Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Yumi_Sagami    02/06/2015    1 recensioni
Dolore. Era l'unica parola presente nel vocabolario della piccola Kunie, di soli 15 anni. Aveva sempre trascorso una vita felice all'interno dell'orfanotrofio, sapeva che i suoi genitori l'avevano mandata lì per darle una vita migliore a causa dei loro debiti. Ma non possono lasciarla scappare, nonostante ci provino. Perché i debiti rimangono. Così la vita della piccola Kunie fu stroncata del tutto, prendendo una piega differente, per colpa di un dannatissimo debito che la sottomise per sempre alla casata dei Trancy.
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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XIX° Secolo. Orfanotrofio della S. Croce. Inghilterra.

Buio. La notte è buia. Fa veramente paura, detta così, ma nessuno conosce tutte le sue sfaccettature, tutte le sue sfumature di tenebra. Chi dice che le tenebre sono luogo nel quale risiede la malvagità? Penso che nessuno debba dire ciò, senza la consapevolezza. Pensavo questo, fino all'arrivo di quel giorno, fino all'arrivo di quel maggiordomo, di Caronte, che con la sua barca mi scortava verso l'Inferno, per farmi conoscere il diavolo di persona. Perché quel Conte era ed è veramente un diavolo. Penso che possa arrivare ai livelli di Satana, o magari ne è semplicemente l'incarnazione.
Sapevo bene che era troppo bella la mia vita, sapevo che sarebbe arrivato qualcuno a distruggerla. Ma non sapevo chi e perché. A dire il vero non sapevo che la mia vita avrebbe preso una tale piega, ma non tutte le favole hanno un lieto fine.
Era una notte, non so dire se calda o fredda, dal momento che riposavo tranquillamente nel mio letto, quando uno stridolio irruppe quel silenzio del quale la camera era inondata. Una figura robusta e leggermente bassa fece capolino in quella buia stanza. La domestica dell'Orfanotrofio.
-Kunie?- Sentii quel nome in un sussurro, tremante e pieno di disperazione. Emisi dei flebili mugolii, rigirandomi nel letto. -Ancora cinque minuti, signora Orwell.- quelle parole la fecero sospirare, ma, dal momento che quel sospiro era tremante, mi alzai di scatto, gli occhi incavati e circondati da occhiaie blu e pesanti, la fronte coperta da piccole goccioline e i capelli lunghi e castani scompigliati in forme orrende. Mi strofinai gli occhi stancamente e osservai il corpo della donna avvicinarsi al mio. -Bambina mia, ora deve andare con un signore, è un maggiordomo. Non devi avere paura, una famiglia molto ricca ti ha adottata.- Le sue parole uscirono comunque tremanti, senza un briciolo di calma e speranza. Un'altra figura, più alta e slanciata, fece ingresso nella stanza, pronunciando parole che fecero tremare persino me. -La signorina deve muoversi, o il suo nuovo Padrone si innervosirà.- Sussultai, portando lo sguardo, terrorizzato, sul viso della donna accanto a me, che, con lo sguardo basso, mi fece alzare, mi fece fare un veloce bagno, lavandomi i capelli e mi vestì, un vestito da cameriera, o serva, probabilmente. Era pure troppo lungo per colpa della mia eccessivamente bassa statura. Mugolai come una bambina di due anni e mi aggrappai alla gonna della signora, nascondendomi.
Ma ciò non bastò a fermare la grande figura dell'uomo, che mi strattonò via, prendendomi per mano e trascinandomi via. Urlai e mi dimenai con tutte le forze, nel
tentativo di liberarmi, che fu invano. Arrivati all'esterno mi accorsi che la notte era fredda. Che era veramente un luogo oscuro. Ma tutto ciò perché erano le persone a
rendere l'oscurità malvagia. Persone come quel maggiordomo.
-Mi chiamo Claude. Sono il primo maggiordomo della casata dei Trancy. Ti istruirò per bene, in modo da non fare arrabbiare il mio Padrone.-.
Deglutii trattenendo i singhiozzi, sistemandomi in quella grande carrozza e nascondendomi in un angolo buio, per non farmi notare. E fu l'inizio di un viaggio pieno di "questo è vietato" e "o verrà punita dal Padrone" verso l'inferno. Proprio come Caronte e Dante.
Arrivati davanti a questo enorme edificio, Claude mi fece scendere, afferrandomi per mano e conducendomi all'ingresso, entrando e trascinandomi per un lungo corridoio, fino ad una stanza con la porta viola ed enorme. Le mie mani presero automaticamente a sudare e tremare per il nervosismo. Quando la porta venne spalancata una bassa figura dagli occhi color ghiaccio e freddi mi fissarono, contornati da un sorriso inquietante e dei capelli biondo-oro.
La figura del ragazzino si levò dalla sedia, dirigendosi a passo lento verso di me, facendomi nascondere dietro Claude, che scosse appena la testa, come per avvertirmi, facendomi tornare alla precedente posizione. Il corpo snello e alto del ragazzo si parò davanti al mio, abbassandosi e facendo incrociare i nostri sguardi.
-Prima regola: mai guardare in faccia il proprio padrone.- Detti ciò, le sue mani forti mi afferrarono i capelli, stringendoli e tirandoli verso il basso e facendomi inginocchiare.
Che l'inferno abbia inizio.
   
 
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