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Autore: MerasaviaAnderson    31/05/2015    3 recensioni
•{Long ~ Joshifer ~ Incentrato sul rapporto Josh/Robert}
"Quanto amore potevano contenere gli occhi di una madre?
Josh li guardò intenerito, fiero dell’immagine che aveva davanti, fiero che quella fosse la sua famiglia, che quell’amore riempisse ogni giorno quella piccola casa di Union.
La stessa casa in cui lui era cresciuto.
Porse una mano a Robert, mentre con l’altra apriva la porta di casa, ricordandosi per un momento quando l’aveva aperta dopo la morte dei suoi genitori, cinque anni prima.
Ogni tanto quel ricordo riaffiorava, ma lo cacciò via. Doveva essere un giorno speciale, uno di quei tanti giorni passati con suo figlio."

•{Sequel di Indelible Signs e Indelible Smiles ~ Fa parte della serie "Indelible"}
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Indelible.'
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“A Canf, senza di te questa storia non sarebbe mai nata
ed io non sarei qui, in tutti i sensi.
A Enza, grazie per ogni sclero e per ogni risata,
un giorno verrò a trovarti, te lo prometto.
Di nuovo -  a tutti voi, siete persone meravigliose.”



Indelible Scars
 

EPILOGO
 
 
 
Josh stringeva tra le braccia la sua bambina, avvolta in una tutina rosa, le manine piccole e raggrinzite si muovevano verso il suo viso, mentre lui le accarezzava quei pochi capelli biondi e le guardava gli occhi, che sembravano tra il grigio e l’azzurro, come quelli di Jennifer.
Effettivamente le somigliava parecchio … magari sarebbe stata anche pestifera come lei, essendo che sembrava che non volesse stare un attimo ferma e si agitava molte volte tra le braccia di Josh.
La cullava dolcemente tra le forti braccia, mentre Jennifer era caduta addormentata subito dopo il parto, notevolmente sfinita, ma con un sorriso beato sul viso e l’espressione serena che aveva assunto appena aveva tenuto la sua piccola tra le braccia.
Josh lesse per l’ennesima volta il braccialetto rosa sul polso minuscolo della bambina, cercando di convincersi che tutto quello fosse reale.
Rose Michelle Hutcherson.
Sorrise, continuando a cullarla, camminando in giro per la stanza e posandole infiniti baci sulle guance paffute e sulla piccola testolina.
Tra poco sarebbero tornati Karen e Gary, insieme a Robert, che pochi minuti prima aveva fatto i capricci perché voleva un gelato … e i nonni, come sempre, lo avevano accontentato.
Si sedette nella poltrona accanto al letto di Jennifer, guardandola dormire e continuando a stringere al petto la piccola Rose, fragile e indifesa nelle sue poche ore di vita.
Si stava appisolando lentamente con la sua piccola bambina ancora tra le braccia, quando sentì la porta schiudersi e la voce squillante di Robert invadere la stanza.
«Papà!» urlò, andandogli in contro mentre Karen e Gary lo seguivano.
«Shh, non urlare, Rob.» lo raccomandò Josh, strofinandosi gli occhi stanchi e scompigliandosi i capelli.
«Posso vedere Rose?»
Robert corse a sedersi sulla gamba del padre, accarezzando con amore le piccole manine della sorellina, notevolmente piccole rispetto alle sue.
Rose si era addormentata e Robert aveva iniziato a fare delle facce buffe nella speranza di farla svegliare e farla giocare con lui.
«È bella» sussurrò ad un certo punto il bambino «Somiglia alla mamma.»
«Sì. Le somiglia tanto, hai visto? Tu somigliavi tanto a me, quando eri piccolo come lei!»
«Noi ci somigliamo anche adesso!» esclamò Robert, abbracciando Josh con un sorriso enorme sul volto.
Josh ricambiò calorosamente l’abbraccio del bambino e gli scoccò un bacio sulla fronte leggermente sudata per via del caldo.
Era nata il 4 luglio, Rose, lo stesso giorno dell’Indipendenza Americana.
«Buongiorno … » sentirono mormorare da Jennifer, con la voce impastata dal sonno e il sorriso ancora stampato in volto.
«Ehi, ben svegliata, principessa!» Josh le prese una mano e gliela baciò, mettendo in quel gesto tutto l’amore del mondo.
«Mamma, Rose ti somiglia tanto!» esclamò Robert, scendendo alla gamba di Josh e andandole in contro mentre si metteva seduta sul letto.
«Ah sì?» fece Jennifer, mentre Josh le metteva la bambina tra le braccia «Allora siediti qui accanto a me e dimmi in cosa mi somiglia, su!» gli disse, dando due colpetti alla piccola parte vuota del letto accanto a sé.
Anche Karen e Gary si unirono a Jennifer e Robert, mentre Josh li scrutava da lontano, restando un po’ in disparte sulla scomoda poltrona.
Li guardava con gli occhi di chi vedeva l’amore, di chi lo aveva dentro e lo percepiva, quasi si commosse nuovamente, quando Robert posò un bacio sulla guancia di Rose.
Improvvisamente sentì una figura venirgli affianco e posargli una mano sulla spalla: quella stessa stretta di quella madre che lo aveva consolato quando si trovava nuovamente sull’orlo del baratro.
Karen Lawrence gli sorrise, limitandosi ad incrociare i suoi occhi con quelli del ragazzo, ormai divenuto uomo già da parecchio tempo.
«Grazie» sussurrò Josh, quasi piangendo, mentre si alzava dalla poltrona e l’abbracciava «Grazie per tutto.»
Karen scosse la testa, facendogli una carezza sul viso.
«Non devi ringraziarmi di nulla, caro» gli rispose «Sono io che devo ringraziare te.»
Inizialmente Josh non capì, ma comprese le sue parole solo quando Karen gli fece cenno ai sorrisi di Jennifer e Robert e alla piccola Rose che dormiva tra le braccia della madre.
Lui annuì fiero, tornando a guardarla nel viso splendente, il viso della stessa  donna che aveva dato la vita a sua moglie, la stessa donna che li aveva appoggiati e che era stata accanto a loro nei periodi più duri.
Dopo un paio di minuti, dopo che Karen e Gary lasciarono l’ospedale per tornare a casa a darsi una rinfrescata, Josh si sedette in un angolino sul letto di Jennifer e iniziò ad accarezzarle i capelli, mentre Robert era ancora intento a stringere le manine della sorellina che dormiva beata e a borbottare sul fatto che la sua piccola sorellina fosse troppo pigra e che dormisse troppo.
«Non hai idea di quanto io sia felice.» sussurrò Josh all’orecchio della moglie.
«Sì, invece. So bene quanto tu sia felice.»
Jennifer si sporse a baciare le sue labbra con dolcezza e con una mano accarezzò sul suo petto il punto dove lui aveva i tre tatuaggi con i nomi della sua famiglia.
«Sarebbero fieri di te.» sussurrò sulle sue labbra.
Lui le prese una mano e gliene baciò il palmo.
«Lo so.» sorrise fiero, guardando la sua famiglia meravigliosa «Lo so.»
 
***
 
Jennifer era subito crollata nel sonno, proprio come Robert, che quella notte aveva insistito per dormire con loro.
Josh ammirava i volti sereni di sua moglie e di suo figlio che dormivano quasi abbracciati e inseriva la mano dentro le sbarre della culla accanto a lui per accarezzare la testolina e le guanciotte di Rose.
Si tirò a sedere sul letto e con cautela la prese fra le braccia, notando che era sveglia e puntava i suoi occhi – che sembravano sempre più azzurri – su di lui.
Muoveva le mani verso il suo viso, come se già riconoscesse in lui la sua figura di padre, anche se tutti dubitavano che lei potesse vedere ciò che la circondava, lui era quasi sicuro che potesse avvertire la sua presenza.
Ma era ancora così piccola …
Rimase tantissimo tempo a guardare quel dono, a cullarla fra le sue forti braccia e a tempestarla di baci e carezze, come se fino a quel momento non si fosse mai accorto della tanta bellezza che aveva ricevuto con quella bambina.
Ebbe un tuffo al cuore quando la vide nascere e scoppiò letteralmente in lacrime quando Jennifer gli aveva rivelato che avrebbe voluto darle il nome di sua madre.
Gli venivano i brividi, quando vedeva quei due nomi vicini sul braccialetto dell’ospedale o sul fiocco rosa appeso fuori dalla porta.
La guardò intensamente negli occhi azzurri e con amore le accarezzava i pochi capelli biondi, quasi invisibili al buio.
Istintivamente toccò i segni indelebili che aveva tatuati sul petto;
Osservò con meraviglia i sorrisi indelebili sulle fotografie appese alle pareti della stanza;
Sfiorò con timore le due cicatrici indelebili sopra il sopraciglio di Robert.
E poi tornò a guardare Rose, ancora e ancora:
“Rose Michelle Hutcherson … Saprai guardare il mondo con gli occhi di chi vede le cose per la prima volta … E ti giuro che è bellissimo.”
 
 
FINE


 

Angolo Autrice:
In ogni angolo d’autrice dicevo che sarei stata breve. Stavolta non lo dirò, perché non sarà così.
Vi prego di leggere tutto questo piccolo spazio per me, perché riguarda TUTTI voi, voi che avete letto, recensito, supportato e sopportato questa lunghissima storia.
È finita.
Ebbene, a quasi un anno dall’inizio della sua stesura, questa storia finisce oggi, il 31 di maggio 2015.
Finisce con un inizio, un nuovo inizio per i nostri personaggi e per me.
Non so come prenderla, sinceramente, sono sollevata da un lato e mortificata dall’altro, perché ammetto che in una piccola parte del mio cuore avrei voluto che non finisse mai, ma se non fosse mai finita non immagino l’infinità di disgrazie che avrebbero dovuto sopportare Josh e Jennifer, insomma, mi conoscete.
L’idea originale per questa serie è nata una sera del 14 giugno, in un critico periodo d’esami, ma mi pare che questo ve l’ho detto già, sapete anche che NON volevo pubblicare Indelible Scars, ma una certa persona a cui devo tanto, troppo, mi ha convito a scriverla e pubblicarla.
A Te, sappi che - nonostante tutto - non me ne pento, grazie ancora.
Ringrazio questa persona come vorrei ringraziare tutti voi.
La serie Indelible è nata in un periodo davvero brutto per me, in cui avevo bisogno di esorcizzare le mie paure [quella del fuoco (Vedi Indelible Signs), il parlare di persone scomparse (Indelible Smiles) e rischiare di perdere una persona cara (Indelible Scars)] e mi ha aiutato tanto, tantissimo, ma ora – benché potessi continuare a scriverla e innamorarmi sempre di più dei miei stessi personaggi – sento che il momento di concluderla, di porre la parola “Fine” a questo ricordo INDELEBILE.
Non odiatemi per questo, adoro la storia, lo sapete, ma tutto deve avere una fine, prima o poi.
E ve lo dico io, che ho il terrore della parola “FINE”.
Eppure c’è, ed è lì, alla fine di questo epilogo.
Ringrazio tutti voi, Joker – la mia adorata socia in affari, _AnneMary_ - la mia unica e grande Ccioia, Vale, che mi ha minacciato parecchie volte … e tutte le ragazze del gruppo “ ~ Indelible”, che hanno reso tutto un po’ più speciale.
Ringrazio – ancora – tutti coloro che hanno recensito, che hanno letto silenziosamente e chi ha amato o odiato questa storia.
È stato tutto meraviglioso, un’avventura INDELEBILE e non facilmente dimenticabile, che rimarrà sempre impressa nel mio cuore, e spero anche nel vostro.
E purtroppo, questa volta non sarà un “arrivederci”.
Grazie per tutto, a tutti voi.
Un abbraccio forte,
_merasavia.


 
   
 
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