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Autore: TheHellraiser    02/06/2015    3 recensioni
-Facciamo una scommessa. Stanotte resto qui, non sarà tanto difficile. Alle cinque tornate pure a controllare, sarò ancora qui, altro che fantasmi- [...]
-Signor Schmidt, la prego, deve aiutarmi. I miei amici sono scomparsi-

Sì, prima o poi dovevo fare una fan fiction su FNAF. Spero non sia poi così male. x'D
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mike Schmidt, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Intro – What could possibly go wrong?
 
-Ragazzi, sto cominciando ad avere fame- sbuffò Vance, annoiato, continuando a rosicchiare lo stecchino che teneva fra i denti. Wade annuì, sospirando a sua volta, mentre Nico si limitò ad ignorarlo, troppo occupato a scrivere messaggi sul suo cellulare per pensare ad una risposta. Rimase in silenzio per una manciata di secondi, picchiettando alacremente sullo schermo del cellulare, e quando ebbe finalmente finito di scrivere alzò lo sguardo e guardò Vance.
-Beh, possiamo andare a farci una pizza al Freddy’s. Non è molto lontano da qui, no?- suggerì Nico con un’alzata di spalle, rimettendosi poi ad armeggiare con il suo cellulare.
-Qualsiasi cosa, basta che mangiamo- rise Wade, dando una pacca sulla spalla a Nico per distrarlo. Lui si limitò a rifilargli uno sguardo velenoso che sembrava quasi dire “non mi rompere”, ma si decise finalmente a riporre il cellulare. Vance si limitò ad annuire senza dire altro, e così i tre si diressero verso il Freddy Fazbear’s Pizza. Nico aveva ragione, non si trovava molto lontano da lì, infatti dopo poco più di un minuto di camminata arrivarono al ristorante e ci entrarono. Non appena varcarono la porta, una musica allegra li investì in pieno, assieme alle risa dei bambini che si affollavano intorno a tre grossi pupazzi messi su un palco. Erano un grande orso marrone, un coniglio azzurro e una specie di gallina gialla; gli animatronics stessi producevano la musica, cantando e suonando degli strumenti musicali. I tre, tuttavia, ignorarono i pupazzi, mettendosi al primo tavolo libero che trovarono per ordinare una pizza.
-Quando ero piccolo adoravo quell’orso. Com’è che si chiama? Freddy, giusto?- commentò Vance, osservando i tre animatronics che cantavano sul palco.
-Già. Freddy è l’orso, la gallina è Chica, e poi c’è il coniglio che si chiama Bunny- annuì Wade, indicando di volta in volta il pupazzo che nominava.
-Bonnie- lo corresse distrattamente Nico, mentre guardava il menù per scegliersi una pizza.
-Sì, sì, Bunny, Bonnie, stessa roba- replicò Wade, senza nascondere una vaga sfumatura seccata nella voce.  Nico rise, e passò il menù a Vance perché potesse scegliersi una pizza. Lui rimase ancora un po’ a guardare gli animatronics, prima di prendere il menù per darci un’occhiata.
-Il mio preferito era sempre stato Foxy, ma da quando hanno rifatto questo posto non c’è più. Dicevano avesse morso qualcuno, ma sono tutte stronzate. Era solo uno stupido robot, non può aver fatto una cosa del genere - brontolò Vance, quasi come se fosse ancora contrariato dal fatto che il suo animatronic preferito fosse stato rimpiazzato.
-Su internet dicono che fosse posseduto- rise Nico. Vance gli rivolse un’occhiata scettica.
-Certo, posseduto. Come no. Di sicuro ci sono dei fantasmi in una fottuta pizzeria- ghignò, scuotendo la testa e lasciando cadere il menù sul tavolo. Wade ignorò i due assorti nelle loro discussioni e si mise a sua volta a scegliere una pizza, senza prestare la minima attenzione a ciò che stavano dicendo sulla volpe animatronica.
-Ehi, stai attento, magari ti sentono- rise Nico.
-Tsk. Sai che paura. Mi piacerebbe davvero incontrarli, così gli faccio il culo di persona per aver fatto rimpiazzare Foxy- replicò Vance con una smorfia, continuando a rosicchiare lo stecchino che ormai era diventato più simile ad una specie di pasta di legno che ad uno stecchino vero e proprio.
-Secondo me te la faresti addosso- lo provocò Wade, riponendo a sua volta il menù sul tavolo. Vance gli rifilò un’occhiataccia offesa, punto nell’orgoglio dal commento di Wade.
-Ma fottiti. Sai cosa? Facciamo una scommessa. Stanotte resto qui, non sarà tanto difficile. Mi nasconderò in qualche stanza a caso, tanto quelli dello staff sono troppo occupati a rincorrere marmocchi per accorgersene. Alle cinque tornate pure a controllare, sarò ancora qui, altro che fantasmi- disse Vance, lanciando un’occhiata di sfida a Wade. Lui scoppiò a ridere, e Nico sospirò scuotendo la testa.
-E va bene. Scommetto cinquanta dollari che scappi fuori prima- ghignò Wade, porgendo la mano destra a Vance. Quello la strinse vigorosamente, con un ghigno sarcastico dipinto sul volto. Era evidente che si sentiva già in tasca quei cinquanta dollari. Nico li guardò con aria di sufficienza.
-Come volete, ragazzi, ma io non mi alzo alle cinque per stare dietro alle vostre stronzate, ci penserà Wade a venire a controllare- sbuffò. Wade e Vance annuirono, senza smettere di fissarsi negli occhi con aria di sfida. Nico alzò gli occhi al cielo. Ogni volta che uscivano per andare da qualche parte, quei due finivano sempre per fare qualche scommessa stupida del genere, e ormai Nico aveva rinunciato da tempo a cercare di fargli capire quanto inutili fossero quelle scommesse, limitandosi a cercare di indovinare chi avrebbe vinto. In fondo erano scommesse stupide, sì, ma il massimo che rischiavano erano di essere beccati a girare per una pizzeria durante la notte. Cos’altro poteva andare storto?
 
Mike si guardò attentamente allo specchio, passandosi le dita sul volto liscio e appena sbarbato. Sorrise appena, provando il suo sguardo più determinato. Insomma, doveva fare bella figura al colloquio di lavoro. Si sistemò per bene il colletto della camicia, poi i polsini, e infine stirò per bene la stoffa delle maniche con una mano. Si mise il profumo, appena un pochino, e infine si pettinò i capelli. Quando ebbe concluso tutta quella serie di azioni, uscì dal bagno e si lasciò cadere sulla poltrona del salotto, accendendosi una sigaretta per rilassarsi un po’. Il colloquio di lavoro era fra un paio d’ore, e Mike voleva essere pronto. Certo, era soltanto uno di quei lavoretti estivi, ma comunque ci teneva a fare bella figura con il suo futuro capo, visto che l’affitto non si sarebbe di certo pagato da solo. Mike socchiuse gli occhi, ripetendo mentalmente il discorso che aveva intenzione di fare al capo. Nulla di speciale, il solito che ripeteva a ogni colloquio di lavoro. Nome, età, titolo di studio, precedenti esperienze lavorative, spiegazione su come fosse molto più figo degli altri candidati e meritasse molto più di loro di essere preso. Il discorsetto mentale di Mike venne interrotto dal suono del campanello. Lui cercò di ignorarlo, ma chiunque fosse alla porta non sembrava avere alcuna intenzione di desistere.
-Che palle- brontolò fra i denti, alzandosi dalla poltrona e trascinandosi pigramente verso la porta dell’appartamento. Quando aprì, si trovò davanti un ragazzo, che poteva avere al massimo diciassette o diciotto anni. Quel tipo lo stava fissando con aria afflitta, come se gli avessero appena investito il gatto, e sembrava incredibilmente nervoso.
-Signor Schmidt, deve aiutarmi- disse il ragazzo, con un filo di voce. Mike lo guardò con aria di sufficienza, squadrandolo per bene per alcuni secondi prima di rendersi conto del fatto che lo conosceva.
-Ehi, ma tu sei quel ragazzino del terzo piano, quello che mi fotte sempre il wi-fi, Nico o come cazzo ti chiami. Cosa vuoi?- rispose Mike con una smorfia, senza nascondere un tono ostile. Nico rimase a guardarlo fisso negli occhi, come se stesse pensando a come mettere la frase prima di dirla.
-I miei amici sono scomparsi. Hanno fatto una scommessa stupida, Vance voleva restare da Freddy tutta la notte e Wade doveva andare a controllare, ma non li ho più visti. La prego, mi aiuti a trovarli- disse, teso, fissando intensamente Mike con uno sguardo che diceva molto. Lui continuò a guardalo con la stessa aria di sufficienza, senza mutare minimamente espressione. Tutto il suo atteggiamento diceva più che chiaramente che non gliene poteva fregare di meno. Aspirò una boccata di fumo, pensandoci su.
-Stammi a sentire, piccoletto, non è che…- cominciò, ma Nico lo interruppe quasi subito.
-La prego. Lei è la persona più simile ad un poliziotto che conosca, non so a chi altro chiedere- disse nervosamente, con il tono di voce che stava diventando sempre più simile ad un piagnucolio. Un poliziotto, certo, pensò Mike. Altri secondi passarono nel silenzio, prima che Mike si decidesse nuovamente a rispondere.
-Ero solo un guardiano notturno, e neanche tanto bravo- rispose, soffiando fuori il fumo della sigaretta. Cercare persone scomparse non era esattamente nella lista delle sue dieci attività preferite, né delle cento, e nemmeno delle mille. Anzi, probabilmente era un’attività che mai nella sua vita si sarebbe messo a fare. Certo, a meno che non l’avessero pagato per farlo, benintesi. Tuttavia, in tutta sincerità, dubitava che quel ragazzino avesse intenzione di pagarlo.
-La prego- disse nuovamente Nico, senza scollare lo sguardo dagli occhi blu di Mike. Lui rispose con una smorfia.
-Che, ti si è incantato il disco? Come speri che possa ritrovare i tuoi amici se non so nemmeno trovare due calzini uguali nel cassetto, ragazzino?- sbuffò Mike, con il tono che stava diventando sempre più seccato. Non capiva perché quel dannato ragazzino insistesse così tanto, nonostante ogni atteggiamento e parola di Mike lasciasse intravedere un vaffanculo bello grosso. Forse, era davvero così disperato come diceva. Nico abbassò lo sguardo, probabilmente non sapendo più cosa rispondere. Rivolse a Mike uno sguardo da spezzargli il cuore, e Mike distolse lo sguardo, portandolo sulla sigaretta accesa che teneva fra le dita. Anche se la tentazione di dirgli di arrangiarsi era forte, Mike non riusciva comunque a non sentirsi in colpa. Certo, non era affatto un poliziotto e probabilmente non sarebbe riuscito a cavare un ragno dal buco anche se si fosse messo alla ricerca degli amici di quel tipo, ma comunque non gli piaceva l’idea di mandarlo semplicemente affanculo e tornarsene sulla sua poltrona a fissare il soffitto. Certo, aveva il colloquio di lavoro da fare, ma Nico sembrava essere così disperato. Sospirò pesantemente, spegnendo la sigaretta contro lo stipite della porta.
-E va bene, smetti di fare quella faccia. Ti darò una mano, ma non ti prometto niente. Hai detto che erano da Freddy, posso provare a chiamare un amico e vedere se mi lascia dare un’occhiata. Però se ti aiuto tu la smetti di ladrare sul mio wi-fi, ok?- disse Mike, puntandogli contro un dito. Il viso di Nico sembrò illuminarsi di colpo, e lui annuì speranzoso. Mike gli fece un cenno con la mano, invitandolo ad entrare nel suo appartamento. Il ragazzo seguì Mike, richiudendo la porta dietro di sé e attendendo con ansia istruzioni da parte di Mike. Lui gettò il mozzicone di sigaretta nel posacenere messo sul tavolino del salotto, e prese il cellulare che ci stava appoggiato accanto. Aprì la rubrica, scorrendo fino alla F e chiamando uno dei contatti, mentre Nico restava a guardarlo con aria ansiosa. Dopo interminabili secondi di silenzio, finalmente qualcuno rispose.
-Pronto?- disse una voce dall’altra parte, resa vagamente metallica dal cellulare.
-Jeremy? Devo chiederti di restituirmi un favore-

NdA: Ok, spero che sia abbastanza decente come inizio. Non picchiatemi pls. x°D
  
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