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Autore: Seven Scars    31/05/2015    1 recensioni
"C'era una bambina di un luogo lontano che fissava i fiocchi di neve che cadevano i primi di agosto, fuori dalla finestra del salotto illuminato dalla luce primaverile. Ogni fiocco che cadeva, le dissero, rappresentava la vita di qualcuno che era andato via."
Questa è una favola riuscita male, la breve storia di una piccola strega che già da bambina, in maniera involontaria e indiretta, scopre fin dove può spingersi la cattiveria guardandola coi suoi occhi.
Ha ben poco a che fare con Harry Potter, tuttavia mi sono immaginata la protagonista di questa one shot come una strega del mondo di HP e l'ho quindi inserita in questo fandom.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Disilludo





C'era una bambina di un luogo lontano che fissava i fiocchi di neve che cadevano i primi di agosto, fuori dalla finestra del salotto illuminato dalla luce primaverile. Ogni fiocco che cadeva, le dissero, rappresentava la vita di qualcuno che era andato via. C'era lì sul davanzale una donna che di poco superava i trenta, dai lunghi capelli biondi e gli occhi limpidi come il cielo azzurro in una giornata fredda. Aspettava, con le mani giunte sull'addome e lo sguardo in alto, il viso tirato dall'apprensione. La bambina si strinse di più accanto alla finestra e le chiese cosa stesse aspettando, ma la donna non le rispose. Spostò gli occhi su di lei, la fissò a lungo come se potesse parlarle con lo sguardo. E la bambina lo capì che lei provava paura e tristezza, ma allo stesso tempo speranza e gioia. Come fosse possibile provare tristezza e gioia allo stesso tempo non riuscì a spiegarselo. "Ti perderai tra tutte queste persone!" le urlò contro la bambina, quando un commerciante di bacchette cominciò a spintonarsi tra la folla, di fretta, e un ragazzo senza un orecchio rideva di gusto lì per strada. Ma la donna continuava a fissarla in quel modo, senza aprire bocca. Voleva aiutarla, voleva chiederle cosa stesse aspettando, ma la bambina non osò chiedere altro: la vedeva solo muoversi tra il mare di fiocchi di neve che cadevano lì su quel davanzale, che poi prendevano forma in mille vite diverse. Finché, dopo ore di attesa, non cadde un fiocco più grande degli altri. La bambina lo notò solo perché quella donna sembrò pietrificarsi al solo vederlo, con uno sguardo diverso. Era il più grande che avesse visto cadere nelle ultime ore di osservazione, non c'era dubbio. E lo vide trasformarsi lentamente, durante la sua lenta caduta prese forma come se il tempo fosse stato dilatato. Prima i lunghi artigli, poi le zampe. L'addome, la lunga coda, il collo e la grossa testa imponente, più grande di qualunque altra vita fosse scesa lentamente dal cielo fino a quel momento. La bambina spalancò gli occhi e si portò le mani davanti alla bocca, cacciando un piccolo urlo di sorpresa. Pian piano vide prendere forma anche una piccola figura a cavallo dell'animale, così minuta da sembrare un puntino. "E' un drago, è un drago!" urlava, ma nessuno di loro lì giù sembrava sentirla: adesso tutti guardavano solo verso l'alto, alcuni di loro piangevano di gioia e intonavano urla di vittoria. La donna, invece, rimase al suo posto, composta. Aveva ancora le mani giunte, ora sul viso un sorriso così smagliante che la bambina si ritrovò a sorridere di rimando senza comprenderne il motivo, come se sentisse perfettamente le sue sensazioni. Erano tutti in festa, tutti urlavano e applaudivano, accalcandosi tra loro solo per lasciare uno spazio vuoto, perfettamente circolare, a quell'uomo e il suo drago. Al centro di quel cerchio c'era la donna, di una bellezza così smagliante che i suoi capelli sembravano emanare una luce dorata. Il drago atterrò con eleganza, maestoso, piegandosi sulle zampe posteriori per lasciar scendere dalla groppa il suo padrone. Un uomo sulla trentina, alto e bello come i principi delle favole babbane, molto simile alla donna che lo aspettava. Sorrideva anche lui, non aveva occhi che per la donna che aveva davanti, che guardava come se non ci fosse che lei in mezzo a quella folla urlante. La bambina pensò che i maschietti erano buoni come amici, ma che se un giorno avesse cambiato idea le sarebbe piaciuto essere guardata e amata - ne era certa - come lui amava lei. Sentiva la gioia e il grande amore di quella donna, che cominciò a muoversi facendo qualche passo verso di lui, imitandolo. Lui portò la mano all'elsa della spada, e la tirò fuori dal fodero. La luce primaverile colpì la spessa lama della spada, emanando zampilli di luce azzurrini, che fendevano gli altri fiocchi di neve che lentamente scendevano dall'alto. Quando si ritrovarono l'uno di fronte all'altro si fissarono a lungo, come se si fossero ritrovati dopo chissà quanto tempo. Poi lui si piegò su un ginocchio, ai piedi di lei, stringendo con una mano l'elsa e con l'altra la lama della spada, spingendola in alto come verso il cielo. La donna, lo sentiva perfettamente, sembrava scoppiare dei più bei sentimenti umani: gioia, speranza, amore, felicità. Tutti applaudivano intorno a loro con fischi di incoraggiamento, c'era chi rideva e chi urlava davanti all'amore di quei due innamorati. Poi lui si rialzò velocemente, e si buttò tra le braccia della donna, sovrastandola con la sua stazza da guerriero. Ma fu troppo velocemente perché la bambina sentisse in tempo, prima che chiunque della folla notasse il viso di lei trasfigurato dalla paura e quello di lui da una cattiveria inaspettata: le tranciò la schiena con la spada, con una velocità maestra e una brutalità impensabile tali che inizialmente c'erano ancora persone della folla che gioivano per l'arrivo del cavaliere. La bambina sentì squarciarsi qualcosa dentro, come uno strappo all'altezza del petto. Pensava che non era possibile, che lui l'amava e non loo avrebbe mai fatto. Fissò lo sguardo nel viso della donna, distrutta dal dolore e non sapeva più di quale tipo. E così urlò, con quanto più fiato aveva in gola.


                                                  Poi la bambina si svegliò.






Angolo dell'autore
Questa one shot, o volendo potremmo definirla una breve favola sbagliata, è nata nel giro di una mezz'ora. Probabilmente ci ho messo più tempo ad impaginarla che a scriverla. Avete presente quando all'improvviso vi arriva un'idea dal nulla e provate la necessità di vedere dove potrebbe andare a parare? Quando ho iniziato a scriverla non avevo nemmeno idea di come sarebbe andata avanti, men che meno come sarebbe finita. 
L'ho inserita nel fandom di Harry Potter semplicemente perchè l'idea iniziale che mi è balenata in testa aveva una piccola strega del mondo di HP come protagonista. Per il resto non ha nulla a che vedere con questo fandom, tanto che la piccola protagonista potrebbe benissimo essere la figlia dei vostri vicini di casa, dalla fantasia spiccata.
Spero davvero che qualcuno legga e recensisca questa "cosa" che ho partorito, fosse anche perchè ci è capitato per caso, quindi...a chiunque stesse leggendo faccio un appello: scrivimi una recensione e insultami senza problemi se pensi che questa "cosa" sia uno schifo. Ma ti prego, fammi interagire con te.
  
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