato…

 

 

La Morte era qualcosa d'improvviso ed imprevedibile. Un giorno si era vivi e l'altro si era spariti per sempre dalla faccia della terra. La Morte creava un attaccamento morboso alla vita, per chi rimaneva qui. La Morte incuteva paura ed era un chiaro segnale dell'instabilità delle condizioni in cui si viveva. Chi restava cominciava a ripromettersi di non buttare nel cesso quel che gli rimaneva da vivere, a lui che era ancora possibile farlo. Ma la Morte arrivava così, senza preavviso. E per quanto l'uomo avesse provato a vincerla, lei riusciva sempre a sgattaiolare in casa, nella notte, per portarci via definitivamente. 

Che poi la Morte era una vera bastarda. Con una sola anima strappata alla vita ne faceva soffrire altre mille.

 

Quella mattina, la Morte, dopo averne combinata un'altra delle sue, utilizzando una donna come mezzo per comunicare la sua impresa telefonò a casa di Saul Hudson. L'uomo, stordito dall'incessante squillare che proveniva dal salotto si costrinse ad alzarsi dal letto ed andare a rispondere. Si trascinò fino all'apparecchio e poi, in modo svogliato, sollevò la cornetta.

-Pronto?- disse con voce ancora addormentata.

-S…Saul?- Slash smise di respirare. Riconobbe immediatamente quella voce che pronunciava il suo nome, rotta dai singhiozzi, e per un attimo esitò a continuare la telefonata, spaventato da quale motivo avesse spinto la moglie di Adler a chiamarlo.

-C…Ciao Carolina, che piacere sentirti- rispose Slash, provando a sembrare calmo.

-Saul, io…oddio come posso dirtelo?!- Carolina piangeva ora. Hudson non volle crederci.

-Steven, lui è….- una lunga pausa.

-…morto-

 

 

Stroncato da un infarto durante al notte. Questa era stata la gloriosa fine di Steven "Pop-Corn" Adler.

 Slash si era domandato perché proprio a lui. Era come se con quella telefonata Carolina  non avesse solo voluto avvertirlo della scomparsa dell'amico. La donna, implicitamente, gli aveva ceduto un peso che per lei era troppo grande da sostenere. Ora sarebbe toccato al chitarrista avvertirli. Non sapeva nemmeno più quale fosse il numero di telefono di Axl. Non li vedeva né sentiva da anni. Ma la Morte, ancora una volta, stava influenzando gli avvenimenti di chi, come Slash, era rimasto vivo.

  
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