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Autore: McPaola    31/05/2015    2 recensioni
Jemma Oulette pensava che suicidarsi fosse la soluzione. Ma tutto ciò non fece che creare un problema ancora più grande.
Dopo essere stata salvata dal salto verso la morte, Jemma si ritrova nella casa della persona che l'ha salvata, Luke Hemmings. Ma lui non è ciò che sembra. Luke è qualcosa più di un semplice essere umano e Jemma è l'unica persona in grado di controllarlo.
La versione originale è presente su Wattpad ed è stata scritta da Kwrites, che mi ha dato il permesso di tradurla e pubblicarla. Suoi tutti i diritti.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Capitolo 04







Strattonai la mia mano dalla sua quasi cadendo giù dal letto quando mi dimenai per toccare il pavimento in legno con i piedi.  "Tre giorni?" strillai andando verso la finestra.

-"Io non lo far-" Luke provò a protestare.

Non appena spostai le tende e premetti la mano sul vetro scuro una scossa mi attraversò. Inciampai all'indietro e caddi contro il letto per poi finire sul pavimento, tenendomi la mano. Mi sentii come se il cuore avesse smesso di battere.

-"Sati bene?" mi chiese Luke correndo verso di me.

Mi allontanai da lui attaccandomi al muro vicino al letto. "Avevi detto che non mi avresti fatto del male"

Rimase fermo cercando di mantenere la sua faccia priva di emozione. "Devo fare quello che devo fare per tenerti qui"

-"Volevo solo vedere se c'era luce fuori!" gridai. Mi rimisi in piedi faticosamente. Non riuscivo a sentire nessuna parte del mio corpo a causa della scossa, ma misi fermamente le mani sul petto di Luke per spingerlo indietro. "Portami a casa!"

-"Jemma, non lo farei se fossi in te" mi consigliò Luke facendo un passo indietro.

-"Non mi interessa!" urlai facendo di nuovo un passo verso di lui. "Riportami a casa!"

Luke non disse nemmeno qualcosa. All'improvviso i suoi occhi ripresero vita quando portò il suo braccio in alto e verso il letto. Sbattei contro la testiera del letto e mi mancò il fiato. Mentre tossivo violentemente, delle corde si legarono ai miei polsi ancora una volta. I suoi occhi spenti tornarono al loro blu originale. Sembrava lacerato dentro. Parte di lui odiava farmi questo, ma lo faceva lo stesso.

-"Sei un mostro" la mia voce venne fuori rauca e debole a causa della mancanza d'aria. "Ti odio"

-"Anche io" affermò girando i tacchi e lasciandomi da sola nella stanza.



******


Mi ero ridotta a parlare da sola dopo due ore trascorse a canticchiare canzoni a caso seduta sul letto. Non potevo nemmeno stendermi perché mi tiravano le giunture delle spalle. Ma mi stavo annoiando e mi era difficile continuare a tenere gli occhi aperti.

Come se avesse potuto leggere i miei pensieri, Luke si intrufolò nella stanza guardandomi con un'espressione più dolce rispetto a prima. "Come stai?"

Invece di rispondere alla sua domanda sbadigliai. Annuì e sogghignò prima di incamminarsi verso l'armadio. Tirò fuori una maglietta con collo a v nera e un paio di pantaloni della tuta grigi. Mi guardò con una debole luce negli occhi mentre scuoteva l'indice e faceva cadere le corde un'altra volta. Mi fece cenno di avvicinarmi ma restai dov'ero. Fu solamente quando aprì la porta e mi indicò di uscire che decisi di seguirlo.

-"Puoi farti una doccia se ti va" disse aprendo la porta del bagno. "Questi sono per te da indossare. Ti aspetterò in camera."

Luke tornò nella stanza in cui ero stata rinchiusa. Non chiuse la porta prima di sedersi sul letto. Entrai nel bagno prima che mi vedesse mentre lo fissavo e che mi chiedesse se avevo bisogno di aiuto. Mi assicurai che la porta fosse ben chiusa prima di spogliarmi dei miei vestiti e di andare sotto l'acqua bollente. Lasciai che l'acqua mi lavasse, facendomi sentire temporaneamente più a mio agio. Facevo sempre la doccia quando mi sentivo stressata. Mi faceva semplicemente sentire meglio.

Ripensai a quando ebbi quel momento cuore a cuore con Luke solo poche ore prima. Era incredibile come semplicemente facendo gli occhi da cucciolo fosse in grado di ipnotizzarmi. Lo facevano sembrare più piccolo di dieci anni ed era come se lo volessi aiutare nonostante il fatto che lo avessi conosciuto oggi. Era come se fosse in grado non solo di controllarti fisicamente, ma anche mentalmente.

Decisi finalmente di uscire dalla doccia prima di addormentarmi. Strofinai velocemente le goccioline dalla mia pelle e strizzai quanta più acqua possibile dai miei capelli. Mi misi il reggiseno e le mutande prima della maglia e dei pantaloni che mi aveva dato Luke. Aprii la porta facendo riempire la stanza umida con l'aria fredda che veniva dal corridoio. Luke non si era mosso da quando ero entrata nel bagno. Mi guardò quando entrai.

-"Dà qua" disse tendendo la mano per prendere i miei vecchi vestiti. Glieli allungai e andò verso l'armadio, buttandoli dentro prima di chiudere l'anta. "Okay, allora dormirai qui. Va bene?"

Annuii stanca, senza prendermi il disturbo di mettere in discussione il fatto che avrei preferito dormire a casa mia. Entrai lentamente nel letto mentre Luke manteneva le lenzuola in modo tale che io mi ci potessi infilare sotto. Sprofondai fra le coperte, rigirandomi un po' per mettermi comoda.

-"Mi dispiace, ma devo chiudere a chiave la porta" disse Luke "ma ritornerò domani mattina"

Non appena si girò per uscire trovai la voce. "Te ne vai?"

Si voltò bruscamente, preso alla sprovvista dalla mia improvvisa interazione. "Be, sarò semplicemente di sotto."

Mi guardai nervosamente intorno nella stanza buia. "Ho paura." sussurrai con voce debole.

-"N-non pensavo volessi che restassi con te"

Annuii guardando gli occhi di Luke illuminarsi, ma in una maniera differente. Sembrava semplicemente più felice quando ammisi che volevo che restasse con me. 
Non avevo intenzione di dormire in questo posto sinistro tutta sola. Ero troppo stanca per dare importanza al fatto che la mia vita fosse nelle mani di un ragazzo di cui non sapevo ancora né il cognome né l'età. Pensai semplicemente che se mi aveva detto che non aveva intenzione di farmi del male, allora mi andava bene.

Luke mi disse che sarebbe tornato subito poco prima di scomparire lungo il corridoio con in mano un paio di pantaloncini da basket blu marino. Quando tornò quelli erano l'unica cosa che aveva addosso. Il suo ventre tonico era ben in mostra e se non fossi stata così stanca, probabilmente mi sarei focalizzata proprio su di esso. Tirò i suoi vestiti nell'armadio scuro prima di camminare verso l'altro lato del letto e di infilarsi sotto le coperte affianco a me. Spense la luce immergendo la stanza nel buio.

Mi girai sul fianco in modo tale da fronteggiarlo anche se non potevo vederlo. "Luke?" chiesi.

-"Mhmm?"

-"Qual'è il tuo cognome?" domandai senza nemmeno pensare. Era semplicemente qualcosa che avevo in mente.

-"Hemmings" rispose. "E il mio vero nome è Lucas."

-"Lucas Hemmings" ripetei, sentendo il modo in cui il suo nome usciva dalla mia bocca. "Quanti anni hai?"

-"Diciassette, come te."

Detto ciò rimase in silenzio ed io feci lo stesso. Ero abbastanza stanca per addormentarmi, ma troppo spaventata per farlo. Non potevo nemmeno vedere Luke. Si sarebbe potuto alzare e andarsene senza che io me ne rendessi conto. Cercai, sotto le coperte, di trovare Luke con la mia mano. Quando essa toccò la sua calda mano, lui mi strinse gentilmente le dita.

-"Tutto bene lì?" chiese. Potevo sentire il sorriso nella sua voce.

-"Volevo solo assicurarmi che tu fossi ancora qui." gli dissi.

-"Non me ne vado, Jemma." mi assicurò. Muoveva le sue dita lungo il mio braccio, procurandomi la pelle d'oca.

Mi avvicinai a lui, ma non abbastanza da far toccare i nostri corpi. Ma lui doveva avermi sentito muovere perché stese il braccio e mi avvolse, avvicinandomi a lui. Odorava di colonia, pino e di qualcosa di metallico. Ma profumava di buono. Feci un respiro profondo che si trasformò in sbadiglio.

-"Voglio comunque andare a casa." constatai. Ero mezza addormentata e dicevo tutto quello che mi passava per la testa.

-"Lo so." disse accarezzandomi i capelli.

-"Non ho ancora capito se sei un mostro" ammisi "alle volte sei così gentile. Metti su quella faccia ed è come se mi venisse voglia di aiutarti. Sei... sei come un... come un cucciolo o qualcosa del genere..." la mia voce si affievolì.

Luke sghignazzò. Sentii il suo petto vibrare e il suo respiro mi colpì parte del volto. "Un cucciolo?"

-"Mmm." risposi.

-"Jemma, dovresti dormire." stava ancora ridendo. "Non sai quello che stai dicendo."

-"Sì invece." protestai vivamente. "Sei un cucciolo. Solo un cucciolo carino, perso, innocente, rotto e incomparabile."

Mormorò piano ripensando a quello che gli avevo appena detto. "Perso e rotto" disse infine. "Queste due le hai dette giuste."







Spazio Traduttrice


Non potete avere idea di quanto mi dispiace... Davvero, sono mortificata per averci messo tutto questo tempo ad aggiornare, ma con la scuola agli sgoccioli trovare il tempo di mettermi al computer e scrivere è stato praticamente impossibile.

Messe da parte le mie scuse, in questo capitolo vediamo che Jemma e Luke cominciano ad avvicinarsi un pochino di più. Personalmente amo l'ultima battuta di Luke, è troppo dolce c:

Ringrazio tutte le persone che in questa lunga assenza non mi hanno abbandonata e chi ha recensito. Grazie mille :3
Spero di riuscire ad aggiornare la prossima settimana (:

Link della versione originale di Kwrites ---> Link

Peace&love
McPaola
   
 
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