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Autore: piperina    02/06/2015    4 recensioni
Sequel della one-shot "Alive". -- Erano al sicuro. Hermione e Lucius avevano lasciato il bunker ed erano finalmente insieme a tutti gli altri.
Lei, i suoi amici.
Lui, la sua famiglia.
Era giusto così.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucius&Hermione - Wild Rose'
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AliveStill

Capitolo III

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«I Malfoy partono domani.»

 

Hermione vide tutto sfocato per qualche istante. Era rimasta a bocca aperta, incapace di rispondere a Harry. Doveva essere successo qualcosa… la partenza era fissata per la fine della settimana, mancavano ancora quattro giorni… perché l’avevano anticipata?

«Capisco,» fu tutto ciò che riuscì a dire, poi tornò a guardare le cartine sul suo letto.

Doveva parlare con Lucius prima che andasse via, ma come? Che scusa poteva usare per stare da sola con lui? Sarebbe risultato sospetto agli occhi degli altri.

Quindi finiva così? Usciti da quella casa era probabile che non si vedessero mai più… Quel pensiero da solo le provocò una crisi d’ansia che riuscì a gestire senza allarmare nessuno per fortuna.

La risposta ai suoi dubbi arrivò dopo cena, quando era già tornata in camera per pensare a qualcosa. La cena era stata strana, silenziosa, nonostante i tentativi di Tonks di fare conversazione.

Narcissa entrò in camera e chiuse la porta. Non ci era mai stata ed Hermione dubitava che fosse andata lì per salutarla in privato.

«Posso fare qualcosa per te?» chiese, guardandola con sospetto. C’era qualcosa che non andava.

«Prima di parlare voglio che tu sappia che per me non è semplice,» rispose la donna. «Non mi sono mai trovata in una situazione simile e non credevo che sarebbe successo con te.»

Hermione sentì freddo alla punta delle dita. Un brivido le percorse la schiena. Sapeva.

«Non so di cosa stai parlando.»

Narcissa le rivolse un sorriso strano. «Sono le stesse parole che ha detto Lucius questa mattina.»

«Io –»

«È inutile che provi a negare, so tutto. Non sono sicura di come prendere questa cosa, lo ammetto… e al momento preferisco non dire cosa penso, perché sarei molto cattiva nei tuoi confronti.»

A quelle parole Hermione arrossì. Forse per la prima volta si sentiva davvero in colpa per quello che aveva fatto. Era stata l’amante di un uomo sposato, una cosa che mai avrebbe creduto possibile. Se qualcuno gliel’avesse predetto sarebbe scoppiata a ridere. E invece…

«Narcissa, mi dispiace, dico davvero.»

L’altra scosse la testa. La sua compostezza era ammirevole. «So che ti dispiace e so che dispiace anche a lui. Una volta finita questa guerra farete i conti con ciò che avete fatto.»

Hermione si chiese cosa volesse fare Narcissa. Denunciarli? Accusare Lucius di averla costretta? Aggiungere il tradimento dei voti nuziali alla lunga lista che già pendeva sulla sua testa?

«È per questo che la vostra partenza è stata anticipata?»

«Sì.»

«Non è successo niente da quando siamo arrivati qui, a malapena abbiamo parlato!» esclamò a quel punto Hermione, di certo Narcissa non poteva credere che lei e Lucius si fossero appartati con tutti loro in casa?

«Di questo ne sono sicura, ma devo proteggere la mia famiglia, Hermione. Lucius è mio marito, che ti piaccia o no, che a lui piaccia o no, questa è la realtà dei fatti. Qualunque cosa credete di avere o di aver avuto è finita.»

Narcissa sembrava una madre che sgrida un bambino dispettoso. Era autoritaria, dura, eppure materna al tempo stesso.

È finita.

Lo sapeva, l’aveva sempre saputo, ma allora perché faceva così male? Perché il pensiero di allontanarsi davvero da Lucius le impediva quasi di respirare?

«Ad ogni modo, non sono un mostro… e non sono così crudele come sembra.» La voce della donna la riscosse dai suoi pensieri. «Vai a salutarlo. Ti aspetta in giardino, sul retro. Non vi vedrà nessuno.»

Hermione era sul punto di scoppiare a piangere. Non riuscì a impedirsi di sorridere all’idea di poter parlare ancora con lui.

«Grazie.»

Corse giù dalle scale senza voltarsi. Sentì delle voci provenire dalla cucina, ma non c’era nessuno nei paraggi, poteva uscire senza essere notata, come aveva detto Narcissa. Si chiese quanto fosse difficile per lei accettare quella situazione, un tale tradimento da parte del marito, e permettere anche a lui e alla sua amante di salutarsi.

L’aria quella sera era fresca. Hermione respirò a pieni polmoni prima di fare il giro della casa. Il cuore le batteva come un pazzo nel petto, era emozionata come una ragazzina al primo amore. E forse lo era davvero.

Quando vide Lucius le mancò il respiro. Le dava la schiena, sembrava assorto nei propri pensieri. Lo vide girarsi verso di lei poco dopo.

Per lunghi istanti nessuno dei due parlò. Si limitarono a guardarsi a qualche metro di distanza. Cosa potevano dirsi ancora? C’era davvero qualcosa da dire?

Hermione, però, continuava a farsi una domanda: era davvero la fine?

Fu impossibile contenere le lacrime quando lui le sorrise debolmente. Le sue gambe si mossero da sole, corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo, piangendo come non faceva da troppo tempo. Si sentì completa quando lui la strinse a sé tanto forte da farle quasi male.

«Tornerò lì,» disse Hermione tra i singhiozzi. «Quando tutto sarà finito tornerò al bunker ogni volta che mi sarà possibile farlo.»

«Allora mi troverai ad aspettarti.»

Rimasero così a lungo. Quello era il loro addio. Non sapevano cosa sarebbe successo l’indomani ed era buffo, perché proprio quel pensiero li aveva portati dove si trovavano ora.

Hermione si asciugò le lacrime e si spostò per guardare in viso Lucius. Era così strano, eppure si sentiva più vicina a lui che a chiunque altro. Quello che avevano non si era concluso quando erano andati via.

Era indefinito, in un certo senso sbagliato, forse immorale, ma non era finito. Non poteva finire.

«Io non so cos’è questo… questa cosa tra noi,» sussurrò Hermione con un sorriso triste sulle labbra. «Non dirò di essere innamorata di te.»

«E io non dirò di essere innamorato di te.»

Le veniva quasi da ridere.

«Allora credo che dovremmo parlarne.»

Lui annuì appena. «Quando tutto sarà finito.»

Doveva lasciarlo andare, lo sapeva, ma era così difficile, così doloroso. Tutto ciò che aveva pensato in quei giorni era svanito in una nuvola di fumo.

Non avrebbe mai dimenticato le settimane trascorse da sola con lui. Non avrebbe mai dimenticato quello che aveva provato tra le sue braccia.

Non avrebbe mai smesso di avere bisogno di lui, ma questo non poteva dirglielo, perché forse lui non l’aveva ancora capito – o forse era un bugiardo migliore di quanto lei credesse.

Hermione aveva così tanti sentimenti nel cuore che credeva potesse esplodere da un momento all’altro, ma non disse nulla. Si mosse appena, il suo viso era così vicino; si cercarono nello stesso momento e si persero in quell’ultimo bacio.

Non era un bacio d’addio, era un arrivederci.

Perché lei sarebbe rimasta viva a tutti i costi e lui avrebbe dovuto fare lo stesso – aveva una promessa da mantenere.

 

Mi troverai ad aspettarti.

 

 

 

 

 

   
 
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