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Autore: FreWolfie5    01/06/2015    3 recensioni
Iris Luna era una di quelle ragazze che si ritrovano a metà strada fra l'oscurità e la luce. La sua vita era abbastanza strana e avvolta nel mistero, ma a lei piaceva così com'era...finché un giorno la sua intera esistenza venne sconvolta.
Iris si ritroverà ad affrontare una realtà del tutto nuova, piena di sfide mortali e lotte senza precedenti. In compagnia di alcuni fra i più valorosi eroi sulla terra, si getterà in un'impresa oltre ogni limite dando vita ad una amicizia che sovrasterà qualsiasi avversità.
TRATTO DALLA STORIA
-Ma guardali. A volte penso che sarebbe stato molto meglio essere come loro. Gli adulti continuano a ripeterti “mi raccomando, sii te stesso” come se fosse facile, ma non è affatto così. Io ho deciso di essere me stessa ed ecco che cos'è successo, mi sono ritrovata sola. Le persone hanno paura di restare sole, è una cosa del tutto naturale, non mi sorprende che il resto del mondo decida di indossare una maschera pur di essere accettato-.
Desideravo tirare fuori dalla mia mente quelle parole mai pronunciate da un sacco di anni, ma non ne avevo mai avuto l'occasione.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Le Cacciatrici, Mostri, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo di nuovo, non riuscivo a crederci. Avevo promesso a papà che sarei stata attenta, invece mi ero di nuovo lasciata trasportare dalle emozioni negative. Come al solito, i miei compagni di scuola avevano iniziato a fare i bulli prendendosi gioco di me. Il peggiore di tutti era Rody Burs, un ragazzo tozzo quanto stupido, pieno di brufoli enormi sulla faccia con i capelli mori a spazzola che avevano la stessa consistenza delle setole di una scopa. I suoi occhi gli conferivano quell'aria tipica da pesce lesso ed il suo naso da maiale simile ad una collina franata non aiutava certo a migliorare la sua situazione. Per qualche strana ragione Rody si era auto eletto re della scuola, si credeva tanto figo, furbo e tosto, ma in realtà non era altro che un codardo attaccabrighe.

-Guardate chi c'è, Iris Lunatica!-

ridacchiò

-Per l'ultima volta Burs, è Iris Luna, non lunatica!-

lo corressi per la milionesima volta

-Scusa lunatica, ma temo che non me ne freghi proprio niente-

-Allora in questo caso potresti anche andartene, non hai qualcosa di meglio da fare che continuare a ronzarmi intorno come un moscerino fastidioso?-

gli chiesi con indifferenza senza degnarlo di uno sguardo. Ero arrivata ad un momento clou del mio nuovo libro sulla mitologia universale e non avevo intenzione di perdere il filo a causa di quell'idiota.

-Chi hai chiamato moscerino sfigata?!-

saltò su quello sputacchiando su tutto il tavolo solitario che mi ero accuratamente scelta per la mensa

-Tu, ed ora gira a largo se non ti dispiace!-

risposi brusca tentando di perdere le staffe come mi succedeva di solito.

Il brutto ceffo sbatté una mano sul tavolo con violenza per cercare di spaventarmi o per attirare la mia attenzione, ma io rimasi calma e impassibile come se nulla fosse successo, così riattaccò il suo discorso “intimidatorio” e senza senso

-Pensi di potermi dare degli ordini sfigata? Credi di essere diventata all'improvviso una specie di V.I.P.? Non hai nemmeno dei veri genitori! Non hai nessun diritto di dirmi cosa devo fare-

stava per succedere, mi sentivo le mani formicolare, agitavo freneticamente i piedi, non riuscivo a stare ferma. Strinsi i denti così tanto che mi fece male la mascella, non dovevo perdere il controllo, avevo promesso di restare calma e avrei tentato di tutto per riuscirci.

-Ti consiglio di smetterla Burs, torna a giocare con i tuoi amichetti e lasciami in pace-

-E questo dovrebbe spaventarmi? Cos'è? Mi stai minacciando forse lunatica? Sei una perdente, ecco cosa sei! Un'inutile, piccola, sciocca ragazzina saputella mangia-libri-

La rabbia dentro di me stava crescendo sempre di più, in circostanze diverse lo avrei atterrato a suon di pugni in faccia, ma dovevo cercare di resistere per il bene di mio padre. Se fosse accaduto ancora ciò che temevo, saremmo stati di nuovo costretti a cambiare città a causa mia e questo papà non se lo meritava. Glielo dovevo, dopotutto lui, pur non essendo il mio vero padre, mi aveva cresciuta e si era preso cura di me, dovevo essere forte per lui.

-Che c'è? Per caso ti hanno tagliato la lingua? Non sembri più così sicura di te ora, eh lunatica?-

mi istigò Rody.

Nella mia mente continuavo a ripetermi di restare concentrata e di lasciar perdere, che non ne valeva la pena.

Con la voce tremante dallo sforzo ed ogni singolo muscolo del corpo teso ringhiai

-Finiscila, altrimenti...-

-Altrimenti cosa lunatica? Che vuoi farmi? Non hai nessun potere contro di me e qui non c'è il tuo paparino adottivo a proteggerti! Sei sola, completamente sola ed indifesa. Sei così insignificante che nemmeno il tuo vero padre ti ha mai voluta!-

esclamò facendo riecheggiare quelle parole nell'aria. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, ero furiosa e irrequieta, mi sentivo come nel bel mezzo di una tempesta, il cuore mi tamburellava nel petto a ritmo frenetico e senza nemmeno poter rendermi conto di quello che stavo per fare mollai la presa non opponendo più resistenza. Gli occhi mi divennero come infuocati, non potevo vedermi allo specchio, ma capii che era così perché quando mi voltai a guardare con sguardo truce Rody, lui indietreggiò con un sguardo pieno di terrore.

Avevo perso ogni briciolo di controllo, sbattei i pugni su quel povero malcapitato tavolo della mensa che ne aveva passate di tutte i colori quel pomeriggio e con tutto il fiato che avevo in gola urlai contro a quel bullo ignorante

-Ho detto di finirla hai capito?!-.

Ci fu il panico più totale, nel giro di pochi secondi tutte le lampadine dell'edificio scolastico scoppiarono all'unisono rilasciando delle scintille incandescenti che si sparsero dappertutto, i vetri si ruppero uno dopo l'altro e scattò persino l'allarme antincendio facendo partire gli erogatori dell'acqua. Mentre tutti fuggivano spaventati io rimasi sola, in piedi al centro della mensa e completamente zuppa.

Dopo qualche secondo decisi di prendere le mie cose per tornarmene a casa. Anche fuori pioveva.

Camminai a passo svelto sotto il diluvio (tanto ero già bagnata) con le cuffie del mio iPod infilate nelle orecchie a massimo volume.

L'avevo fatto di nuovo, perché l'avevo fatto di nuovo? E soprattutto, cos'è che facevo esattamente? Papà diceva che tutto ciò che vedevo in quei momenti erano solo allucinazioni da stanchezza, ma io stentavo a crederci. Di certo non ero la persona più normale di questo mondo data la mia dislessia e la mia iperattività, ma sapevo distinguere chiaramente la realtà dalla fantasia...o almeno lo speravo!

Nel peggiore dei casi ero una pazza furiosa che si sognava strane cose e che spaventava a morte la gente, non che la cosa fosse una novità per me, anzi, sarebbe stato strano il contrario. Forse era per quello che ogni volta che succedevano episodi di questo genere mio padre decideva di cambiare cittadina, forse lo imbarazzavo. Ancora non capivo come mai aveva scelto me fra tutte le ragazzine normali che avrebbe potuto comodamente avere all'orfanotrofio femminile. Le parole di Burs mi ritornarono in mente...

 

“Sei così insignificante che nemmeno il tuo vero padre ti ha mai voluta!”

 

Aveva ragione, aveva tremendamente ragione. Il mio padre biologico mi aveva abbandonata e aveva fatto lo stesso con mia madre per quanto ne sapevo. Anche se non lo avevo mai conosciuto, non potevo fare a meno di odiarlo per tutto questo. Come aveva fatto mia madre ad innamorarsi di un tipo del genere? Me lo chiedevo spesso.

Ispezionai le piccole stradine cupe e spoglie del Michigan, perché doveva fare sempre così freddo in quel dannato posto?! Mai una sola giornata di sole! Riconobbi la biblioteca che si trovava a pochi passi da casa mia, ormai ero quasi arrivata.

 

Iniziai già ad inventarmi un discorso convincente da poter rifilare a mio padre riguardo alle vicende appena successe, quando una donna sulla settantina attirò la mia attenzione dandomi un colpetto sulla spalla che mi fece sobbalzare per la sorpresa. Era una vecchietta davvero bizzarra, aveva unghie lunghissime e laccate di un viola opaco, una bandana di un rosso accecante che le teneva in ordine i lunghi capelli scompigliati con un colore fra l'ambrato ed il grigio spento ed era vestita con una lunga veste colorata simile a quella di un hippie. Istintivamente mi tolsi le cuffie e rimasi in attesa aspettando di sentire cosa aveva da dirmi.

-Salve mia cara, ti vedo turbata-

disse gentilmente ritraendo la mano ossuta dalla mia spalla

-Posso fare qualcosa per aiutarti?-

aggiunse in seguito mostrandomi attraverso un sorriso i suoi denti giallastri e storti, alcuni erano pure marci o mancanti.

-No, sto bene, la ringrazio-

tagliai corto cercando di filarmela, quella mi dava i brividi!

Purtroppo, come temevo, l'anziana signora non si arrese così facilmente e sbarrandomi la strada con un braccio rispose

-Lo sai, se desideri posso predirti il futuro-

a quelle parole mi si aprì un mondo davanti agli occhi

-Quindi...lei è una specie di cartomante?-

ipotizzai

-Oh dolcezza non essere sciocca, io posso fare molto, MOLTO di più! I miei sono veri e proprio poteri magici-

ok, la faccenda cominciava a diventare assurda! Davvero questa donna credeva di avere qualche sorta di mistico potere divinatorio? Dovevo decisamente trovare un modo per scrollarmela di dosso alla svelta.

-Mi piacerebbe davvero, ma...io, ecco...io n-non ho soldi con me. Non posso pagarla-

m'inventai su due piedi, cosa che fra parentesi era anche vera

-Non ti preoccupare, per te farò un'eccezione-

mi rassicurò prendendomi la mano e racchiudendola fra le sue dita lasciandomi percepire la sua pelle secca e ruvida come carta vetrata.

A quel punto non avevo alcuna via di scampo, così decisi che l'avrei accontentata e poi me la sarei data a gambe più velocemente di un levriero

-D'accordo, mi ha convinta-

sbuffai con tono arrendevole.

Quello fu il mio primo grosso errore.  

Angolo Autrice
Salve gente! Spero che il primo capitolo di questa storia vi abbia incuriosito, perché siamo solo all'inizio.
Prima di andare avanti vi informo che il nome della protagonista si legge con pronuncia inglese, quindi non Iris com'è scritto, ma bensì Iris (Airis).
In secondo luogo ci tengo a dire anche che questa storia non segue i fatti accaduti all'interno della saga, ma va letta come storia a sè, quindi potrebbero esserci alcune variazioni di età dei personaggi o cose del genere che non corrispondo al racconto originale.
Se volete sapere cosa succederà in seguito continuate a leggere, prometto di aggiornare presto!
Bacioni a tutti!
Fre<3 

   
 
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