E’ strano come la maggior parte del mio lavoro si svolga in vicoli poco illuminati. Non so perchè, ma i cattivi hanno questa passione sfrenata per i posti sporchi e bui. 

Di fronte a me c’è un vampiro dai capelli bianchi, sicuramente tinti visto che non dimostrava più di trent’anni. Stiamo lottando già da un po’, e non so lui, ma io voglio finire la notte ed infilarmi sotto le coperte.

Così quando mi lancia un coltello che teneva nascosto chissà dove e mi ferisce il braccio, decido che sì, è proprio arrivato il momento di porre fine a questo scontro.

Inizio ad incanalare energia sui palmi delle mani, che si muove e mi striscia sulla pelle come vento caldo trasformandosi in fiamme vive. Adoro questo momento, la pace interna. Tutto scompare e rimani tu, il tuo potere e il tuo bersaglio. Ho la dote innata di prevedere alcune cose, quindi so già che si butterà a sinistra per evitare la prima sfera che gli lancerò.

Lo guardo in quegli occhi verdi che sembrano brillare alla luce del lampione mezzo spento alla sua destra. Prendo una bella boccata d’aria sporca e lancio la mia prima bambina. 
Lui si butta sulla sinistra, ma concentrato com’è a schivarla non si accorge del bacio passionale che sta per ricevere. In pieno petto. 
Tre… due… uno. 
Lui urla,io sorrido.

Finalmente sto per tornare a casa. 
Mi avvicino mentre cerca di spegnersi le fiamme che gli stanno velocemente distruggendo la maglietta. Sarò delicata, anche se non se lo merita. Inizio a recitare l’incantesimo per fargli perdere i sensi e come una ninna nanna la mia voce lo raggiunge, dolce ma sicura. Vedo che vuole combatterlo, ci prova davvero,  ma le sue palpebre iniziano ad abbassarsi, cade in ginocchio e un attimo prima che finisca K.O.  gli sussurro << Regola numero uno: mai far sanguinare una strega >>

Lui parte per Ninnaland, io lo ammanetto al suo amico lampione e chiamo la squadra di pulizia che lo porterà in una prigione per tipini “fuori dal comune”. Nottata finita, almeno spero. 

Yuumi, il mio famiglio, una scimmietta bianca di trenta centimetri che passa la maggior parte della sua esistenza sulla mia spalla, inizia a giocare tirando prima le orecchie e poi la bocca del vampiro facendogli fare delle smorfie che, coscientemente, non avrebbe mai fatto. 
Le sorrido e la richiamo. 
Il taglio sul braccio perde un bel po’ di sangue, è più profondo di quanto pensassi.

Domani andrò in Congrega e me lo farò guarire. Non c’è trucco e non c’è inganno signori e signore, la magia non lascia cicatrici e fa risparmiare tempo e dolore inutile.

Mi incammino verso casa, sono le cinque e mezza del mattino, tra poco albeggia e l’unica cosa a cui riesco a pensare e che devo fare pipì…da circa due ore. 
Entro in casa ed appena chiudo la porta alle mie spalle mi accorgo di due cose:
la prima è che sto sanguinando a terra e che dopo, probabilmente, dovrò pulire anche le scale del palazzo.
La seconda è che non sono sola.