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Autore: Euphemia    01/06/2015    4 recensioni
• Prima classificata al contest di Elisaherm 'A couple, a situation' sul forum di EFP. •
[Dal testo]
""Non ti sopporto quando fai così." bofonchiò il corvino, guadagnandosi finalmente il tanto agognato sguardo - seppur gelido - della Fata.
L'ingenuità del corvo quasi le faceva tenerezza. Era fortunato, lui: non aveva ancora conosciuto le pene di quella terribile maledizione chiamata amore e, in fondo al cuore, Malefica sperava che non le conoscesse mai."
{ MaleficaxFosco || missing moments }
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fosco, Malefica
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The light in your dark wings.





"Fosco, sei proprio un ingenuo." 

La voce di Malefica era atona, mentre pronunciava queste parole. Il suo sguardo, perso chissà dove in un punto lontano, intento ad osservare qualcosa che solo lei vedeva, era freddo quanto la brezza invernale che avvolgeva l'intera Brughiera, immersa nell'oscurità della notte. 

Lei e Fosco se ne stavano seduti sui robusti rami di una delle numerose querce millenarie cresciute nei dintorni della casetta delle fatine che Malefica era solita chiamare "stupide", decisi a vegliare sulla regale creaturina che aveva appena raggiunto l'età di quattro anni. Se la Fata l'avesse lasciata al suo destino, sotto le cure di quelle tre imbecilli, probabilmente sarebbe già morta, e di certo non poteva permettere che questo succedesse prima che la sua maledizione avesse effetto. 

Sentiva lo sguardo del corvo - il cui aspetto era in quegli istanti umano - pungergli il volto, desideroso di penetrare quel muro duro quanto la roccia pur di comprendere le ragioni per cui Malefica si comportava in quel modo. D'accordo, lui era il suo sottoposto, doveva rispettare gli ordini della sua misericordiosa padrona che l'aveva reso degno del suo aiuto anni prima e bla bla bla, ma avrebbe dato persino le piume della sua coda pur di capire quali fossero i sentimenti che si nascondevano sotto quella gelida maschera d'indifferenza che portava costantemente addosso. E, come si era aspettato, quando le aveva fatto una semplice, schietta domanda sulla maledizione lanciata alla fanciulla dai capelli dorati, Malefica l'aveva liquidato con quei suoi tipici modi di fare che spesso mandavano in frantumi la sua pazienza.

"Perché devi sempre essere così scontrosa?" 

"Immagino tu ricordi bene la faccia di quell'umano mentre si prendeva gioco di te impigliato in quella rete per uccelli."

Fosco sospirò rumorosamente: sapeva dove voleva arrivare.

"Me la ricordo." 

"Bene. Questo ti fa capire che non sei tenuto a farmi domande come io non sono tenuta a risponderti." 

Il corvo distolse lo sguardo dal bel viso di Malefica, rivolgendolo invece verso il cielo cupo e nuvoloso sopra le loro teste. Era proprio uguale alla Fata: dietro quella apparentemente insuperabile cortina di nubi si nascondevano delle splendide e luminose stelle.

Fosco sapeva benissimo che dentro di lei albergava un animo buono e gentile, altrimenti non si sarebbe fatta tanti scrupoli a lasciar morire la bambina che avrebbe dovuto teoricamente odiare; ma sapeva anche che doveva essere successo qualcosa perché proteggesse quel tenero cuore da chiunque le si avvicinasse con una corazza dura come le rocce delle immortali e silenziose montagne che fungevano da cornice al paesaggio di fronte a loro. I suoi tentativi di avvicinarsi anche solo un po' alla vera Malefica erano totalmente vani, eppure lui continuava a provarci, anche se la maggior parte delle volte finiva tramutato nel suo originario aspetto di corvo impossibilitato a parlare - o peggio, in quello di un rognoso, schifosissimo e odioso cagnaccio, a seconda dell'umore della Fata. 

"Vorrei soltanto essere informato su ciò che sto contribuendo a fare." sussurrò dopo qualche minuto, gli occhi neri come la pece ancora immersi nelle ombre notturne. 

"Non ne hai bisogno."

La secca risposta di Malefica lo deluse un po', nonostante fosse pronto ad aspettarsi qualcosa di simile. 

"Chiedo umilmente perdono, allora!" Il tono del corvo era palesemente sarcastico. "Non avevo la più pallida idea che un'insulsa domanda sul vero amore potesse tanto turbarti. In effetti, sei sempre turbata."

Al solo sentir pronunciare quelle due parole, il cuore di Malefica per un attimo rammentò la sofferenza che aveva subìto a causa delle sciocche ed egoisti ambizioni dell'uomo che un tempo aveva sinceramente amato, ma grazie al rigido guscio che aveva pian piano costruito attorno a sé non lo diede a vedere. Le sue labbra rimasero compostamente serrate e i suoi occhi verdi non si mossero nemmeno un po' dal vuoto a cui si erano saldamente aggrappati, dando l'impressione di essere una di quelle statue di marmo che decoravano il castello di Re Stefano. 

Stefano. Persino il suo nome le faceva venire da vomitare. Ogni volta le ricordava la spensieratezza di quando era ancora una giovane Fata, un'ingenua creatura con un grande cuore pronto ad accogliere in sé i più nobili sentimenti che la vita avrebbe potuto offrirgli, con un animo aperto a tutto, desideroso di spargere bontà e di illuminare la Brughiera con i suoi infiniti splendenti colori. 

Quello era il tempo in cui aveva le ali. Chi l'avrebbe mai pensato che l'incontro con quel miserabile bambino avrebbe cambiato così tanto la sua vita? 

Spesso Malefica si chiedeva cosa avrebbe pensato la piccola Fata che era se avesse guardato alla se stessa del futuro. Sembravano due persone completamente diverse: la prima era solare, dolce e generosa con il mondo intero, la seconda invece era persino riuscita a far sprofondare la Brughiera nella gelida oscurità che costantemente avvolgeva il suo spirito. Era stato il dolore a farla cambiare così repentinamente; da un giorno all'altro, le sue ali erano scomparse, rubate da quello stesso ladro che non solo un tempo aveva cercato di sottrarre una pietra alla Brughiera, ma che aveva anche rubato il suo cuore e, avido di possedere di più, aveva persino deciso di portarle via la felicità. Com'era riuscito un singolo uomo a darle così tanti guai, così tanto dolore? E soprattutto, perché? Perché lei aveva permesso che tutto questo accadesse? 

L'unica cosa che le aveva lasciato era quell'orribile sentimento che le lacerava il petto, quello che mai avrebbe voluto provare sulla sua pelle: l'odio. Odiava Stefano, più di chiunque altro, e l'odiava proprio perché un tempo l'aveva amato. Credeva di conoscerlo, di sapere che, proprio come lei, avesse un animo buono, che l'amasse davvero; eppure, invece di coccolarla tra le sue braccia, l'aveva lasciata sprofondare nell'oblio delle tenebre. Si era sentita persa, abbandonata; e così, senza aspettarsi alcun salvataggio da nessun principe azzurro, era diventata nera come il buio che l'attorniava.
 
Non avrebbe più creduto, né amato nessuno. Il cuore ferito che le batteva nel petto era suo e soltanto suo: non avrebbe concesso a nessun altro di poterlo vedere e distruggere come aveva fatto Stefano, ed era questo il motivo per cui, quando Fosco le aveva fatto una domanda sul vero amore, solo per poco si era trattenuta dal mostrargli una triste risata. Una parte di sé avrebbe voluto dirgli: "Il vero amore non esiste, sono solo favole che ti raccontano per addolcirti l'amara pillola della vita", ma ecco che quelle parole venivano subito bloccate dalla nebbia che albergava nel suo cuore e che la teneva ferma lì, paralizzata, proteggendola dal mondo esterno - persino dal suo corvo - con l'acido veleno che spesso le usciva dalle labbra. 

Eppure, nonostante questi meccanismi di difesa, Fosco era riuscita a capirla, anche se solo in parte. Avrebbe tanto voluto comprenderla di più, avvolgere le piume delle sue ali nere attorno all'anima di Malefica, aiutarla a uscire da quella spaventosa oscurità in cui era stata lasciata cadere, farla tornare a volare: sebbene Fosco fosse ancora un giovane corvo, ricordava bene il tempo in cui vedeva la più potente delle creature sfrecciare nel cielo con la sua maestosa eleganza, con quelle ali che lui stesso aveva più volte invidiato. Ma oltre alla nobile figura della Fata, ricordava anche il colore dei tramonti in cui lei amava tuffarsi, accompagnando la ritirata del Sole e salutando con dolcezza l'arrivo della Luna e delle stelle: un delicato arancio rosato, accogliente, abbastanza luminoso da far risplendere gli occhi verdi, la bellezza, ma soprattutto la gioia di Malefica, che solo allora poteva dirsi libera da qualsiasi catena di sofferenza.

"Non ti sopporto quando fai così." bofonchiò il corvino, guadagnandosi finalmente il tanto agognato sguardo - seppur gelido - della Fata. 

L'ingenuità del corvo quasi le faceva tenerezza. Era fortunato, lui: non aveva ancora conosciuto le pene di quella terribile maledizione chiamata amore e, in fondo al cuore, Malefica sperava che non le conoscesse mai. Non l'avrebbe mai ammesso, ma la compagnia di Fosco per lei era indispensabile; in un certo senso, poteva quasi dirsi il suo contrario. A differenza della bruna, infatti, il corvo non aveva alcuna remora a mostrare il suo vero stato d'animo, anche se questo poteva spesso significare un grande ammontare di sarcasmo e di lamentele da parte di Fosco. 

"Tu sarai le mie ali", gli aveva detto la prima volta che si erano conosciuti, e così era stato. Forse il corvino in passato aveva ammirato la maestosità delle sue grandi ali, ma adesso era la stessa Fata a desiderare quelle di Fosco, e non solo letteralmente. 

Malefica aveva bisogno di quelle ali, di quella persistente speranza così spontanea e tipica del corvino, un piccolo bagliore nell'oscurità in cui si era abituata a vivere, che le faceva venire nostalgia della vecchia se stessa e della luce del tramonto in cui amava immergersi, dei tenui e caldi colori di cui adorava tingersi la pelle chiara. Fosco le ricordava quella bambina con gli occhi vispi e curiosi e dal cuore d'oro, e stavolta mai, mai avrebbe permesso che le ali della sua anima le venissero portate via. Forse era quello il vero motivo per cui, quando l'aveva visto impigliato nella rete e quando aveva sentito le risa di scherno di quel contadino - così simile a Stefano -, aveva deciso di aiutarlo: non avrebbe potuto sopportare di vedere qualcun altro a cui venisse rubata la libertà. 

"La tua voce mi irrita. Riprendi a gracchiare, se t'aggrada. Meglio delle tue lagne." Malefica parlò compostamente, senza che la sua voce subisse alcun cambiamento di timbro. 

Le bastò uno schiocco di dita e Fosco tornò ad assumere la sua originaria forma di volatile, producendo un verso alquanto scocciato e innervosito; dopotutto, la Fata non gli aveva dato neanche il tempo di replicare. Malefica sorrise vittoriosa, lasciando che le zampette del corvo si posassero sulla sua spalla mentre accarezzava il piumaggio della sua testa, come per invitarlo a smetterla di agitarsi freneticamente.

"Su, su, sta' buono," sussurrò "almeno così puoi vantarti di avere le ali, no?"











Visualizza l'immagine a schermo interoNote dell'autrice 🌸
Mi sono iscritta al forum di EFP solo qualche tempo fa, così un pomeriggio, quando non avevo nulla da fare, ho spulciato un po' nella cartella dei contest e ho trovato questo qui, A couple, a situation. Non appena ho letto che tra i fandom elencati c'era quello di Malefica e tra le coppie c'era la Maleval, non ho potuto resistere e mi sono subito iscritta a quello che è il mio primo contest - sperando che, in futuro, riesca ad avere il coraggio di partecipare ad altri. La Maleval è una delle mie indiscusse OTP, adoro questa coppia: Malefica, la Fata che vorrebbe essere cattiva (ma in realtà non lo è) e Fosco, il corvo ingenuotto che alterna sarcasmo e lamentele. Fin dall'inizio del film ho shippato Malefica e Fosco - poi beh, ho visto qualche accenno alla AuroraxFosco, ma no, ho sempre tifato per la Maleval - e la miriade di post su tumblr mi ha fatto affezionare a questa coppia. Comunque, in relazione alla storia: forse dovrei inserire il fatto che ci sia qualche accenno alla StefanoxMalefica, ma ho pensato che questa coppia faccia parte del passato di Malefica, e poi sinceramente parlando detesto Stefano e lo detesta pure lei. Per quel che riguarda invece Fosco, ho pensato che Malefica potesse vederlo come la se stessa del passato, spensierato e con il cuore aperto. D'altronde, Fosco non ha ricevuto nessuna delusione d'amore e sembra proprio essere un ingenuotto come la giovane Malefica, ed è per questo motivo che alla Malefica del presente fa tenerezza. Alla fine, nonostante la Fata non voglia darlo a vedere, non sopporterebbe di vedere qualcun altro passare le stesse sue sofferenze, e mi piace pensare che sia proprio per questo motivo che ha deciso di aiutare il corvo la prima volta che si sono incontrati. Che altro dire? Penso di aver precisato tutto, e mi scuso per la lunghezza delle note! Tendo sempre a dilungarmi molto perché temo di essere fraintesa... Vi ringrazio infinitamente per aver letto questa storia, e soprattutto ringrazio Elisaherm per aver creato questo contest e per averci dato la possibilità di parteciparvi! È stata un'esperienza molto divertente. :) 
Alla prossima,
Euphemia >.^ 

  
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