Alive – Still
Capitolo III
«I Malfoy partono domani.»
Hermione vide tutto
sfocato per qualche istante. Era rimasta a bocca aperta, incapace di rispondere
a Harry. Doveva essere successo qualcosa… la partenza era fissata per la fine
della settimana, mancavano ancora quattro giorni… perché l’avevano anticipata?
«Capisco,» fu tutto ciò
che riuscì a dire, poi tornò a guardare le cartine sul suo letto.
Doveva parlare con Lucius
prima che andasse via, ma come? Che scusa poteva usare per stare da sola con
lui? Sarebbe risultato sospetto agli occhi degli altri.
Quindi finiva così? Usciti
da quella casa era probabile che non si vedessero mai più… Quel pensiero da
solo le provocò una crisi d’ansia che riuscì a gestire senza allarmare nessuno
per fortuna.
La risposta ai suoi dubbi
arrivò dopo cena, quando era già tornata in camera per pensare a qualcosa. La cena
era stata strana, silenziosa, nonostante i tentativi di Tonks di fare
conversazione.
Narcissa entrò in camera e
chiuse la porta. Non ci era mai stata ed Hermione dubitava che fosse andata lì
per salutarla in privato.
«Posso fare qualcosa per
te?» chiese, guardandola con sospetto. C’era qualcosa che non andava.
«Prima di parlare voglio
che tu sappia che per me non è semplice,» rispose la donna. «Non mi sono mai
trovata in una situazione simile e non credevo che sarebbe successo con te.»
Hermione sentì freddo alla
punta delle dita. Un brivido le percorse la schiena. Sapeva.
«Non so di cosa stai
parlando.»
Narcissa le rivolse un
sorriso strano. «Sono le stesse parole che ha detto Lucius questa mattina.»
«Io –»
«È inutile che provi a
negare, so tutto. Non sono sicura di come prendere questa cosa, lo ammetto… e
al momento preferisco non dire cosa penso, perché sarei molto cattiva nei tuoi
confronti.»
A quelle parole Hermione
arrossì. Forse per la prima volta si sentiva davvero in colpa per quello che
aveva fatto. Era stata l’amante di un uomo sposato, una cosa che mai avrebbe
creduto possibile. Se qualcuno gliel’avesse predetto sarebbe scoppiata a
ridere. E invece…
«Narcissa, mi dispiace,
dico davvero.»
L’altra scosse la testa.
La sua compostezza era ammirevole. «So che ti dispiace e so che dispiace anche
a lui. Una volta finita questa guerra farete i conti con ciò che avete fatto.»
Hermione si chiese cosa
volesse fare Narcissa. Denunciarli? Accusare Lucius di averla costretta? Aggiungere
il tradimento dei voti nuziali alla lunga lista che già pendeva sulla sua
testa?
«È per questo che la vostra
partenza è stata anticipata?»
«Sì.»
«Non è successo niente da
quando siamo arrivati qui, a malapena abbiamo parlato!» esclamò a quel punto
Hermione, di certo Narcissa non poteva credere che lei e Lucius si fossero
appartati con tutti loro in casa?
«Di questo ne sono sicura,
ma devo proteggere la mia famiglia, Hermione. Lucius è mio marito, che ti piaccia o no, che a lui piaccia o no, questa è
la realtà dei fatti. Qualunque cosa credete di avere o di aver avuto è finita.»
Narcissa sembrava una madre
che sgrida un bambino dispettoso. Era autoritaria, dura, eppure materna al
tempo stesso.
È finita.
Lo sapeva, l’aveva sempre
saputo, ma allora perché faceva così male? Perché il pensiero di allontanarsi
davvero da Lucius le impediva quasi di respirare?
«Ad ogni modo, non sono un
mostro… e non sono così crudele come sembra.» La voce della donna la riscosse
dai suoi pensieri. «Vai a salutarlo. Ti aspetta in giardino, sul retro. Non vi
vedrà nessuno.»
Hermione era sul punto di
scoppiare a piangere. Non riuscì a impedirsi di sorridere all’idea di poter
parlare ancora con lui.
«Grazie.»
Corse giù dalle scale
senza voltarsi. Sentì delle voci provenire dalla cucina, ma non c’era nessuno
nei paraggi, poteva uscire senza essere notata, come aveva detto Narcissa. Si chiese
quanto fosse difficile per lei accettare quella situazione, un tale tradimento
da parte del marito, e permettere anche a lui e alla sua amante di salutarsi.
L’aria quella sera era
fresca. Hermione respirò a pieni polmoni prima di fare il giro della casa. Il cuore
le batteva come un pazzo nel petto, era emozionata come una ragazzina al primo
amore. E forse lo era davvero.
Quando vide Lucius le
mancò il respiro. Le dava la schiena, sembrava assorto nei propri pensieri. Lo vide
girarsi verso di lei poco dopo.
Per lunghi istanti nessuno
dei due parlò. Si limitarono a guardarsi a qualche metro di distanza. Cosa potevano
dirsi ancora? C’era davvero qualcosa da dire?
Hermione, però, continuava
a farsi una domanda: era davvero la fine?
Fu impossibile contenere
le lacrime quando lui le sorrise debolmente. Le sue gambe si mossero da sole,
corse verso di lui e gli gettò le braccia al collo, piangendo come non faceva
da troppo tempo. Si sentì completa quando lui la strinse a sé tanto forte da
farle quasi male.
«Tornerò lì,» disse
Hermione tra i singhiozzi. «Quando tutto sarà finito tornerò al bunker ogni
volta che mi sarà possibile farlo.»
«Allora mi troverai ad
aspettarti.»
Rimasero così a lungo. Quello
era il loro addio. Non sapevano cosa sarebbe successo l’indomani ed era buffo,
perché proprio quel pensiero li aveva portati dove si trovavano ora.
Hermione si asciugò le
lacrime e si spostò per guardare in viso Lucius. Era così strano, eppure si
sentiva più vicina a lui che a chiunque altro. Quello che avevano non si era
concluso quando erano andati via.
Era indefinito, in un
certo senso sbagliato, forse immorale, ma non era finito. Non poteva finire.
«Io non so cos’è questo…
questa cosa tra noi,» sussurrò Hermione con un sorriso triste sulle labbra. «Non
dirò di essere innamorata di te.»
«E io non dirò di essere
innamorato di te.»
Le veniva quasi da ridere.
«Allora credo che dovremmo
parlarne.»
Lui annuì appena. «Quando
tutto sarà finito.»
Doveva lasciarlo andare,
lo sapeva, ma era così difficile, così doloroso. Tutto ciò che aveva pensato in
quei giorni era svanito in una nuvola di fumo.
Non avrebbe mai
dimenticato le settimane trascorse da sola con lui. Non avrebbe mai dimenticato
quello che aveva provato tra le sue braccia.
Non avrebbe mai smesso di
avere bisogno di lui, ma questo non poteva dirglielo, perché forse lui non l’aveva
ancora capito – o forse era un bugiardo migliore di quanto lei credesse.
Hermione aveva così tanti
sentimenti nel cuore che credeva potesse esplodere da un momento all’altro, ma
non disse nulla. Si mosse appena, il suo viso era così vicino; si cercarono
nello stesso momento e si persero in quell’ultimo bacio.
Non era un bacio d’addio,
era un arrivederci.
Perché lei sarebbe rimasta
viva a tutti i costi e lui avrebbe dovuto fare lo stesso – aveva una promessa
da mantenere.
Mi troverai ad aspettarti.