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Autore: EchelonDeathbat    01/06/2015    1 recensioni
(Crossover con Death Note)
Dal testo "-Sono incinta, dolcezza!- esclamò tutto d'un fiato.
Spalancò gli occhi incredulo. “Io. Un figlio. Con River!” pensò."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, Doctor - 12
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Sono fiero di te

 

Near fissò per un po' le tombe di L e di Mello. Era uscito da vincitore dalla battaglia contro Kira, ma non ce l'avrebbe mai fatta senza di loro.

-Ce l'ho fatta, amici miei, vi ho vendicati! Kira è morto! Il merito è soprattutto vostro e del vostro coraggio-.

Non lontano da lui, un uomo distinto, con i capelli grigi e delle sopracciglia molto folte, lo osservava, nascosto dietro ad una lapide.

Sulla Terra erano passati sedici anni da quando il Dottore e River abbandonarono il loro bambino alla Wammy's House, e per il Signore del Tempo era giunto il momento d'incontrare suo figlio.

Appena aveva sentito dell'enorme minaccia che si stava abbattendo sulla Terra, s'allarmò all'istante, ma appena seppe che suo figlio si sarebbe occupato del caso “Kira”, decise di lasciarlo fare, per metterlo alla prova. Non lo aveva deluso, ovviamente.

Ed ora lo fissava orgoglioso, esattamente come sarebbe stata fiera anche River.

Ad osservarlo bene un po' assomigliava a sua moglie: proprio come lei, il ragazzino faceva girare una ciocca di capelli bianchi come la neve intorno al dito. Ma gli ricordava anche Rory ed Amy, come loro, Nate faceva delle espressioni buffe ed aveva dei modi goffi. Tutto questo fece sorridere il vecchio Dottore.

Ad un tratto, Near sentì una presenza dietro di lui, quindi si girò un po' allarmato. “Che sia un seguace di Kira?” si domandò.

-So che c'è qualcuno. Vieni fuori. Fatti vedere-. Disse in tono calmo e con una voce cristallina come quella di un angelo. Il Dottore pensò tra sé e sé che il tono di voce di suo figlio assomigliasse molto a quello di L.

E così ebbe la conferma che quel bambino così terribilmente intelligente e strano mantenne la sua promessa, si era preso cura di Nate.

Sorrise e smise di nascondersi dietro alla lapide alzandosi in piedi.

Nel vedere il vecchio signore, Near rilassò i muscoli. Lo capiva dal suo sguardo che non poteva essere un seguace di Kira.

-Come mai era nascosto, signore? La posso aiutare?- domandò inclinando la testa.

Il Dottore si avvicinò piano al ragazzino per mettergli una mano sulla spalla.

Stranamente, Near non aveva paura di lui, anche se non l'aveva mai visto prima, quello strano uomo gli esprimeva fiducia.

-Mio dio, come sei cresciuto-. Mormorò il Dottore facendo cadere una piccola lacrima dall'occhio per la commozione, il che era piuttosto insolito.

-Ci conosciamo, signore?- domandò Near, non capendo il motivo per cui quell'uomo si stava comportando in modo così strano.

-Diciamo di sì. Ci siamo già incontrati, un po' di anni fa-. Gli sorrise.

Near inclinò ancora la testa più curioso che mai. -Chi è lei?- domandò ancora in un sussurro.

-Nate, io...- non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo esclamò: -Come fai a sapere il mio vero nome? Nessuno a parte me, il defunto Watari ed i miei genitori sanno il mio nome...oh mio dio...- sussurrò meravigliato.

-Tu sei mio padre!- esclamò.

-Sì, Nate. Sono tuo padre. Ci sono così tante cose che vorrei dirti-.

-Io avrei solo una domanda. Perché mi hai abbandonato?- non era arrabbiato, né deluso, era solo curioso di sapere il motivo che aveva spinto suo padre a lasciarlo.

-E' una storia lunga, Nate. Non saprei nemmeno da dove cominciare-.

-Inizia dal principio. Innanzi tutto, dimmi come ti chiami-.

-Io sono il Dottore!- esclamò come se fosse la cosa più naturale del mondo.

-Il tuo nome è “Dottore”?- chiese domandandosi se l'uomo che aveva davanti fosse sano di mente oppure no.

-Bhe, “Dottore” non è proprio il mio nome. Diciamo che come te, il mio nome non lo sa praticamente nessuno, salvo tuo madre, lei è l'unica a saperlo-.

-Sei umano?- domandò il ragazzino.

E' più simile a L di quanto pensassi” pensò tra sé il Dottore mentre ricordava la sua conversazione con il piccolo genio.

-No, non sono umano, Nate. E nemmeno tu lo sei. Io sono un Signore del Tempo-.

Proprio come L prima di lui, nemmeno Near si stupì del fatto che il Dottore fosse un alieno.

-Lo immaginavo-. Mormorò sempre con la sua voce calma.

-Davvero? Come mai?-

-Perché ho sempre avuto l'impressione di non appartenere a questo mondo, di non essere come tutti gli altri. Nemmeno tu sembri appartenere a questo mondo, per questo non mi stupisco del fatto che sia tu che io siamo degli alieni-. Spiegò.

-Sei molto intelligente, figliolo. Io sono molto fiero di te, hai salvato la Terra da Kira, io stesso non avrei saputo fare meglio-.

-Grazie-. Mormorò diventando un po' rosso, non era abituato ai complimenti.

-Ma non ce l'avrei mai fatta senza L e Mello-.

-Sì, è vero. Hai avuto un bravo maestro. Sono sicuro che anche L sarebbe stato molto fiero di te oggi-.

-Lo spero tanto!- sospirò guardando la lapide della persona che stimava di più al mondo.

-Ti voglio mostrare una cosa, ti va se andiamo a fare un giro?- gli domandò il Dottore dopo qualche minuto di silenzio.

-Sì, certo-.

Così il Dottore portò suo figlio nel TARDIS e, proprio come aveva immaginato, Near non si stupì del fatto che fosse più grande all'interno.

-Questa astronave è fantastica!- esclamò il ragazzino.

-Si chiama TARDIS-. Lo informò il Dottore.

-TARDIS?!-

-Esatto! Ed è una creatura vivente, ti può sentire!-

-Pazzesco!-

-Sì, lo so!- sorrise soddisfatto il Dottore.

-Ciao TARDIS! Io sono Near!- esclamò.

-Le stai simpatico!-

-'Le'?-

-Sì, è una femmina!-

I due si sedettero in cucina per prendere una tazza di tè.

-Mia madre non è con te? È anche lei un alieno?- domandò curioso. Nel sentire quella domanda, il Dottore s'incupì di colpo, gli faceva sempre uno strano effetto il parlare o il pensare a River.

-Nate, mi dispiace, figliolo. Tua madre, ecco...è una faccenda complicata e...-

-E' morta?-

-Bhe, diciamo di sì. E sì, anche lei è un alieno, almeno in parte. I suoi genitori erano umani, ma lei fu concepita qui, sul TARDIS, e questo la rese simile a me-.

-Oh, ho capito-. Mormorò Near un po' triste nel comprendere che non l'avrebbe mai incontrata. Il Dottore lo osservò un attimo per poi aggiungere: -Tua madre ti ha amato dal primo momento che scoprimmo che era incinta e non smise mai di farlo. Il tuo cognome è River, te l'abbiamo dato perché è uno dei suoi nomi-.

-L mi diceva sempre che anche se mi avevate abbandonato alla Wammy's House, voi due mi volevate lo stesso bene. Ora che vedo tutto questo, capisco il motivo per cui non avreste potuto tenermi. Non è il posto adatto per crescere un bambino-.

-Esattamente. Sai, come ti ho già detto, io sono un Signore del Tempo, e questa “astronave”, come la chiami tu, mi porta in giro per il Tempo e per lo Spazio. È questo quello che faccio sempre io. Per un bambino sarebbe stato troppo pericolo seguirmi. Ma ora ormai sei grande. Quindi, Nate River, ti andrebbe di venire con me per visitare altre epoche ed altri pianeti?- chiese speranzoso il Dottore.

Near ci pensò per un bel po' di minuti, poi prese la sua decisione: -La tua proposta mi alletta tanto, ma non posso accettare-.

-E perché mai dovresti dire di no a tutto questo?- il Dottore non si aspettava una risposta del genere.

-Perché, da quel che ho capito, tu salvi l'Universo. Tu sei quasi costretto a farlo, è nella tua natura, anche io sono così. Non posso smettere di salvare la Terra. Tu devi salvare l'Universo, mentre io devo salvare questo pianeta, non lo posso abbandonare, lo capisci? Kira ormai è morto, ma questo non significa che non ci potranno essere altre minacce. Giusto? Mi capisci, vero?-

Il Dottore sorrise mentre gli appoggiava delicatamente una mano sulla testa.

-Certo che ti capisco, figliolo. Sei proprio come me. Approvo questa tua scelta, Nate River, forse al tuo posto, avrei fatto lo stesso-.

Così Near uscì dal TARDIS per tornare alla sua vita di tutti i giorni.

-Nate! Questo non è un addio, io e te ci rincontreremo. E succederà presto, non lascerò che passino altri sedici anni. Prendi, tienitelo sempre stretto, per ogni evenienza. Quando avrai bisogno di qualsiasi tipo d'aiuto, chiama questo numero ed io sarò da te in meno di un secondo-. Gli disse porgendogli un foglietto con su scritto il numero di telefono del TARDIS.

-Grazie, p-papà-. Mormorò. Entrambi si commossero. E così accadde una cosa che non succedeva certo tutti i giorni: il Dottore un po' burbero e con le sopracciglia folte, abbracciò suo figlio. Near scoppiò a piangere, ed anche questa non era una cosa che accadeva molto spesso.

Dopo qualche minuto si staccarono.

-Abbi cura di te, figliolo!-

-Anche tu-.

E così il Dottore risalì sul TARDIS, mise in moto e piano piano scomparve.

Near osservò il punto in cui la cabina telefonica blu era sparita, e per la prima volta in tutta la sua vita, si sentì davvero felice, consapevole che qualcuno nell'universo vegliava su di lui e gli voleva bene.

 

 

The End

 

E siamo giunti alla fine :) come sempre mi scuso se ci sono degli errori, questo weekend non sono stata bene e quindi non ho avuto modo di correggere. Comunque so già che ci sono degli errori per quanto riguarda le date, spero mi perdoniate, in fondo questa è solo una ff e quindi non è canon ;) spero almeno alla fine di ricevere qualche recensione, alla prossima!!

The ring guardian

   
 
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