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Autore: Cara_Sconosciuta    07/01/2009    18 recensioni
“Nome.”
“Kevin Jonas. Dove sono i miei fratelli?”
“Età.”
“Ventisei. Mi dice dove cazzo sono finiti i miei fratelli?”
“Non si agiti, il suo braccio è fratturato.”
“Me ne fotto del mio braccio! Voglio vedere i miei fratelli!”
“Potrà vederlo quando arriveremo in ospedale.”
“Vederlo?”
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E siamo al 15...direi più o meno a metà. Sappiate che voglio assolutamente finire questa storia per quando andrò a Berlino quindi entro aprile. Bene, e dopo questa notizia di servizio....i grazie!!!!

Ma prima un appello: Maybeeeeee!!! Dove sei!!!!

 

Neve: grazie, neve, che mi hai fatto iniziare la scuola con un giorno di ritardo!

 

LaSociaPolla: che ha sbagliato capitolo! Te l’ho già detto, Joe è un disadattato cretino eccome, e qui ne avrai la conferma! E non ti permettere di fare spoiler!!!!Ohè!

 

Alexya379: la nonna di Martha è la mia nonna Rosy...che non cambierei con nessun’altra al mondo!!! Mai fu piana la strada del vero amore... hihi mai furono scritte parole più vere, altroché!

 

Pretty_Odd:Non so quanto davvero possa essere costato a Joe quel sei mia...secondo me gli è letteralmente uscito da solo dalle labbra, perché non ci vedeva più dalla gelosia. Riuscirà ad essere un po’meno pirla? Chissà...

 

Sbrodolina: ora sai che la long nuova inizierà sicuro prima di aprile...contenta??? :-D Okok, ti lascerò sognare... spiegalo tu a mia madre che devo continuare a scrivere, che lei mi dice di smettere! Nerviiiiiiiiiiiii!!!!

 

Selphie: Eh no che non mi sono offesa, anzi! Joe, Liz e Martha ringraziano per i consigli ricevuti...e cercheranno di prestarvi fede. Ma non promettono niente, sai come sono....

 

Sweet_S:Io non mi sono mai ubriacata col latte, anche perché non mi piace, lo bevo perché mi ci costringe la dietologa (santa Antonella da Luino), ma fammi sapere com’è! Dai dai dai, facciamo il film! Io faccio Eliza!!! Mi chiamo anche come lei, che puoi volere di più? Ma i Jonas devono essere quelli veri, eh!

 

Billa: Aggiornato in questo mio ultimo, insperato giorno di vacanza (sospira con gesto teatrale). Grazie dei complimenti!!!

 

Tay_: eccotene un altro!!

 

Razu_91:facciamo tutte insieme il tifo per Liz! Che, però... no, non te lo dico!

 

Sweet_Doll: e come sempre grazie! Adoro far commuovere la gente! :-D

 

Beautiful_disaster: Chris è tornato, tremate mortali!!! A parte questo, davvero, vorrei sapere anche io come finirà tra Joe e Liz...cioè, cm finirà lo so... più che altro non so come ci arriveranno, a quella fine, porelli! E la nonna... la mia nonna cresciuta da una madre abituata a vivere con 8 fratelli...sì, direi che di pregiudizi ne aveva e ne ha ben pochi!

 

Jollina la verde: intanto grazie per i complimenti... poi...beh, Liz e Joe sono quantomeno...complicati, ma prima o poi qualcosa tra loro, nel bene o nel male, dovrà pur scattare, no?

 

Lyan: facciamo tutte insieme un appello: danger torna da noiiiii!!! Ringrazio sia te che sbrodolina e Sweet_S per il paragone con la grande Rowling...non credo di meritarlo davvero, ma mi fa un immenso piacere!

 

KymLYCANTHROPE: Benvenuta!!!! Che bello, spero che la storia continuerà a piacerti al punto da lasciare altre recensioni che, sapendo che non ti piace scriverle, mi faranno ancora più piacere! Ti ringrazio in particolare di aver notato le canzoni: amo dare una colonna sonora alle mie storie e sono felice che sia azzeccata!

 

Agatha: Chris rulez!!! Un grande grande grazie al mio fantavoloso parrucchiere Fabrizio che mi ha ispirato questo personaggio!!! Passando oltre...ecco agatha che torna con i suoi ritratti psicologici *tempe adora agatha*, questa volta puntando sulla nonna...avrai modo di amarla ancora di più, fidati! Joe ed Eliza sono assolutamente la mia coppia preferita, quindi non potevo non riempirli di problemi che, ahimè, sono ancora ben lontani dal trovare una soluzione. Ma i tempi bui sono quasi finiti, tieni duro!!!

 

Bibi94_Jonas4ever: fa niente, tranquilla! Ora si torna alla normalità (purtroppo)...ma grazie grazie! Vediamo allora di farli tornare a splendere, questi gioielli di ragazzi!

 

Grazie ai quaranta che mi tengono tra i preferiti!!!

Temperance

 

 

 

 

-Capitolo Quindici-

 

Ascolta i vecchi che hanno voglia di ballare

E sopra un ponte le bugie di un pescatore

...

Ascolta quello che hai dentro al petto

E che non hai mai detto

(i Pooh, Ascolta)

 

 “Fermati, cretino!”

Joe si bloccò al margine della strada, ansimando e guardandosi intorno, quasi aspettandosi di trovare nostro padre lì a riprenderlo, a farlo tornare indietro a calci.

Invece i suoi occhi incoccarono solo in un senzatetto che inseguiva, senza fiato, un cagnolino bianco, che gli stava passando accanto proprio in quel momento.

Senza pensarci troppo, Joe si chinò ed afferrò il logoro guinzaglio blu, ignorando l’aria minacciosa della bestiola.

“Il suo cane, signore.”

L’uomo lo raggiunse e gli rivolse uno sdentato sorriso riconoscente.

“Grazie, giovanotto. Ho una certa età, sai? Non corro più come una volta.”

“Nessun problema.” Replicò, chinandosi e tendendo una mano verso l’animale, che l’annusò, circospetto, per poi prendere a leccarla senza alcuna remora.

“Gli piaci!” Esclamò l’anziano, battendo un paio di volte tra loro le mani coperte da un paio di guanti improvvisati con dei pezzi di camicia.

“Sì... io e i cani siamo sempre stati ottimi amici, vero, piccolo?” Il cagnolino guaì, contento, lasciando che Joe gli accarezzasse la pelle sensibile dietro alle orecchie.

Me lo ricordo, Joe ragazzino, che faceva gli occhioni dolci a papà per prendere un cucciolo. E papà che nemmeno lo guardava, perché sapeva che, se lo avesse fatto, avrebbe ceduto nel giro di due minuti.

“Sono molto meglio delle persone, a volte.” Commentò l’uomo, mentre Joe si rialzava e gli tendeva il guinzaglio sporco.

“Di certo sono meglio di me.”

“Niente affatto: chi piace ai cani è per forza una bella persona. Forse devi soltanto capire cosa sbagli.”

“Forse...”

L’anziano senzatetto si strinse nelle spalle, sorridendo appena.

“Pensaci, ragazzo. Hai una vita davanti e questa notte ancora non è finita. Magari fai in tempo a sistemare qualcosa.”

“Può bastare una notte per rimettere in sesto una vita?”

Il sorriso dell’uomo si allargò, mentre il cagnolino iniziava a tirare come un matto verso chissà quale meta.

“A volte bastano pochi secondi. Ciao, ragazzo!”

Joe rimase immobile a guardare lo strano individuo allontanarsi sempre di più.

 

Senza mai voltarsi....

 

“Me ne pentirò....” Sussurrò, scuotendo appena i ricci scuri, prima di riprendere a correre nella stessa direzione da cui era arrivato.

Eliza era ancora lì, seduta per terra, il capo reclinato, il viso rivolto verso l’asfalto e coperto dalle ciocche rossicce.

 

Meravigliosamente bella....

 

Senza dire nulla, mio fratello si accovacciò esattamente davanti a lei, il viso a pochi centimetri dal suo e rimase in quella posizione finché lei non si decise ad alzare gli occhi, non più lucidi, ma arrossati e tristi.

“Che cosa ci fai qui?”

“Ti porto a casa.” Rispose semplicemente lui, tendendole una mano.

“Ma devo andare a lavorare.”

“Ti porto a casa. Dobbiamo parlare.”

Eliza annuì, assimilando la richiesta, la supplica che le era stata rivolta sotto forma di ordine.

E decise che non si sarebbe arrabbiata.

“A casa mia no.” Replicò, afferrando la mano di Joe e alzandosi in piedi insieme a lui.

Joe annuì, capendo ciò che lei intendeva ed incassando il colpo. Non poteva certo aspettarsi che fosse già pronta per stare sola con lui...

“Da me ci vieni? C’è Kevin....”

Eliza accennò un sorriso, sistemandosi il basco sul capo e stringendo forte la mano di Joe.

“Dai, andiamo.”

 

Tutte le donne ci tradiscono un po’

Non con un altro ma con noi

Con noi di altri giorni, con più vizi e virtù

Con quelli che non siamo più

Fra le mie braccia cerchi me

Com’ero prima

Quand’ero il tuo vento

E non la tua catena

(i Pooh, Quando anche senza di me)

 

“Bene. Di cosa vuoi parlare?”

Joe si sedette sulla poltrona di fronte al divanetto occupato da Eliza e si passò una mano tra i capelli scuri, cacciando da davanti ai propri occhi un boccolo ribelle che tornò al suo posto dopo pochi istanti.

“Come mai non li stiri più?”

“Volevo parlare di noi.”

“Bene.” Replicò Eliza, già dimenticata la domanda di poco prima. “Allora ti dico io una cosa. Non puoi dire che sono tua e poi lasciarmi su un ponte a piangere come una scema.”

“Lo so. Non avrei mai dovuto dirti quelle cose.”

“No, Joe, l’errore non è stato dirmele, è stato andare via.”

“Io...ho avuto paura. Ho paura.”

“Danger ha paura di se stesso?”

“Danger non c’è più, Liz, perché non puoi accettarlo?”

Eliza si lasciò scivolare giù dal divano, avvicinandosi a lui gattonando, per poi inginocchiarsi tra le sue gambe.

“Perché io so che non è vero, so che il vero Joe è qui, da qualche parte.” Mormorò, posando una mano sul petto di lui, all’altezza del cuore. “Lo devi solo trovare, ma se mai ci provi mai ci riuscirai. Sai, credo che Kevin stia per farcela... aveva una luce strana, oggi, negli occhi.”

“Kevin è sempre stato migliore di me. In tutto. E poi lui non guidava, quella sera. Avrebbe potuto essere morto...avresti potuto esserlo anche tu.”

 

“Ragazzi, siete stati fantastici, avete fatto il tutto esaurito!”Esclamò Eliza, sorridente come non mai, premiando i tre amici e Big Rob con un bacio a testa.

“Vieni a mangiare qualcosa con noi?” Chiese Joe, passandole le braccia intorno alla vita ed attirandola a sé.

“Ma è mezzanotte passata...”

“E allora? Dai, Liz, sei il quinto Jonas, praticamente!”

“Ehi, sono una ragazza, Joey.”

“Oh, lo sa...” Intervenne Nick, mentre Kevin annuiva, sorridendo.

“Spiritoso...” Lo riprese Joe, lanciandogli un’occhiata omicida. “Allora è deciso, Liz viene con noi. Rob, di’ a mamma che andiamo da Lawrence’s, saremo a casa per le due. E nessuno si azzardi a toccare il volante, guido io!”

 

“Lo so, Joe, ma non lo siamo, né io né lui. Siamo vivi e ti vogliamo bene.”

“Non dovreste, soprattutto tu.”

“Ma perché no, accidenti? I lividi passano, la rabbia passa. Ti amo, Joe...”

“No!” Sbraitò lui, allontanandola di malagrazia. “Non sono io quello che ami.”

“Smettila con questa storia!” Replicò lei, con lo stesso tono di voce. “Non esistono due Joe Jonas, sei sempre tu e ti stai uccidendo con le tue mani. Sono passati quattro anni, Joe, quattro! Nick manca a tutti, dai tuoi genitori ai vostri amici, ma santo Dio, nessuno è ridotto come te!”

“Esci di qui, Eliza. Non avrei mai dovuto tornare indietro.” Sibilò mio fratello, stringendo le mani sui braccioli della poltrona, ma lei rimase dov’era. “ESCI DI QUI, HO DETTO!”

La giovane scosse il capo e raccolse velocemente cappotto e borsa, per poi uscire dall’appartamento a passo di carica, proprio mentre Kevin faceva capolino dalla camera da letto.

“Che cosa è successo?” Domandò, la voce impastata dal sonno, strofinandosi gli occhi.

“Liz.”

“Sì, l’avevo intuito quando ti ha urlato addosso. Cosa le hai fatto?”

“Niente, Kevin, non sono un mostro...e poi è andata via in tempo.”

Kevin sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

“Vieni a letto.”

“Ha detto che sei diverso, che avevi... una luce strana negli occhi. Perché?”

“Joe, vieni a letto.”

“Hai rivisto Danielle? Hai conosciuto...”

“Joe...”

“Sì, sì, arrivo...”

 

 

Tu stretta forte a me col viso contro il mio

Eri lì sudata dall’amore

Non cercarmi più, hai detto all’improvviso

Fammi andar via

(i Pooh, L’altra faccia dell’amore)

 

“Signorina Sheperd, potrei parlarti un istante, per favore?” Domandò Kevin, arrivando alle spalle di Martha e rischiando di farle rovesciare il bicchiere di cappuccino annacquato addosso a Francie.

“Prof!” Esclamò, tentando senza successo di tornare a respirare regolarmente.

“Forza, vieni, dobbiamo parlare della tua verifica.”

Senza troppe cerimonie, Kevin afferrò il polso della ragazza, facendole definitivamente sfuggire il bicchiere dalle mani e trascinandola con sé.

Percorsero a velocità sostenuta tre corridoi, finché mio fratello non si fermò davanti ad una porta semiaperta e fece a Martha cenno di precederlo dentro.

Lei eseguì, pensando di entrare in un’aula ma trovandosi, con somma sorpresa, nello stanzino dove il bidello riponeva le scope e i secchi che usava per pulire.

Non fece in tempo nemmeno a pensare di chiedere spiegazioni che le sue labbra erano già state catturate da quelle di lui e il suo corpo tornava ad aderire a quello ormai conosciuto del professore, strappandole un sospiro non richiesto.

“Kevin...” balbettò, separandosi appena da lui.

“Scusa, mi mancavi... Non ce la facevo davvero più.” Mormorò lui, tornando a baciarla.

“Kevin...” Ritentò lei, questa volta allontanandosi un po’di più e strappandogli uno sbuffo impaziente.

“Che c’è?”

“Mi hai messo tre.”

“Te lo sei meritata.”

“Non è vero!”

“Hai lasciato il foglio in bianco, avrei potuto metterti uno, invece mi sono limitato a sottolineare che eri distratta.”

“Avevo le tue mani dappertutto, certo che ero distratta!” Soffiò lei, svincolandosi, per quanto possibile, dal suo abbraccio e dandogli le spalle, lasciandolo a dir poco interdetto.

Povero fratellino, non era certo abituato a vedersi respingere in quel modo...

“Ehm...se vuoi cambio il voto...” Si sentì in dovere di offrire, sfiorandole una spalla e rendendosi conto che il suo respiro era diventato assolutamente irregolare. “Stai... piangendo?”

“No.” Rispose lei, mentre la sua voce diceva tutto il contrario.

Kevin la circondò di nuovo con le braccia, sentendosi tremendamente in colpa: dopotutto, quel votaccio non era affatto meritato... forse aveva compromesso una media già a rischio, anche se gli sembrava di ricordare che lei andasse più che bene.

“È un problema, quel voto?” Chiese ancora, scostandole i capelli dal collo e chinandosi a posarvi un bacio delicato.

“Non c’entra niente il voto, Kevin. Possibile che non ti venga in mente?”

“Che....cosa?” Domandò lui, perplesso.

“Davvero sei convinto che non vi abbia visti?!” Scattò lei, divincolandosi di nuovo e puntando gli occhi, lucidi ed adirati, in quelli di lui.

“Ma di che stai parlando?”

Lui invece non era affatto arrabbiato: stava semplicemente cercando di comprendere dove aveva sbagliato con lei.

 

Sbagliato? E quando mai gli era importato di aver sbagliato qualcosa con una donna?

 

“Di te! E della rossa al cancello!”

“....Eliza?”

“Non lo so come accidenti si chiama! Sta di fatto che mezz’ora prima stavi baciando me e all’uscita quella ti era addosso tipo piovra.... che hai da ridere, sono seria!”

“Non...non puoi essere gelosa di Eliza!” Biascicò lui, tra un risolino e l’altro, scompigliandole i capelli con una mano, che lei scostò di malagrazia.

“Sì che posso! Lei è più bella di me e più grande...e  più tutto e...”

“Martha, Eliza è la ragazza di mio fratello... più o meno... beh, lo sarà, prima o poi ed è la mia migliore amica da quando eravamo alti un metro e un’albicocca. Siamo cresciuti insieme, è come...come la sorella che non ho.”

Perché si stesse giustificando non lo sapeva nemmeno lui, così come non sapeva che cosa lo aveva spinto ad abbracciarla nuovamente, depositandole un bacio sui ricci chiari.

Sta di fatto che lo fece e io non potei trattenere un salto di gioia.

“Siete...amici? Solo amici.”

“Solo amici.” Confermò lui, con un altro bacio. “Sei...gelosa, Martha?”

La ragazza ridacchiò, asciugandosi una lacrima con la manica del maglione.

“Che stupida, eh?”

“No...” Replicò lui con un sorriso, una volta tanto non costruito. “Sei carina. Certo, non come Eliza, ma...”

“Stupido.” Bisbigliò Martha, prima di alzarsi in punta di piedi e posargli un bacio a stampo sulle labbra semiaperte.

“Ehi...” Mormorò lui, appoggiando la fronte contro la sua in modo che le punte dei loro nasi si sfiorassero. “Cosa sono queste iniziative?”

La risposta di Martha fu solo un rossore improvviso sulle guance.

“Scusa...”

“Non ci provare nemmeno a scusarti. Solo... sai, negli sgabuzzini di solito i baci a stampo non sono ammessi.”

Senza riuscire ad eliminare il rossore dalle proprie guance, la ragazza decise che era assolutamente il caso di rimediare e tornò ad alzarsi in punta di piedi, affondando entrambe le mani nei ricci scuri di Kevin e appoggiandosi a lui con tutto il suo peso, mentre lui muoveva un paio di passi indietro, appoggiandosi al muro liscio.

“Mmm..Martha...” Sussurrò lui sulle sue labbra, senza riuscire ad allontanarsi. “Martha, aspetta...”

“Che c’è?”

“La campanella....”

“È suonata?”

“Cinque minuti fa.”

“Oddio, io ho la Mercer! Quella mi mangia!”

E in un attimo era fuori dalla porta.

Kevin si lasciò scivolare contro il muro, accucciandosi con la testa tra le mani.

Le avrebbe dovuto delle spiegazioni, quando avesse scoperto che ne mancavano dieci, di minuti, al suonare della campanella...

 

Lei ti spiazza ad ogni mossa

E non ti è successo mai

Però stavolta è proprio diverso

Fino a ieri ci ridevi, avevi le tue strategie

Con tutto sempre sotto controllo

(i Pooh, Capita quando capita)

 

Kevin si lasciò cadere su di una sedia in sala professori, sotto lo sguardo indagatore di Christian che, armato di cannuccia, sorseggiava un succo di frutta alla pera.

“Hai l’aria più sconvolta di quando ti ho detto che tuo fratello ha il più bel culo del New Jersey. Che è successo?”

Per tutta risposta, Kevin emise qualcosa di molto simile ad un grugnito, strappandogli dalle mani la bottiglietta di vetro giallo.

“Oh, ho capito, la cosa con la ragazzina ti è sfuggita di mano.”

“Non è una ragazzina.”

“Quindi la situazione ti è sfuggita di mano.”

“Non sei d’aiuto, sai?”

“Ti sei innamorato, che c’è di male, scusa?”

“Che non sono affatto innamorato!” Esclamò, saltando in piedi ed iniziando a misurare l’aula a grandi passi. “Ma lei sì e non voglio prenderla in giro.”

“E da quando ti fai problemi a prendere in giro le donne?” Chiese Chris, recuperando dal tavolo la bottiglietta che, però, si rivelò totalmente vuota. Sbuffando, la fece cadere nel cestino.

“Da... mai, suppongo.” Rispose Kevin, bloccandosi e sgranando gli occhi. “Dio santo, Chris, hai ragione.”

“Io ho sempre ragione. In merito a cosa?”

“Lo sai in merito a cosa.”

“Sì, ma voglio sentirtelo dire.”

“Credo...credo di essermi innamorato...”

 

Continua...

 

   
 
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